La
cavità conosciuta come Grutta su Sinibidraxiu, si trova nella località
omonima, ad una quota di 348 metri. Le informazioni sono frutto delle
osservazioni di Roberto Curreli e del Gruppo Speleologico Di Nuxis, e
risalgono al 1988. La grotta ha uno sviluppo planimetrico di 36.5 mt. e
spaziale di 64 mt.
La
cavitàsi apre in località Sinibidraxiu, non distante
dall'antenna-ripetitore Rai, in una zona bruciata nel 1985, con una
vegetazione dominante a ginepro. Dal punto di vista petrografico si nota
la formazione della Dolomia grigia ed il calcare ceroide, probabilmente
con presenza di dolomia rigata basale. Esternamente si notano i
travertini recenti, segno che l'H2O
che scorre sulla roccia ingloba i vegetali. Da questa H2O
precipita CaCO2,
formando i depositi travertinosi. La zona è importante anche dal punto
di vista idrogeologico. All'interno della grotta la presenza di un
sifone potrebbe far pensare a dei reticoli sotterranei, che poi
confluiscono in un unico punto. L'interesse non è soltanto
idrogeologico, ma anche archeologico. Sono infatti segnalati resti di
murature nuragiche, forse una roccaforte nuragica, e delle schegge di
ossidiana, che indubbiamente fanno pensare alla presenza di un
insediamento nuragico in questa particolare zona.
l'apertura
della cavità, che è stata casualmente messa in evidenza dall'apertura
di una voragine lungo la strada utilizzata dal proprietario del terreno
per trasportare un carico di legname, è di dimensioni di circa 1 metro
x 1,50. Si discende per poco meno di dodici metri, in verticale, in un
ambiente ampio, largo almeno sei metri e lungo una decina, con una volta
di sei-sette metri. Tale ambiente si dirama in due direzioni: la prima,
sulla destra, stretta, termina dopo una decina di metri. Occorre fare
attenzione a non spostare massi instabili. Invece, proseguendo dritti
rispetto alla verticale del pozzo, discendendo per un dislivello di
circa 3 metri, c'è la possibilità di incontrare subito un'interessante
pozza d'acqua, che si rivelerà successivamente un sifone. Qui
l'ambiente è angusto, e ci si viene a trovare sotto una volta detritica
in parte aperta e allargata dall'acqua: questo ci fa capire l'irruenza
dell'acqua e la lunghezza del suo percorso. Proprio sopra il sifone,
chiodando e risalendo una parete, si arriva ad un ambiente che si
restringe sempre di più, sino a chiudersi. Qui, inaspettatamente,
muovendo l'argilla, si è potuto aprire un varco circolare nel
pavimento, nel quale può passare a stento una persona snella. Il
condotto non presenta segni di concrezionamento ed assume le forme
classiche di una vera e propria condotta forzata. Il varco circolare
permette di discendere, nel vuoto, in un ambiente sottostante che
riporta alla stessa quota del sifone. Questo ambiente, di forma
vagamente circolare, presenta nel fondo una quantità notevole di
argilla morbida che ci permette di comprendere come, anche da questa
parte, l'azione continua e recente dell'acqua sia dominante. Si possono
visitare almeno tre cunicoli, in effetti piuttosto brevi e angusti, alla
fine dei quali è stata fatta qualche arrampicata senza risultati, in
quanto la grotta sembra terminare. Una esplorazione del sifone, che si
presenta molto stretto e di difficile esplorazione, permetterebbe di
chiarire qualche punto interrogativo. Da notare che l'ingresso si è
potuto aprire grazie ad una forma di erosione inversa, per cui lo
stretto strato della volta è crollato facilmente, sotto un peso
consistente. Lo sviluppo della grotta è di circa 64 metri, mentre
il dislivello è di metri 15,40.
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