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18 ore: se ne parlerà sotto l'ombrellone

(di Laura Criscione)

Si avvicinano le vacanze estive: mentre i futuri docenti continuano a litigare tra di loro per accaparrarsi una posizione di tutto rispetto nelle GP valide per il 2003/2004, la spada di Damocle delle "18 ore" stronca anche le più rosee aspettative.

Infatti l'art.35 della Legge Finanziaria 2003 impone misure di razionalizzazione in materia di organizzazione scolastica e prevede al comma 1 l'obbligo di ricondurre a 18 ore le cattedre con orario inferiore, pur salvaguardando l'unitarietà dell'insegnamento.

L'obiettivo, non tanto sotteso, del Governo è quello di risparmi di spesa che possano essere utilizzati per la valorizzazione professionale dei docenti e il rinnovo dei contratti.

A marzo 2003 avevamo già sottolineato come la riduzione di posti nell'organico dei docenti avrebbe adombrato, per gli anni futuri, la possibilità di sperare in cospicue assegnazioni di cattedre annuali o fino al termine delle attività didattiche.

A fine aprile, quando i docenti di ruolo sono stati invitati a compilare il modulo che serviva a costituire le graduatorie per individuare, in ogni scuola, i cosiddetti soprannumerari, il rischio di perdere posti è diventato reale, suscitando perplessità (e panico) anche tra insegnanti che vantano anni di carriera scolastica.

Uno spiraglio, per i docenti di ruolo, era contenuto nella stessa Finanziaria, laddove si indicava la possibilità di individuare "moduli organizzativi diversi da quelli previsti dai decreti costitutivi delle cattedre": nella pratica ciò ha comportato, in alcuni casi e in alcuni istituti, dover separare l'insegnamento dell'italiano da quello della storia, la fisica dalla matematica, o l'economia dal diritto, in modo che ogni docente dell'organico potesse raggiungere la cima delle 18 ore effettive di presenza in classe.

Tale scelta politica avrà delle ricadute, a livello didattico, già presumibili:

  • Scomparsa della continuità didattica, che lungi dal rappresentare una elegante etichetta burocratica, permette invece di strutturare percorsi disciplinari e interdisciplinari in verticale, accompagnando e curando la crescita degli alunni.
  • Probabilità, per i ragazzi, di trovarsi di fronte docenti diversi ogni anno.

Inoltre uno degli argomenti più discusso in questi giorni nelle aule insegnanti è stato: se tutti gli insegnanti svolgeranno 18 ore, chi effettuerà le sostituzioni?

Precisando che i Dirigenti Scolastici possono attribuire ore aggiuntive di insegnamento, fino ad un max di 24, soltanto "prioritariamente e con il consenso" dei docenti stessi [art.22 comma 4 Legge 28/12/2001], è proprio su questo punto che il Ministro avrà riflettuto per organizzare il futuro dei docenti non di ruolo: perché non affidare ad essi la funzione di "tappabuchi" (per congedi, permessi, lutto, ferie, malattia), retribuiti naturalmente, dei loro colleghi?

 

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