Torna alla Home
 
Fuori dagli schemi.
G-Stadt.
L'Acquario.
Una scommessa vinta.
Genesi di un poliziotto.
Il fratellino di Schimanski.
Il professionista.
La voce di Max.
Una vita da commissario.
Il professor Pfaff.
Faber in Italia.
Il Catalogo.

Il commissariato di Faber è un posto di polizia periferico, ubicato all'interno di un container che confidenzialmente i colleghi chiamano "Acquario". Questo container, spostato più volte nel corso degli anni è stato prima accanto all'Ostbanhof di Monaco e quindi all'interno degli studi cinematografici della Bavaria Film, a Grünwald. Nelle ultime stagioni fu trasportato alla periferia di Colonia, tra i grattacieli popolati di uffici.

L'idea per questo inusuale commissariato venne al produttore Alexander Steffen. Werner Masten ricorda: «Quando inizammo a girare si trattava di cercare una location ma in tutti i Bavaria Studios non c'era un ufficio che corrispondesse a quello che volevamo. D'altra parte non c'erano soldi per costruire un set appositamente, così si pensò ad un container: costava poco e forniva un'ambientazione inusuale con un senso di precario».

«Si trattava di un vero container - raccontava Dietrich Mattausch - in cui si muovono gli attori, il regista e i cameramen. Non è affatto semplice lavorare in spazi così ridotti: per fare un buon lavoro, il regista e l'operatore sono spesso costretti a dare largo spazio alla loro fantasia nel girare le scene».

«Girare in quello scatolone era davvero un'impresa non facile: in estate raggiungevamo i 50 gradi - ricorda Werner Masten - e le finestre non si potevano aprire. In inverno, poi, con la neve fuori, all'interno c'era sempre acqua in giro e i vetri, incluse le lenti della macchina da presa, si appannavano!».

Raccontava Dominik Graf: «Un ufficio di polizia così non lo si era ancora mai visto nelle serie poliziesche tedesche. Un commissariato ridotto alle dimensioni di una cella. Le scrivanie, gli schedari e le macchine da scrivere erano degli anni Sessanta. E tra le foto dei ricercati c'erano quelle di attori dell'epoca d'oro delle televisione tedesca, ormai morti. Una volta ci trovai anche una foto di mio padre. Ma l'Acquario era anche un luogo dove dare protezione alla prostituta, si trasformava in ufficio reclami come in cella per l'ubriacone di turno».

L'origine del nome "Acquario" viene rivelata solamente nell'ultima puntata con protagonista Klaus Wennemann. Si dice, infatti, che tempo prima in qugli uffici avevano lavorato tre poliziotti i cui cognomi erano quelli di specie di pesci. Da lì il soprannome "Acquario".

 

 

L'esterno dell'Acquario (Screenshot WDR).
Scalo merci.

Nelle prime tre stagioni, girate tra il 1983 ed il 1984 l'Acquario si trovava su un'area ghiaiosa vicina ai binari della Ostbanhof di Monaco. Tutt'intorno c'erano solo recinzioni e container. In sottofondo si sentivano sempre i cigolii dei treni. E vicino all'Acquario, nelle primissime puntate, c'era - separato solo da una staccionata - l'area relax per i camionisti e i dipendenti dello scalo merci. In estate capitava che ci fosse così tanto rumore da dover interrompere le riprese.

Ancora Dominik Graf: «L'edificio di fronte all'Acquarium che si vede anche nella sigla di testa della serie, era in realtà un palazzo costruito nel 1982 per ospitare gli uffici del censimento pianficato per quell'anno. Il censimento fu annullato e l'edificio rimase vuoto. L'ideale per noi»

Il finto commissariato (Screenshot WDR).