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Il
frontespizio dell'edizione originale
L'opera pubblicata nel presente volume ebbe il suo titolo originale quale il lettore può vedere nel frontespizio che viene qui riprodotto. Per brevità quindi se ne è mutato il titolo e si è fatto riferimento anche a Tolentino, poiché e con questa città che più comunemente viene identificata la battaglia. L'edizione originale in 16° conta 31 pagine numerate comprendenti il frontespizio e procede senza soluzioni di continuità, come un unico racconto. Nella nostra si è preferito suddividere la narrazione con dei titoli aggiunti, in modo che la successione dei fatti abbia maggiore evidenza. Per il resto trovasi riprodotto il testo originale, che è stato rispettato anche nell'ortografia, e di cui sono state corrette solo alcune sicure mende tipografiche. Le "Memorie" nella loro stringatezza riescono a dare una vivida e abbastanza completa immagine degli avvenimenti, e hanno il pregio di una certa obiettività e di essere state compilate nell'immediatezza. Il punto di vista geografico dello scrittore è la città di Macerata, ove è la base logistica dei Napoletani, il punto di vista morale è quello di chi, pur sentendosi intimamente Italiano, comprende chi si estranea dagli avvenimenti per cercare la sua particolare salute. Quando viene nominata la "Patria", essa è nelle mire di Re Gioacchino l'Italia tutta, per il Prefetto Dipartimentale, per il Podestà Perozzi e per i "primarj soggetti della Città" è Macerata, che corre il rischio di essere travolta dalla guerra. Tuttavia appare evidente che l'autore ha una spiccata simpatia per Murat, per la sua figura cavalleresca e coraggiosa, ai limiti dell'azzardo. In effetti è Re Gioacchino il protagonista, il soggetto agente di questa storia, e sempre ne viene sottolineata la generosità, l'intrepidezza. Resta pertanto un'impressione: che le "Memorie" non fossero graditissime all'occupante austriaco, che, se pure esse si concludono con un plauso alle "vittoriose Aquile Imperiali Austriache foriere di giorni sereni, e di permanente felicità", se pure vengono sottolineati l'energia ed il valore delle truppe imperiali, se pure l'Imperatore e Re Francesco I abbia un nome in "cartellone" (vedi frontespizio), ben più grande rispetto al protagonista Gioacchino Napoleone, troppo per quei tempi sia stato riconosciuto allo sconfitto. Non dimentichiarno che la battaglia di Tolentino (2, 3 maggio 1815) si svolse nei "cento giorni" di Napoleone, il quale di lì a poco (battaglia di Waterloo 18 giugno 1815) avrebbe visto segnata definitivamente la propria fine, e che lo stesso Murat fu fucilato nel medesimo anno a Pizzo Calabro dai Borbonici. Forse per questa ragione la copia dell'opera che abbiamo consultato conserva i segni dell'essere stata piegata in quattro, tenuta in tasca, esibita e passata di mano con prudenza. Del resto è difficile pensare a come Fortunato Primavera avrebbe potuto porre in secondo piano la figura e l'operato di Murat in tali fatti, quando il protagonismo sembra essere stato connaturato a quest'uomo, di cui Lev Tolstòj in Guerra e Pace farà diverse volte menzione, dalla beffa dei ponte di Thabor a Borodinò, dalle rampogne a lui rivolte da Napoleone il 25 brumaio 1805 alla entrata delle truppe francesi In Mosca. Infine la narrazione del Primavera riguarda innanzi tutto i fatti d'armi, lo svolgimento della battaglia, le azioni, i luoghi. Riteniamo che a tale fine sia una fonte importante, ma che forse altrove, o comunque in una pluralità di opere per le quali rimandiamo alla bibliografia, si possa pienamente comprendere la vicenda militare, ove peraltro l'imponderabile giuocò il suo consueto ruolo. Tuttavia il fascino di queste pagine è la sensazione del tempo trascorso, dei paesi che hanno mutato nome, dei campi di battaglia divenuti zone industriali ed attraversati dalla superstrada, delle chiese e conventi scomparsi, di ciò che non era ed ora è città, infine di luoghi ove noi passiamo distrattamente ma che videro compiersi la sfortunata sorte della prima guerra per l'indipendenza italiana. |