INDICE
GENERALE dei documenti tratti da Le
apparizioni e il messaggio di Fatima
INDICE del documento Le apparizioni e il messaggio di
Fatima
INTRODUZIONE
I.
APPARIZIONI DELL'ANGELO DEL PORTOGALLO
PRIMA
APPARIZIONE DELL'ANGELO
SECONDA
APPARIZIONE DELL'ANGELO
TERZA
APPARIZIONE DELL'ANGELO
II.
APPARIZIONI DELLA SANTISSIMA VERGINE
PRIMA
APPARIZIONE: 13 MAGGIO 1917
SECONDA
APPARIZIONE: 13 GIUGNO 1917
TERZA
APPARIZIONE: 13 LUGLIO 1917
Prima
parte del segreto: la visione dell'inferno
Seconda
parte del segreto:
l'annuncio del castigo e dei mezzi per evitarlo
QUARTA
APPARIZIONE: 15 AGOSTO 1917
QUINTA
APPARIZIONE: 13 SETTEMBRE 1917
SESTA
E ULTIMA APPARIZIONE: 13 OTTOBRE 1917
III.
ALCUNE VISIONI PRIVATE
«VIDI
IL SANTO PADRE...»
ULTIME
VISIONI DI GIACINTA
«CHI
TI HA INSEGNATO TANTE COSE?»
*
Riguardo alla guerra
*
Sui sacerdoti e sui governanti
*
Sopra il peccato
*
Sulle virtù cristiane
ULTIMI
GIORNI DI GIACINTA
IV.
LA MISSIONE DI SUOR LUCIA
L'ITINERARIO
DI LUCIA
LE
RIVELAZIONI POSTERIORI AL 1917; I CINQUE PRIMI SABATI
LA
DIVULGAZIONE DEI SEGRETI
LA
CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
INTRODUZIONE
Nei libri che trattano degli avvenimenti di Fátima,
la descrizione delle apparizioni e i colloqui della Madonna con i veggenti
sono inseriti in una sequela di fatti che inglobano le ripercussioni locali
delle apparizioni, gli interrogatori dei veggenti e dei testimoni, le guarigioni
e le conversioni straordinarie che ne sono seguite i particolari tanto
attraenti della crescita spirituale dei bambini privilegiati, e numerosi
episodi connessi. Certamente, niente di più logico e di più
comprensibile.
Letti i libri, però, sorge in molti il desiderio di disporre di
un testo che dia loro più facilmente la possibilità di indugiare
in modo speciale sul contenuto stesso delle apparizioni, con l'intento
di penetrare sempre più il senso del messaggio che la Madonna è
venuta a comunicare agli uomini, in modo da poterne ottemperare le prescrizioni.
Con l'intenzione di soddisfare questo desiderio tanto legittimo, abbiamo
composto una relazione circoscritta a quanto accadde tra la Vergine, l'Angelo
del Portogallo e i veggenti, cioè un rapporto nel quale tutti gli
altri fatti edificanti o pittoreschi, che si inseriscono nella storia di
Fatima, sono stati lasciati da parte per fissare l'attenzione sull'essenziale.
Alla relazione delle manifestazioni dell'Angelo nel 1916 e della Madonna
nel 1917, segue quella delle rivelazioni private ricevute dall'uno o dall'altro
dei veggenti isolatamente e in modo speciale quelle di suor Lucia. Poiché
costituiscono un complemento delle apparizioni della Cova da Iria, non
potevano mancare in questa sede.
Nella redazione di questo studio, ci siamo basati soprattutto su due opere
molto note, che raccomandiamo ai lettori desiderosi di possedere una storia
completa di Fatima. La prima è dello scrittore cattolico nordamericano
William Thomas Walsh, Our Lady of Fatima (1),
la seconda opera è di padre Giovanni De Marchi I.M.C., Era
una Senhora mais brilhante que o sol... (2).
Padre De Marchi ha passato tre anni a Fátima a interrogare i principali
testimoni degli avvenimenti e a mettere accuratamente per iscritto le loro
deposizioni. Ha intervistato suor Lucia e ha potuto consultare i manoscritti
della veggente, dei quali parleremo più avanti.
William Thomas Walsh è stato in Portogallo nel 1946 a fare indagini
e interviste. Ha parlato con suor Lucia e ha basato il suo libro specialmente
sulle quattro Memórias da lei scritte.
Le opere di padre De Marchi e di Walsh sono molto fededegne, e concordano
fondamentalmente tra loro. Tutta via, per maggiore sicurezza, le abbiamo
confrontate con quelle di altri autori, che completano certi fatti e illuminano
alcuni particolari. Esse sono citate nei punti corrispondenti.
Abbiamo potuto ricorrere direttamente anche alla fonte più autorevole,
che sono indubbiamente i manoscritti di suor Lucia. Infatti, nel 1973 sono
state finalmente pubblicate le Memórias e Cartas da Irmã
Lúcia, dal padre dr. Antonio Maria Martins S.J. (3).
Ci sia permesso esprimere in questa sede il desiderio che venga fatta in
futuro una edizione critica completa che contenga, otre alle memorie e
alle lettere già pubblicate, i diversi interrogatori a cui fu sottoposta
suor Lucia (4), i diversi documenti del processo canonico
(5) e tutta la corrispondenza della veggente che si riesca
ancora a raccogliere (6). L'importanza dell'argomento
Fátima comporta certamente che si faccia uno sforzo tanto meritorio.
Le diverse relazioni redatte da suor Lucia sono abitualmente designate
come Memórias I, II, III, e IV.
La prima, scritta su un comune quaderno a righe, è una raccolta
di ricordi personali per la biografia di Giacinta. Il 12 settembre 1935,
quando fu fatta la esumazione dei resti mortali della piccola veggente
di Fatima morta nel 1920, si trovò che il suo volto si conservava
incorrotto. Il vescovo di Leiria, mons. José Alves Correia da Silva,
inviò a suor Lucia una fotografia scattata in tale occasione ed
ella, ringraziando, fece riferimento alle virtù della cugina. Allora
il prelato ordinò a suor Lucia di scrivere tutto quanto sapeva della
vita di Giacinta, e ne derivò il primo manoscritto, che fu pronto
attorno al Natale del 1935.
Nell'aprile del 1937, padre Ayres da Fonseca fece notare al vescovo di
Leiria che la prima relazione di suor Lucia lasciava supporre l'esistenza
di altri dati interessanti, relativi alla apparizione e che restavano sconosciuti.
Suor Lucia si mise allora a scrivere, tra il 7 e il 21 novembre di quell'anno
-in seguito a un nuovo ordine di mons. José Alves Correia da Silva-
la storia della sua vita. In questo secondo scritto parla anche, benché
in modo molto succinto delle apparizioni della Madonna, e riferisce, per
la prima volta pubblicamente, le apparizioni dell'Angelo. Diverse ragioni
l'avevano spinta a tacere, fino ad allora, in proposito: un consiglio dell'arciprete
di Olival, don Faustino José Jacinto Ferreira -a cui aveva narrato
le apparizioni-, confortato, più tardi, da una raccomandazione dello
stesso tenore del vescovo di Leiria- d'altro lato, le critiche e le beffe
nate a proposito del racconto delle prime apparizioni dell'Angelo nella
primavera e nell'estate del 1915, e i rimproveri severi di sua madre, l'avevano
sempre indotta a una grande cautela e discrezione. D'altra parte, colpisce,
nelle Memórias di suor Lucia, la sua grande riluttanza a
parlare di sé stessa e, di conseguenza, delle apparizioni.
Nel 1941 il vescovo di Leiria ordinò alla veggente di scrivere tutto
quanto potesse ancora ricordare a proposito della vita di sua cugina, nella
prospettiva di una nuova edizione del libro su Giacinta che il canonico
Galamba de Oliveira voleva editare. «Questo ordine -scrive
suor Lucia- mi cadde in fondo all'anima come un raggio di luce, dicendomi
che era giunto il momento di rivelare le due prime parti del segreto»
(7). Così, suor Lucia inizia il suo terzo manoscritto
rivelando le parti attualmente note del segreto di Fátima. Poi registra
le impressioni da esse causate sullo spirito di Giacinta. La relazione
è datata 31 agosto 1941.
Sorpreso da tali rivelazioni, il canonico Galamba de Oliveira giunse alla
conclusione che suor Lucia non aveva detto tutto nei documenti precedenti,
e sollecitò il vescovo di Leiria a ordinarle di scrivere una storia
completa delle apparizioni: «Le ordini, Signor Vescovo [...] di
scrivere TUTTO. Ma TUTTO. Che deve fare molti giri in Purgatorio
per avere taciuto una cosa tanto importante». Suor Lucia si scusa
dicendo che ha sempre agito per ubbidienza. Il canonico Galamba insiste
con il vescovo perché le ordini «di dire TUTTO, TUTTO
di non nascondere nulla» (facendo così allusione, sembra,
anche alla terza parte del segreto). Il vescovo, tuttavia, preferisce non
compromettersi: «Que sto non lo ordino. Non mi metto in affari
di segreti ». E ordina semplicemente alla veggente di fare una
narrazione completa delle apparizioni (8). Allora fu redatto
il quarto manoscritto, che porta la data dell'8 dicembre 1941. In esso
suor Lucia fa per la prima volta una relazione sistematica e ordinata delle
apparizioni, dichiarando, infine, di non avere «avvertitamente»
omesso nulla di quanto poteva ricordare, salvo, evidentemente, la terza
parte del segreto, che non aveva avuto fino ad allora ordine di rivelare
(9).
Pubblicando questo studio, desideriamo dare il nostro contributo affinché
il messaggio della Madonna di Fátima sia sempre più conosciuto,
amato e ascoltato.
(1) Cfr. WILLIAM THOMAS WALSH, Our Lady of Fatima 4a
ed. The Macmillan Company, New York 1947; trad. it., Madonna di Fatima,
2a ed., Ancora-Nigrizia, Milano-Bologna 1965; trad. portoghese, Nossa
Senhora de Fátima, 2a ed., Edições Melhoramentos
San Paolo 1949. Salvo indicazioni contrarie, i riferimenti rimandano all'edizione
italiana.
(2) Cfr. P. GIOVANNI DE MARCHI I.
M. C., Era uma Senhora mais brilhante gue o sol... 3a ed., Seminário
das Missões de Na. Sa. da Fátima, Cova da Iria; ed. it.,
Era una Signora più splendente del sole, 6a ed. italiana
sulla 7a portoghese, Edizioni Missioni Consolata, Torino 1971; trad. inglese
The Crusade of Fatima -The Lady more brilliant than the sun,
adattamento a cura dei pp. Asdrubal Castello Branco e Philip C. M.
Kelly C.S.C., 3a ed., P. G. Kenedy & Sons, New York 1948. Salvo indicazioni
contrarle, i nferimenti rimandano alla edizione italiana citata, talora
confrontata con la 4a edizione in italiano, pubblicata in Portogallo nel
1971 e stampata dalla Tip. S. Pedro di Alcanema.
(3) Cfr. Memórias e Cartas
da Irmã Lúcia, introduzione e note del p. dr. Antonio
Maria Martins S. J., composizione e stampa di Simão Guimaraes, Filhos,
Ltda., depositario L. E., Oporto 1973. Edizione in facsimile dei manoscritti
di suor Lucia. Contiene, inoltre, il testo in portoghese composto in caratteri
tipografici, e le corrispondenti traduzioni in francese e in inglese. Del
testo portoghese sono state fatte due altre edizioni, una in Brasile (O
Segredo de Fátima nas memórias e cartas da Irmã Lúcia,
Edicões Loyola, San Paolo 1974) e una in Portogallo (o Segreto
de Fátima e o futuro de Portugal nos escritos da Irmã Lúcia,
proprietà di L. E. Oporto 1974). Salvo indicazioni contrarie,
i riferimenti sono stati fatti sulla edizione facsimile.
(4) DON SEBASTIÃO MARTINS
DOS REIS, nella sua opera A Vidente de Fátima dialoga e responde
pelas Aparições, Tip. Editorial Franciscana, Braga 1970,
riporta i seguenti documenti:
a) Interrogatori successivi fatti ai veggenti, al tempo delle apparizioni,
dal Visconte di Montelo (pseudonimo del canonico dr. Manuel Nunes Formigão
del patriarcato di Lisbona)
b) Interrogatorio fatto da p. H. I. Iongen monfortano olandese, che rimase
con suor Lucia nei giorni 3 e4 febbraio 1946, e che ha pubblicato la relazione
di questi incontri nei numeri di maggio, giugno e ottobre dello stesso
anno della rivista quindicinale Médiatrice et Reine
c) Identificazione dei luoghi storici di Fátima, fatta dalla
veggente stessa il 20 maggio 1946
d) Interrogatorio del dr. J. J. Goulven, con risposta scritta di
suor Lucia del 30 giugno 1946 (don Sebastião Martins dos Reis informa
che suor Lucia mandò il manoscritto al vescovo di Leiria, che lo
fece battere a macchina in tre esemplari che, firmati dalla veggente, ebbero
le seguenti destinazioni: uno fu rimesso al dr. Goulven, un altro rimase
alla veggente, e il terzo fu fatto archiviare dal vescovo di Leiria insieme
all'originale. L'autore non chiarisce se ha trascritto il documento dal
manoscritto o da una copia);
e) Interrogatorio di don José Pedro da Silva, poi vescovo
di Viseu, a cui la veggente rispose il 1 agosto 1947.
Oltre a queste deposizioni, e ai già ricordati incontri concessi
a p. De Marchi e a Walsh, suor Lucia concesse un'altra intervista, nel
corso di cinque giorni (dal 16 al 20 settembre 1935), allo scrittore Antero
de Figueiredo, che la veggente commenta nelle sue Memórias, cit.,
IV, pp. 368-376.
(5) Il processo canonico che si protrasse
per otto anni durante i quali suor Lucia fu interrogata diverse volte si
concluse in modo favorevole alle apparizioni. Il vescovo di Leiria mons.
José Alves Correia da Silva, in una lettera pastorale del 13 ottobre
1930, si esprime così:
«In virtù delle considerazioni esposte e di altre che omettiamo
per brevità, invocando umilmente il divino Spirito Santo e fiduciosi
nella protezione di Maria Santissima, dopo aver ascoltato i reverendi
consultori della nostra diocesi:
«Riteniamo conforme a giustizia:
« 1 - dichiarare degne di credito le visioni dei bambini alla
Cova da Iria, parrocchia di Fátima, in questa diocesi, nei giorni
13 da maggio a ottobre
« 2 - permettere ufficialmente il culto della Madonna di Fatima
(cfr. MONS. FRANCISCO RENDEIRO O. P., A consagração
pela Igreja do culto de Nossa Senhora de Fátima in Fátima,
altar do mundo, Ocidental Editora, Oporto 1954, vol. I, pp.
179-180).
(6) Nella edizione delle Memórias
e Cartas da Irmã Lúcia, p. Antonio Maria Martins S. J.
inserisce, tra le altre, alcune lettere della veggente al suo confessore
p. José Bernardo Gonçalves S.J. e fa notare che fu quest'ultimo
a «provocare più tardi la più valida corrispondenza
della Veggente. La maggior parte di queste lettere tratta di problemi di
coscienza, per cui non possono ora essere pubblicate» (op.
cit., p. 399). Nella prefazione dello stesso libro, p. Martins dice
che gli scritti della veggente, oltre alle Memórias, «comprendono
migliaia di lettere, la maggior parte delle quali redatte dopo il suo ingresso
nel Carmelo di santa Teresa, a Coimbra, il 25 marzo 1948 » (op.
cit., p. XX).
A proposito della sua corrispondenza con p. Gonçalves, suor Lucia
allude, in un determinato passo, alla censura cui era sottoposta e che
le impediva o le rendeva difficile trattare problemi di coscienza con lui.
Sono parole sue in una lettera a questo stesso padre, del 21 gennaio 1940:
«Da tempo desideravo anche scriverLe, ma diversi motivi me lo
hanno impedito. Il principale è stato la censura. Scrivere e non
d ire ciò che bisognava, mi pareva rubarle tempo; scriverlo con
la censura, impossibile. La necessità, talora, non è stata
poca, ma pazienza. Tutto è passato, e il nostro buon Dio tiene buono
tutto, come ha mandato la ferita, così l'ha curata. Sa bene di essere
l'unico medico sulla terra. In verità, lo confesso, dubitavo anche
che Lei non sarebbe stato disposto a sprecare tempo con me. Perciò
gradisco molto la sua lettera, e la carità che ha usato con me nell'aprirmi
la strada. Il Signore la ricompensi» (op. cit., p. 418).
(7) Memórias e Cartas da
IrmãLúcia cit., p. 444.
(8) Cfr. ibid., IV, pp. 314
e 316. Le sottolineature sono della stessa suor Lucia.
(9) Cfr. ibid., IV, p. 352.
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