L’autorizzazione sanitaria
Tutte le competenze sul
controllo e sull’esame delle richieste di autorizzazione sanitaria alla
lavorazione del latte sono trasferite al servizio veterinario dell’Azienda ASL.
L’accertamento dei requisiti strutturali ed igienico funzionali nelle aziende
e negli stabilimenti di trattamento, stagionatura e deposito dei prodotti
lattiero-caseari spetta pertanto alla veterinaria pubblica. I titolari degli
stabilimenti devono invece rivolgersi al Servizio di Igiene Pubblica dell’Azienda
ASL per gli aspetti relativi allo scarico dei reflui, all’accertamento delle
condizioni di salute dei lavoratori ed all’igiene e alla sicurezza dei luoghi
di lavoro.
Le domande di autorizzazione devono essere presentate alla Regione Lombardia per
il tramite del Servizio
Veterinario dell'ASL di appartenenza..
La presentazione della domanda prevede che l’inizio dell’attività
produttiva sia subordinato alla verifica del possesso dei requisiti ed al
rilascio dell’autorizzazione sanitaria o all’iscrizione dell’impianto nell’apposito
elenco regionale.
Dalla data di entrata in vigore del DPR 54/97 il riconoscimento dell’impianto
da parte della Regione per le attività di produzione e trasformazione di latte
e derivati sostituisce, a tutti gli effetti, l’autorizzazione sanitaria
prevista dall’art. 2 della Legge 283/62; fa eccezione la produzione
destinata alla vendita diretta al consumatore che resta disciplinata dalla
L.283/62 e dal D.P.R. 327/80.
I requisiti strutturali ed igienici
Sebbene un rigido
elenco di requisiti strutturali ed igienico funzionali minimi, necessari ad
ottenere l’autorizzazione sanitaria risulta difficile ed inopportuno, si
potrà orientativamente fare riferimento allo schema di seguito riportato che
rappresenta la situazione che i caseifici aziendali devono possedere per poter
ottenere l’autorizzazione sanitaria regionale.
Locale per il deposito del latte e per il lavaggio di recipienti e attrezzature
- dimensioni sufficienti
per ospitare:
- serbatoio frigorifero;
- lavandino per lavaggio
dei contenitori e delle attrezzature;
- pavimenti lavabili
(piastrelle, resine, cemento lisciato ecc..) con pendenza verso chiusino
dotato di sifone;
- pareti lavabili
(piastrelle o smalto lavabile) sino ad almeno 2 m. di altezza;
- porte costituite
o rivestite in materiale lavabile;
- può comunicare
direttamente con la stalla;
- deve essere dotato
di lavandino (meglio se in acciaio) di grosse dimensioni, fornito di acqua
corrente calda e fredda, per il lavaggio di recipienti e utensili impiegati
nella lavorazione del latte; il comando del rubinetto non deve poter essere
azionato manualmente;
- aerazione ed illuminazione
sufficienti (finestre apribili, orientativamente, di dimensioni totali
pari ad almeno 1/8 della superficie del pavimento, munite di reti antimosche).
Locale di lavorazione
(caseificazione)
- dimensioni sufficienti
per ospitare caldaia, tavolo di lavorazione e lavandino;
- pavimenti lavabili
(piastrelle, resine, cemento lisciato ecc..) con pendenza verso chiusino
con sifone;
- pareti lavabili
(preferibilmente piastrelle) sino ad almeno 2 mt. di altezza;
- porte in materiale
lavabile;
- camino con buon
tiraggio, se alimentato a legna;
- camino o estrattore
di vapore (cappa o aspiratore), se si utilizza un fornello a gas (in regola
con norme antincendio);
- aerazione ed illuminazione
sufficienti (finestre apribili di dimensioni totali orientativamente pari
ad almeno 1/8 della superficie del pavimento, munite di reti antimosche);
- si consiglia una
apposita presa d’acqua per l’attacco delle attrezzature di lavaggio
delle pareti, del pavimento e dei tavoli di lavoro;
- tavolo/i di
lavorazione in materiali facili da lavare e idonei al contatto con gli
alimenti (es.: acciaio inox, materiali plastici per alimenti);
- armadio per il
deposito di sale, caglio, spezie ed aromi.
Locali per la
stagionatura ed il deposito dei prodotti finiti.
Fatte salve le
deroghe per le superfici di contatto e per i requisiti dei locali di maturazione
e stagionatura, agli stabilimenti che fabbricano formaggi tradizionali (quali ad
esempio: il Grana padano il Gorgonzola ecc.) si ritiene sufficiente la presenza
di pavimenti lavabili (es. battuto di cemento), pareti lisce (intonacate) ed
adeguata aerazione.
Locale o semplice armadio per il deposito delle sostanze non destinate all’alimentazione,
in particolare, disinfettanti e detergenti.
Le attrezzature ed i prodotti non pertinenti con la lavorazione del latte e
derivati (attrezzature di pulizia, disinfettanti, detergenti ecc.) devono essere
custoditi in apposito locale o in armadio chiudibile.
Servizi igienici
Devono avere i seguenti requisiti:
- non devono comunicare
direttamente con i locali di lavorazione;
- presenza di WC;
- presenza di lavabo
con comando non manuale fornito di sapone liquido ed asciugamani a perdere;
Spogliatoio
È opportuno disporre di un vano (può anche essere l’antibagno oppure
anche un corridoio) ove potersi cambiare d’abito prima e dopo la lavorazione
nel caseificio.
Devono essere disponibili armadietti individuali lavabili e disinfettabili,
provvisti di doppio scomparto per il deposito separato degli indumenti personali
e di quelli usati per il lavoro.
Locale di vendita
diretta al consumatore finale
Qualora si eserciti abitualmente la vendita diretta al consumatore è
opportuno disporre di un locale, anche di piccole dimensioni, con i seguenti
requisiti minimi:
- pavimento lavabile
(piastrelle, cemento lisciato, resine ecc.) e pareti lisce e lavabili;
- piano di vendita
in materiale lavabile e idoneo al contatto con gli alimenti;
- un lavabo facilmente
raggiungibile dal locale di vendita;
Altri requisiti
L’accertamento dei sistemi di allontanamento dei reflui spettano al Servizio
di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione delle Aziende sanitarie. A scopo
orientativo si esemplificano tuttavia i requisiti minimi indispensabili all’avvio
di nuove attività o al mantenimento di attività in corso.
Acqua potabile
L’acqua utilizzata nel caseificio deve avere i requisiti di potabilità; nel
caso in cui l’acqua non provenga da pubblici acquedotti (es. pozzo o sorgenti
private) sono necessari periodici controlli chimici (almeno una volta all’anno)
e batteriologici (almeno quattro volte all’anno).
Ad eventuali riscontri batteriologici sfavorevoli può essere posto rimedio con
la bollitura, la clorazione o l’impiego di potabilizzatori a raggi UV.
Smaltimento dei residui di lavorazione
I residui della lavorazione del latte (siero di latte), costituiscono una
possibile fonte di inquinamento da sostanze organiche, qualora vengano dispersi
nell’ambiente in quantità elevate. Fatta salva la possibilità di impiego del
siero di latte, previo riscaldamento, nell’alimentazione dei suini, l’autorizzazione
per gli scarichi in fognatura va richiesta al comune dove è stanziato il
caseificio .
Libretto sanitario
Il DPR 54/97 prevede che tutto il personale che, anche a titolo gratuito, sia
addetto alla produzione, manipolazione e vendita di sostanze alimentari,
compreso il conduttore ed i familiari, debba essere munito di libretto di
idoneità sanitaria (art. 37 del D.P.R. 327/80).
Per i requisiti
strutturali ed igienico sanitari in alpeggio si rimanda alla scheda predisposta
più avanti
I requisiti strutturali ed igienico funzionali degli stabilimenti che
beneficiano di deroghe non possono essere inferiori a quelli descritti per i
caseifici che operano in montagna; in particolare, va data preferenza a
materiali di rivestimento meno "poveri" e più facilmente lavabili e
disinfettabili, ad attrezzature in acciaio inox, a spazi di lavoro più ampi e
delimitati in rapporto al tipo di attività in essi svolta (reparti
umidi/secchi). |