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Barre des Ecrins

4101 m

Fianco nord e cresta ovest

La Barre des Ecrins è la vetta principale del Delfinato, punto culminante del selvaggio e suggestivo Parco Nazionale degli Ecrins. La via normale lungo il fianco nord e la cresta ovest risulta molto semplice nella sua prima parte, dove coincide con la normale di salita al più facile Dôme de Neige des Ecrins, mentre si fa più complicata nella parte finale, dove la cima del Dôme viene abbandonata a favore della rocciosa cresta ovest dell'edificio sommitale della Barre. Normalmente la salita è molto frequentata, almeno fino alla Bréche Lory (l'intaglio che separa la Barre dal Dôme), tanto che prenotare al refuge des Ecrins nei week end estivi risulta praticamente impossibile, ma di contro si può contare quasi sempre su un'ottima traccia lungo il nevoso fianco nord dove peraltro vi è qualche rischio di caduta di blocchi di ghiaccio nella parte bassa. La cresta ovest richiede invece attenzione nel caso la si trovi innevata, soprattutto nella prima parte e nel ripido ed esposto risalto che precede il Pic Lory. Sarà imperativo fare attenzione alla bellezza del luogo nella prima parte dell'escursione, ai crepacci ed ai seracchi del Glacier Blanc nella parte centrale, e alla panoramicità dell'arrampicata nell'ultimo tratto di cresta.

Difficoltà: PD+ ( II+ / 45° )
Dislivello: 700m + 1550m (G.Blanc) o 1300m + 1000m (Ecrins)
Tempo: 2h-2h30 + 6h-8h o 4h-5h + 4h-6h

Da Ailefroide (1503 m), lungo una stretta strada asfaltata, ci si inoltra in auto nel parco fino ai parcheggi di Pré de Madame Carle (1874 m), dove ha inizio l'escursione. Si risale la valle, dapprima lungo un'ampia e comoda strada sterrata attraverso lo sbocco della valle del Glacier Noir, poi per un evidente sentiero che risale un ripido pendio e porta, oltre uno sperone roccioso, nella valle del Glacier Blanc. Attraversato il torrente emissario del ghiacciaio, il sentiero (qualche breve tratto attrezzato) risale un facile pendio roccioso. Oltrepassata la spianata con laghetto dove sorgeva il vecchio rifugio Tuckett, con un ultimo strappo si raggiunge il Refuge du Glacier Blanc (2550 m). [2h-2h30]
Dal rifugio si continua per sentiero in ambiente morenico, costeggiando il Glacier Blanc. Ci si muove lasciando sulla sinistra la valle già coperta dal ghiacciaio. Si guadagna il ghiacciaio senza perdere quota e se ne risale il fronte facendo attenzione alle prime crepe che possono costringere a qualche inattesa deviazione. Il percorso si fa meno ripido quando si raggiunge il terreno più aperto del Glacier Blanc, in vista dello sperone roccioso, sulla destra, che ospita il Refuge des Ecrins, per molti il vero punto di partenza della camminata. Negli ultimi tempi il Glacier Blanc in estate si trova spesso in cattive condizioni, perciò questa linea di passaggio viene in genere riservata alle salite primaverili. Si preferisce invece seguire un sentiero (segnalato con bolli rossi) che sale restando sulla morena di destra per evitare la crepacciata parte bassa del ghiacciaio, e raggiungere direttamente il plateau nevoso in vista del rifugio. Dopo essersi portati sotto lo sperone roccioso, si sale l’ultimo pendio sulla destra delle rocce per neve e tracce di sentiero fino al Refuge Des Ecrins (3170 m). [2h-2h30]

Ridiscesi al ghiacciaio (o una volta raggiunto lo sperone, per chi è solo in transito, in arrivo dal Refuge du Glacier Blanc) si prosegue semplicemente su neve prestando attenzione ai pochi e normalmente non pericolosi crepacci, prima su terreno facile e comodo in modesta pendenza, poi su pendii via via più ripidi. Si arriva in prossimità del Col des Ecrins (3367 m), quindi si risale il facile fianco nord della Barre des Ecrins, con una linea obbligata dalla struttura del pendio: inizialmente ci si alza in verticale verso la vetta lasciando sulla sinistra un’ampia zona seraccata; appena oltre si taglia decisamente verso sinistra per evitare altri seracchi che incombono minacciosi poco più in alto (prestare attenzione in questo tratto all'eventuale caduta di blocchi di ghiaccio). Si prosegue a lungo in diagonale verso sinistra, fino ai piedi di un risalto molto ripido, quindi ci si rivolge più a destra in direzione della vetta. Si arriva alle pendici dell'imponente muraglia sommitale della Barre des Ecrins, dove si piega in un lunghissimo traverso verso destra costeggiandone la crepaccia terminale che ne incide la base, fino a raggiungere la Bréche Lory (3974 m), frattura che separa la Barre dal più modesto cupolone nevoso del Dôme de Neige. E’ nell’ultimissimo tratto di pendio che conduce alla Bréche che si trovano i pochi metri più ripidi della salita (45°); fare attenzione perchè secondo la stagione è possibile trovare ghiaccio o una terminale fastidiosa. [3h-4h]
Si attacca lo sperone della Barre aggirando sulla sinistra il risalto iniziale al di sopra della breccia per poi raggiungere in verticale il filo di cresta (II); volendo, è anche possibile salire in campo più aperto superando la crepaccia terminale (può essere complicato) poco prima della Bréche Lory e risalendo direttamente il ripido pendio nevoso (50/55°) sino a raggiungere la cresta. Una volta sulla cresta sommitale si prosegue senza grosse difficoltà sino a raggiungere un intaglio sotto la cima del Pic Lory (4086 m); qui si trova un ripido risalto (II+) da superare sulla destra con bella esposizione sulla sottostante parete sud. Raggiunto il Pic Lory, su terreno misto più semplice si guadagna la vetta. [1h-2h]
In discesa si segue la via di salita; può eventualmente risultare utile una doppia per raggiungere direttamente la Bréche Lory.

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