LO STAGISTA

Carte da decifrare

Religione

Due visioni del mondo agli antipodi

Esistono due visioni della vita, a ciascuna delle quali corrisponde una certa tipologia di totem. Parlo di tipologia di totem perchè i totem possono assumere forme diverse, ma tutti sono riconducibili a due tipologie; sono due tipologie di religiosità, due tipologie di modi di essere e di vedere se stessi in relazione al mondo.

La prima visione si basa sul fatto che la Realtà è emanazione di una entità superiore all'Uomo, che è oltre l'Uomo. Può essere Dio, la Natura, l’Universo, la Vita. Una entità oltre l’uomo e superiore all’uomo nei confronti della quale noi ci consideriamo figli. In questo tipo di religione è questa entità superiore che definisce il senso, lo scopo dell’uomo. E’ questa entità superiore che definisce il bene e il male. Che quindi hanno valenza universale e valgono per tutti.

Nella seconda visione, invece, il totem è il nostro individualismo. In questo caso eleviamo noi stessi,  i nostri bisogni, ambizioni e desideri, a totem e ci autoproclamiamo dèi. In questo tipo di religione, io (in quanto singolo individuo) stabilisco il senso e lo scopo degli uomini, io stabilisco il bene e il male. Ciascuno di noi si autoproclama dio e pensa di essere il depositario del bene e del male. E vuole affermare la propria visione di bene e male sugli altri.

Il totem dell'individualismo

Il totem dell'individualismo è quello di dice: non esiste nessun dio, nessun essere intelligente superiore all’Uomo. Nè dio, nè la natura, nè l’universo. Nell’universo tutto avviene per puro caso e senza una logica, senza un senso e uno scopo. L’Uomo stesso è figlio del caso e di un semplice processo biologico casuale. L'individualismo si fonda sulla logica della teoria Darwiniana.

Per cui, nella totale assenza di una entità superiore all’essere umano che ne definisce il senso e lo scopo, il senso e lo scopo sono quelli che stabilisco io, singolo individuo. In questo modo elevo me stesso a dio e la mia visione della vita a totem: io stabilisco il senso, io stabilisco lo scopo, io stabilisco il bene e il male, per me e per gli altri. Io sono, al tempo stesso, il totem e il gran sacerdote di questa religione: il mio individualismo.

Questa è la religione degli individualisti. Nella religione degli individualisti, ogni individuo "crea" il suo totem che è a immagine e somiglianza dei propri bisogni e desideri e, in ultima istanza, è a immagine e somiglianza del proprio desiderio di onnipotenza.

Quali sono gli effetti di questa visione della vita?

Il primo effetto è la lotta del "tutti contro tutti". Infatti l'esistenza di tanti dèi, ciascuno dei quali è portatore di una propria visione di bene e male, finisce inevitabilmente per innescare un conflitto, perchè ciascuno vuole affermare i propri bisogni, le proprie ambizioni e desideri contro e sopra quelli degli altri.

Altro effetto è l'affermazione della cosiddetta "legge della giungla" cioè della legge del più forte. Infatti, ogni individualista che si rispetti, cerca di fare proselitismo, cerca, cioè, dei sudditi ai quali imporre il suo io. Dei sudditi che lo adorino come un dio sui quali affermare il proprio "potere".

La cosa paradossale è che gli individualisti dicono che coloro che credono in una "entità superiore" sono in balia di una illusione e di una superstizione. Purtroppo le cose non sono così semplici. Perchè anche l'individualismo, inteso come religione, altro non è che un "modo di essere" che altri hanno trasmesso e inculcato attraverso il condizionamento. Quella che sembra essere una visione “intelligente” altro non è che una “illusione” che altri hanno trasmesso, facendo proprio leva sul desiderio di onnipotenza. Gli individualisti Imputano ai cosiddetti "credenti" di vivere in una sorta di “illusione” e non si accorgono che loro stessi sono in balia della “illusione” di considerare se stessi come dèi. Illusione destinata a crollare miseramente nel momento in cui la vita ci pone davanti la triste evidenza che dèi non lo siamo affatto.

Io..io..io..io. Gli individualisti sono ossessionati dal loro ego e dal soddisfacimento di continui bisogni, in una corsa senza fine poichè il momentaneo appagamento viene subito rimpiazzato dall'insorgere di un nuovo bisogno o desiderio. Il loro ego è la loro divinità. E adorano specchiarsi proprio come Narciso.

Le intrinseche contraddizioni dell'individualismo

Contrariamente a quanto normalmente si pensa, l'umanità non è suddivisa tra credenti, atei e agnostici. Non esiste alcuna suddivisione, perchè non esiste nessuno che "non crede in niente". Tutti siamo credenti, tutti abbiamo un nostra visione del mondo, tutti abbiamo una "religione". Ed anche l'individualismo è, a tutti gli effetti, una "religione".

"L'umanesimo individualista" si porta dentro, però, una insanabile contraddizione: se io individuo stabilisco per me stesso che sono io il depositario del bene e del male, devo accettare anche il fatto che un altro individuo abbia lo stesso diritto. Cioè che un altro individuo stabilisca per se stesso quello che è per lui il bene e il male.

Quindi se la concezione di bene e male di un altro individuo è diversa, o addirittura contraria, alla mia e se ciò che io penso sia male, per lui è, invece, bene, come posso io dire a lui che sta sbagliando?
Se, infatti, accetto il principio che ciascuno è depositario del bene e del male, come posso io dire a un altro individuo che sta sbagliando?

Se lui ruba a casa mia o mi ruba la macchina e questo rientra nella sua visione di bene, come faccio io a dire che, invece, ciò è male e che sta sbagliando? Lo posso dire solo affermando implicitamente che la mia visione di bene e male è "superiore" alla sua. Questo è l'unico modo per poter giustificare il fatto che io mi arrogo il diritto di giudicare il suo comportamento secondo le mie categorie di bene e male.

Ma come io posso arrogarmi il diritto di ritenermi superiore a lui, lui stesso può arrogarsi il diritto di ritenersi superiore a me...visto che l'umanesimo individualista stabilisce che ciascuno è depositario della propria visione del bene e del male.

Ecco il motivo per cui l'umanesimo individualista distrugge una comunità e porta al "tutti contro tutti"; porta a instaurare la legge del più forte creando isolamento e diffidenza.

Non solo. Il fatto che ciascuno si faccia depositario del bene e del male, e diventi impossibile stabilire chi ha torto e chi ha ragione, causa la perdita di un senso di bene e male che sia socialmente condiviso e accettato. Si instaura, cioè, la legge della giungla. Chi è più forte e più furbo ha ragione e impone il suo concetto di "bene e male" agli altri.

Infatti, se una cosa per me è bene e per te, invece, è male - o viceversa - ed entrambe queste visioni hanno pari dignità, sparisce il concetto stesso di bene e male socialmente condiviso. Perchè ogni cosa può essere bene e male allo stesso tempo. E nessuno può più dire che una cosa sia bene o male a livello collettivo. Dipende dall'individuo. E dalla forza che un individuo ha per imporla.

Nè vale l'affermazione: "la mia libertà finisce dove inizia la tua", o, detto in altri termini, "il mio bene finisce dove inizia il tuo". Questa è l'affermazione classica che gli individualisti usano per giustificare la loro "visione della vita" e per porre un "limite" (che anch'essi ritengono opportuno) al loro desiderio di onnipotenza. Si dimenticano, però, di dire chi stabilisce quando e come si supera quel limite immaginario.

Ovviamente ogni individualista attribuirà a sè la facoltà di stabilire quando e se si è superato quel limite. E qui ricadiamo nella contraddizione già vista in precedenza: che succede se io affermo che tu hai superato il limite e mi stai facendo del male, e tu, invece, dici che quel limite non è stato superato? Chi ha ragione?
E' del tutto ovvio che questa diatriba può essere risolta solo se c'è un concetto di bene e male superiore e condiviso da entrambi e se esiste un giudice super partes. Ma questo è in contraddizione con la religione degli individualisti che stabilisce che il bene e male sono ciò che io, individuo, stabilisco che siano il bene e il male. Senza alcuna cessione della mia "sovranità personale".

Ultima considerazione. L'individualismo è stato diffuso ad arte (facendo proprio leva sul desiderio di onnipotenza individuale) proprio per generare l'isolamento. Divide et impera. E cosa c'è di più diviso di una società in cui dilaga l'umanesimo individualista? Una società di uomini-dei è una società divisa dove gli uomini-dei sono soli. Ciascuno pensa di essere un dio, ma si ritrova ad essere un dio solo e psicologicamente isolato.

E a cosa serve ottenere come effetto una società divisa e fatta di individui isolati, ciascuno dei quali si fa portatore solo del proprio interesse e del "mi piace" o "non mi piace"? Serve eccome. Un individuo solo è, infatti, anche un individuo facilmente manipolabile, comprabile e ricattabile. Quindi si può controllare a proprio piacimento.

Il Dio inventato dall'individualismo

Tra i risultati possibili, cioè tutti i vari totem che si possono creare, di quello che ho definito "umanesimo individualista" c'è anche quello di "inventarsi un dio". Un totem, qualunque esso sia e qualunque nome gli affibbiamo, è sempre e comunque una proiezione del pensiero umano, individuale e individualista. Cioè è un totem creato e modellato a immagine e somiglianza di ciò che un individuo ritiene essere il bene e il male, e sul quale l'individuo proietta il proprio senso di bene e male.

E non c'è dubbio che molti che si dicono "credenti in dio", sono in realtà degli "individualisti mascherati da credenti", poichè il "dio" al quale dicono di credere altro non è che un parto del loro individualismo. Un totem che si sono creati perchè hanno bisogno di credere in una entità superiore, una specie di grande Babbo Natale, sul quale proiettare le proprie paure ed ansie.

Questo tipo di individualisti "hanno bisogno di credere in un dio", hanno bisogno di considerarsi "sudditi" (magari solo per certi aspetti della vita che sfuggono al loro controllo) e di demandare a qualcun altro "la dura responsabilità del vivere" e quindi se lo inventano a propria immagine e somiglianza per tappare qualche buco. Anche questo "dio", quindi, altro non è che una ennesima declinazione dell'umanesimo individualista. Una delle tante proiezioni dell'ego. Uno dei tanti totem partoriti dalla mente.

Si pone quindi la questione: che differenza c'è (ammesso e non concesso che esista differenza) tra un "Dio reale e oggettivo" e un "dio" creato, invece, dal pensiero umano come proiezione del suo bisogno di superare la paura dell'ignoto e dell'imprevedibile? O meglio: esiste una entità superiore (che chiamiamo Dio) che sia "oggettivamente reale" e non sia, invece, la proiezione del bisogno di un individuo o di un gruppo di individui di esorcizzare la paura e di colmare un vuoto?

Rispondo a questa domanda con due prospettive diverse.

La prima prospettiva è quella basato sulla tradizione cristiana, molto radicata nel mondo occidentale. In questa vision si assume che Gesù è il figlio di Dio, mandato da Dio a rivelarci "la verità" sulla realtà e sul mondo reale.
Si assume che Gesù sia stato mandato da Dio e il suo messaggio è arrivato fino a noi attraverso dei documenti (i vangeli). Chi si pone in questa prospettiva assume che questo Dio non lo ha inventato l'uomo, ma Dio stesso si è rivelato attraverso suo figlio e il suo messaggio è arrivato fino a noi.

E questa è una questione molto controversa. Occorre, infatti, che sia realmente vero che Gesù sia esistito, che sia realmente figlio di Dio, che sia venuto sulla Terra e abbia parlato per "conto" di Dio e che i documenti pervenuti fino a noi siano la testimonianza storica oggettiva di questo evento e non siano, invece, l'invenzione letteraria di qualche invasato. Ma, mentre sulla esistenza del Gesù storico c'è unanimità di consenso nella comunità scientifica degli studiosi di storia delle religioni (cioè nessuno studioso serio contesta il fatto che Gesù sia realmente esistito; la contestazione al "Gesù storico" arriva solo dai "miticisti" che sono assolutamente privi di credibilità e di credenziali scientifiche), su tutte le altre questioni, invece, i dubbi permangono. Cioè noi non sappiamo (a meno di non ricorrere alla Fede, che però esula da questa riflessione) se, oggettivamente, Gesù sia realmente figlio di Dio, mandato da Dio per rivelare la Verità agli uomini.

E se Gesù non è oggettivamente figlio di Dio, ricadremmo nell'umanesimo individualista. Avremmo, cioè, qualcuno (che non sappiamo chi sia) che si è inventato tutta la storia; storia che, quindi, sarebbe solo il parto di una mente umana che aveva bisogno di costruirsi e credere a una storia simile. E avremmo moltitudini di persone che, per il bisogno di credere a un Babbo Natale qualsiasi, crederebbero a una "favola" inventata da qualcuno.

Tuttavia il dubbio rimane. Rimane, cioè, il dubbio che Gesù sia realmente il figlio di Dio. E se lui fosse realmente il figlio di Dio, avremmo a che fare con un "Dio reale e oggettivo che si è rivelato per ciò che è e ha rivelato a noi la verità sulla realtà". Non inventato, cioè, dalla proiezione di un pensiero umano.

La seconda prospettiva è quella scientifica. Contrariamente a quello che molti pensano, tutti i più grandi fisici e scienziati (a partire da Einstein, fino ad arrivare agli odierni specialisti della fisica quantistica), osservando la realtà, parlano di una coscienza universale intelligente della quale noi tutti siamo parte.

Gli scienziati, cioè, affermano che l'universo altro non è che la manifestazione di una coscienza (o spirito) intelligente e che, questa coscienza, permea tutto l'universo. E la cosa interessante è che questa affermazione non nasce da un vision filosofica partorita dalla mente di qualcuno, ma nasce dalla osservazione della realtà indagata a livello atomico e sub-atomico (e noi, i nostri corpi, siamo fatti di atomi).

Gli scienziati, quindi, ci dicono che, oggettivamente, esiste una "coscienza universale intelligente". E lo dicono a fronte della osservazione della realtà atomica e sub-atomica e non a fronte di una elucubrazione filosofica partorita dalla mente di qualcuno e dal suo bisogno di "trovare e credere in un dio".

Conclusioni

Detto questo che conclusioni possiamo trarre? Ognuno trae le sue. Io traggo le mie che sono queste.

Credere a un totem inventato dall'individuo (qualunque esso sia...anche se questo totem si chiamasse "dio") è pura follia, infantilismo e frutto della più dissennata irrazionalità. E' cioè la vera superstizione. Ma non perchè il totem non è bello o appettibile. Ma perchè io, soggetto individualista, se proprio devo credere in qualcosa allora credo in qualcosa che mi sono inventato io e non vado a credere in qualcosa inventato da un altro, nè vado a chinarmi davanti a un altro. Voglio e pretendo di essere il Guru di me stesso. E credere a un "babbo natale" qualsiasi inventato da un altro, verso cui mi devo anche genuflettere, è la più grande delle irrazionalità.

A me, però, non interessa credere in un totem, qualunque esso sia. Mi interessa "comprendere (nel senso di capire) la realtà per quella che effettivamente è". E vivere in sintonia e armonia con la realtà vera della cose. Perchè vivere "in un totem creato dal pensiero di un individuo" (qualunque esso sia) significa vivere intrappolati in una illusione fuori dalla realtà.

Il solo modo per essere uomini e donne vere e per essere adulti maturi è "comprendere la realtà (o verità) per quella che oggettivamente ed effettivamente è e non per quella che io vorrei che fosse". Quindi considero fondamentale l'indagine scientifica. Considero fondamentali le conclusioni alle quali giungono gli scienziati osservando e indagando la realtà.

Comprendere la realtà - cioè qual è la realtà vera e come funziona - è il primo passo, è la base di riferimento per poter poi rispondere alle domande di senso e di significato. Se non si comprende qual è la realtà e come funziona, la risposta a quelle domande è solo una proiezione del pensiero, una fantasia. E' solo una costruzione dell'ego che "immagina" le risposte che più ci piacciono e le colloca all'interno di una "illusione della realtà".

Prima di tutto occorre comprendere qual è la realtà e come funziona. E solo dopo si può cercare di rispondere a quelle domande. Altrimenti si mette il carro davanti ai buoi.

E' per questo che la scienza non è una nemica, ma, anzi, è l'unico vero strumento che abbiamo per comprendere la realtà per quello che oggettivamente è e non per quello che noi vorremmo che fosse. Se esiste un Dio, infatti, questo non può che essere "reale" e appartenere alla "realtà oggettiva"; per cui, se esiste un Dio, la scienza non potrà fare altro che "scoprirlo" (perchè la scienza indaga e studia la realtà in modo oggettivo).

Io diffido di chi cerca delle risposte vere e, contemporaneamente, diffida della scienza. Perchè il rischio è quello di definire delle risposte "inventate", che appartengono più alla categoria del "come vorrei che fosse" che alla categoria "di quello che oggettivamente è".

La scienza è uno strumento di indagine, che ci costringe a rimanere ancorati al "reale" (e a evitare di fuggire nella "illusione"). Poi, ovviamente, non è la scienza che può darci le risposte sul significato e sul senso. Ma la scienza ci fornisce il "quadro reale e oggettivo" entro cui occorre, poi, cercare e definire quelle risposte.

Detto questo, tengo comunque una porta aperta su Gesù. La porta del dubbio.

Arrivati a questo punto la domanda è: che differenza c'è tra vivere "in sintonia e armonia con la realtà per ciò che effettivamente è" e vivere, invece, in un totem qualunque che è proiezione "di quello che io penso e vorrei che fosse la realtà"? E' la stessa differenza che c'è tra mangiare un pollo vero e mangiare l'idea di un pollo. Nel primo caso sono inserito nel reale e sto interagendo oggettivamente col mondo reale per ciò che effettivamente è e sto interagendo in modo costruttivo, cioè sto portando un contributo positivo perchè sono in armonia e sintonia con la Verità. Nel secondo caso mi sono autointrappolato in una bolla di illusione pensando di vivere nella realtà e ogni azione compiuta non fa altro che aumentare confusione, caos, sofferenza ed effetti negativi sulla realtà vera, mia e di chi mi sta intorno.

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