I KATA
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Quando l'allievo arriva
in una scuola di Judo viene indirizzato allo studio delle tecniche fondamentali
(i kihon) contenute nel Go-Kyo e successivamente al Randori e Shiai (combattimento
libero e gara); tuttavia non è possibile dedicarsi per tutta la
vita soltanto a questa attività.
L'agonismo, infatti, non
rappresenta che il punto di partenza rispetto alla via da percorrere: parallelamente
al Randori, è necessario allenarsi con i Kata che, da sempre, occupano
un posto di primaria importanza nel programma del Judo.
I Kata espongono i principi
del Judo il cui studio si prolunga fino ai più alti gradi della
gerarchia. Ogni singola forma contenuta nei Kata propone un argomento specifico
che costituisce la progressione di studio per i possessori di grado (cinture
nere, yudansha).
Nei confronti del combattimento
il Kata necessita di un approccio diverso, legato peraltro anche a ragioni
pratiche. Nel momento in cui la forza fisica non è più la
stessa degli anni giovanili, sarà possibile continuare col Kata
l'allenamento di Judo in modo più teorico ma a un livello sicuramente
più elevato.
I Kata esistevano già,
come esecuzione stilizzata di sequenze di tecniche, nelle antiche scuole
di Ju-Jutsu e lo scopo principale era e rimane quello di tramandare nel
tempo la perfetta esecuzione di tecniche che altrimenti, potrebbero venire
distorte in seguito al particolare modo di esecuzione dei maestri che sono
naturalmente portati ad insegnarle in modo del tutto personalizzato.
Oggi vengono insegnati i
seguenti Kata: |
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a dovere di cronaca oltre
ai Kata elencati, al Kodokan di Tokyo vengono insegnati altri tre kata
che in Italia non sono praticati, essi sono:
Seiryoku-Zen'yo-Kokumin-taii-kuno-kata
(forme
dell'educazione fisica)
Fujoshi-yo-goshin-no-kata
(forme di difesa per donne e ragazzi)
Ippan-yo-goshin-no-kata
(forme
di difesa per uomini).
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