La Beata Beatrice III è figlia di Aldobrandino I, e nasce
in Calaone nel 1215.
Si desume che sia nata in Calaone proprio perché la vita
Estense, come abbiamo già scritto, si svolgeva proprio in questo
castello, ed appunto Aldobrandino ed il fratello Azzo VII furono
importanti mecenati dell’epoca.
Redarre una biografia su Beatrice III è l'impresa più ardua, per vari
motivi:
la sparizione di molti documenti in Modena e nel monastero di
Gemmola (molti inviati alle benedettine di Ferrara);
gli stessi storici italiani poco attenti nell'indagine;
i misfatti della corte ungherese.
La nostra Beatrice III non ha certo conosciuto una vita facile,
nonostante l’appartenenza ad una famiglia potente ed agiata; Beatrice
III vive a palazzo e cresce con Beatrice II. Sono entrambe orfane di
madre, e la Beatrice III pure del padre.
Suo padre Aldobrandino morì avvelenato: noi ci vediamo un intrigo
politico-religioso in tutta la vicenda degli Estensi e del non
riconoscimento di eredi maschi, discendenti di Aldobrandino.
Aldobrandino infatti aveva conquistato territori di Ancona e zone
attigue: alla sua morte, il papato ne subentrò in possesso, perchè, si
dice" non vi erano eredi maschi". Da ciò si è ipotizzato il fatto che
Aldobrandino morì senza figli maschi.
In realtà la ricostruzione è errata Aldobrandino stava continuando una
guerra iniziata dal padre Azzo VI, ed in linea ereditaria ogni
beneficio spettava comunque ai figli di Azzo VI, quindi Aldobrandino ed
Azzo VII.
Azzo VII all'epoca era in pegno dei banchieri fiorentini, con cui
Aldobrandino si era indebitato per le spese di guerra: in ogni caso
Azzo VII avrà avuto 11-13 anni, troppo giovane per sedersi alle
trattative.
In seguito il Papato riconobbe dei benefici anche ad Azzo VII, in virtù
delle lotte compiute dal padre e dal fratello. In questo senso Azzo VI
non aveva eredi, ossia, non aveva eredi in grado di portare avanti
lotte e trattative.
La letteratura italiana ufficiale sostiene che Aldobrandino ebbe solo
una figlia, Beatrice III, altri sostengono che non ebbe alcun erede,
mentre
la letteratuta straniera sostiene che ebbe ben quattro figli, e sempre
dalla medesima moglie, di cui non è noto il nome.
Le altre
figlie, Beatrice
a parte, si sposarono con famiglie nobili. Ma di questo nulla si dice
in
Italia.
La stirpe di Aldobrandino ebbe una sorte molto contrastata: a causa
della sua morte, alcuni dei suoi figli sono attribuiti al fratello Azzo
VII, anche se da un'analisi storica seria di recente emerge come questi
non possano essere suoi figli, a meno che non li abbia generati a 11
anni, quando era in pegno ai banchieri fiorentini.
Tornando alla nostra Beatrice, ufficialmente, anche nelle celebri
tavole cronologiche delle
maggiori dinastie, come il Litta, Beatrice III è figlia legittima di
Aldobrandino.
Nel maggio del 1234, raggiunta la maggiore età, Beatrice III lascia il
palazzo marchionale per andare in sposa ad Andrea
II, re d’Ungheria,
già
vedovo e con figli grandicelli, che non vedono logicamente di buon
occhio
le nuove nozze.
Il marchese Azzo VII, zio di Beatrice, tramite apparato di
nobili, con a capo il Vescovo di Mantova, spedisce la nipote al re. Il
documento di matrimonio porta data 14 maggio 1234, in Alba Reale.
Azzo VII, fratello del padre di di Beatrice III, ed Andrea II sono
primi cugini, da parte materna: Aldobrandino e Azzo VII hanno madri
diverse.
Come curiosità storica, un anno dopo esatto, il 14 marzo il Vescovo
che gli ha sposati viene assassinato nella sala del capitolo dei
benedettini, a Mantova,
per mano
di Uguccione di Malfoglia............. con la complicità dei monaci.
Pure per Beatrice il 1235 riserva gioie e lutti: infatti, Andrea II
muore il 7 marzo 1235 (altre fonti indicano la morte in settembre dello
stesso anno), lasciando la sua giovane sposa Regina Beatrice
III incinta, ed il “parentame” con intenzioni agguerrite riguardo alla
prole nascente.
Così, Bela IV d’Ungheria e Colomanno di Galizia, figli di primo letto
del re, segregano Beatrice III, per paura che l’eventuale figlio
maschio usurpasse il regno d’Ungheria, e fanno cavare gli occhi al
"vicere", uomo fidato di Andrea II.
C'era poco da scherzare con la corte ungherese: la prima moglie di
Andrea II era stata assassinata da una congiura a palazzo; i suoi
parenti, incluso il fratello, futuro patriarca
di Aquileia, riuscirono
a salvarsi dandosi alla fuga.
Beatrice III allora tenta la fuga in Germania, travestendosi da uomo e
legandosi al gruppo dei Legati Imperiali. Lì partorisce proprio un
figlio
maschio, e lo chiama Stefano, e poi se ne torna alla casa paterna.
Alcune
fonti veneziane sostengono che Stefano nacque in Italia, e quindi in
Calaone.
Stefano, fratellastro di Santa
Elisabetta, viene affidato alle cure
della marchesa Mabilia, che lo alleva assieme ai figli di Azzo VII.
Ma Beatrice III è molto odiata a corte, e temuta, perchè può
legittimamente reclamare il trono: sorgono congetture di vario genere,
mantenute anche
fino ai nostri giorni, e smentite da fonti più autorevoli.
Si arriva ad insinuare che Stefano non sia figlio legittimo, anche se
vari frati e religiosi si recavano presso gli Estensi, per vedere
Stefano, così simile a loro re Andrea II.
L'Ungheria fu poi dilaniata da un susseguirsi di re uno più tirannico a
sanguinario dell'altro, al punto che gli stessi ungheresi invitarono il
figlio di
Stefano come erede legittimo al trono; il figlio di Stefano, cioè
nipote di Beatrice III regnerà in Ungheria con il nome di Andrea III
(come suo nonno), e sarà l'ultimo re della dinastia degli Arpad,
iniziata da Santo Stefano, re
d'Ungheria.
Beata Beatrice III si ritira in San Giovanni Battista in Gemmola: il
monastero era aperto anche a donne che non prendevano il velo. Forse
non fu una crisi mistica ad indirizzarla in Gemmola, ma un tentativo di
tutelare la sua vita e quella del figlio. Vi muore l’11 febbraio
1239 (fonte Mostardi).
Il corpo della Beata Beatrice III è stato sepolto nel sepolcro comune
delle monache, e rimase incorrotto per parecchi secoli, sino a quando,
non essendo stato trasportato come quello della zia, Beatrice I, sotto
l’incalzare delle soldatesche, scomparve durante le vicissitudini
subite dal monastero, dopo la soppressione del 1578.
Nel 1561, rifacendosi il sepolcro delle monache sul Gemmola, ne fu
ritrovato il Corpo, assieme a quello di un’altra monaca, morta in
concetto di santità (il Mostardi cita a proposito un manoscritto del
Franceschetti presso Duomo Este).
Nel 1754 il Tomassini, avendo visitato il Gemmola, scrive: “- Si dice
che dalla tomba delle monache, fino ad alcuni anni fa, spirava un soave
odore, e si notava un corpo intero di monaca.”
Più tardi la Chiesa sanzionerà, con un decreto, il culto ab
immemorabili, riservandolo alla diocesi di Modena. Riteniamo che il
culto fosse riservato a tale Diocesi, perché gli Estensi si erano
ritirati in Modena, da dove
se ne andarono definitivamente in seguito alle lotte risorgimentali ed
alle
conquiste del Piemonte.
Dov’è ora il Corpo della Beata Beatrice III?
Attualmente non lo sappiamo, forse è conservato in Modena, o forse è
rimasto ancora sul Gemmola, o forse in Ferrara.
A Modena nessuno ne sa nulla.
La chiesa di Sant’Agostino in Modena
La chiesa di
Sant’Agostino presenta le statue di tutte tre le Beate,
alte più di due metri.
Le Beate Beatrici I e II sono collocate in due nicchie in fondo
all’abside, dietro al Santissimo Sacramento: sono vestite da monache
Benedettine, hanno vicino a loro una piccola chiesa-convento ed un
giglio in mano.
La Beata Beatrice III collocata a destra del Santissimo Sacramento, è
vestita da regina, ha una corona in testa ed in mano un libro. Sotto la
statua sta scritto:
B. BEATRIX III ATEST. M
E UNGARIAE REGINA,
S. BENEDICTI E DUMETO
CORONA DELEGIT MCCXXXIX
Beata Beatrice III secondo alcuni è morta nel 1239, secondo altri nel
1245.
Lo stesso Litta nell’archivio di Modena riportano il 1245. Sia ’39 sia
45, abbiamo trovato la statua della Beata Beatrice III, che è marchesa
d’Este, regina d’Ungheria.
Le tre statue dovrebbero essere state costruite nel 1662-1663:
naturalmente nei libri in vendita presso la chiesa, non vi sono notizie
su Beatrice III, e non spiegano cosa sia quella statua.
Certamente il dominio napoleonico ha creato un certo disordine e
sconquasso.
Certo che, di là di ogni attuale celebrazione per gli Estensi, in
Modena sicuramente si è covato un buon livello di rancore: nel 1920
Modena ha ultimato la distruzione degli ultimi bastioni di cinta
muraria estense; al posto
delle mura ha costruito una rete stradale. Non sappiamo se ora i
sentimenti
siano mutati ed in che modo; ora la sensazione è che ora si valutano
nuovamente gli Estensi, anche favore del turismo.