Indice

Immagini

Storia

Natura

Arte

Turismo

Servizi

Links

Webmaster Serafino Pisanu

li_x0128.gif (7433 byte)

Sa Cava Romana

Ambiente ] Caccia ] Geografia ] Geologia ] Fauna ] Flora ] Funghi ] Grotte ] Miniere ] Sorgenti ]

"Sa Cava Romana" è una cavità di origine carsica, situata nel Comune di Nuxis in località Tattinu. Si apre in una piccola collina calcarea attribuita alla formazione di Gonnesa (Cambriano medio), vicino al contatto fra calcari e scisti cambriani. La grotta, al contrario di quanto si crede, prende il nome di Cava Romana non perchè all'interno di essa siano stati rinvenuti resti o testimonianze dell'antica Roma, ma perchè alcuni suoi ingressi sono stati utilizzati a scopo minerario per l'estrazione di rocce alabastrose, comunemente chiamate Onici, da una ditta proveniente dalla provincia laziale. Ai piedi della collina su cui è situata la grotta, oggetto di studio e di esplorazione da parte di molti gruppi di studiosi, scorre un torrentello che rimane asciutto per buona parte dell'estate e che, come molti altri torrenti della zona, viene alimentato da acque meteoriche che cadono nel bacino idrografico di Monti Nieddu. La grotta ha origine carsica, e si apre con dieci ingressi, di cui tre ampliati artificialmente. Dal primo ingresso si notano segni molto evidenti dello sfruttamento minerario degli anni '50. In base a delle testimonianze, questo ingresso, precedentemente ai lavori, doveva essere molto piccolo e  fu allargato in seguito, probabilmente per consentire il trasporto del materiale estratto. Procedendo, si arriva ad un punto dal quale partono varie diramazioni. Le più importanti sono tre: una a Nord, una a Sud e una verso Ovest. La prima ha un percorso abbastanza sinuoso e si amplia con un rilevante dislivello positivo. Oggi questa è allo stato fossile, con concrezioni stalattitiche piuttosto farinose, cioè ricoperte da una patina di calcite farinosa. Qui è stato ritrovato un cranietto di "Prolagus sardus", piccolo roditore estinto qualche migliaio di anni fà.  Nella parte terminale è presente un pozzetto, dall'ingresso molto stretto, sul cui fondo c'è dell'acqua. La diramazione che si apre verso Sud è caratterizzata dalla presenza di condotti forzati, formati dalla forte pressione che l'acqua aveva nel proprio corso. Questi condotti sono paralleli e intercomunicanti tra loro. Qui il pavimento della grotta è costituito da materiale argilloso, misto a granuli di sabbie dolomitiche, e in certi punti dei bordi della grotta si notano dei piccoli terrazzamenti di questo materiale, probabilmente formatisi per successive erosioni dei corsi d'acqua sotterranei, alternati a periodi di secca. Tutti questi condotti confluiscono in una saletta, caratterizzata dalla presenza di blocchi di media dimensione, dovuti in parte al crollo di pezzi della volta e in parte ai lavori minerari. Questo materiale detritico forma un piccolo piano inclinato, che permette il collegamento con un ambiente più grande del precedente. Il pavimento della sala  è rialzato, forse per la caduta di materiale detritico dalla volta e dalle pareti, e di materiale di trasporto. In questa grotta c'è da sottolineare il rinvenimento di una macina in granito, sicuramente del periodo nuragico. Proseguendo, c'è un piccolo salto, che porta in una sala di grosse dimensioni (con altezze che superano i 35 mt.) dove sono presenti gli ingressi a pozzo e sono ben evidenti anche le tracce dei lavori minerari. E' interessante vedere una sezione naturale di materiale detritico, dove si notano le stratificazioni dei materiali in alternanza con sottilissimi straterelli carboniosi. Ancora: in un punto di questa sala si notano delle brecce ossifere  (costituite da ossa di piccoli roditori e uccelli) la cui genesi è dovuta sicuramente al trasporto da parte dell'acqua dei resti di questi animali, accumulatisi in certi punti della grotta. Proseguendo, troviamo una diramazione che ha un andamento "sellato" e nella sua parte più bassa si vede una certa quantità di guano di chirotteri (pipistrelli), presenti in buon numero in questa grotta. Fino al 1985 ne sono state classificate tre specie: Rhinolophus Euryale - Euryale Blasius 1853, Myotis (Leuconoe) Capaccinii (Bonaparte 1837), Rhinolophus Ferrumequinum (Schreber 1774). Esiste poi un altro ingresso, creato sempre per motivi minerari. Particolare importanza ricopre la diramazione che si apre verso Ovest, per le sue concrezioni. Procedendo con ordine, notiamo una solcatura di erosione fluviale e ancora, in questa parete, si vedono segni di vecchi livelli d'acqua, prodotti nell'evoluzione della grotta. Dopo uno stretto passaggio di origine singenetica (terminante in una sala ricca di concrezioni ancora attive di tipo stalattitico, stalacmitico, eluviale), prodotto dal fenomeno carsico e costituito essenzialmente da minerali argillosi, superando un passaggio piuttosto difficoltoso si torna ad incontrare la solcatura di origine fluviale, che termina in un'altra sala ricca di concrezioni ancora attive di tipo stalattitico, stalagmitico, colate, ecc. Nel complesso, tutti i passaggi presenti in questa zona terminano in salette abbastanza concrezionate, (in una sala è presente una stalattite alta circa 9 mt.). Vi sono ambienti molto alti, ornati da belle concrezioni di aragonite e da eccentriche di calcite. La volta di una diramazione risulta tappezzata da cannule con un andamento strano: inizialmente sono dritte e seguono la legge di gravità alla perfezione, mentre nella parte mediana si incurvano leggermente, per poi tornare dritte nella parte terminale. Questo si può attribuire al fatto che tempi addietro, nell'evoluzione della grotta, in questa parte si fossero iniziate a formare le cannule (per deposito chimico medio-veloce).  Nella parte sottostante, per erosione dell'acqua, sono probabilmente stati asportati dei banchi di materiale argilloso che, non isolando più questa zona della cavità, la misero in comunicazione con qualche altro ambiente, permettendo così il passaggio di correnti d'aria che hanno deviato l'andamento naturale delle cannule. In tempi ancora successivi, sempre per l'erosione, i banchi di argilla sovrastanti, perdendo la stabilità e cadendo, hanno ostruito nuovamente questi passaggi, lasciando riprendere alle cannule il loro andamento naturale. Comunque c'è da segnalare il segno dei saccheggiamenti dei cristalli da parte di clandestini.

Le notizie sulla Grotta sono state fornite dal Prof.R.Curreli.

Condotto forzato privo di concrezioni (Foto: A.Lallai) Lucido: R.Curreli Paleo livelli d'acqua impressi su roccia calcarea-Foto: A.Lallai Lucido: R.Curreli 1° Ingresso della grotta, ampliato artificialmente-Foto: A.Lallai

li_x0147.gif (4602 byte)