I DINTORNI DI PALERMO: IL CHIOSTRO |
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A destra del Duomo, in Piazza Guglielmo, si trova l'ingresso del Chiostro (aperto in inverno dalle 9.00 alle 16.30 ed in estate dalle 9.00 alle 18.00. L'ingresso è a pagamento. Chiuso il martedi e i giorni festivi). Realizzato al tempo di Guglielmo lì, questo chiostro, che è adiacente al Duomo, faceva allora parte di un monastero benedettino di cui non resta che il dormitorio sul lato sud. Si presenta sotto forma di un quadrato con quattro gallerie di 47 m. Le arcate arabe decorate da disegni geometrici con intarsi di lava sono sostenute da 228 colonnine abbinate raggruppate per quattro negli angoli. Sono tutte di marmo bianco e la maggior parte decorate con mosaici che si attorcigliano attorno agli steli. Alcune hanno anche disegni di uccelli, di tralci o di figure umane intrecciate. Su queste colonne poggiano capitelli dalle forme e dai motivi svariati. Sembra che gli artisti abbiano dato libero corso all'immaginazione: i motivi religiosi si alternano con le scene profane. Un meraviglioso libro di immagini si sviluppa in tutte queste gallerie. Si vedono Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso terrestre, l'assassinio di Abele, la storia di Sansone, l'Annunciazione, l'Allegoria dei mesi, scene di caccia, di mieUtura, etc.; e Guglielmo Il che offre la sua cattedrale alla Vergine. In un angolo si erge una fontana circondata da tre arcate ad ogni lato. La vasca èsormontata da un fusto con dodici piccole teste di leone. Si èspesso detto che questo chiostro ricorda molto più l'Aìhambra di Granada che un Monastero benedettino. In effetti, Guglielmo lì, molto legato all'arte islamica, ha voluto probabilmente esprimere qui tutto ciò che non aveva potuto fare apparire nella sua basilica cristiana (motivi geometrici ed archi arabi). Uscendo dal chiostro, costeggiate la facciata barocca del convento che oggi accoglie l'istituto d'Arte per il Mosaico, e varcate sulla sinistra la porta che permette di accedere al belvedere. Dalle terrazze di questo giardinetto si gode di un bellissimo panorama sulla vallata dell'Oreto e su Palermo. In fondo a sinistra, si erge ancora l'antico muro del convento. Da Monreale è anche possibile recarsi a San Martino delle Scale (6 Km.), stazione climatica a 548 m. di altitudine, folta di pinete sui pendii della Serra dell'Occhio. Albergo diii cat.: Ai Pini (18 camere - tf. 410344). Questo borgo di 350 ab., è sorto attorno ad un'abbazia' benedettina fondata nel VI secolo da Gregorio il Grande. Essa è stata rifatta nel XIV secolo ed ingrandita nel 1770 (aperta dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 19.00). L'interno della chiesa contiene alcune pitture e si può vedere nel transetto di destra un'acquasantiera dell 396 vicino ad un bel portale della stessa epoca. La sacrestia contiene una collezione di paramenti sacri. Sul lato destro della chiesa, una elegantissima fontana del Marabitti (1784). IL PARCO DELLA FAVORITA, IL MUSEO PITRE', MONDELLO E MONTE PELLEGRINO Calcolate come minimo mezza giornata per questa escursione. Uscite da Palermo per Viale della Libertà; a Piazza V. Veneto girate a destra e, arrivati a Piazza Leoni, a sinistra per seguire Viale del Fante che costeggia il Parco della Favorita. Questo vasto giardino, in uno stato di abbandono riprorevole, che si estende per circa 2,5 Km. lungo i piedi del Monte Pellegrino era una antica riserva di caccia. Ferdinando III di Borbone, scacciato da Napoli dalle armate napoleoniche e rifugiatosi a Palermo, lo fece trasformare in giardino nell 799. Una gran parte di questo parco ospita oggi dei campi sportivi (tennis, piscina, stadio e ippodromo). Sul Viale del Fante si aprono numerosi ingressi, ma è preferibile entrarvi dall'ultima porta (2,5 Km. da Piazza Leoni) nei pressi della Palazzina Cinese. LA PALAZZINA CINESE, UN DELIRIO REGALE Questa
delirante costruzione è stata
realizzata nell 799 da Ferdinando lii e dalla Regina Maria Carolina. li re
delle due Sicilie aveva egli stesso disegnato una gran parte del progetto,
e l'architetto V. Marvuglia dovette contentarsi di adattare le
elucubrazioni reali. Se lo stile cinese predomina, vi si trovano anche
reminiscenze gotiche, arabe e egiziane. li palazzo è circondato da una
cancellata sormontata da campanelle, elemento che appare un po'
dappertutto. Ve ne sono sulle cornici e anche sui tetti a Mondello (lì Km. da Palermo), antico villaggio di pescatori, è diventata la spiaggia preferita dai Palermitani e una delle più importanti stazioni balneari della Sicilia, a causa della sua posizione eccezionale sul fondo di una magnifica baia tra Monte Pellegrino e Capo Gallo. La sua lunga spiaggia di sabbia fine si estende sulle rive di un mare limpido dai colori cangianti. Grazie alla dolcezza del clima, Mondello è anche molto frequentata durante l'inverno. MONTE PELLEGRINODa Mondello si può ritornare a Palermo per strada costiera (Lungomare Cristoforo Colombo) che si snoda ai piedi di Monte Pellegrino passando in prossimità delle Grotte dell'Addaura, le più profonde della Sicilia con iscrizioni preistoriche e disegni paleolitici. Per visitarle rivolgersi al CAI (è indispensabile la guida). La strada passa in seguito nei pressi di Punta di Priola e sfocia all'Acquasanta davanti all'Hotel Villa lgiea. Ma è preferibile effettuare il ritorno passando per Monte Pellegrino. Seguite il Viale R. Margherita in direzione di Palermo, e ad 1 Km. circa, girate a sinistra in Via Ercta che sale con ampi tornanti (7 Km.) sul Monte Pellegrino, offrendo magnifiche vedute sulla baia, sul parco della Favorita e su Palermo. Una strada a sinistra, permette di accedere al belvedere (458 m.) dove si trova una statua di 5. Rosalia. Per accedere alla grotta dello stesso nome, non prendete questa strada, ma continuate per Via Ercta che sfocia ai piedi del santuario. LA PATRONA DI PALERMO Rosalia, figlia di un nobile palermitano, che portava il titolo di Duca di Sinibaldo, signore della Quisquina e delle Rose, si ritirò in una grotta per condurvi una vita di preghiera e di penitenza. Mori' nell 166. Cinque secoli più tardi, una epidemia di peste scoppia a Palermo. Gli abitanti implorano le loro tradizionali patrone: 5. Ninfa, 5. Oliva, 5. Cristina, 5. Agata, ma senza successo. La peste decima la popolazione. È allora che si ha l'idea di portare in processione le reliquie di Rosalia... La peste cessa subito. La popolazione decide dunque di assumere per patrona questa santa cosi comprensiva. li Senato di Palermo che aveva ordinato a Van Dyck un quadro rappresentante le quattro sante protettrici della città, chiede d'urgenza al celebre pittore di aggiungervi quest'ultima. 5. Rosalia divenuta principale patrona di Palermo, è venerata in tutta l'isola. Un pellegrinaggio importante ha luogo il 4 Settembre e, ogni anno, una festa popolare, il "festino", si svolge in suo onore, fra l'11 e il 15 luglio. Il Santuario, costruito nell 625, comprende la Grotta e il Convento, sede di un Orfanotrofio. Si arriva prima in un vestibolo a tre arcate sostenute da colonne di alabastro; a destra, crocifisso in legno del XV secolo. Nel passaggio all'aperto che precede la grotta, collezioni di ex-voto e àncora di nave offerta nel 1934 da alcuni marinai di Palermo, che la trasportarono a spalle. La grotta, luogo di preghiera della santa, misura circa 25 m. ed è stata trasformata in cappella. Un insieme complesso di grondaie raccoglie l'acqua che sgorga dalla roccia, considerata miracolosa. Sulla sinistra, in una sontuosa urna di vetro, riposa 5. Rosalia, distesa fra i doni dei suoi devoti. La Santa è vestita con abiti d'argento dorato; la testa e le mani sono di marmo bianco. Curiosa rappresentazione per un'eremita che aveva fatto voto di povertà; ma bisogna dire che la statua è un dono del Re Carlo III di Borbone. Una lapide, nel monastero, indica i nomi dei visitatori illustri: Byron, Wagner, A. Dumas e Goethe che considerava il Monte Pellegrino "il più bel promontorio del Mondo". Per tornare a Palermo (14 Km.) continuate la strada panoramica che degrada sulla Conca d'Oro e che incrocia a più riprese la Strada Antica, sentiero ancora affrontato dai pellegrini che salgono il santuario a piedi. La strada passa in prossimità del Castello Utveggio situato su uno sperone. Alla fine della discesa seguite Via Pietro Bonanno che sbocca su Piazza G. Cascino, vicino all'edificio della Fiera del Mediterraneo. Continuando diritto per Via Imperatore Federico si arriva in Via della Libertà. BAGHERIA, SOLUNTO E CAPO ZAFFERANO Escursione di 43 Km. andata e ritorno che richiede circa una giornata. Uscite da Palermo per Foro Italico e seguite la strada costiera n. 113 che traversa il Fiume Oreto, piccolo fiume che attraversa tutta la Conca d'Oro per circa 19 Km.. Al Km. 14 quadrivio: a sinistra, strada per Aspra e Capo Zafferano, a destra, strada per Bagheria (1 Km.) da cui si vede la prima villa sulla sinistra, Villa Cattolica (XVII secolo) circondata da un complesso industriale. Seguite il Corso Butera che conduce al centro della città. BAGHERIA, UNA VERSAILLES SICILIANALa città nacque nell 657
allorché il Principe Branciforte decise di costruirvi la sua residenza di
campagna. Molti nobili palermitani volendo imitarlo, fecero sorgere in
mezzo alle piantagioni di aranci, splendide residenze secondarie. li
Principe tracciò due strade perpendicolari per facilitarne l'accesso e
incitare i baroni a investire in quella che è stata talvolta chiamata la
"Versailles siciliana". Le speranze di questo promotore furono
largamente superate. Fu una vera città che, a poco a poco, si formò
attorno a delle residenze con 5.000 tagliapietre e muratori utilizzati per
la costruzione nel corso del XVIII secolo. Oggi la città moderna ha
completamente circondato l'antico centro aristocratico i cui giardini
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