Aiguille de Bionnassay
4052 m
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Cresta sud |
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L'Aiguille de Bionnassay è una bella ed elegante vetta, in prevalenza nevosa, che si erge tra il col de Bionnassay e il col de Tricot, non lontano dal più famoso e ben più affollato Monte Bianco. Questa montagna non risulta essere molto frequentata: gli accessi alle sue vie di salita più abbordabili sono sempre lunghi e faticosi. La via normale si svolge lungo la cresta sud, una bella e varia salita di misto; dopo una prima parte abbastanza semplice, presenta qualche passaggio non banale su roccia di mediocre qualità ed un ultimo breve ma ripido pendio nevoso che può risultare particolarmente impegnativo in presenza di ghiaccio vivo. Una volta giunti in vetta, un'aerea ed affilata cresta nevosa che richiede attenzione ed equilibrio, sia che si scelga per la discesa l'intinerario di salita o la traversata per la cresta est, il ritorno a valle richiederà ancora concentrazione e impegno per parecchie ore. La base per la salita è rappresentata dal piccolo ma funzionale Refuge Durier al col de Miage; per raggiungerlo bisogna sobbarcarsi una lunga marcia di avvicinamento con un notevole dislivello sia che si parta dalla Francia (vallée de Montjoie o Bellevue) che dall'Italia (val Veny; tenere conto di un alto rischio di caduta sassi sul ghiacciaio del Miage superiore, specie con temperature elevate). Oltre a qualche fettuccia e ad un paio di dadi o friends, prevedere due o tre viti in caso di ghiaccio sul pendio sommitale. |
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Difficoltà: |
AD ( III / 50° ) |
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Dislivello: |
2200m (Gruvaz) o 1800m (Bellevue) o 1700m (val Veny) + 700m |
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Tempo: |
7h-8h o 6h30-7h o 6h-7h + 3h-4h |
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Da la Gruvaz (1150 m, raggiungibile da St. Gervais les Bains per la vallée de Montjoie) occorre seguire il sentiero che costeggia il torrent de Miage sino a raggiungere gli Chalets de Miage (1559 m). [1h-1h30] Da qui, attraversato il torrente, un sentierino conduce inizialmente ad una cascata quindi, dopo aver superato le roccette alla sua destra, ad una cresta erbosa piuttosto erta, ed infine alla morena del glacier de Miage. Sempre lungo tracce di sentiero si sale lungo la morena costeggiando il ghiacciaio sino a raggiungere la quota 2566 m. Poco oltre si arriva al Plan Glacier (2570 m), da dove si risale l'ultimo tratto di morena per raggiungere il Refuge de Plan Glacier (2750 m). [3h30-4h] Qui si può anche arrivare partendo da Bellevue (1794 m; funivia da Les Houches o trenino da St. Gervais) seguendo il sentiero che, dopo essersi abbassato nel vallone sotto lo chalet de l'Are (1600 m) sale a valicare il col de Tricot (2120 m, 2 ore) e, proseguendo sulla sinistra, taglia il fianco sud-ovest dell'arete de Tricot; rincongiuntisi all'intinerario pecedente nei pressi del Plan Glacier, si sale a guadagnare l'omonimo rifugio (2750 m). [4h-4h30] Da qui, lungo un sentiero in parte attrezzato, ci si porta sul ghiacciaio e lo si attraversa verso la costola rocciosa che scende dal col de Miage, resa più evidente da un ben visibile bollo dipinto in vernice rossa. Superata, a volte con difficoltà, la crepaccia terminale si risale interamente la facile costola di rocce rotte (qualche corda fissa nel tratto superiore), fino al col de Miage e al Refuge Durier (3349 m). [2h30] Se invece si opta per la val Veny, dal ponte di Plan Lognan (1670 m), lungo la strada dapprima asfaltata e poi sterrata, si raggiunge la conca erbosa dove sorge il bar Combal (1970 m). [1h] Da qui si segue il sentiero che guadagna il filo della morena laterale destra del ghiacciaio del Miage che si percorre sino al suo termine. Si raggiunge il centro del ghiacciaio (qualche crepaccio, in genere non pericoloso). E' anche possibile giungere a questo punto seguendo il bel sentiero che evita la strada asfaltata iniziale: dall'area pic nic Miage di Plan Veny (1565 m), dopo aver superato la deviazione per il rifugio Monzino, si passa dal lago delle Marmotte (1957 m) e si raggiunge il ghiacciaio a quota 2150 metri (stesso tempo di percorrenza). Si percorre, rimanendo al centro, tutto il lungo ghiacciaio, spesso coperto da pietre e detriti morenici, seguendo le segnalazioni e gli ometti presenti (anche qualche pezzo di un aereo precipitato molti anni fa), ed oltrepassando gli innesti (sulla destra) dei ghiacciai del Monte Bianco e del Dôme. Giunti in vista dei contrafforti delle Aiguilles Grises, la pendenza aumenta ed è necessario spostarsi a sinistra per evitare una zona piuttosto crepacciata, sino a scorgere sulla destra la partenza del sentierino per il rifugio Gonella (2650 m). [3h-3h30] Lasciando sulla destra le segnalazioni che indicano la deviazione per il Gonella, si prosegue restando nel mezzo del ghiacciaio del Miage (attenzione ai crepacci, qui più numerosi ed insidiosi) sino a portarsi in una conca (2800 m.) dove confluisce da destra il ghiacciaio di Bionnassay. Per guadagnare la parte superiore del ghiacciaio del Miage occorre, dopo aver superato la crepaccia terminale in genere sulla sinistra, risalire un canale nevoso (o detritico) a lato di uno sperone roccioso proveniente dalla quota 3383 metri poco a sinistra del col de Miage, spostandosi appena possibile su di esso. Risalita la prima parte dello sperone con una diagonale ascendente verso destra su roccia mediocre che richiede un minimo di attenzione (passaggi di I e II) si guadagna una bocchetta da dove si può scegliere se spostarsi a destra sull'adiacente pendio glaciale (dove però il rischio di caduta sassi può essere molto forte) oppure proseguire lungo le rocce soprastanti, che alternano qualche tratto ripido (punti di II) ad altri detritici, in particolare nel canale finale di sfasciumi (meglio restare sulla destra) che conduce al facile pendio nevoso sommitale della quota 3383 metri. Ora non resta che percorrere il breve e facile tratto di cresta di neve e roccette per raggiungere il col de Miage ed il vicino refuge Durier (3349 m). [2h-2h30]
Dal rifugio si sale subito per la cresta, prima per un facile pendio nevoso o di sfasciumi, poi mantenendosi sulla destra del filo, per sfruttare una buona cengia (ometti); si prosegue senza grosse difficoltà per neve e roccette detritiche avendo sempre come riferimento gli ometti presenti, sino a raggiungere una prima spalla nevosa (3500 m). Si prosegue quindi risalendo rocce non difficili seguite da un tratto nevoso, oltre il quale un nuovo salto di roccia (II) conduce sulla seconda spalla della cresta (3700 m). Da qui occorre seguire il filo di cresta, piuttosto aereo ed affilato, per guadagnare una forcella alla base di un salto roccioso (3800 m). [1h30] Si risale lo sperone roccioso lungo un camino posto una ventina di metri sulla destra del filo di cresta, che presenta una fessura piuttosto faticosa ma ricca di buoni appigli (III; in discesa eventuale corda doppia); in caso di ghiaccio si può anche passare sulla sinistra lungo un ripido pendio nevoso, per poi riguadagnare il filo di cresta oltre il salto roccioso. Ora si deve procedere restando leggermente sulla sinistra o lungo il filo per neve e qualche passaggio su roccia (II) non di eccellente qualità o al più, in caso di ghiaccio, spostandosi sulla destra verso la parete sud-est procedendo lungo cenge e roccette con passaggi di misto sino a portarsi in un canale che, superando una fascia rocciosa, porta alla base dell'ultimo ripido pendio nevoso (3940 m). [1h-2h] Il pendio, anche se non presenta un grande dislivello, richiede attenzione (50°) specie nel caso dovesse affiorare del ghiaccio vivo; nel caso possono tornare utili un paio di viti da ghiaccio. Al suo termine si sbuca sull'aerea, affilata ed esposta cresta sommitale, lungo la quale si guadagna la vetta. [0h30] In discesa si può ripercorrere l'intinerario di salita, oppure optare per la traversata scendendo lungo la stretta ed affilata cresta est al col de Bionnassay ed al rifugio Gonella (vedi sotto); per i più allenati che decidono di spingersi sino in vetta al Bianco, è consigliabile raggiungere il refuge Durier partendo da Bellevue, in modo da non aver problemi di rientro scendendo al Nid d'Aigle (e quindi in trenino a Bellevue) per l'Aiguille du Gouter (vedi Monte Bianco).
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Cresta est |
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La nevosa, stretta ed affilata cresta est viene spesso utilizzata come via di discesa per effettuare la traversata della montagna dopo esser saliti lungo la cresta sud; le cordate più allenate a volte proseguono sino alla vetta del Monte Bianco, rendendo l'ascensione veramente lunga ma spettacolare ed appagante. Se la si affronta in salita, il miglior punto di appoggio è rappresentato dal rifugio Gonella. Il percorso, pur non molto difficile tecnicamente, è sempre aereo ed esposto: a volte può anche capitare di dover superare alcuni tratti di cresta stando a cavalcioni sul filo. Attenzione richiedono anche le pericolose cornici presenti che sporgono sulla parete nord-ovest. Su una cresta come questa, oltre all'assenza di vento forte, sono assolutamente necessarie buone condizioni della neve: la presenza di ghiaccio può complicare notevolmente l'ascensione. In ogni caso possono eventualmente tornare utili un paio di viti da ghiaccio.
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Difficoltà: |
AD- ( I / 40° ) |
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Dislivello: |
1400m + 1100m |
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Tempo: |
4h-5h30 + 5h30-7h |
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Dal ponte di Plan Lognan (1670 m) in val Veny, lungo la strada dapprima asfaltata e poi sterrata, si raggiunge la conca erbosa dove sorge il bar Combal (1970 m). [1h] Da qui si segue il sentiero che guadagna il filo della morena laterale destra del ghiacciaio del Miage che si percorre sino al suo termine. Si raggiunge il centro del ghiacciaio (qualche crepaccio, in genere non pericoloso). E' anche possibile giungere a questo punto seguendo il bel sentiero che evita la strada asfaltata iniziale: dall'area pic nic Miage di Plan Veny (1565 m), dopo aver superato la deviazione per il rifugio Monzino, si passa dal lago delle Marmotte (1957 m) e si raggiunge il ghiacciaio a quota 2150 metri (stesso tempo di percorrenza). Si percorre, rimanendo al centro, tutto il lungo ghiacciaio, spesso coperto da pietre e detriti morenici, seguendo le segnalazioni e gli ometti presenti (anche qualche pezzo di un aereo precipitato molti anni fa), ed oltrepassando gli innesti (sulla destra) dei ghiacciai del Monte Bianco e del Dôme. Giunti in vista dei contrafforti delle Aiguilles Grises, la pendenza aumenta ed è necessario spostarsi a sinistra per evitare una zona piuttosto crepacciata, prima di raggiungere sulla destra la partenza del ripido sentierino per il rifugio Gonella (2650 m). [2h30-3h30] Il sentiero, in parte attrezzato, sale in diagonale verso destra attraverso una zona di terrazze detritiche (Chaux de Pesse), superando anche un piccolo nevaio prima di guadagnare lo sperone roccioso (corde fisse) che conduce al rifugio (3072 m). [0h30-1h]
Dal rifugio Gonella, lungo delle tracce tra neve, sfasciumi e roccette, ci si porta sul ghiacciaio del Dôme. In principio lo si risale stando sulla sinistra (qualche crepaccio, in genere è presente una buona traccia), poi ci si sposta verso il centro: qui è necessario fare attenzione ai numerosi crepacci presenti. In seguito si risale il ramo occidentale del ghiacciaio, di solito stando piuttosto sulla destra per evitare anche qui i grandi crepacci che tagliano il pendio; raggiunto il bacino superiore si supera (piuttosto sulla sinistra) la terminale e, per un ripido pendio (40°), si raggiunge il Col des Aiguilles Grises (3811 m). E' anche possibile arrivare a questo colle seguendo dal rifugio Gonella la rocciosa cresta delle Aiguilles Grises, scavalcando o aggirando sulla sinistra i rilievi più marcati; percorso più sicuro ma un po' più lungo e faticoso del precedente e di conseguenza poco frequentato; utile (specie per la discesa) nel caso in cui il ghiacciaio del Dôme si trovi in brutte condizioni. Si prosegue lungo la cresta di neve e facili roccette sino a raggiungere la poco evidente puntina rocciosa del Piton des Italiens (4003 m), posto sulla cresta che collega l'Aiguille de Bionnassay al Monte Bianco. [3h30-4h] Da qui occorre scendere, dapprima per roccette ed in seguito per neve, al sottostante col de Bionnassay (3892 m), dove si attacca la nevosa ed affilata cresta est. La si risale con percorso aereo stando sul filo (a seconda delle condizioni in alcuni tratti può esser necessario procedere anche a cavalcioni) o immediatamente a sinistra, prestando attenzione alle eventuali cornici che sporgono verso nord, fino a guadagnare la vetta. [2h-3h] In discesa si segue lo stesso intinerario di salita, oppure si può optare per la traversata (normalmente effettuata però in senso inverso) scendendo lungo la cresta sud al Refuge Durier (vedi sopra).
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