Nel
periodo che solitamente va' da Novembre a Gennaio, in queste montagne è
permessa la caccia, che qui conta tuttora un gran numero di
appassionati. Esiste un grande agonismo fra le diverse società, che si
sentono in competizione tra loro in una atmosfera quasi "contradaiola",
da Palio di
Siena, che tiene il conto di primati e record anche a
distanza di stagioni o di anni. Per quanto riguarda la caccia "grossa", come si
usa chiamare quella al cinghiale, il gruppo è capitanato da un
Capocaccia, (solitamente noto con un suo "nome da battaglia"
..."su Maresciallu", "Baffu de para", "su
Conti"...) ed è composto da una decina di
cacciatori veri e propri, più altre dieci - venti persone, che fungono
da "battitori" e che in sardo sono chiamati "is
Canàrgius". I battitori, con grida e con l'aiuto dei cani
appositamente addestrati, vanno "a craccaxiài su sirbòni" ,
cioè a scovare i cinghiali costringendoli a lasciare i loro nascondigli
fra i cespugli o dentro gli anfratti rocciosi, e spingendoli verso
passaggi obbligati ("sa posta") dove i cacciatori stanno in
attesa.
Oggi
generalmente la pratica venatoria viene osteggiata, perché ci si sente
molto più portati a difendere e proteggere qualsiasi animale, piuttosto
che ad ammirare lo spirito sportivo o l'abilità strategica del
cacciatore.
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