SCUOLE
AUTONOME PRIVE DI RISORSE
Editoriale
n. 57 dell'8 febbraio 2003
di
Paolo Quintavalla
I bilanci
delle scuole non sono mai stati floridi. Anzi,
sono sempre stati assolutamente esigui. Ma non era
mai accaduto che i finanziamenti si
assottigliassero al limite estremo, fino a
rasentare l’inesistenza, come abbiamo
sperimentato in questi ultimi anni. Per non
lasciare questa affermazione nel vago e nel
generico e per dimostrare che si tratta di un
fatto e non di un’opinione posso citare
l’esperienza personale.
Dirigo un
circolo didattico costituito da quasi 900 alunni
suddivisi in 40 classi, da 80 docenti e da 25 unità
di personale ATA. Per amministrare questa
istituzione scolastica complessa la mia unica
fonte finanziaria è rappresentata dal contributo
ministeriale ordinario. Alla fine del settembre
2002 mi
è stato comunicato che il contributo per
l’esercizio finanziario 2003 ammonta a 12.900
€, somma pari al 20% in meno rispetto a quella
attribuita nell’anno precedente. Le spese
indispensabili per il funzionamento minimo delle
struttura, ricavabili dal trend storico del
bilancio, ammontano a circa 25.000 €. Sono
costretto, quindi, a pormi il problema di reperire
le risorse per raddoppiare almeno l’entità
dello stanziamento ordinario, ma solo per
garantire il mantenimento della struttura. Questo
obbligo preliminare prescinde, ovviamente, dalla
necessità ulteriore di destinare risorse per la
didattica e di programmare spese per
l’investimento e per lo sviluppo.
Alla fine di
gennaio due “sorprese” hanno decurtato ulteriormente
questo bilancio già ridotto all’osso:
- sono
costretto ad
impegnare nel Programma Annuale ben
1.700 € per la TARSU. La cifra rappresenta
il 25% del totale. Lo Stato copre il 75% ma il
Comune obietta che con i recenti tagli della
Finanziaria non ha le risorse necessarie per
assicurare la somma residua. Non basta la mia
riluttanza ad esimermi dal pagamento. L’AMPS
di Parma, società privatizzata che gestisce
questo servizio, giustamente esige il dovuto.
Dopo più di 30 anni lo Stato (che tassa se
stesso – ed è un’impresa
già concettualmente ardita) e i Comuni
non hanno ancora raggiunto un accordo e non è
chiaro a chi competa il pagamento. Nel dubbio
l’unica cosa certa è che le scuole devono,
comunque, continuare a pagare questo iniquo ed
assurdo balzello. Colgo l’occasione, quindi,
per invitare nuovamente i colleghi che non
l’avessero ancora fatto a sottoscrivere la
lettera di protesta e di richiesta di
abolizione della TARSU a carico delle
scuole.
- sono
costretto ad impegnare nel già striminzito
Programma Annuale ben 3.000 € per rimborso
spese dei membri del Collegio Revisori dei
Conti.
Non si sa ancora a chi competa, alla fine,
questo pagamento. I C.S.A. non hanno fondi
autonomi su questo capitolo di bilancio. In
attesa che venga chiarita la competenza e
stanziati i fondi corrispondenti sono le
istituzioni scolastiche capofila che
anticipano il rimborso delle spese ai
Revisori. Speriamo che si tratti solo di un
anticipo… Alcuni temono che, alla fine,
queste spese dovranno essere suddivise e
sostenute
dalle singole scuole interessate.
Sarebbe bene, comunque, che il Ministero, se
c’è, battesse un colpo.
Morale della
favola: il 45% del bilancio se ne va
letteralmente... in spazzatura e per Revisori (del
bilancio stesso). Non c'è chi non veda come il
gatto si morda la coda. Nel Programma annuale per il 2003 posso
inserire, concretamente, la somma di 8.200 €.
Questa è, in sostanza, la cifra nuda e cruda di
cui può disporre il nostro Circolo per le
attività ordinarie (se si escludono i
finanziamenti finalizzati per la realizzazione dei
progetti, Fondi per l'Autonomia che ammontano a
circa 5.000 €). Mi viene in
mente, in proposito e per contrasto, un episodio
che rivela quanto gli utenti e l’opinione
pubblica siano privi di conoscenze in merito a
questo specifico aspetto.
Nei mesi
scorsi un manager di un’importante azienda
internazionale, che si trasferiva da Londra,
venne a chiedere l’iscrizione del figlio
presso la nostra scuola. Disse di aver conosciuto
il 3°
Circolo di Parma attraverso il nostro sito web,
di avere ricevuto una favorevole impressione,
confermata dal giudizio positivo di altre persone
utenti del servizio che aveva contattato in città.
Osservò che per ottenere questi risultati le
nostre scuole dovevano ricevere cospicui
finanziamenti. Gli chiesi a quanto ammontassero,
secondo una sua stima personale, anche in rapporto
ai finanziamenti medi previsti nelle scuole
inglesi. Rispose che, come minimo, avremmo dovuto
contare su 500 mila € (un miliardo di vecchie
lire). Ricordo che risi di gusto, registrando
nello stesso tempo l’espressione di una evidente
dissonanza cognitiva da parte del mio
interlocutore.
Occorre
osservare che questa somma di 8.200 € è
ulteriormente decurtata dalle ingenti spese
telefoniche connesse con la necessità di reperire
i supplenti. Si veda al riguardo il documento "E' indispensabile
cambiare il sistema di conferimento delle
supplenze", approvato dal Collegio
dei Dirigenti scolastici della provincia di Parma
in data 19 novembre 2002, che contiene indicazioni
sugli sprechi assurdi connessi con tale sistema.
Comunque sia,
siamo costretti da diversi anni a richiedere un
contributo alle spese (sia pure modesto) alle
famiglie degli alunni. In assenza di questa fonte
finanziaria aggiuntiva non avremmo assolutamente
risorse da destinare alla didattica nelle singole
classi e verrebbe gravemente compromesso il Piano
dell’offerta formativa (che tutti, ovviamente,
vogliono di alto profilo).
Purtroppo le
scuole autonome sono costrette non soltanto ad
affrontare il gravissimo problema dell’esiguità
delle risorse finanziarie ma anche quello
dell’incertezza dei tempi della loro concreta
erogazione. Per quest’ultimo aspetto sono due i
fattori assolutamente negativi che abbiamo dovuto
registrare in questi ultimi anni:
- i
ritardi forzati nella predisposizione del
Programma Annuale. Per il secondo anno
consecutivo saremo costretti ad approvare il
Programma non all’inizio ma a ridosso del
termine dell’anno scolastico. Si vanifica,
in questo modo, per responsabilità
dell’Amministrazione, la nozione stessa di
bilancio preventivo e si ingessano per molti
mesi le attività di programmazione economica
all’interno degli Istituti.
- il
monitoraggio dei flussi di cassa. I
bilanci già esigui sono ulteriormente
strangolati da questo meccanismo perverso che
impedisce qualsiasi seria programmazione degli
interventi. Attendiamo ancora stanziamenti
iscritti a bilancio nel 2001 e una buona parte
di quelli stanziati nel 2002. Il decreto
Tremonti del 29 novembre 2002 ha ulteriormente
aggravato questa situazione già critica e non
sappiamo, allo stato attuale, quando (e se)
verranno realmente accreditati alle scuole.
Su questi
aspetti, che riguardano la generalità delle
scuole, hanno preso posizione critica le
Organizzazioni sindacali, le Associazioni
professionali e, nell’ambito geografico della
provincia di Parma, il Collegio dei Dirigenti
Scolastici con i seguenti documenti:
Purtroppo
nulla è cambiato. Le richieste e le proteste non
hanno sortito alcun effetto e le scuole autonome
sono lasciate sole, prive di risorse, ad
affrontare questi gravissimi problemi che quasi ci
fanno sfiorare il rischio stesso della
sopravvivenza. In queste condizioni l'autonomia si
trasforma in una virtualità, in una farsa, come
la volontà di celebrare le nozze con i fichi
secchi. In queste condizioni anche la dirigenza
rischia di trasformarsi in un guscio vuoto, in un
istituto giuridico solo formale. In queste
condizioni di peggioramento progressivo del
contesto professionale, di fronte a continue
smentite, anche le volontà dei singoli si
incrinano e le energie si affievoliscono. Io ora
mi sento stanco e sfiduciato e non ho voglia di
scrivere un'altra lettera di protesta e di
intraprendere l'ennesima raccolta di firme che non
sortiscono alcun effetto. Sono disposto, comunque,
ad aderire ad eventuali iniziative promosse dai
colleghi o ad accogliere proposte o consigli da
parte dei lettori.
"Ministero,
se ci sei, batti un colpo" sarebbe il
caso di dire. Ma non siamo impegnati in una seduta
spiritica. Siamo dirigenti scolastici fortemente
preoccupati e impegnati a difendere le sorti
minacciate delle scuole autonome.
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