Prova
Honda CR 450F: pronto gara, anche troppo
Si può essere hondisti
oppure no ma, credetemi, dal vivo questa
rossa fa girar la testa proprio a tutti. E se le mettessimo due fanali?
Beh..., per quanto riguarda l'estetica rimarrebbe sempre una Ferrari a due
ruote, mentre per ciò che riguarda il carattere, beh..., in effetti c'è da
darle un po' di calmante. Questa CR prontissima, troppo così com'è per fare
enduro, e di potenza c'è n'è tanta. Come
si apre il gas arriva una bella fiondata, immediata per uscire bene da una
curva sul piatto, magari un po' viscida.
Subito e a metà erogazione c'è
tantissimo, e altrettanto dicasi per la
prontezza: pare una fucilata. Forse, proprio per questo sembra che in
allungo non ci sia molto, ma in realtà questo 4T spinge. Non si può certo dire
che muri. Il fatto è che a metà è pienissima, ha già dato tanto e allora ti
sembra che forse manchi qualcosa agli alti.
Ma rispetto alla Yamaha YZ426F, per esempio,
c'è meno "botta": la Yamaha allunga di più, ma la potenza la dà in alto e più
improvvisa. E' brusca. Questa CR450F, invece, è più piena, più corposa e,
pur se prontissima, ha CV da tutte le parti. E' elettrica, quello sì, perché
in America la vogliono così. Ma non è impossibile, tutt'altro. E ha anche un
po' di effetto volano, che le conferisce tanta corposità. Spinge piena e in
staccata ha meno freno motore della YZ426F. Una volta tolto il gas l'avantreno non chiude di colpo per effetto della
decelerazione (diventando sovrasterzante, con la ruota che sembra scappare),
e la moto corre con una scorrevolezza impressionante inserendosi in curva in
modo progressivo (davvero una favola). Tocchi appena il gas e fai dei metri
fuori dalla curva.
Chi ha
ancora in mente il classico 4T da gara ruvido e "bastardo", in sella a
questa moto si dovrà ricredere. E'
qui il futuro. Certo, per l'Enduro questa CR-F sembra aver preso troppo Viagra:
bisogna addolcire un po' la risposta del gas e diluire tanta reattività lungo
una curva d'erogazione più estesa. Quello che invece vorrei dirvi, cari
enduristi, è che la prima marcia è molto lunga. Anche perché, poi, le altre
sono giustamente corte e ravvicinate e quindi potrebbe servire allungare la
finale con il risultato di rendere ancora più lunga anche la prima. Vogliamo
parlare del telaio? Sublime: conserva la
rigidità delle CR 2T (sembra di guidare quella), ma non è così eccessiva da
disturbare un endurista. Quello che impressiona è la sensazione di
leggerezza e la facilità con cui curva.
Non esiste una moto dove ci si può muovere in
sella altrettanto bene: in staccata ti ritrovi seduto sul parafango posteriore
e, in un nanosecondo, sul manubrio per curvare attorno al paletto. E'
eccezionale dal momento in cui si inizia a piegare fino alla corda: va giù
progressiva, sembra di tenere il perno della ruota fra le mani e si riesce a
metterla proprio nel cm di traiettoria desiderato. Su prato piatto, è da assoluto. E poi quella stretta delle
ginocchia sull'alluminio... Ti senti la precisione di guida entrarti nel corpo.
Solo Honda sa trasmettertela
così. La YZ426F ha più peso in alto, va giù di colpo spigolando l'azione e
allora sei sempre allertato a riprendere un avantreno che potrebbe scappare.
Sono entrambe molto maneggevoli, ma hanno un rendimento diverso: sembra che
nella Yamaha l'agilità sia stata cercata in modo quasi esasperato,
estremizzando le quote e finendo per innervosire l'avantreno, mentre la
CR-F dispone una maneggevolezza tutta sua, innata, che rende la guida di una
facilità e di una fluidita disarmante. Se sei "pulito", fai cose
impressionanti con pochissimo dispendio d'energie. Vengono delle curve di
ritorno che non ti rendi nemmeno ben conto di come le hai potute fare.
Con
questo non voglio dire che sia una moto stabile, da mulattiera, anzi tutt'altro, eppure non crea panico quando cerchi l'affondo. Perché? Anche grazie
alle sospensioni: questa forcella è l'unica tra le giapponesi ad avere un
rendimento "umano" anche da nuova. Parte abbastanza bene e mostra una
progressività stupefacente. Stessa cosa dicasi per il dietro: la moto sembra
molto seduta d'assetto, eppure sui salitoni malmessi della Malpensa consente di
tenere il gas spalancato con il retrotreno fermissimo. E poi la
frenata: sembra impossibile, ma quello che riesci a fare con l'anteriore delle
CR non lo riesci a fare con nessun'altra moto. Come potenza è il top, senza
intaccare la modulabilità. Altra chicca dove Honda fa la differenza è
l'approccio a moto nuova: in sella alle altre ti accorgi che tutto deve
"farsi", che i freni non mordono ancora e via dicendo. Qui
sali e vai: tutto è perfetto come se fosse un giocattolo da modellismo
perfettamente collaudato. Insomma, non nascondiamoci dietro a un dito: Honda
è Honda... Sarà lei la nuova regina dell'enduro? Così com'è no di certo, ma
se due mani esperte la sapranno sapientemente smussare...
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