Cronaca della manifestazione
del 2° Ottobre a Statte contro la discarica Italcave
La cosa più commovente della manifestazione antidiscarica di domenica
scorsa era fuori dal corteo che ha percorso le vie principali di
Statte..(omissis). Due sorelle ex contadine, la signorina
Caterina e la signora Maria Rosaria, centosettant’anni
in due, stavano sulla veranda di casa in via Bainsizza con un cartello
in mano: "‘stiamo con voi". Clap, clap, clap, applausi
scroscianti e scatti digitali a iosa per immortalare la scena, durante
il passaggio del corteo dei manifestanti.
A prescindere dai torti e dalle ragioni di questa storia complicata che
va avanti da quando è stata aperta la cava, nella scorsa primavera
abbiamo provato ad ascoltare questa "comunità
che cammina chiedendo", come direbbero gli indigeni maya del
Chiapas.
C’erano molti politici di altrettanti schieramenti.
(mica tanti tanti n.d.r)
Ma abbiamo voluto raccontare gli anonimi, gli invisibili cittadini
stattesi che pagano le conseguenze pesanti di scelte politiche prese
altrove.
Come sempre. Sparsi nel serpentone umano, partito dalla stazione
ferroviaria del paese alle 10, che protestava per far chiudere il
mondezzaio dell’Italcave spalancato quattro chilometti più giù lungo la
strada per Tarano, ritroviamo molti volti conosciuti due settimane fa al
campo base davanti alla cancellata d’ingresso della discarica.
Eccolo là
Guglielmo con la sua bella barba bianca, il
portavoce del Comitato cittadino antipuzza.
Ci prende sottobraccio prima che inizi la manifestazione raccontandoci
delle difficoltà incontrate per smuovere la gente del paese, ma anche
che gli avvocati dell’Italcave dicono che là
dentro c’è solo materiale inerte. Mica puzza così un "mattone!".
Niente male riuscire ad organizzare una marcia in meno di
quattro giorni, dopo che il presidio antidiscarica allestito due
settimane fa è stato sgombrato in meno di mezz’ora giovedì 28 settembre.
Non manca nessuno. Avevamo conosciuto Piero
e rieccolo qui, immancabile, con quegli occhi interrogativi impegnati
tutto il tempo a filmare lo sfoggio di striscioni e bandiere, come se
fosse a un banchetto nuziale.
C’è Carmine imparentato con padre Pio,
che ci parla dello scoramento subentrato allo sgombero. (Omissis)
Anche tra loro c’è il "cameraman" ufficiale, si chiama
Claudio, sempre con l’occhio incollato
alla sua Canon . (Omissis)
Il corteo si allunga su via Bainsizza, via
Vittorio Emanuele, largo Lepanto, piazza Sant’Antonio, meta
finale dove è stato reimpiantato il gazebo bianco permanente. Nel
frattemno Gianni l’impiegato spinge una
culletta a rotelle con la sua creatura di cinque mesi.
Piero, che non
sorride per niente dietro al suo pizzetto geometrico, mica facile
vincere la timidezza e la vergogna di doversi esporre così, girando con
uno striscione in mano lungo le vie del paese. Ma Piero, trentasei anni,
due figli e una moglie, ha comprato casa dieci anni fa alla zona
"Feliciolla", che col quartiere "Zappalanotte è a circa 1000 metri dalla
discarica, alla faccia della legge regionale che impone un minimo di 2
chilometri per impiantare una discarica.
Salutiamo
Annamaria che manifesta per il diritto di tutti, ma è un po’
spazientita per le molte bandiere di partito presenti, non sapendo che
il Comitato aveva invitato tutte le forze politiche.
Rincontriamo la signora elegante che dieci giorni fa protestava davanti
alla discarica in abito blu e pure questa volta non ci vuol dire il suo
nome,ma usa il fischietto e riesce a gridare anche più forte.
Antonio è un distintissimo
settantacinquenne che abita in pieno centro a Statte "la sgradita
compagnia del cattivo odore targato Italcave, si sente specie di notte
quando si alza alle tre per un
pit-stop".
Anche a mezzanotte ribatte una lunga chioma
femminile alle sue spalle.
Passa Leo di Legambiente, che
inutilmente già un anno fa aveva chiesto alla Provincia di rivedere la
procedura di autorizzazione per l’apertura della discarica. Già dal ‘99,
continua l’ambientalista tarantino "quella cava fu considerata inidonea
dal Comitato tecnico della Provincia (legge regionale 30 del 1986).
Allora sospesero tutto e hanno cambiato il Comitato. Il gioco è facile,
"oggi tutti i rifiuti diventano ‘speciali’,
basta trattarli in qualche modo".
Vito, sfila con il Comitato di quartiere Paolo VI.
Perché qui? "Per sconfiggere l’abitudine della gente a sopportare, a
credere che le cose non possono cambiare.
Si arriva finalmente, ed è quasi Mezzogiorno.
Poche parole di Guglielmo, altrettanto fa
Angelo, baffi a tendina argentati, tre figli, consulente globe-trotter
per la costruzione di piattaforme petrolifere, tre lingue masticate e
loquela accattivante.
Ti candidi alle Amministrative
anticipate della prossima primavera?
"Non lo farò mai! Lo vuoi uno
scoop? Avevano promesso che fino al 3 ottobre i tecnici dell’Arpa
avrebbero fatto ‘il carotaggio’, invece stanno facendo solo i prelievi
dai camion in entrata all’Italcave." Menomale che il giudice Sebastio ha
aperto un fascicolo sulla cava".
Che farete da domani Angelo?
Ci incontriamo domani sera alle 20
allo Sporting Club e decidiamo.