Indice

Immagini

Storia

Natura

Arte

Turismo

Servizi

Links

Webmaster Serafino Pisanu

li_x0128.gif (7433 byte)

Grutta de su Montixeddu

Ambiente ] Caccia ] Geografia ] Geologia ] Fauna ] Flora ] Funghi ] Grotte ] Miniere ] Sorgenti ]

La grotta de su Montixeddu è sita nell'omonima località della frazione di Acquacadda, nel territorio del Comune di Nuxis. E' situata a quota 215 mt., si sviluppa in totale per 200 mt., il suo sviluppo planimetrico è di 170 mt., e arriva ad una profondità di 27 mt. Le informazioni sono frutto dello studio effettuato nel 1984 dal Prof. Roberto Curreli e dal Gruppo Speleologico di Nuxis (Rilievi:Tocco, Pusceddu, Lallai, Arceri). L'interesse e le tradizioni legate a questa cavità sono molto antiche, in quanto all'interno della grotta sono stati rinvenuti frammenti di ceramiche del periodo "M.Claro" e "Bunannaro". La cavità è accessibile senza troppe difficoltà, poiché si trova ai piedi di una miniera, ora abbandonata, dove venivano estratti piombo e zinco. Nell'elenco catastale del Pirodda, viene indicata col nome di "Inghiottitoio della Casa Bianca". L'interno della grotta, nella parte iniziale, è invaso da detriti scaricati dalla miniera soprastante, che hanno probabilmente ostruito dei passaggi; infatti, secondo testimonianze, pare esistessero dei cunicoli che si diramavano in direzione della strada provinciale che porta a Narcao. Nella parte più interna era stato ricavato un deposito di polveri da mine per l'attività mineraria. La presenza dei ruderi di un nuraghe, ci fa capire come la zona sia interessante anche da un punto di vista storico-archeologico. La grotta si trova ad una quota di circa 219 mt., cioè quasi sulla vetta della collina Su Montixeddu, dalla quale si domina la piana di Is Ceis, alle cui estremità si trovano gli agglomerati di Acquacadda e Terrubia, ed è stata esplorata da diversi gruppi speleologici. Morfologicamente, si tratta di una cavità di origine carsica, e si apre nei calcari Paleozoici del Cambrico medio, cioè i calcari del Sulcis. I calcari presentano tracce di dolomia. La grotta si apre su una faglia principale che mette a contatto i calcari dolomitici con gli scisti arenacei e, in taluni punti, con scisti marmo-calcarei. Sono presenti delle sorgenti sotterranee. Dal punto di vista floristico, c'è da segnalare la presenza delle specie che fanno parte della bassa macchia mediterranea (olivastro, lentisco, cisto) e, ai piedi della collina, è suggestiva la presenza di oliveti e vigneti. Dal punto di vista faunistico c'è da segnalare la presenza di conigli selvatici (Oryctlagus Cuniculus).  Questa cavità avrebbe avuto origine per erosione diretta nella parte iniziale a causa della confluenza di due torrenti, creando un salto, cioè l'ingresso della grotta, mentre nella parte finale si è creata un'erosione inversa rilevabile dalla presenza di alcune marmitte di erosione inversa. Comunque, l'erosione diretta è avvenuta quasi sul contatto fra gli scisti arenacei e i calcari dolomitici. La parte iniziale della grotta è caratterizzata da un salto di circa 10 mt., divenuto in seguito, a causa dello scarico di detriti della miniera, un piano inclinato con una pendenza del 70%. In questa parte si riscontra la presenza di alcuni campioni di galena. Continuando, si riscontra una grossa stalagmite larga mt. 3,80 e alta circa mt. 4,50. In questa parte la grotta è abbastanza spaziosa; sempre nello stesso salone esiste una piccola diramazione, che era stata adibita a polveriera. Procedendo, la volta si abbassa ed arriva all'altezza di circa 60-70 cm. dal pavimento, che è costituito da materiale eluviale, e questo procede fino ad un punto dove esiste un lieve innalzamento della volta, dovuto all'erosione inversa. Il salone successivo è molto interessante dal punto di vista archeologico per la presenza di sepolture del periodo "M.Claro" e "Bunannaro", rilevabili dalla notevole quantità di cocci e frammenti di ceramiche dovuti all'azione devastatrice dei clandestini, che hanno scavato a più riprese in vari punti della grotta. C'è ancora da segnalare che da un vicino tratto della volta della grotta sporgono alcune radici, segno della vicinanza di epifite (a conferma di ciò vi sono alcuni massi crollati dal piano esterno). Sulla diramazione più avanti, si segnala la presenza di piccole vene d'acqua e si notano anche delle vaschette dovute essenzialmente allo stillicidio, che con l'acqua delle vene alimenta alcune piccole pozze.

Stalagmite gigante-Foto R.Curreli Ingresso della grotta-Foto: R. Curreli Lucido: R.Curreli Lucido: R.Curreli

 

li_x0147.gif (4602 byte)