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Dome de Neige des Ecrins

4015 m

Cresta est (per il fianco nord della Barre des Ecrins)

Il Dôme de Neige des Ecrins è il secondo quattromila del Delfinato, poco indipendente come vetta a sè stante in quanto messo in secondo piano dalla vicina e dominante Barre des Ecrins, della quale è considerato la cima scialpinistica. Una via di salita tecnicamente semplice, spesso solo la prima parte del percorso che deve portare fino alla cima della più elevata e difficile Barre des Ecrins, interamente su neve; possono dare qualche problema solo i crepacci all'inizio del Glacier Blanc ed i seracchi nella parte bassa del fianco nord che comportano qualche rischio oggettivo di caduta blocchi di ghiaccio. Una cima che vale la pena visitare, in virtù dello splendido ambiente del Parco Nazionale degli Ecrins in cui si sviluppa e del notevole panorama che, condizioni meteo permettendo, si può godere dalla vetta. Unica nota stonata l'alta frequentazione della salita che, benchè garantisca quasi sempre una traccia perfettamente battuta, rende quasi impossibile la prenotazione al refuge des Ecrins e priva l'alpinista della wilderness che ci si augurerebbe di trovare in questi luoghi.

Difficoltà: PD- ( 45° )
Dislivello: 700m + 1450m (G.Blanc) o 1300m + 900m (Ecrins)
Tempo: 2h-2h30 + 5h-6h o 4h-5h + 3h-4h

Da Ailefroide (1503 m), lungo una stretta strada asfaltata, ci si inoltra in auto nel parco fino ai parcheggi di Pré de Madame Carle (1874 m), dove ha inizio l'escursione. Si risale la valle, dapprima lungo un'ampia e comoda strada sterrata attraverso lo sbocco della valle del Glacier Noir, poi per un evidente sentiero che risale un ripido pendio e porta, oltre uno sperone roccioso, nella valle del Glacier Blanc. Attraversato il torrente emissario del ghiacciaio, il sentiero (qualche breve tratto attrezzato) risale un facile pendio roccioso. Oltrepassata la spianata con laghetto dove sorgeva il vecchio rifugio Tuckett, con un ultimo strappo si raggiunge il Refuge du Glacier Blanc (2550 m). [2h-2h30]
Dal rifugio si continua per sentiero in ambiente morenico, costeggiando il Glacier Blanc. Ci si muove lasciando sulla sinistra la valle già coperta dal ghiacciaio. Si guadagna il ghiacciaio senza perdere quota e se ne risale il fronte facendo attenzione alle prime crepe che possono costringere a qualche inattesa deviazione. Il percorso si fa meno ripido quando si raggiunge il terreno più aperto del Glacier Blanc, in vista dello sperone roccioso, sulla destra, che ospita il Refuge des Ecrins, per molti il vero punto di partenza della camminata. Negli ultimi tempi il Glacier Blanc in estate si trova spesso in cattive condizioni, perciò questa linea di passaggio viene in genere riservata alle salite primaverili. Si preferisce invece seguire un sentiero (segnalato con bolli rossi) che sale restando sulla morena di destra per evitare la crepacciata parte bassa del ghiacciaio, e raggiungere direttamente il plateau nevoso in vista del rifugio. Dopo essersi portati sotto lo sperone roccioso, si sale l’ultimo pendio sulla destra delle rocce per neve e tracce di sentiero fino al Refuge Des Ecrins (3170 m). [2h-2h30]

Ridiscesi al ghiacciaio (o una volta raggiunto lo sperone, per chi è solo in transito, in arrivo dal Refuge du Glacier Blanc) si prosegue semplicemente su neve prestando attenzione ai pochi e normalmente non pericolosi crepacci, prima su terreno facile e comodo in modesta pendenza, poi su pendii via via più ripidi. Si arriva in prossimità del Col des Ecrins (3367 m), quindi si risale il facile fianco nord della Barre des Ecrins, con una linea obbligata dalla struttura del pendio: inizialmente ci si alza in verticale verso la vetta lasciando sulla sinistra un’ampia zona seraccata; appena oltre si taglia decisamente verso sinistra per evitare altri seracchi che incombono minacciosi poco più in alto (prestare attenzione in questo tratto all'eventuale caduta di blocchi di ghiaccio). Si prosegue a lungo in diagonale verso sinistra, fino ai piedi di un risalto molto ripido, quindi ci si rivolge più a destra in direzione della vetta. Si arriva alle pendici dell'imponente muraglia sommitale della Barre des Ecrins, dove si piega in un lunghissimo traverso verso destra costeggiandone la crepaccia terminale che ne incide la base, fino a raggiungere la Bréche Lory (3974 m), frattura che separa la Barre dal più modesto cupolone nevoso del Dôme de Neige. E’ nell’ultimissimo tratto di pendio che conduce alla Bréche che si trovano i pochi metri più ripidi della salita (45°); fare attenzione perchè secondo la stagione è possibile trovare ghiaccio o una terminale fastidiosa.
Da qui, con facilissimo percorso su neve, si raggiunge in pochi minuti la vetta. [3h-4h]
In discesa si segue semplicemente la stessa via di salita.

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