"Sa
Cava Romana" è una cavità di origine carsica, situata nel Comune
di Nuxis in località Tattinu. Si apre in una piccola collina calcarea
attribuita alla formazione di Gonnesa (Cambriano medio), vicino al
contatto fra calcari e scisti cambriani. La grotta, al contrario di
quanto si crede, prende il nome di Cava Romana non perchè all'interno
di essa siano stati rinvenuti resti o testimonianze dell'antica Roma, ma
perchè alcuni suoi ingressi sono stati utilizzati a scopo minerario per
l'estrazione di rocce alabastrose, comunemente chiamate Onici, da una
ditta proveniente dalla provincia laziale. Ai piedi della collina su cui
è situata la grotta, oggetto di studio e di esplorazione da parte di
molti gruppi di studiosi, scorre un torrentello che rimane asciutto per
buona parte dell'estate e che, come molti altri torrenti della zona,
viene alimentato da acque meteoriche che cadono nel bacino idrografico
di Monti Nieddu. La grotta ha origine carsica, e si apre con
dieci ingressi, di cui tre ampliati artificialmente. Dal primo ingresso si notano segni molto evidenti dello
sfruttamento minerario degli anni '50. In base a delle testimonianze, questo ingresso, precedentemente ai lavori, doveva essere molto piccolo
e fu allargato in seguito, probabilmente per consentire il trasporto
del materiale estratto. Procedendo, si arriva ad un punto dal quale partono varie diramazioni. Le più importanti sono tre: una a Nord, una
a Sud e una verso Ovest. La prima ha un percorso abbastanza sinuoso e si
amplia con un rilevante dislivello positivo. Oggi questa è
allo stato fossile, con concrezioni stalattitiche piuttosto farinose,
cioè ricoperte da una patina di calcite farinosa. Qui è stato
ritrovato un cranietto di "Prolagus sardus", piccolo roditore
estinto qualche migliaio di anni fà. Nella parte terminale è
presente un pozzetto, dall'ingresso molto stretto, sul cui fondo c'è
dell'acqua. La diramazione che si apre verso Sud è caratterizzata dalla
presenza di condotti forzati, formati dalla forte pressione che l'acqua
aveva nel proprio corso. Questi condotti sono paralleli e
intercomunicanti tra loro. Qui il pavimento della grotta è
costituito da materiale argilloso, misto a granuli di sabbie
dolomitiche, e in certi punti dei bordi della grotta si notano dei
piccoli terrazzamenti di questo materiale, probabilmente formatisi per
successive erosioni dei corsi d'acqua sotterranei, alternati a periodi
di secca. Tutti questi condotti confluiscono in una saletta,
caratterizzata dalla presenza di blocchi di media dimensione, dovuti in
parte al crollo di pezzi della volta e in parte ai lavori minerari.
Questo materiale detritico forma un piccolo piano inclinato, che
permette il collegamento con un ambiente più grande del precedente. Il
pavimento della sala è rialzato, forse per la caduta di materiale
detritico dalla volta e dalle pareti, e di materiale di trasporto. In
questa grotta c'è da sottolineare il rinvenimento di una macina in
granito, sicuramente del periodo nuragico. Proseguendo, c'è un piccolo
salto, che porta in una sala di grosse dimensioni (con altezze che
superano i 35 mt.) dove sono presenti gli ingressi a pozzo e sono ben
evidenti anche le tracce dei lavori minerari. E' interessante vedere una
sezione naturale di materiale detritico, dove si notano le
stratificazioni dei materiali in alternanza con sottilissimi straterelli
carboniosi. Ancora: in un punto di questa sala si notano delle brecce
ossifere (costituite da ossa di piccoli roditori e uccelli) la cui
genesi è dovuta sicuramente al trasporto da parte dell'acqua dei resti
di questi animali, accumulatisi in certi punti della grotta.
Proseguendo, troviamo una diramazione che ha un andamento
"sellato" e nella sua parte più bassa si vede una certa
quantità di guano di chirotteri (pipistrelli), presenti in buon numero
in questa grotta. Fino al 1985 ne sono state classificate tre specie:
Rhinolophus Euryale - Euryale Blasius 1853, Myotis (Leuconoe) Capaccinii
(Bonaparte 1837), Rhinolophus Ferrumequinum (Schreber 1774). Esiste poi
un altro ingresso, creato sempre per motivi minerari. Particolare
importanza ricopre la diramazione che si apre verso Ovest, per le sue
concrezioni. Procedendo con ordine, notiamo una solcatura di erosione
fluviale e ancora, in questa parete, si vedono segni di vecchi livelli
d'acqua, prodotti nell'evoluzione della grotta. Dopo uno stretto
passaggio di origine singenetica (terminante in una sala ricca di
concrezioni ancora attive di tipo stalattitico, stalacmitico, eluviale),
prodotto dal fenomeno carsico e costituito essenzialmente da minerali
argillosi, superando un passaggio piuttosto difficoltoso si torna ad
incontrare la solcatura di origine fluviale, che termina in un'altra
sala ricca di concrezioni ancora attive di tipo stalattitico,
stalagmitico, colate, ecc. Nel complesso, tutti i passaggi presenti in
questa zona terminano in salette abbastanza concrezionate, (in una sala
è presente una stalattite alta circa 9 mt.). Vi sono ambienti molto
alti, ornati da belle concrezioni di aragonite e da eccentriche di
calcite. La volta di una diramazione risulta tappezzata da cannule con
un andamento strano: inizialmente sono dritte e seguono la legge di
gravità alla perfezione, mentre nella parte mediana si incurvano
leggermente, per poi tornare dritte nella parte terminale. Questo si
può attribuire al fatto che tempi addietro, nell'evoluzione della
grotta, in questa parte si fossero iniziate a formare le cannule (per
deposito chimico medio-veloce). Nella parte sottostante, per
erosione dell'acqua, sono probabilmente stati asportati dei banchi di
materiale argilloso che, non isolando più questa zona della cavità, la
misero in comunicazione con qualche altro ambiente, permettendo così il
passaggio di correnti d'aria che hanno deviato l'andamento naturale
delle cannule. In tempi ancora successivi, sempre per l'erosione, i
banchi di argilla sovrastanti, perdendo la stabilità e cadendo, hanno
ostruito nuovamente questi passaggi, lasciando riprendere alle cannule
il loro andamento naturale. Comunque c'è da segnalare il segno dei
saccheggiamenti dei cristalli da parte di clandestini.
Le
notizie sulla Grotta sono state fornite dal Prof.R.Curreli.
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