DA TRAPANI AD AGRIGENTO: LA SICILIA AFRICANA

 

Lasciando Trapani da Via Marsala, potete imboccare sia la strada costiera a destra sia la statale n. 115. Quest'ultima, piu rapida (190Km.), passa per Paceco (5Km.) e dall'aeroporto di Birgi. La seconda strada a destra, dopo l'aeroporto permette di raggiungere la strada costiera a Contrada Catenazzi, dove una strada carrozzabile conduce ad un Km. dalle saline. Dall'estremità del molo, fate cenno al traghettatore che assi-cura, tutte le mattine fino alle 13.00 tranne il lunedi', la traversata in dieci minuti in barca verso l'isola 5. Pantaleo. 

SAN PANTALEO E MOTYA

Le rovine dell'antica Motya occupano la superficie di quest'isoletta rotonda di 40 ettari, coperta di vigneti. La città fondata dai fenici nell'VilI secolo a.c. divenne il centro della resistenza cartaginese in Sicilia. Fu distrutta nel 397 a.c. da Dionigi I di Siracusa. I superstiti di questo disastro avrebbero fondato Lilibeo, l'attuale Marsala. Motya era completamente dimenticata allorquando il suo proprietario, Whitaker, intraprese una serie di scavi che dovevano fornire preziose informazioni sulla regione e permettere di portare alla luce reperti interessanti conservati sul posto in un piccolo museo. Si può fare il giro dell'isola seguendo, sulla sinistra dell'imbarcadero, la strada costiera che passa davanti alle rovine di una casa greca con un cortile ornato di mosaici e circondato da un portico con colonne doriche. Un po' più lontano si apre un piccolo porto interno, unito al mare per mezzo di un canale di accesso. Un po' dappertutto si trovano tracce di abitazioni e di necropoli, ma l'interno dell'isola non è stato del tutto esplorato ed è probabile che riservi sorprese, come Io stretto tra 5. Pantaleo e la costa. È così' poco profondo che la sua traversata potrebbe effettuarsi a piedi, poiché l'isola dello Stagnone forma un vero e proprio sbarramento. Per visitare il museo rivolgetevi al guardiano dell'isola. Si può proseguire fino a Marsala (Km. 32) seguendo la strada costiera o raggiungendo la statale n. 115.

MARSALA

Marsala è celebre soprattutto per la sua industria vinicola. Costruita sul promontorio del Capo Beo, uno dei tre che diedero all'isola il nome di Trinacria, questa città di 80.000 abitanti è un centro commerciale e agricolo molto attivo. Aeroporto di Birgi a 15 Km.: voli da Palermo e per Pantelleria (tf. 841124). Aliscafi: servizi quotidiani per Trapani e Pantelleria in estate. Marsala, l'antica Ulybeo, fu la grande fortezza di Cartagine in Sicilia. La sua fondazione sembra risalire al 397 a.c. quando gli abitanti di Motya furono cacciati dalla loro isola. Ma tutto fa credere che un villaggio elimo esistesse già in questo luogo, vicino ad una fontana dedicata a Sibilla. Grazie alla sua posizione e alle sue fortificazioni cartaginesi, Lilybeo resistette di seguito a Dionigi il Vecchio nel 368 a.c., a Pirro nel 267 a.c. e ai Romani durante la prima guerra punica. Durante questo assedio che durò dieci anni, la città, bloccata da una flotta di 220 navi, veniva rifornita segretamente da un pirata. Furono i Saraceni a ricostruire la città e a darle il nome di Marsa-el AIlah, porto di Dio. Garibaldi vi sbarcò l'i 1 maggio 1860 con i suoi mille volontari.

VISITARE MARSALA

Giungendo da Trapani, si entra in città da Corso Gramsci. Vi consigliamo di lasciare la macchina nelle vicinanze, poiché le strade, sono molto strette e spesso a senso unico; è preferibile dunque visitarla a piedi cominciando da Piazza della Repubbuca. In piazza, sorgono il Palazzo Comunale del XVIII secolo con loggia e portico, e la facciata barocca del Duomo. Questa imponente costruzione, di origine normanna, dedicata a 5. Tommaso di Canterbury, fu trasformata in più riprese. Gravemente danneggiata dai bombardamenti e dall'ultima guerra, essa è stata completamente restaurata nell 956, e la sua facciata incompiuta nel XVIII secolo è stata completata grazie ad una donazione privata. L'interno, a tre navate con colonne massiccie, contiene alcune sculture della scuola  dei Gagini. La chiesa possiede Otto magnifici arazzi fiamminghi del XVI secolo, dono di Filippo lì di Spagna, raffiguranti episodi della guerra di Tito in Palestina. Essi non sono esposti che in occasione di grandi feste. Dalla Piazza si segue poi la Via Xl Maggio, dominata dalla torre e dall'ex-convento S. Pietro trasformato in biblioteca, e si passa davanti alla facciata della chiesa del XVI secolo che ha conservato un bel rosone. La Via XI Maggio sbocca a Porta Nuova e a Piazza della Vittoria. A destra, il Giardino Cavallotti permette di accedere ad un belvedere. Sulla sinistra della porta, Via Sauro, conduce, in un terreno incolto, alla chiesetta di 5. Giovanni, che contiene una cripta dove, secondo la leggenda, sarebbe entrata la Sibilla di Lilybeo. Questa chiesa è sempre chiusa, ma se ne possono ottenere le chiavi e farsi accompagnare rivolgendosi al guardiano del duomo.

LA VILLA ROMANA

Tra Porta Nuova e il mare si estende una zona archeologica. Per accedervi ritornate verso la Porta e seguite Viale Veneto. Sulla destra, casa del guardiano, al centro di un boschetto di lauri (visita dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 a un'ora prima del calar del sole). Gli scavi iniziati nell 936, hanno portato alla luce una villa romana del III secolo d.c. che ha conservato bei mosaici con scene di caccia di cui la più interessante rappresenta quattro animali selvaggi che inseguono un cervo. Vi si vede anche un mosaico con le quattro stagioni intorno alla Trinacria, simbolo della Sicilia, e un altro con un cane legato alla catena, a significare che la casa era custodita. Solo questa parte di zona è stata esplorata. Gli scavi devono continuare ed è probabile che altri edifici saranno riesumati. I principali stabilimenti vinicoli, chiamati Bagli, si trovano lungo il mare e possono, a richiesta, esser visitati. I più importanti sono le ditte Whitaker, Martinez, Florio, Pellegrino e Woodhouse. Fu il fondatore di quest'ultima che introdusse a Marsala l'industria vinicola. Questo commerciante britannico, di passaggio nell 773, affascinato dalla qualità di quel vino dal colore dell'oro, decise di esportano sotto il nome di Madera. La moda di questo vino da dessert avrebbe fatto il giro del mondo. La produzione annuale raggiunge ormai i tre milioni di ettolitri. 

MAZARA DEL VALLO, ULTIMA CONQUISTA NORMANNA

Di origine fenicia, Mazara del Vallo (54 Km.), posta all'imboccatura del Mazaro, è una graziosa città di 44.000 abitanti, dotata di un porto di pesca molto attivo, uno dei più importanti di tutta l'italia. Mazara, antica colonia di Selinunte, fu distrutta nel 409 a.c. dai Cartaginesi. In seguito passò sotto la dominazione romana, ma i saraceni se ne impadronirono neII'827 e le diedero un considerevole sviluppo. Anche Mazara ebbe il suo emiro. lì geografo arabo EI Idrissi, che visitò la città nell 154, la descrisse come "città splendida, superba... Da tutte le parti vengono qua mercanti e viaggiatori, esportano gli abbondanti prodotti dei nostri mercati...>'. Mazara fu l'ultima città conquistata da Re Ruggero che vi si insediò nell 073 e vi convocò il primo parlamento normanno della Sicilia nel 1097.

VISITARE MAZARA DEL VALLO

Si entra in città da Via Marsala e Via Roma. All'estremità di questa: Via V. Veneto, a sinistra, e poi, Corso Umberto, a destra, conducono a Piazza Mokarta dove si trovano alcune vestigia del castello del Conte Ruggero. Da li' una strada a destra, che costeggia il giardino pubblico, conduce alla Cattedrale. Costruita nell'XI secolo, ma interamente rifatta nell 694, la sua facciata è fiancheggiata da un massiccio campanile barocco. Sul portale principale, una scultura del 1584 mostra il conte Ruggero a cavallo, mentre calpesta un arabo. L'interno a tre navate su colonne, contiene un certo numero di opere interessanti: nella navata destra, grande portale di marmodi B. Berrettaro (1525); tre sarcofaghi a rilievo nel transetto di destra; dietro al coro, La Trasfigurazione, gruppo di sei statue, di A. Gagini (1537); stucchi di Ferraro; Cristo in marmo colorato da I. Marabitti; nel transetto di sinistra una croce dipinta su legno. Costeggiate il lato sinistro della cattedrale per raggiungere Piazza della Repubblica, ornata dalla statua di S. Vito, patrono della città, opera dii. Marabitti (1771). Sulla sinistra, un'elegante facciata con portico e loggia dell'ex Seminario costruiti nell 710; di fronte il Palazzo del Municipio e il Palazzo Vescovile. Passate attraverso l'atrio, dietro la cattedrale, per vedere le tre absidi che risalgono alla costruzione originaria. Sulla sinistra, un'elegante facciata con portico e loggia dell'ex Seminario costruiti nell 710; di fronte il Palazzo del Municipio e il Palazzo Vescovile. Passate attraverso l'atrio, dietro la cattedrale, per vedere le tre absidi che risalgono alla costruzione originari. Sulla sinistra si erge la facciata barocca della Chiesa di 5. Caterina dell 318, trasformata nel XVII secolo; nell'interno, statua della Santa di A. Gagini (1524). Ritornate in Piazza della Repubblica per imboccare a sinistra Via XX Settembre che sbocca in Piazza Plebiscfto, davanti a due cupole di stile arabo appartenenti a due ex-chiese del XVI secolo; sulla sinistra, la facciata barocca della chiesa di 5. Ignazio; un po' più lontano, un ricchissimo portale con cariatidi dell 675, segna l'accesso all'antico collegio dei gesuiti, il cui cortile interno è circondato da un portico a loggia. In fondo alla piazza girate a destra in Via Del Carmine. Al n. 23, l'antico Palazzo dei Cavalleri di Malta (restaurato) accoglie, all piano, il museo comunale (aperto dalle ore 9.00 alle ore 12.00) che contiene anfore, ceramiche e monete romane scoperte nella regione. Girate intorno al palazzo sul lato destro per raggiungere il Lungomare Mazzini, e costeggiate sulla destra il Molo Caito fino alla Chiesa di 5. Nicolò Regale. Di questa costruzione normanna del XII secolo, a pianta quadrata con tre absidi sormontate da merlature ornate di arcate cieche, non sussistono che i quattro muri perimetrali. Una vetrata sostituisce l'antica copertura. Se disponete di un po' di tempo, è interessante completare questa visita passeggiando nel centro della città dove ogni stradina nasconde una chiesa, spesso abbandonata. Mazara era ricca di conventi, essendo il suo porto punto di partenza dei pellegrini verso la Terra Santa. Si può vedere la Chiesa di S. Michele, dell 637, contenente venti statue della scuola di Serpotta, una statua di 5. Michele dell 540, e resti del pavimento in maiolica. Sul fianco di questo cònvento di religiosi fondato da G. Di Antiochia, belle finestre con balcone e campanile del 1771. Uscite da Mazara per Via Castelvetrano. A 66 Km. a destra strada dii ,3 Km. per Campobello di Mazara, grosso paese senza interesse turistico. Entrando nell'agglomerato, sulla destra, una strada in cattivo stato conduce alle Rocche di Cusa (3 Km.), cava da cui furono estratte le pietre destinate ai templi di Selinunte. Da Campobello una strada dii 5 Km. permette di raggiungere direttamente Selinunte; ma è preferibile seguire la statale n. 115 che evita Campobello e passa per Castelvetrano.

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