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Luogo del delitto: Berlino.
L'eroe.
I colleghi del distretto.
Il giovane Tom.
Una ragazza di nome Verena.
Una vita nel segno del giallo.
L'insolita storia della serie in Italia.
Gli eroi non muoiono mai.
Il Catalogo.

Quando nel 2006 SAT.1 fu messa in vendita a causa del crack del gruppo di Leo Kirsch, l’allora direttore della rete Roger Schawinski volle chiudere da un giorno all’altro tutte le produzioni in corso, inclusi due pilastri di successo come «Il Commissario Rex» e «Wolff, un poliziotto a Berlino».

Da un giorno all’altro fu dato il benservito a tutta la troupe e gli autori dovettero inventarsi qualcosa per non lasciare il pubblico insoddisfatto. Nacque così la puntata “Angst” [Paura], mai trasmessa in Italia, un film da 90 minuti in cui Wolff si trova alle prese con un pericoloso criminale evaso ed un pesante ricatto perpetrato attraverso il sequestro del piccolo Luis, il figlio di Verena. Nel finale, il commissario veniva ferito gravemente da una pallottola e a dire il vero l'ultima scena lasciava credere che Wolff fosse morto. Evidentemente così non doveva essere.

Nel 2010 Christian Popp e Sigi Kamml, già produttori della serie sono tornati alla carica proponendo a Jürgen Heinrich un ritorno nei panni del famoso poliziotto berlinese. L’idea – concretizzata poi nel TV-Movie «Wolff - Kampf im Revier» – voleva essere un modo per ridare vita ad un eroe che nessuno avrebbe mai voluto vedere morire, un po’ come era successo con Götz George e il suo Schimanski. Non ci sarebbero state le canoniche 13 puntate, si trattava solo di riaprire le porte alla possibilità di tornare in tv.

Racconta Jürgen Heinrich: «Abbiamo voluto ridare ai nostri più fedeli spettatori il loro buon vecchio Wolff, ma abbiamo anche voluto raccontare la storia in un modo diverso. E questo comprende un nuovo commissario, un allievo di Wolff, quasi un amico, uno che la pensa come lui. Wolff gioca comunque un ruolo importante»

«Discutendo del progetto è stato chiaro da subito che il protagonista non sarebbe più stato quel Wolff che il pubblico ricordava. Dopo quello sparo che lo ha quasi ucciso, ora Wolff è un uomo sofferente, con la mente segnata da quell’evento, è diventato farmacodipendente; come commissario non potrebbe più funzionare. Così lo si ritrova nel ruolo di insegnante all’accademia di polizia dove incontra proprio il giovane commissario capo Marck (Stephan Luca)».

Anche questa volta, però, la storia volgerà drammaticamente. Wolff, sospettato di avere ucciso a sangue freddo uno spacciatore, dovrà vedersela con la giovane collega Vicky Langenfels (Nadeshda Brennicke), fermamente convinta della sua colpevolezza.


 

 

Jürgen Heinrich nel nuovo TV Movie «Wolff - Kampf im Revier» (Foto SAT.1)
Teatro o televisione?

Per il ruolo di Wolff  Jürgen Heinrich era uno dei tanti candidati.

Ricorda l’attore: «Quando espressi la mia idea sul personaggio descrivendolo come uno che avrebbe potuto anche avere compassione per i colpevoli, come un uomo che sarebbe anche stato capace di piangere, i produttori mi guardarono quasi inorriditi». Dopo quel colloquio vi furono sei o sette settimane di attesa, un tempo interminabile.

«In quell’anno (era il 1992) mi si stavano aprendo due grandi opportunità: fare il regista in un grande teatro di Monaco o recitare su un prestigioso palcoscenico di Vienna. Avevo bisogno di sapere subito cosa fare. Un pomeriggio, ricordo che erano circa le due, mi diedi un tempo limite per decidere. Se entro le 10 del mattino seguente non avessi ricevuto nessuna notizia da parte della produzione, sarei partito per una di queste due città. Alle cinque e mezza dello stesso pomeriggio squillò il telefono: era il produttore che mi invitava a cena per discutere del progetto. Così divenni Wolff».

Una scena del film. (Foto SAT.1)