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Monumenti


I principali monumenti della città sono la Basilica di San Nicola, la Cattedrale di San Sabino, la chiesa Russa San Nicola, il Castello Normanno-Svevo di Bari, la Fiera del Levante, il Palazzo della Provincia, il Teatro Petruzzelli, il Teatro Margherita, Palazzo Fizzarotti. A Bari sono inoltre presenti diversi ipogei e chiese rupestri, scavati nella roccia o nel sottosuolo. Ricordiamo la chiesa rupestre di S.Candida, il tempio dedicato a S.Giorgio, la cripta della Masseria Milella, l'ipogeo di Madia Diana, di via S.Caterina, della Masseria Torre Bella, di Villa Giustiniani, l'ipogeo "ebraico". Oltre alle chiese già citate la città vecchia ne custodisce molte altre.

 

Chiese di Bari antica


Cattedrale, Basilica di San Nicola, Sant'Anna, Sant'Antonio Abate, la chiesetta di Sant'Agostino rifatta nel 1508 dalla colonia milanese San Bartolomeo, Santa Chiara, San Domenico, San Francesco alla Scarpa, San Pelagio, San Gaetano, Chiesa del Gesù, San Giacomo, la chiesa trecentesca di San Giovanni Crisostomo (parrocchiale di rito greco), San Giuseppe, San Gregorio, dove per tutto l'anno rimane la statua di San Nicola trasferita nella sua basilica solo nei giorni della Sua festa, San Luca, San Marco dei veneziani, Santa Maria degli Angeli, Santa Maria del buon consiglio, Santa Maria del Monte Carmelo, San Martino, San Michele, Sant'Onofrio, Santa Scolastica, San Sebastiano, Santa Teresa delle Donne, la barocca Santa Teresa dei Maschi, SS. Trinità dei Medici, Chiesa della Vallisa, Cappella di San Nicola al Porto, la chiesa a croce greca contratta di San Giorgio dei Martiri.
 


Chiese scomparse


San Benedetto, San Demetrio, San Eustrazio, San Tommaso Apostolo, San Pietro de Sergio Protospathario, San Nicola de ipsa Pusterula, San Giovanni Evangelista, San Apollinare.
 


Altri edifici


Ancora nella città vecchia: via Venezia (ossia la muraglia che si affaccia sul mare e sul molo), il fortino, l'Arco Meraviglia (perché si dice costruito in una notte sola), Santa Scolastica.
La Chiesa russa di Bari, fuori del borgo antico, è un simbolo e un segnale dei rapporti stretti tra la città e l'est europeo: difatti nel 2004 una statua bronzea raffigurante San Nicola fu donata dal presidente russo Vladimir Putin alla città e posta fuori della Basilica di San Nicola. Un palazzo degno di nota è senz'altro quello dell'Acquedotto Pugliese, realizzato da Cesare Brunetti e arredato da Duilio Cambellotti.
 


Luoghi


Tra i luoghi che caratterizzano Bari citiamo la città vecchia, al cui interno si trovano la Cattedrale e la bellissima Basilica di San Nicola; il Castello Normanno-Svevo; Bari vecchia ha il suo centro in piazza Mercantile, l'antico centro degli affari dominato dal Sedile dei Nobili, antica sede del Municipio, accanto al quale troviamo la colonna infame (o degli infami o della Giustizia), la gogna medioevale per debitori insolventi, ed in cui troviamo l'accesso alla casa di Niccolò Piccinni. Altri luoghi della città sono lo stadio "della Vittoria", lo Stadio San Nicola; le vie del centro (Via Sparano, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Ferrarese), le spiagge "Torre Quetta" e "pane e pomodoro", il porto storico "'nderre a la lànze" e il molo di S. Antonio. Altri luoghi sono l'Ateneo, la Biblioteca De Gemmis ora Biblioteca di Santa Teresa dei Maschi. Anche le periferie storiche conservano ancora luoghi caratteristici, come la piazza della torre di Torre a mare, affacciata sul porticciolo, o il borgo sito nel quartiere Santo Spirito, con le sue ville ricche e lussureggianti e la tranquilla marineria.
 

Chiese

Cattedrale di San Sabino

Sorta tra il XII e il XIII secolo, probabilmente verso l'ultimo trentennio del 1100, su un più antico luogo di culto, ossia sulle rovine del Duomo bizantino distrutto da Gugliemo I detto il Malo (1156); a destra del transetto è possibile osservare tracce del pavimento originario che si estende sotto la navata centrale. La presenza della Diocesi nella Cattedrale di Bari, infatti, risale al Vescovo Concordio, che fu presente al Concilio Romano del 465. L'antica chiesa episcopale è databile perlomeno al VI secolo. Sotto la navata centrale si trovano i resti di una antica chiesa, risalente ad un periodo precedente al primo millennio. Questa è strutturata in un ambiente a tre navate, con pilastri quadrati, volte a crociera costruite con blocchi di pietra posti a spina di pesce. Inoltre sono state trovate fondazioni che indicano la presenza di un edificio absidato il cui asse doveva essere dispostato leggermente obliquo rispetto a quello dell'attuale cattedrale. Su uno dei mosaici pavimentali un'iscrizione in cui compare il nome del Vescovo Andrea (758 - 761), fa pensare che si trattasse della prima cattedrale distrutta nell'IX - X secolo. Al posto di questa chiesa sorge la cripta della cattedrale attuale, l'episcopio di Santa Maria, che probabilmente è l'edificio in questione. Nella prima metà dell'XI secolo l'arcivescovo di Bisanzio (1025 - 1035) fece costruire una nuova chiesa terminata poi da Nicola I (1035 - 1061) e Andrea II (1061 - 1068), suoi successori. Questa chiesa fu poi distrutta da Guglielmo il Malo, durante la distuzione dell'intera città (fu risparmiata solo la Basilica di San Nicola) che egli compì nel 1156. L'arcivescovo Rainaldo alla fine del XII secolo iniziò la ricostruzione dell'edificio. Nella cripta sono conservate le reliquie di San Sabino, vescovo di Canosa, nell'altare maggiore. Trasportato il busto argenteo di San Sabino nell'archivio capitolare, oggi è venerata l'icona della Madonna Odegitria secondo la tradizione giunta dall'Oriente nel VIII secolo, ma in realtà più tarda e dal culto molto antico. Nelle absidi minori vi sono due sarcofagi: uno contiene le reliquie di Santa Colomba, e l'altro reliquiari vari. Nella sagrestia di destra è collocato un altare con un dipinto raffigurante, probabilmente, San Mauro, ritenuto primo vescovo d Bari. L'attuale Cattedrale è quindi il risultato di lavori iniziati subito dopo la ditruzione operata da Guglielmo il Malo. Per l'opera furono usati materiali provenienti dalla chiesa precedente e da altri edifici distrutti. Consacrata il 4 ottobre 1292, la chiesa si rifà allo stile della Basilica di San Nicola. L'edificio ha poi subito una serie di rifacimenti, demolizioni ed aggiunte a partire dal XVIII secolo. Gli ultimi due restauri risalgono, il primo al XX secolo che ha riportato in luce le strutture romaniche, il secondo al XXI secolo che ha ridato splendore all'intero edificio. Stilisticamente, si tratta di un importante esempio di stile romanico pugliese. La facciata è semplice: nella parte inferiore si aprono tre portali del XI secolo, la parte superiore è ornata da un rosone la cui ghiera è affollata di mostri ed esseri fantastici. Nuovo lo svettante campanile, rifatto con pietre simili alle originali, ed elaborato il tiburio e, sotto, la calotta della cupola con chiari motivi moreschi. Internamente la chiesa, che è stata spogliata di tutte le strutture barocche, si presenta nella sua nuda bellezza agli occhi del visitare tutto il romanico pugliese lo si ritrova nei transetti, nel matroneo, nel magnifico pulpito rifatto in questi ultimi tempi con lo stesso materiale con cui fu, nei tempi remoti, impastato. La cattedrale è divisa in tre maestose navate da sedici colonne e altrettanti archi. Durante il XVIII secolo la facciata, l'interno delle navate, l'interno della Trulla (l'antico battistero del XII secolo, oggi sacrestia) e la cripta furono rifatte in forme barocche su progetto di Domenico Antonio Vaccaro. L'arredo interno fu invece riportato alle antiche fattezze romaniche negli anni Cinquanta del XX secolo. Nel palazzo della Curia, adiacente la cattedrale, ha sede il Museo Diocesano, dove si può ammirare l'Exultet, ossia una preziosa pergamena d'ispirazione bizantina, finemente miniata. Le immagini sono capovolte rispetto al testo e quindi rispetto al sacerdote che lo leggeva. In questo modo i fedeli, quando il celebrante srotolava la preghiera pasquale, potevano guardare i sacri disegni. Tra l'altro anche chi non conosceva il latino poteva avere un'idea immediata del racconto.

Chiesa di Santa Chiara

La Chiesa di Santa Chiara di Bari si trova nella città vecchia, nell'omonima strada, nei pressi delle strade San Vito e Tresca.Fu un tempo sede dei Cavalieri Teutonici e conservava, infatti, l'immagine sacra della Madonna degli Alemanni. Sul finire del XII secolo, il numero dei Tedeschi che facevano posta in Puglia lungo il cammino per Gerusalemme, aumentò considerevolmente dopo che vi si stabilirono gli Svevi. Gerusalemme era meta di pellegrinaggio e crociate, ma anche la nascita dell'Ordine dei Cavalieri Teutonici contribuì ad incrementare il flusso di queste genti. attualmente sono conservati i misteri, cioè, le statue di Gesù. Ritornati nel 2006 la processione ebbe inizio da codesto luogo una volta (nel 1996) invece sia negl'anni di mezzo e negli anni precedenti la processione aveva inizio dalla Chiesa di Santa Teresa dei Maschi sempre nel Borgo Antico o meglio a Barivecchia. Prima dell'attuale chiesa dedicata a Santa Chiara, era presente la chiesa di Santa Maria degli Alemanni o Santa Maria Theotonicorum, che era annessa alla domus in Puglia di questo ordine, la quale a sua volta dipendeva dalla casa madre di San Leonardo in Siponto. La domus aveva come precettore un certo Arnold, siamo nel 1240, ed ospitava il "preceptor domorum in Apulia", che si chiamava Gunther.Nel 1492 Papa Innocenzo VIII, in seguito ad una richiesta di Ludovico il Moro, passò la chiesa alle clarisse, ed il nome cambiò in Santa Chiara. La chiesa rimase comunque sotto la giurisdizione del cardinale Giovanni Giacomo Sclafenato, protettore dei Cavalieri Teutonici, e poi dei precettori di San Leonardo da Siponto. In seguito l'arcivescovo Ricciardi ridusse comunque il numero delle suore da 46 a 31.Nel 1539 la chiesa fu ristrutturata con donazioni provenienti da Bona Sforza, regina di Polonia e duchessa di Bari, durante il priorato della badessa Sveva. In seguito la chiesa si slegò dai Cavalieri teutonici. Con la badessa Laura Gironda si ebbe una ricostruzione nel 1730.Il monastero, dopo essere stato soppresso nel 1809, fu venduto alle monache di Santa Maria del Buonconsiglio nel 1815; fu occupato dai militari nel 1861 e trasformato in caserma. Nel 1897 fu abbattuta la parte superiore del campanile settecentesco. Divenne poi sede della confraternita di San Luca, fu sottoposta a restauri nel 1934 e nel 1975 fu definitivamente chiusa al culto.

Basilica di San Nicola

La Basilica di San Nicola nel cuore della città vecchia di Bari, è uno dei più fulgidi esempi di architettura del romanico pugliese. Basilica di San Nicola, esterno La Cattedra del vescovo EliaIn stile romanico fu costruita tra il 1089 e il 1197, durante la dominazione normanna. La tradizione vuole che la Basilica sia stata eretta a seguito dell'arrivo a Bari di un gruppo di marinai baresi (partiti alla volta di Myra in Turchia) in possesso delle spoglie San Nicola di Myra. L'edificio dunque fu eretto al fine di ospitare e custodire le reliquie del Santo venerato anche dagli ortodossi (depositate in una abbazia benedettina il 9 maggio 1087). Leggende narrano che in realtà la basilica fu costruita per celare il Santo Graal, il calice dal quale Cristo bevve nel giorno dell'Ultima Cena con gli apostoli. A fondamento di questa leggenda Bari era il porto dal quale crociati e gente di ventura partiva per la terra santa, quindi era ritenuta una città ai margini dell'impero ma nello stesso tempo, pregna di sacralità. Punto di dialogo interreligioso. San Nicola di Bari è uno dei santi maggiormente venerati fra i cristiani ortodossi, in special modo i russi. La Basilica ogni giovedì, giorno dedicato maggiormente al culto del santo, rappresenta uno dei pochi punti frequentati contemporaneamente da appartenenti a diverse confessioni cristiane. Dopo l'apertura dei paesi dell'est Europa al turismo e ai rapporti con i paesi esteri, la Basilica rappresenta uno dei punti più importanti del turismo legato ai pellegrinaggi religiosi.La Basilica di San Nicola è un'opera colossale, in stile romanico. La sua costruzione segna l'unione, la miscelazione tra la cultura greco-ortodossa, di cui ne risentirà tutta la Puglia nella sua storia. Una miscelazione che continua ad essere presente. Nella cripta della Basilica, infatti, ogni giorno, si tengono le messe della Chiesa Ortodossa. Cattedra del vescovo Elia. Uno dei maggiori capolavori scultorei del romanico pugliese si trova nella Basilica di San Nicola, si tratta di una cattedra episcopale realizzata al termine dell'XI secolo. Caratterizzata per n'ornamentazione molto curata operata in parte a niello e soprattutto per le espressive sculture che reggono il trono, i telamoni, che mostrano uno sforzo immane, immagine degli uomini schiacciati dal peccato.

Chiesa Russa

Risale agli inizi del XX secolo. La costruzione della chiesa polarizzò immediatamente il quartiere, al tempo in caotica espansione. Il 22 maggio del 1913 fu posta la prima pietra. Le autorità baresi e russe portarono in dono una grande icona del Santo, dipinta secondo modelli antichi. La cerimonia, durata circa un’ora, si concluse con un discorso di ringraziamento da parte del sindaco di Bari Fiorese e il principe russo Zelachov. La costruzione della chiesa fu completata solo dopo la fine della prima guerra mondiale. Da allora i pellegrinaggi continuano anno per anno. Dopo la rivoluzione russa, in seguito alla diaspora, i greci ortodossi furono più numerosi dei russi ortodossi. Nel 1937 la chiesa divenne proprietà del Comune di Bari. Il Comune s'impegnava a rispettare la proprietà ecclesiastica della costruzione, a conservare il tempio nella sua funzione religiosa e a destinare alcuni locali dell’ospizio dell’Istituto per l’infanzia abbandonata "M. Diana". Nel 1969, in seguito alle politiche ecumeniche del Concilio Vaticano II, insieme a Lucio Demo si concesse la celebrazione della funzione ortodossa nella cripta della Basilica di San Nicola, proprio in segno di amicizia, di rispetto e di profonda unione con gli ortodossi.Di recente ristrutturata, la chiesa russa continua ad essere un ponte con le civiltà dell'Est Europa e del bacino orientale del Mar Mediterraneo. Il 14 Marzo 2007 in occasione della visita del premier russo Vladimir Putin a Bari la chiesa è stata donata allo stato russo. 

La Chiesa di Santa Teresa dei Maschi

La Chiesa di Santa Teresa dei Maschi è una chiesa barocca nella città vecchia di Bari. I Carmelitani Scalzi iniziarono la costruzione del monastero nel 1671; la chiesa fu erettta tra il 1690 e il 1696, come riportato nella lunetta del timpano della facciata.La denominazione è di derivazione popolare, ed era utilizzata per evitare la confusione con l'altra chiesa di Santa Teresa, ove dimoravano le Carmelitane e per questo detta delle "Donne".L'interno ha pianta a croce greca, con bracci coperti da volte a botte e quadrato centrale coperto da cupola a sesto acuto. L'abside è rettangolare. All'interno, l'arredo sacro è costituito da una serie di tele di Andrea Miglionico (1663-1718), allievo del Luca Giordano, e tre paliotti d’altare in legni intarsiati. Il chiostro del monastero si presenta completamente conservato. Oggi è sede della Biblioteca Provinciale per la Cultura e le Arti (già "De Gemmis").

Chiesa di San Marco dei veneziani

La chiesa di San Marco dei Veneziani è una chiesa del Centro Storico di Bari, ubicata in Vico San Marco. La facciata della chiesa conserva in parte il suo aspetto romanico, a capanna, con tetto a doppia falda, chiusa da due alte paraste ai lati, che la dividevano in origine in tre navate.La navata destra è stata distrutta, mentre quella di sinistra, su cui si apre un piccolo portale, un tempo sormontato dall’epigrafe di un medico barese che si occupò del restauro della chiesa, non è visibile in quanto vi è stata addossata una costruzione a più piani, successivamente acquistata in parte dalla confraternita.Elemento decorativo della facciata è un rosone a raggiera, a ghirlande e colonnette, con un piccolo leone alato al centro, opera forse dello scultore Pietro Facitolo di Bari (fine XII - inizi XIII sec.).Più in basso rispetto al rosone troviamo due monofore centinate e il portale a tutto sesto (XI-[[XII secolo|XII sec.), che presenta una cornice con quattro archeggiature, di cui le due esterne sono dentellate, mentre, di quelle interne, una è a grani di rosario, l’altra ad archetti.La parte posteriore del prospetto principale ha sull’entrata della sagrestia una formella policroma che raffigura la Vergine del pozzo tra i Santi Marco e Antonio.Sovrasta la formella un campaniletto a vela con due fornici arcuati.Successivi restauri e modifiche, e la distruzione di una navata, hanno compromesso la struttura medievale interna.Le due navate sono scandite da robusti pilastri che sorreggono volte a vela o a botte.L’impianto di calpestio attuale è sopraelevato rispetto all’originale.Le tele e gli altari manifestano gusto e stile di periodi differenti, compresi tra tardo rinascimento (un Crocifisso ligneo proveniente dalla cattedrale) e XVIII-XIX secolo.L’altare maggiore è stato rifatto nel 1893 per volere dei confratelli, come attesta l’epigrafe collocata sulla parte sinistra dell’altare stesso. Opere presenti nella chiesa sono: una pala di Umberto Colonna del 1953, raffigurante la Madonna del pozzo con S. Marco a sinistra, e S. Antonio a destra; un'acquasantiera con un’immagine in rilievo di S. Antonio, a lato dell’ingresso; un altare di fattura settecentesca con tabernacolo, nella navata di sinistra. Tale altare è sormontato da una nicchia dove è collocata la statua lignea della Madonna del pozzo; una tela raffigurante San Nicola a mezzo busto, di artista anonimo, offerta nel 1899 dalla corporazione dei marinai; una tela raffigurante San Marco con il Leone, che reca l’iscrizione: Per devozione di D. V. Diana del fu Michele, da Tatulli nel 1826; una tela con Santa Maria del pozzo, anteriore al 1835; statue lignee e di cartapesta di S. Antonio e della Madonna del pozzo. Non esistono documenti che chiariscano le origini della chiesa di san Marco. La costruzione è attribuita dal Beatillo al 1002-1003, per celebrare la liberazione di Bari dai Saraceni ad opera del doge di Venezia Pietro Orseolo II. La notizia è da ritenersi falsa. Più probabilmente l’edificio, di cui recentemente è stata riscoperta una sottostruttura bizantina, databile al X secolo, è stato in periodo imprecisato adoperato dalla colonia dei Veneziani, residenti a Bari per ragioni prevalentemente commerciali.La prima menzione documentata risale a una pergamena del 1187: una bolla dell’arcivescovo Rainaldo a favore del vescovo di Cattaro, ove, tra i firmatari, compare un Maione, abbas sancti Marci (abate della chiesa di San Marco). In epoca imprecisata si colloca un’epigrafe che ricorda un restauro o un ampliamento della chiesa ad opera di un medico barese di nome Giovanni, attualmente conservata presso il lapidario del Museo Diocesano: Lapsa vetustate domus haec tibi, Marce beate/ Durat in his annis, studio renovata Ioannis,/ Ergo, Pater, cura sibi digna rependere iura,/ Et pro collatis medium coniunge Beatis. Dalla visita dell’arcivescovo Tommaso Ruffo (1648-86), risulta che a quell’epoca la chiesa conduceva normale attività liturgica, affidata alle cure dell’arcidiacono e dell’arciprete della cattedrale, che abitavano nei pressi. Alla chiesa era annessa la confraternita detta appunto di San Marco, che però nel 1809 si trasferì in Sant’Agostino. Vi si insediò poi la confraternita di S. Antonio da Padova, che ancora oggi ne ha cura.

Chiesa di San Giorgio degli Armeni


La chiesa di San Giorgio degli Armeni (o San Giorgio dei Martiri) è una chiesa che sorge nella via omonima della zona industriale di Bari. Sembra sia stata eretta dall'armeno Mosese, secondo quanto si legge nel Codice Diplomatico Barese del 1005 e del 1210 (citata come S. Giorgio di Martiri, o degli Armeni).Secondo la datazione proposta da Melchiorre la chiesa risalirebbe all'XI secolo.Una chiesa di San Giorgio degli Armeni era ubicata nella Corte del Catapano, nella zona ove sorgerà la Basilica di San Nicola. Alcuni studiosi, tra cui Lavermicocca, ritengono che la chiesa eretta da Mosese armeno sia quest'ultima e non quella fuori Bari in contrada San Giorgio. Anche Licinio e Porsia in Storia di Bari. Dalle Origini al Mille tengono distinte le due chiese: quella extra-moenia era denominata San Giorgio martire, mentre quella intra-moenia è ricordata nel Codice diplomatico barese come San Giorgio degli armeni o San Giorgio al porto. Tale denominazione dovrebbe togliere ogni dubbio circa l'ubicazione della chiesa nella corte del Catapano.Una lapide posta all'interno ci informa di alcuni rimaneggiamenti risalenti al 1920, opera di Nicola Scattarelli, che purtroppo ne hanno compromesso l'aspetto originario come descritto da Mongiello, con l'aggiunta di stucchi decorativi. L'edificio della chiesa è pianta centrale a croce greca contratta coperta da cupola e segue l'orientamento classico Est-Ovest. Paragonabile per la planimetria alla chiesa di Torre San Croce in territorio di Bitonto e ad altre chiese che hanno la stessa planimetria a croce greca contratta (tipologia diffusa in terra di Bari) come ad esempio la Chiesa di San Vito a Corato, Chiesa di San Basilio in territorio di Giovinazzo, la Chiesa di Giano in territorio di Bisceglie, conosciuta come "Tempio di Giano", da cui San Giorgio si differenzia solo per la presenza di quattro archi a sostegno della cupola, invece di due, e due nicchie ai lati dell'abside.

 

Teatri


Teatro Piccini
Teatro Petruzzelli
Teatro Margherita
Teatroteam
Teatro Abeliano
Teatro Kursaal Santalucia
Teatro Kismet
Teatro Duse
Teatro Purgatorio
Piccolo Teatro
Teatro dell'Anonima
Casa di Pulcinella
Teatro Barium

 


Musei


Museo Archeologico Provinciale
Pinacoteca Provinciale (Artistico)
Cittadella Mediterranea della Scienza
Museo della Gipsoteca (Artistico)
Museo - Sala del Tesoro di San Nicola (Artistico)
Museo della Cattedrale (Artistico-Archeologico)
Museo Storico Civico
Museo Etnogr. Africa-Mozambico (Etno-Antropologico)
Acquario Provinciale (Naturalistico)
Istituto Orto Botanico (Naturalistico)
Museo di Zoologia (Naturalistico)
Museo di Scienze della Terra (Naturalistico)
Raccolta scientifica (Naturalistico)
Museo Raccolta di Fisica (Tecnico-Scentifico)
Collezione delle Cartoline (Specializzato)  
Museo Sacrario (Specializzato)

Castello Normanno-Svevo


Il Castello Normanno-Svevo di Bari, edificio simbolo della città di Bari, è un imponente fortezza che si erge ai margini della città vecchia. Lato della cuffia muraria. Reperti risalenti all’epoca romano-greca hanno indotto gli esperti a riallacciare l’esistenza della fortezza barese già ad epoche antiche. D'altronde nelle Satire (I, 5, 96-97) di Orazio e negli Annali (XVI, 2, 7-9) di Tacito si accenna all’esistenza, nell’antica Barium, di un luogo fortificato la cui collocazione potrebbe coincidere con una parte del castello attuale.La fortificazione medioevale probabilmente risale al 1131. L’edificio, voluto dal re normanno Ruggero II, fu distrutto nel 1156 dagli stessi Baresi (che avevano indotto il re Guglielmo il Malo a radere al suolo l’intera città ad eccezione di alcuni luoghi di culto) e ricostruito già nel 1233, allorquando l’imperatore Federico II ne ordinò la riedificazione e il rafforzamento.Subite numerose trasformazioni in epoca angioina e divenuto di proprietà di Ferdinando d’Aragona, fu poi da questi donato alla famiglia ducale degli Sforza. Questi ultimi disposero l’ampliamento e l’ingentilimento della rocca che poco dopo passò nelle mani della figlia Bona, regina di Polonia, che vi morì nel 1557. In seguito la costruzione, ritornata sotto i re di Napoli, fu adibita a prigione e caserma. Oggi il castello si presenta circondato dall’antico fossato, che corre lungo tre lati, ad eccezione della fascia settentrionale, un tempo bagnata dal mare; oltre il fossato c’è la cinta di difesa, di epoca aragonese, munita di grandi bastioni angolari a lancia. Al castello si accede dal lato sud, varcando il ponte sul fossato ed entrando nel cortile tra i baluardi cinquecenteschi ed il mastio svevo.