. .

Cerca  

CLICCA PER INIZIARE

 

HOME PAGE

NEWS

EDITORIALI

DOCUMENTI

NUGAE

TARSU

POSTA

VALUTAZIONE D.S.

D.S. IN EUROPA

ARCHIVIO

FINALITA' SITO

COMMENTI EVENTI

LINKS

 

 

SCRIVICI

 

Aggiornamento n. 134 dell'8.7.2002

 

Sito costituito da 944 documenti

 

24 nuovi (NEWS)

 

 

ottimizzato per I.E 6.0 e Netscape 6 a tutte le risoluzioni

 

.

Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

SCUOLE AUTONOME PRIVE DI RISORSE

Editoriale n. 57 dell'8 febbraio 2003

di Paolo Quintavalla

I bilanci delle scuole non sono mai stati floridi. Anzi, sono sempre stati assolutamente esigui. Ma non era mai accaduto che i finanziamenti si assottigliassero al limite estremo, fino a rasentare l’inesistenza, come abbiamo sperimentato in questi ultimi anni. Per non lasciare questa affermazione nel vago e nel generico e per dimostrare che si tratta di un fatto e non di un’opinione posso citare l’esperienza personale.

Dirigo un circolo didattico costituito da quasi 900 alunni suddivisi in 40 classi, da 80 docenti e da 25 unità di personale ATA. Per amministrare questa istituzione scolastica complessa la mia unica fonte finanziaria è rappresentata dal contributo ministeriale ordinario. Alla fine del settembre 2002  mi è stato comunicato che il contributo per l’esercizio finanziario 2003 ammonta a 12.900 €, somma pari al 20% in meno rispetto a quella attribuita nell’anno precedente. Le spese indispensabili per il funzionamento minimo delle struttura, ricavabili dal trend storico del bilancio, ammontano a circa 25.000 €. Sono costretto, quindi, a pormi il problema di reperire le risorse per raddoppiare almeno l’entità dello stanziamento ordinario, ma solo per garantire il mantenimento della struttura. Questo obbligo preliminare prescinde, ovviamente, dalla necessità ulteriore di destinare risorse per la didattica e di programmare spese per l’investimento e per lo sviluppo.

Alla fine di gennaio due “sorprese” hanno decurtato ulteriormente questo bilancio già ridotto all’osso:

  • sono costretto ad  impegnare nel Programma Annuale ben 1.700 € per la TARSU. La cifra rappresenta il 25% del totale. Lo Stato copre il 75% ma il Comune obietta che con i recenti tagli della Finanziaria non ha le risorse necessarie per assicurare la somma residua. Non basta la mia riluttanza ad esimermi dal pagamento. L’AMPS di Parma, società privatizzata che gestisce questo servizio, giustamente esige il dovuto. Dopo più di 30 anni lo Stato (che tassa se stesso – ed è un’impresa  già concettualmente ardita) e i Comuni non hanno ancora raggiunto un accordo e non è chiaro a chi competa il pagamento. Nel dubbio l’unica cosa certa è che le scuole devono, comunque, continuare a pagare questo iniquo ed assurdo balzello. Colgo l’occasione, quindi, per invitare nuovamente i colleghi che non l’avessero ancora fatto a sottoscrivere la lettera di protesta e di richiesta di abolizione della TARSU a carico delle scuole.
  • sono costretto ad impegnare nel già striminzito Programma Annuale ben 3.000 € per rimborso spese dei membri del Collegio Revisori dei Conti. Non si sa ancora a chi competa, alla fine, questo pagamento. I C.S.A. non hanno fondi autonomi su questo capitolo di bilancio. In attesa che venga chiarita la competenza e stanziati i fondi corrispondenti sono le istituzioni scolastiche capofila che anticipano il rimborso delle spese ai Revisori. Speriamo che si tratti solo di un anticipo… Alcuni temono che, alla fine, queste spese dovranno essere suddivise e sostenute  dalle singole scuole interessate. Sarebbe bene, comunque, che il Ministero, se c’è, battesse un colpo.

Morale della favola: il 45% del bilancio se ne va letteralmente... in spazzatura e per Revisori (del bilancio stesso). Non c'è chi non veda come il gatto si morda la coda. Nel Programma annuale per il 2003 posso inserire, concretamente, la somma di 8.200 €. Questa è, in sostanza, la cifra nuda e cruda di cui può disporre il nostro Circolo per le attività ordinarie (se si escludono i finanziamenti finalizzati per la realizzazione dei progetti, Fondi per l'Autonomia che ammontano a circa 5.000 €). Mi viene in mente, in proposito e per contrasto, un episodio che rivela quanto gli utenti e l’opinione pubblica siano privi di conoscenze in merito a questo specifico aspetto.

Nei mesi scorsi un manager di un’importante azienda internazionale, che si trasferiva da Londra, venne a chiedere l’iscrizione del figlio presso la nostra scuola. Disse di aver conosciuto il 3° Circolo di Parma attraverso il nostro sito web, di avere ricevuto una favorevole impressione, confermata dal giudizio positivo di altre persone utenti del servizio che aveva contattato in città. Osservò che per ottenere questi risultati le nostre scuole dovevano ricevere cospicui finanziamenti. Gli chiesi a quanto ammontassero, secondo una sua stima personale, anche in rapporto ai finanziamenti medi previsti nelle scuole inglesi. Rispose che, come minimo, avremmo dovuto contare su 500 mila € (un miliardo di vecchie lire). Ricordo che risi di gusto, registrando nello stesso tempo l’espressione di una evidente dissonanza cognitiva da parte del mio interlocutore.

Occorre osservare che questa somma di 8.200 € è ulteriormente decurtata dalle ingenti spese telefoniche connesse con la necessità di reperire i supplenti. Si veda al riguardo il documento "E' indispensabile cambiare il sistema di conferimento delle supplenze", approvato dal Collegio dei Dirigenti scolastici della provincia di Parma in data 19 novembre 2002, che contiene indicazioni sugli sprechi assurdi connessi con tale sistema.

Comunque sia, siamo costretti da diversi anni a richiedere un contributo alle spese (sia pure modesto) alle famiglie degli alunni. In assenza di questa fonte finanziaria aggiuntiva non avremmo assolutamente risorse da destinare alla didattica nelle singole classi e verrebbe gravemente compromesso il Piano dell’offerta formativa (che tutti, ovviamente, vogliono di alto profilo).

Purtroppo le scuole autonome sono costrette non soltanto ad affrontare il gravissimo problema dell’esiguità delle risorse finanziarie ma anche quello dell’incertezza dei tempi della loro concreta erogazione. Per quest’ultimo aspetto sono due i fattori assolutamente negativi che abbiamo dovuto registrare in questi ultimi anni:

  • i ritardi forzati nella predisposizione del Programma Annuale. Per il secondo anno consecutivo saremo costretti ad approvare il Programma non all’inizio ma a ridosso del termine dell’anno scolastico. Si vanifica, in questo modo, per responsabilità dell’Amministrazione, la nozione stessa di bilancio preventivo e si ingessano per molti mesi le attività di programmazione economica all’interno degli Istituti.
  • il monitoraggio dei flussi di cassa. I bilanci già esigui sono ulteriormente strangolati da questo meccanismo perverso che impedisce qualsiasi seria programmazione degli interventi. Attendiamo ancora stanziamenti iscritti a bilancio nel 2001 e una buona parte di quelli stanziati nel 2002. Il decreto Tremonti del 29 novembre 2002 ha ulteriormente aggravato questa situazione già critica e non sappiamo, allo stato attuale, quando (e se) verranno realmente accreditati alle scuole.

Su questi aspetti, che riguardano la generalità delle scuole, hanno preso posizione critica le Organizzazioni sindacali, le Associazioni professionali e, nell’ambito geografico della provincia di Parma, il Collegio dei Dirigenti Scolastici con i seguenti documenti:

Purtroppo nulla è cambiato. Le richieste e le proteste non hanno sortito alcun effetto e le scuole autonome sono lasciate sole, prive di risorse, ad affrontare questi gravissimi problemi che quasi ci fanno sfiorare il rischio stesso della sopravvivenza. In queste condizioni l'autonomia si trasforma in una virtualità, in una farsa, come la volontà di celebrare le nozze con i fichi secchi. In queste condizioni anche la dirigenza rischia di trasformarsi in un guscio vuoto, in un istituto giuridico solo formale. In queste condizioni di peggioramento progressivo del contesto professionale, di fronte a continue smentite, anche le volontà dei singoli si incrinano e le energie si affievoliscono. Io ora mi sento stanco e sfiduciato e non ho voglia di scrivere un'altra lettera di protesta e di intraprendere l'ennesima raccolta di firme che non sortiscono alcun effetto. Sono disposto, comunque, ad aderire ad eventuali iniziative promosse dai colleghi o ad accogliere proposte o consigli da parte dei lettori.

"Ministero, se ci sei, batti un colpo" sarebbe il caso di dire. Ma non siamo impegnati in una seduta spiritica. Siamo dirigenti scolastici fortemente preoccupati e impegnati a difendere le sorti minacciate delle scuole autonome.

 

CHIUDI