Strage di Borgo Ticino


Rapporto del Nucleo dei Carabinieri di Borgo Ticino al Pretore di Borgo Manero in data 12 febbraio 1947 (volume V, foglio 33) in atti nel processo contro Junio Valerio Borghese e altri, Corte di Assise di Roma, 21-22 gennaio 1949:

" Il 13 agosto, verso le ore 14 giunsero in Borgo Ticino reparti delle SS, tedesche e della X Mas, tutti provenienti da Sesto Calende, fu bloccato il paese. Armati di mortai, mitragliatrici, armi automatiche portatili di ogni genere e di autoblinde, portarono, con la minaccia delle armi e mediante sparatorie intimidatrici, tutti gli abitanti sulla piazza denominata " Dei Martiri ". Ammalati, invalidi, bambini, donne, vecchi, tutti furono costretti a raggiungere la piazza.
 Ultimato il feroce rastrellamento, la popolazione tenuta a bada (ecco la partecipazione) dalle armi dei nazisti e della X, venne arringata da un interprete che comunicò agli astanti l'ordine del comandante tedesco, Capitano Krumhar, di effettuare una rappresaglia perchè nella zona erano stati feriti tre nazisti. Bisognava dare alle fiamme il paese onde impedire il ricovero e l'assistenza ai partigiani. Venne ingiunta una taglia di 300.000 lire a titolo di risarcimento; vennero scelti tra la folla 13 giovani, che furono schierati al muro. Si incassò la taglia, ma venne ugualmente schierato il plotone di esecuzione (Krumhar dirà all'udienza: "i quattrini non bastano pel sangue-tedesco "). Dopo un'àttcsa che tenne tutta la popolazione in istato di disperata angoscia, le 13 vittime caddero tutte sotto il piombo delle armi naziste; solo uno visse miracolosamente all'eccidio, il giovane Piola Mario. l morti furono:

1) Cerutti Cesare, di 18 anni;
3) Ciceri Luigi, di 23 anni;
3) Fanchini Giovanni, di 26 anni;
4) Lucchetta Aiberto, di 22 anni;
5) Meringi Giuseppe, di 19 anni;
6) Pizzamiglio Benito, di 22 anni;
7) Silvestri Andes, di 29 anni;
8) Tosi Francesco, di 30 anni;
9) Parracchini Olimpio, di 28 anni;
10) Nicola Narcisio, di 23 anni;
11) Gattoni Rinaldo, di 22 anni;
12) Tonioli Cesare, di 28 anni.

Dopo l'eccidio la popolazione venne buttata fuori dell'abitato, percossa e braccata; i nazisti e quelli della X Mas (questi ultimi al comando del capitano Ungarelli) si dettero a rapinare, incendiare e distruggere ogni cosa. Nella serata, i familiari dei caduti tentarono di ricuperare le salme e poter dare loro onorata sepoltura, ma non fu possibile; l'ordine era di lasciarli sul posto fino all'indomani.
Prima di iniziare le devastazioni e gli incendi la soldataglia della X Mas in combutta coi tedeschi, commise rapine di maiali, animali da cortile, biancheria, biciclette, radio, riserve alimentari di ogni genere, liquori, oggetti preziosi, valori correnti, il tutto per una quantità ingentissima.
I danni materiali ascendono grosso modo a parecchie diecine di milioni. I tedeschi appartenenti alle. S.S. erano al comando del Capitano Krumhar e gli italiani, della X Mas, erano al comando del tenente Ungarelli. Essi furono gli esecutori e gli organizzatori della strage ".

Eccidio di Forno

Eccidio di Guadine

Eccidio di Borgo Ticino

Eccidio di Castelletto Ticino

Eccidio di Crocetta del Montello

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