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DANZICA
La storia di Danzica è
inseparabile da quella della Pomerania orientale. Sorta nel X secolo come
fortificazione, la città cadde sotto il dominio dei Cavalieri Teutonici nel
1308. Fu solo nel 1466, col ricordato armistizio, che il sovrano polacco riuscì
a ricuperare il possesso della città. Da quel momento in poi, la città prosperò
e divenne uno dei più grandi porti europei. Dopo la seconda spartizione della
Polonia, la regione cadde nelle mani della Prussia. Solo nel 1919, col trattato
di Versailles, Danzica riottene lo statuto di città libera. Anche se la città
andò in cenere nel 1945, dopo la guerra è stata completamente ricostruita ed è
tornata oggi a svolgere il ruolo che la storia le ha assegnato.
La storia
Dopo la seconda guerra mondiale, la città è entrata di nuovo a far parte del
territorio polacco. Nel 1975 vennero del tutto cancellate le tracce delle
distruzioni. Anche se l'economia polacca del dopoguerra è stata caratterizzata
da una grande debolezza, non è mai stato messo in dubbio che Danzica dovesse
risorgere dalle ceneri. Il problema era come ciò dovesse realizzarsi. Una
corrente di pensiero sposava la soluzione di ricostruire la città ex-novo, senza
tener conto del passato, mentre un secondo partito sosteneva la necessità di
ricostruirla così com'era prima della guerra. Vinse questa linea di pensiero e
così la Danzica che vediamo oggi, soprattutto la vecchia città, è identica a
quella dell'anteguerra.
La ricostruzione pose agli architetti e ai pianificatori sfide apparentemente
insormontabili, soprattutto per quanto riguardava il ricupero dei materiali e la
documentazione.
Il primo problema fu quello di fare un accurato inventario di ciò che restava.
Pezzi di muro, pietre e mattoni si ammucchiavano alla rinfusa per ogni dove.
Erano andati distrutti gli archivi del catasto ed era quindi un problema sapere
cosa c'era stato in un determinato posto. Si lavorò soprattutto in base a
vecchie fotografie. In Mariackaulica, per esempio, era rimasta come unico punto
di riferimento una scala e fu da essa che gli ingegneri partirono per
ricostruire l'ambiente circostante. Si possono facilmente intuire le immense
difficoltà che si dovettero superare.
La realistica decisione di poter disporre di spazi adeguati alle esigenze di una
città moderna comportò, in una certa misura, il sacrificio dell'accuratezza
storica. Non si ricostruirono, così, alcuni degli strettissimi vicoli che
caratterizzavano la vecchia Danzica. I quartieri residenziali, un tempo
affastellati e privi di verde, vennero ripensati in chiave moderna, con aree
verdi e centri commerciali. Mentre ci si prese una certa libertà nella
ricostruzione degli interni delle case, le facciate, e in particolare quelle del
centro cittadino attorno al Mercato lungo, sono state ricostruite rispettando
scrupolosamente le forme e i materiali originali.
Anche nel centro della città sono sorti alcuni edifici moderni, come quello
delle Poste, la cui facciata mostra una varietà di stili rappresentativi
dell'evoluzione delle tendenze architettoniche nel tempo.
Il lavoro di ricostruzione ebbe inizio nel 1946, col restauro delle poche case
ancora in piedi, e venne completato, in linea di massima, nel 1960. L'aspetto
della Danzica odierna è quello di una città prospera e fiera delle sue
tradizioni. Danzica è una metropoli con una popolazione di quasi mezzo milione
di abitanti.
E' stata il punto locale di avvenimenti di enorme portata storica. Lo sviluppo
di Solidarnosc ha impresso inevitabilmente il suo marchio sulla storia recente
della città.
Da visitare
Il centro città
Per rintracciare i segni della storia di Danzica, il punto di partenza più
adatto è il centro della città, attraversato dai canali Motlawa e Radunia. Il
centro della città coincide con la città vecchia e gli antichi sobborghi. Gli
stili architettonici sono soprattutto il gotico e il rinascimentale.
Gli edifici più belli si trovano lungo ul. Diuga. Nei tempi antichi i re
entravano in città, seguiti dalle loro corti, attraverso questa strada. Vi si
tiene ogni anno, a partire dal 1972, il mercato Domenicano, le cui tradizioni
risalgono al XIII secolo.
La via Dluga
Si può raggiungere la via Dluga attraverso la porta d'oro, costruita nel XVII
secolo. Subito accanto c'è il castello di S. Giorgio. Da sotto l'arco della
porta si ha una visione prospettica della strada in tutta la sua lunghezza.
Sopra la testa si ha la sottile torre del palazzo del municipio, del XIV-XV
secolo. Nel suo interno ricco di decorazioni è ospitato il museo cittadino. Un
altro simbolo della città, la fontana del Nettuno, con la sua originale
balaustra cinquecentesca in ferro battuto, fronteggia il più imponente edificio
del quartiere, il castello di Artus, in stile rinascimentale, che fu un tempo la
sede della ricca gilda dei mercati della città. La via Dluga termina al Diugi
Targ (Mercato lungo). Le case patrizie che vi si affacciano conferiscono alla
piazza un'atmosfera particolare. La più notevole fra tutte è la Zlota Kamienica
(Casa d'oro), costruita nel Seicento e ricoperta di bassorilievi dorati.
La Zielona
Brama
Alla fine del Mercato lungo c'è la Zielona Brama (Porta verde). Attraversandola
si raggiungono i moli della Motlawa, che costituirono per parecchi secoli il
porto cittadino, e da cui si può osservare un'isola con molti vecchi magazzini.
Quando la ricostruzione sarà finita, è già in programma di trasformare
quest'isola nel nuovo centro commerciale e culturale di Danzica.
Lungo i
moli
Lungo i moli si incontrano molte piccole gioiellerie. Molte fra esse trattano
l'ambra grigia, vero tesoro del Baltico. Ai negozi si alternano gallerie d'arte.
Un'enorme gru di legno, risalente al XV secolo, sovrasta il fiume. La Zuraw,
nota come Porta della gru, è stata accuratamente restaurata dopo la guerra.
La Via
Mariacka
Parallela al Mercato lungo è la via Mariacka, una delle strade più ricche di
fascino dell'intera città. Percorrerla a piedi significa respirare l'atmosfera
romantica e demodé della vecchia Danzica. La strada, come già detto, è stata
interamente ricostruita dopo la guerra. Il suo antico splendore è stato così ben
recuperato da indurre i produttori del film I Buddenbrook, tratto dal romanzo di
Thomas Mann, a girarvi alcune scene, preferendola come sfondo alle strade della
città anseatica di Lubecca, dove il libro è ambientato. La chiesa della Santa
Vergine Maria è ubicata alla fine di via Maria. La sua costruzione richiese 159
anni, dal 1343 al 1502, anche perchè è di proporzioni immense (è la sesta chiesa
al mondo per dimensioni).
La zona sud
A sud della "città principale" c'è quello che era il vecchio sobborgo. La sw.
Trojcy (chiesa della SS.Trinità), costruita agli inizi del XVI secolo e visibile
da lontano, domina il quartiere. In questa zona ci sono molti altri tesori
d'arte. Il museum Narodowe (museo Nazionale), ospitato in un ex monastero, e
orgoglioso del famoso dipinto di Hans Memling Il giudizio universale. Il museo
contiene inoltre una raccolta di dipinti di scuola polacca e oggetti di design,
fra cui i rinomati mobili di Danzica.
La Penisola di Westerpiatte
Alla foce del braccio morto della Vistola, a 5 chilometri dal centro, c'è la
penisola di Westerpiatte. Entrò nei libri di storia nel settembre 1939, quando
180 soldati polacchi, guidati dal maggiore Henryk Sucharski, resistettero alle
soverchianti forze naziste. Furono i colpi sparati contro questi coraggiosi
difensori della libertà dall'incrociatore Schleswig Holstein che diedero
inizio alla seconda guerra mondiale.
Oliwa
Oliwa è forse il più bello dei sobborghi, a nord della città vecchia. C'è un
grande monastero cistercense, la cui cattedrale risale alla prima metà del XIII
secolo. La basilica in quattro parti si compone di elementi rinascimentali,
barocchi e rococò. Molti grandi musicisti hanno eseguito concerti sul famoso
organo di Oliwa del monastero, costruito negli anni 1763-88. Lungo la strada che
collega Oliwa a Sopot si trova il moderno palazzo dei congressi "Oliwia." Il
palazzo ospitò la prima e la seconda conferenza regionale di Solidarnocs,
riunioni che costituirono importanti pietre miliari lungo il cammino del Paese
verso la libertà.
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