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Dipendenza dalla temperatura

Nei paragrafi precedenti si è visto come la PMD in uscita possa essere influenzata dal non corretto allineamento delle lamine oppure dalla loro imprecisa caratterizzazione, ottenendo in taluni casi valori in uscita ben diversi da quelli attesi.

Dopo aver dimostrato che i valori di DGD e SOPMD sono estremamente sensibili alle variazioni di spessore, ora verifichiamo in che misura la temperatura determina la variazione degli spessori delle lamine, influendo sul comportamento del nostro dispositivo.

Durante sessioni successive di misura in ambiente non climatizzato, è apparso evidente che le misure in uscita dall'emulatore venivano influenzate pesantemente dalla temperatura ambientale, pertanto si assisteva, mantenendo immobili le lamine del'emulatore in una determinata configurazione, a una deriva dei valori misurati al primo e secondo ordine.

Analizzzando le caratteristiche fisiche della calcite, e in particolare il suo coefficiente di dilatazione termica $ \alpha$, si è visto che la deriva dei valori misurati poteva essere compatibile con la dilatazione termica delle lamine stesse; dilatazione termica che attraverso le relazioni di Sellmeier determina la variazione dei DGD associati alle singole lamine, permettendo di ricondurre l'analisi degli effetti sul sistema di una varizaione della temperatura ambiente a quella già svolta riguardo l'incertezza nella caratterizzazione delle lamine stesse.

Per analizzare l'effetto della temperatura sullo spessore delle singole lamine, essendo impossibile la misura dello spessore stesso con la precisione richiesta con i mezzi a disposizione, si è pensato di ricorrere a misure di fase del DGD in uscita per diverse condizioni di temperatura, da cui dedurre le relative variazioni di spessore.

Ancora una volta è stato sfruttato l'effetto di amplificazione degli errori dovuti a imprecisa caratterizzazione della lamina centrale per una configurazione a tre lamine.

Sono state eseguite serie di misure di DGD a temperatura costante in configurazione tre lamine con la prima lamina e la terza lamina ferme a zero gradi e la seconda con angoli variabili nell'intervallo $ [0, 180]$ gradi per diversi valori di temperatura ambiente. Nelle sopraindicate condizioni di misura è stato svolto il calcolo in forma chiusa del DGD utilizzando il formalismo di Müller, i cui passaggi fondamentali sono evidenziati sotto.



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Leonardo Sabaini 2003-08-16