TERZO MILLENNIO Verso l'Antropocrazia

Dossier Guerra India - Pakistan: la corsa agli armamenti

Di Monica Centofante

 

 

Il Pakistan è carente di infrastrutture idonee allo sviluppo di un’intensa ricerca nucleare e la sua corsa agli armamenti non è estesa come quella dell’India. La quasi totalità del suo programma nucleare è finalizzata all’applicazione dell’atomica sugli armamenti. Il Pakistan ha focalizzato i suoi sforzi sullo sviluppo dell’uranio altamente arricchito e ha sfruttato un’estensiva rete clandestina di approvvigionamento per perseguire il suo scopo. Le attività pakistane sono centrate in poche basi tra le quali la più importante è l’impianto di Kahuta. L’assistenza del governo cinese al programma delle armi nucleari pakistano risale all’accordo di cooperazione nucleare del 1986. Un buon numero di leggi degli Stati Uniti, emendamenti del Foreign Assistance Act (atto di assistenza straniera) del 1961, furono applicate al Pakistan e ai suoi programmi di sviluppo di armi nucleari. L’emendamento di Symington del 1976 stabiliva che l’assistenza economica doveva essere sospesa verso tutti quei paesi che importavano tecnologia relativa al processo di arricchimento dell’uranio. L’emendamento Glenn del 1977 stabiliva invece la cessazione degli aiuti a quei paesi che importavano reprocessing technology (tecnologia rielaborata). Il Pakistan ne riceveva dalla Francia. L’assistenza economica degli USA, fatta eccezione per gli aiuti umanitari, fu sospesa, in conformità all’emendamento di Symington, nell’aprile del 1969. Nel 1985 l’emendamento Solarz fu aggiunto per proibire l’invio di aiuti a quei paesi che cercavano di importare tecnologia nucleare dagli Stati Uniti. Nello stesso anno fu approvato l’emendamento Pressler, che si riferiva specificatamente al Pakistan e sosteneva che se quella nazione avesse posseduto un ordigno nucleare gli aiuti sarebbero stati sospesi. Molti di questi emendamenti possono essere abrogati se il presidente dichiara che esiste un interesse nazionale degli USA a continuare l’esistenza di un determinato rapporto commerciale.

L’invasione sovietica dell’Afghanistan fece del Pakistan una nazione di straordinaria importanza geostrategica. In pochi giorni gli Stati Uniti dichiararono il Pakistan uno stato di prima linea contro l’aggressione sovietica e offrirono di riaprire l’aiuto e l’assistenza militare. Quando l’amministrazione Reagan prese il potere, nel gennaio del 1981, il livello di assistenza aumentò sostanzialmente. Per molti degli emendamenti fu richiesta l’abrogazione presidenziale. Il pacchetto iniziale dagli USA fu di U.S. $ 3.2 miliardi in sei anni da dividersi equamente tra assistenza economica e militare. Un accordo separato fu stretto per la cessione di 40 caccia F-16.

Fino alla morte di Zia gli Stati Uniti generalmente ignorarono il programma di sviluppo nucleare del Pakistan. Successivamente però ci fu un’ulteriore interruzione di aiuti a causa dell’avanzamento nel campo dell’atomica.

Zia aveva ereditato un ambizioso programma da Butto e continuò a svilupparlo. Nonostante ciò non poté mai eguagliare l’arsenale indiano e, dopo l’invasione dell’Afghanistan, il Pakistan quasi esaurì la tolleranza degli Usa arrivando addirittura a tentare di acquistare illegalmente tecnologia nucleare dagli stessi Stati Uniti. Inoltre, nel 1987 il capo del programma nucleare pakistano dichiarò pubblicamente il falso, cioè di essere già in possesso dell’arma. Fino a che il Pakistan rivestì importanza per gli interessi degli USA in Afghanistan, comunque, non furono mai sospesi gli aiuti finanziari e militari. L’assistenza della Cina al Pakistan è anteriore all’accordo di cooperazione atomica pakistana del 1986, visti gli avvenimenti occorsi tra il 1980 e il 1985. La Cina è considerata come colei che procurò al Pakistan il progetto di una delle sue testate di guerra e sufficiente uranio arricchito per la costruzione di alcune armi. Il design da 25 kilotoni era lo stesso utilizzato dalla Cina per il suo quarto test nucleare: un test atmosferico basato sul lancio di un missile balistico. Il ministro degli esteri pakistano Akub Khan era presente sul sito di testaggio cinese Lop Nor per testimoniare la prova di un piccolo ordigno nucleare nel maggio del 1983. Da qui girò la voce che l’ordigno testato era stato assemblato in Pakistan. I tentativi iniziali dei pakistani di gestire le bilaterali relazioni nucleari con l’India non portarono a nulla ma un significativo passo fu costituito dall’accordo del 1985 che stabiliva che né l’India né il Pakistan avrebbero attaccato le rispettive basi nucleari. Zia propose all’India una tregua nella gara al potenziamento nucleare nel subcontinente e si batté affinché fosse possibile la simultanea firma del trattato di non proliferazione di armi nucleari. Chiese poi un mutuo accordo per l’ispezione di tutti i siti nucleari da parte di IAEA (International Atomic Energy Agency). Il Pakistan propose inoltre un patto che permettesse la mutua ispezione dei siti e infine propose la creazione di una zona "nuclear free" nel sud dell’Asia. Sembrava che Zia stesse cercando un modo per terminare il costoso programma pakistano. Questo lo avrebbe aiutato a risolvere anche i problemi con gli Stati Uniti.

Queste proposte erano ancora sul tavolo nei primi anni ‘90 e sono state rispolverate dal successivo Primo Ministro Nawaz Sharif nel corso di una tavola rotonda tra Pakistan, India, Stati Uniti, Russia e Cina sulle armi nucleari in sud Asia.

Il 28 maggio del 1998 il Pakistan annunciò che aveva condotto con successo cinque test nucleari. Secondo l’annuncio i risultati erano conformi alle aspettative e non c’era stata dispersione di radioattività. La commissione per l’energia atomica del Pakistan dichiarò che i cinque test nucleari del giovedì misuravano fino a 5.0 nella scala Richter e che la loro potenza era di 40 kilotoni. Secondo i rapporti locali queste detonazioni si verificarono in un periodo di circa 2 ore. Il 30 maggio del ‘98 il Pakistan sperimentò un’altra testata nucleare con una potenza di 12 kilotoni. Gli esperimenti, condotti a Balochistan, portarono il totale dei test a sei. Venne inoltre dichiarato da fonti pakistane che almeno un altro ordigno inizialmente realizzato per esplodere il 30 maggio ‘98 sarebbe rimasto sotto terra, pronto per la detonazione.

Di diverso parere sembrano essere alcune fonti indiane, secondo le quali solo due ordigni erano stati veramente detonati e la loro potenza era considerabilmente inferiore da quella dichiarata dal Pakistan. I rilevatori sismici dimostravano comunque che erano stati effettuati almeno due test e, forse, un terzo più piccolo all’altezza di Ras Koh. Il singolo test del 30 maggio provocò un chiaro segnale sismico. Questi test furono condotti circa due settimane dopo che l’India eseguì i suoi famosi cinque test nucleari e dopo numerosi preavvisi da parte degli ufficiali pakistani. Inoltre il presidente pakistano Rafiq Tarar dichiarò lo stato di emergenza citando "la minaccia per aggressione esterna alla sicurezza del Pakistan". Gli Stati Uniti tentarono diverse volte di persuadere il Pakistan a non perseguire i test offrendo benefici economici militari ma il loro sforzo non ebbe successo. Il Pakistan già aveva subito sanzioni dagli USA dal 1990, secondo l’emendamento Pressler, quando 650 milioni di dollari di aiuti militari e umanitari erano stati tagliati come risultato dell’incapacità del presidente di certificare che il Pakistan non possedeva un ordigno nucleare. A seguito dei test nucleari il presidente Clinton, come previsto dalla legge, annunciò le sanzioni contro il Pakistan. Queste sanzioni, tra le altre cose, causarono un danno notevole all’economia pakistana che con 37 miliardi di dollari di debito estero (più della metà del prodotto interno lordo totale del paese), un deficit mensile di 150 milioni di dollari, riserve di scambio estero di soli 1,3 miliardi di dollari e pagamenti di interessi tra i 200 e i 500 milioni di dollari al mese non è in grado di sostenere con dignità un embargo internazionale. Inoltre questo stato è considerato molto più vulnerabile alle sanzioni economiche che non l’India. Nell’ottobre del 1997 il FMI ha acconsentito a prestare al Pakistan 1,52 miliardi di dollari da restituire in tre anni come parte di un programma di riforma economica. I soldi del FMI sono considerati importanti anche perché permettono al Pakistan di riguadagnare credibilità da un punto di vista finanziario. Senza il FMI alcuni economisti sostengono che i creditori esteri potrebbero richiedere indietro la somma prestata portando il Pakistan ad una crisi economica. Seguendo i test nucleari del Pakistan il FMI e la World Bank entreranno di sicuro in conflitto con gli Stati Uniti che si opporranno ai prestiti internazionali al Pakistan

INDIA

La corsa agli armamenti nucleari dell’India è stata per la prima volta stimolata da uno scontro al confine della Cina, verificatosi nel 1962, e da un test nucleare condotto da Beijing nel 1964. L’India condusse la sua prima detonazione nucleare, che definì "un’esplosione nucleare pacifica", il 18 maggio 1974. Questo test, riuscito soltanto in parte, aveva una potenza di circa 18 kilotoni. Successivamente l’India fece progressi significativi nella rifinitura del design delle sue armi e nella capacità di fabbricazione (che prevedeva la riduzione delle dimensioni delle armi e l’incremento della loro efficienza e potenza attraverso l’alimentazione della fissione con il trizio). L’India probabilmente cominciò a lavorare sull’arma termonucleare prima del 1980. Verso il 1989 era risaputo pubblicamente che stava lavorando all’isolamento e alla purificazione dell’isotopo lithium 6, una chiave fondamentale per la produzione dell’ordigno. Secondo le stime l’India sarebbe in possesso di circa 65 armi nucleari benché alcuni dati parlino di 200 ordigni nucleari. Queste stime così alte sono basate sulla quantità di plutonio che può essere estratta dai sei impianti nucleari di acqua pesante non sorvegliati. L’11 maggio del 1998 l’India ha condotto tre test nucleari sotterranei all’altezza di Pokharan. Due giorni più tardi, dopo aver eseguito altri due test sotterranei il governo annunciò il programma di una serie di esperimenti. I tre test nucleari sotterranei condotti alle 15:45 dell’11 maggio, erano di tre ordigni differenti: un ordigno a fissione con una potenza di 12 kilotoni, uno termonucleare con una potenza di circa 43 kilotoni e uno a subkilotoni. I tre ordigni sono stati detonati simultaneamente. I due test eseguiti alle 12:21 del 13 maggio sono stati ugualmente detonati simultaneamente. La potenza dei due ordigni a subkilotoni era in media 0,2 - 0,6 kilotoni. I test eseguiti l’11 maggio avevano una potenza sismica di 10-15 kilotoni. Questo è un fattore quattro volte più piccolo di quello annunciato dal governo indiano e vi sono stati diversi tentativi per spiegare questa discrepanza.

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Il programma nucleare, in Pakistan, cominciò subito dopo aver perso, nel 1971, la guerra contro la sua eterna rivale: l'India. Quando nel 1974 il governo indiano testò con successo un ordigno nucleare, il Primo Ministro pakistano Z. Ali Butto, dichiarò che il Pakistan avrebbe avuto la propria "bomba islamica". Fece quindi una promessa che il suo successore, il generale M. Zia, ritornato al governo nel 1977 grazie ad un colpo di sato e dopo la breve parentesi di politica di Butto, non infranse mai per "ragioni nazionalistiche"

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