LO STAGISTA

Carte da decifrare

Religione

«La mia religiosità consiste nell’umile ammirazione dello spirito infinitamente superiore che rivela se stesso nei minimi dettagli che noi siamo in grado di comprendere con la nostra fragile e debole intelligenza [...]. Io non sono positivista. Il positivismo stabilisce che quanto non può essere osservato non esiste. Questa concezione è scientificamente insostenibile, perché è impossibile fare affermazioni valide su ciò che uno “può” o “non può” osservare. Uno dovrebbe dire: “Solo ciò che noi osserviamo esiste”. Il che è ovviamente falso» (A. Einstein citato in D. Brian, “Einstein a life”, 1996)

«Quello che vedo nella natura è una struttura stupenda che possiamo capire solo in maniera molto imperfetta e davanti alla quale la persona riflessiva deve sentirsi pervasa da un profondo senso di ‘umiltà’. È un sentimento sinceramente religioso che non ha nulla a che vedere con il misticismo. La mia religiosità consiste in un’umile ammirazione di quello Spirito immensamente superiore che si rivela in quel poco che noi, con il nostro intelletto debole e transitorio, possiamo comprendere della realtà. Voglio sapere come Dio creò questo mondo. Voglio conoscere i suoi pensieri; in quanto al resto, sono solo dettagli» (A. Einstein, “Pensieri di un uomo curioso”, 1997)

«Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti. Sospetta però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la situazione dell’essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. La convinzione profondamente appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell’incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio» (A. Einstein citato in Isaacson, “Einstein: His Life and Universe”)

«Nelle leggi della natura si rivela una ragione così superiore che tutta la razionalità del pensiero e degli ordinamenti umani è al confronto un riflesso assolutamente insignificante. Qual è il senso della nostra esistenza, qual è il significato dell’esistenza di tutti gli esseri viventi in generale? Il saper rispondere a una siffatta domanda significa avere sentimenti religiosi. Voi direte: ma ha dunque un senso porre questa domanda. Io vi rispondo: chiunque crede che la sua propria vita e quella dei suoi simili sia priva di significato è non soltanto infelice, ma appena capace di vivere» (A. Einstein, “Religione e scienza”, 1930)

La religiosità

La scienza si occupa dei fatti, cioè della comprensione del mondo reale per quello che effettivamente e oggettivamente è. Per questo motivo - quando possibile - le teorie scientifiche vengono verificate attraverso esperimenti di laboratorio; esistono, infatti, la fisica teorica e la fisica sperimentale. Queste due branche collaborano insieme per il raggiungimento dei fini dell'indagine scientifica e, cioè, la comprensione della realtà per quello che oggettivamente è.

Il metodo scientifico è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà che sia oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile. Esso consiste, da una parte, nella raccolta di evidenze empiriche attraverso l'osservazione sperimentale; dall'altra, nella formulazione di ipotesi e teorie da sottoporre al vaglio dell'esperimento per testarne l'efficacia.

La religione - o religiosità - si occupa, invece, della definizione del senso, cioè del perchè la realtà è fatta in un certo modo. Definisce i valori e le chiavi di lettura del grande disegno della Realtà. Definisce, cioè, una "visione" del senso della Realtà, una visione dell'Uomo e dei valori che animano la Realtà. In altre parole, la religione si occupa della Verità. Nella definizone dei valori e delle chiavi di lettura della Realtà, la religione deve sempre rapportarsi ai fatti, così come emergono dalla indagine scientifica; dall'altro lato, la scienza non deve far assurgere a livello di valore e di significato (cioè di Verità) ciò che è mera espressione della osservazione e comprensione della realtà.

La scienza non può confutare molte delle affermazioni della religione, perché queste riguardano ambiti nei quali la razionalità scientifica non è ancora riuscita a penetrare. Ma la religione non deve rallegrarsene, né abusare di ciò, perché essa finirebbe col proporre verità-tappabuchi frutto della invenzione umana che, presto o tardi, sarebbero rimosse dalla conoscenza scientifica del reale.

Scienza e religione

La ricerca scientifica ha nobilitato e reso più profonda la vera religione. Infatti la conoscenza critica purifica la religione da ogni concezione magica del mondo e dalle sopravvivenze superstiziose. E proprio la conoscenza critica ci porta a definire alcuni punti fermi.

  • Non c'è nulla da temere dalla scienza; infatti se Dio esistesse davvero esso non potrebbe che essere reale e appartenere alla Realtà e, quindi, la scienza, nella sua ricerca, non potrà fare altro che "finirci addosso".
  • E' profondamente sbagliato elevare a Verità (cioè a valore e significato universali) il semplice risultato di una particolare osservazione scientifica. Il Darwinismo afferma che l'Uomo deriva da un organismo unicellulare attraverso le mutazioni avvenute con un processo di Selezione Naturale. Ma questo non significa che l'Evoluzione non abbia un senso, nè che la "legge dei migliori" debba essere il Valore universale sul quale fondare l'umanità. La Verità non coincide con i risultati di una particolare osservazione scientifica; la sua definizione, infatti, inizia dopo (e a partire da) l'osservazione scientifica e deve tener conto di tutti i risultati scientifici nel suo complesso (e il Darwinismo è solo una particolare scoperta nell'ambito di tutto il lavoro scientifico).
  • La scienza ci aiuta a comprendere ciò che la Realtà è e come oggettivamente è; questo impedisce la creazione di religioni in cui ci sia un Dio (un totem) inventato dall'Uomo e fatto a immagine e somiglianza dei bisogni dell'Uomo. Un Dio, cioè, che non è ciò che oggettivamente è, ma è quello che ciascuno vorrebbe che fosse a partire dai propri bisogni e desideri.
  • se il cristianesimo è effettivamente la "Verità Rivelata", questa Verità sarà riscontrata nella indagine scientifica. Esiste, infatti, una sola Realtà (quella dell'Universo in cui esistiamo) e, quindi, esiste una sola Verità (cioè il suo senso, significato e scopo). Indagando la Realtà, quindi, non si potrà fare altro che trovare continue conferme della sua Verità. Non può esistere, infatti, una Verità che sia in contraddizione con la Realtà stessa per ciò che oggettivamente è; se così fosse, ciò significherebbe che quella Verità non è reale ed è solo una invenzione della fantasia.

Approfondimenti

Articolo Data Abstract
Due visioni del mondo agli antipodi 9-4-2014 Esistono due visioni della vita, a ciascuna delle quali corrisponde una certa tipologia di totem. La prima visione si basa sul fatto che la Realtà è emanazione di Dio. Nella seconda visione, invece, il totem è il nostro individualismo.  E' sulla base della visione che abbiamo abbracciato che derivano i comportamenti e le scelte individuali.
La rivoluzione cristiana 16-4-2014 Natalia Ginzburg, scrittrice atea, nel 1988 scrisse su l’Unità un articolo intitolato "Non togliete quel crocifisso". Il crocifisso è l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza e che ha cambiato il mondo.