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Il mio nome è Guido Lucchi e sono nato a Cesenatico 43 anni fa.

La mia scheda medica dice testualmente:

"Guido presenta una paralisi cerebrale infantile a carattere prettamente distonico. Sul piano funzionale egli mostra una buona coordinazione di sguardo e una capacità di utilizzare, nella patologia neuromotoria, gli arti inferiori con funzioni gestuali. Per fare questo Guido si è via via nel tempo organizzato per fissarsi con capo e tronco sulla carrozzina o sul lettuccio allestito a casa, per rendere il più possibile funzionale l’uso degli arti inferiori, attraverso posizionamenti di inibizione e ricerca di punti di appoggio. In dettaglio, inibisce gli arti superiori in flessione, tiene fissato il tronco in scoliosi destro convessa, adduce le anche e incrocia gli arti inferiori: può così isolare il gesto delle dita dei piedi (alluce in particolare), della caviglia e parzialmente del ginocchio, con piccole variazioni di flessione. C’è una condizione di marcata disartria, che viene riferita in aggravamento."

Fortunatamente credo di essere molto di più di quanto viene descritto in questo stralcio della scheda medica!!!

Un trauma da parto mi ha causato gravi limitazioni motorie (l'unica parte del corpo che riesco a controllare volontariamente è l'alluce del piede destro). 
Queste limitazioni, che sono evidenziate da una accentuata spasticità e da una comunicazione orale fortemente compromessa, non mi hanno comunque impedito di diventare una persona adulta intelligente e mentalmente disponibile.

Ho una famiglia che mi ha sempre circondato d’amore e che mi ha aiutato a crescere in un ambiente sereno e accogliente, dove il mio carattere ironico e socievole si è potuto sviluppare senza inutili mortificazioni.

La mia famiglia è di origini contadine e abito con miei genitori in un paese della riviera romagnola (Cesenatico). Fin da piccolo sono stato circondato da tante persone che mi hanno protetto e non mi hanno mai fatto sentire né solo, né diverso.

Purtroppo non ho frequentato la scuola; erano altri tempi, la cultura dell’integrazione doveva ancora svilupparsi. In quegli anni nelle scuole non esistevano le strutture e le metodologie necessarie per seguire una persona come me, che non può neanche stare seduto e che parla con estrema difficoltà, ma oggi non sbaglierei se mi definissi “diversamente abile”.

Così sono cresciuto senza sapere né leggere né scrivere, ma comunque l’ambiente famigliare ha sempre saputo accontentare le mie curiosità e la mia voglia di conoscere.
La radio e la televisione mi hanno mostrato cosa c’è nel mondo e hanno contribuito ad arricchire i miei innumerevoli interessi. 

 

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