Curiosità: Il Tocai, Andrea II 
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Riportiamo alcune parti del testo relative alla controversia tra Ungheria e Italia sul vino Tocai.
E' interessante notare come il problema risalga fino al XIII secolo.

fonte:http://www.sangiorgioinsieme.it/tocai.html
NOTE e nostri appunti
Il nome del vitigno e del vino bianco chiamato Tocai nella terminologia italiana e Tokaji nella terminologia ungherese è legato ad alcune vicende storiche del Friuli e dell’Ungheria, vicende che affondano le loro radici nel XIII secolo e sono legate alla vita avventurosa di uno dei più famosi Patriarchi di Aquileia, Bertoldo di Merania.
Alle numerose e suggestive ipotesi fatte in più occasioni sulla origine e sulla provenienza di questo vitigno aggiungiamo ora queste note storiche.

Un po’ di storia

Bertoldo di Merania apparteneva alla potente famiglia feudale bavarese degli Andechs. Una delle sue sorelle, di nome Geltrude[1], era diventata regina d’Ungheria avendo sposato re Andrea II, detto il "Gerosolimitano", sul quale ella aveva molta influenza.
Grazie alla protezione della Corona Bertoldo aveva ottenuto in Ungheria elevati gradi, sia nella vita ecclesiastica sia in quella civile, tra cui il titolo nobiliare di conte. Nel 1207 era stato eletto arcivescovo della sede di Kalocsa, cittadina dell’Ungheria meridionale il cui vescovado era di antica origine. Egli non era amato dalla nobiltà locale, ma era molto temuto perché protetto dal cognato, il re Andrea. Nel 1213 Bertoldo dovette però lasciare l’Ungheria: sua sorella, la regina Geltrude, era stata in quell’anno assassinata in una congiura di palazzo da due magnati ungheresi e Bertoldo, assieme ai suoi fratelli, era riuscito a salvarsi solo con una fuga precipitosa.

Un Patriarca di Aquileia

Nominato Patriarca di Aquileia nel 1218 da papa Onorio III, arrivò in quell’anno in Friuli, che trovò lacerato da crudeli lotte intestine tra famiglie e fazioni tra loro rivali. Il suo patriarcato durò fino al 1251, anno della sua morte

Il re ungherese Bela IV, salito al trono nel 1235 quale successore del padre Andrea II, avrebbe, proprio con la cooperazione di suo zio Bertoldo, portato nel suo regno dal Friuli la vite del Tocai lì coltivata e divenuta poi così celebre. Prove storiche di questo fatto sono di difficilissimo reperimento, ma l’affermazione pare suffragata dal fatto che il Coronini, come da lui stesso affermato, ebbe modo di attingere notizie direttamente da fonti ungheresi.

Da dove proviene il vitigno del Tocai?

Si deve però tenere presente a tale riguardo che vitigni non autoctoni riconducibili al Tokaji vengono descritti da molte fonti storiche come originari della Francia e della Germania, nazione quest’ultima in cui la famiglia degli Andechs aveva vastissimi possedimenti terrieri. Pare anche che vitigni simili fossero coltivati anche in Austria e in Croazia dove pure vi erano vaste proprietà di quella famiglia. Altre fonti storiche attestano che nel secolo XIII i re d’Ungheria avevano fatto venire viticoltori dall’Italia, dalla Francia e dalla Germania. Costoro, con degli opportuni innesti, sarebbero riusciti ad ottenere un vitigno denominato "Furmint" (termine di derivazione francese) che dava un vino di color giallo- frumento. Alcuni storici riferiscono che i vitigni erano portati direttamente dall’Italia. Vini ungheresi, provenienti dalla attuale regione del Tokaji vennero mandati a più riprese nel XV secolo al pontefice Giulio III (1487- l 555), che pare li avesse sommamente graditi.

Bibliografia

Francesco Coronini, I Sepolcri dei Patriarchi di Aquileia, prima versione italiana di G. Loschi. Udine, Tipografia del Patronato, 1889.
Relazioni alla Dieta provinciale della Contea principesca di Gorizia e Gradisca sulla gestione della Giunta Provinciale nel sessennio 1902- l 907 e 1908.

[1] Si tratta della madre di Santa Elisabetta d'Ungheria di Turingia. 



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