Le apparizioni e il messaggio di Fatima
secondo i manoscritti di suor Lucia

di ANTONIO AUGUSTO BORRELLI MACHADO


Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio


da Antonio A. Borelli Machado, Le apparizioni e il messaggio di Fatima secondo i manoscritti di suor Lucia, Piacenza: Cristianità, 1977; pp. 19-63.


III. ALCUNE VISIONI PRIVATE

Nel poco tempo passato sulla terra dopo le apparizioni, e nello stesso periodo da esse abbracciato, Francesco e Giacinta, ma soprattutto quest'ultima, ebbero separatamente diverse visioni. Riferiremo ora le principali, che sono quelle di Giacinta.



«VIDI IL SANTO PADRE...»



Una volta, circa a mezzogiorno, presso il pozzo della casa dei genitori di Lucia, Giacinta chiese a Lucia:
«-"Non hai visto il Santo Padre?"
«-"No".
«-"Non so come è andata, ma ho visto il Santo Padre in una casa molto grande, in ginocchio davanti a un tavolo, piangente con le mani sul viso; fuori dalla casa vi era molta gente e alcuni gli tiravano pietre, altri gli lanciavano imprecazioni e gli dicevano molte brutte parole. Povero Santo Padre, dobbiamo pregare molto per lui!"» (1).
Una sera d'agosto del 1917, mentre i veggenti erano seduti sulle rocce del colle del Cabeço, Giacinta si mise improvvisamente a recitare la preghiera loro insegnata dall'Angelo, e dopo un profondo silenzio disse alla cugina:
«-"Non vedi tante strade, tanti sentieri e campi pieni di gente che piange perché ha fame e non ha niente da mangiare? E il Santo Padre in una chiesa che prega davanti al Cuore Immacolato di Maria? E tanta gente che prega con lui?"» (2).
Un giorno, in casa di Giacinta, Lucia la trovò molto pensierosa e le chiese:
«-"Giacinta, a che cosa stai pensando?"
«-"Alla guerra che deve venire. Deve morire tanta gente! E va quasi tutta all'inferno! Devono essere distrutte molte case e devono morire molti sacerdoti. Vedi io vado in cielo, e tu, quando vedrai di notte la luce che quella Signora ha detto che viene prima, vienci anche tu"» (3).



ULTIME VISIONI DI GIACINTA



Alla fine di ottobre del 1918, Francesco e Giacinta si ammalarono quasi nello stesso tempo. Andando a fare loro visita, Lúcia trovò Giacinta al sommo della gioia. Ella gliene spiegò la ragione:
«La Madonna ci è venuta a trovare, e ha detto che molto presto viene a prendere Francesco per portarlo in cielo. E a me ha chiesto se volevo convertire ancora altri peccatori. Le ho detto di sì. Mi ha detto che sarei andata in un ospedale, e che là avrei sofferto molto. Di soffrire per la conversione dei peccatori, in riparazione dei peccati contro il Cuore Immacolato di Maria e per amore di Gesù. Ho chiesto se tu saresti venuta con me. Mi ha detto di no. Questo è quello che mi spiace di più. Mi ha detto che mi ci porterà mia madre e che poi resterò là da sola!» (4).
Durante la malattia dei due veggenti, Lucia faceva loro visita di frequente. Allora conversavano a lungo sugli avvenimenti di cui erano stati protagonisti. Trascriviamo alcune osservazioni di Giacinta:
«Ormai mi manca poco per andare in cielo. Tu resterai qui per dire che Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Quando sarà il momento di dirlo, non nasconderti, dì a tutti che Dio ci concede le grazie attraverso il Cuore Immacolato di Maria, di chiederle a Lei, che il Cuore di Gesù vuole che, al suo fianco si veneri il Cuore Immacolato di Maria. Si chieda la pace al Cuore Immacolato di Maria, ché Dio l'ha affidata a Lei. Se potessi mettere nel cuore di tutti la luce che ho qui dentro nel petto a bruciarmi e a farmi amare tanto il Cuore di Gesù e il Cuore di Maria!» (5).
«Vedi, sai? Nostro Signore è triste perché la Madonna ci ha detto di non offenderLo più, che era già molto offeso e che nessuno ci fa caso; continuano a fare gli stessi peccati» (6)
Alla fine di dicembre del 1919, la Madonna comparve nuovamente a Giacinta, che riferì il fatto alla cugina in questi termini:
«Mi ha detto che andrò a Lisbona in un altro ospedale (7); che non rivedrò né te né i miei genitori; che dopo aver sofferto molto, morirò sola- ma che non devo avere paura, che mi viene a prendere Lei là per portarmi in cielo» (8)



«CHI TI HA INSEGNATO TANTE COSE?»



Trasportata a Lisbona, Giacinta rimase prima in un orfanotrofio vicino alla chiesa di Nossa Senhora dos Milagres, poi fu portata all'ospedale Dona Estefánia. Nel primo di questi istituti fu assistita dalla madre Maria da Purificação Godinho, che prese nota -anche se non sempre letteralmente- delle sue ultime parole.
Ne riproduciamo di seguito alcune, impregnate di tono profetico e piene di unzione e di insegnamenti. De Marchi le pubblica raccolte per argomento.

* Riguardo alla guerra:


«La Madonna disse che nel mondo ci sono molte guerre e discordie.
«Le guerre non sono altro che il castigo per i peccati del mondo.
«La Madonna non può più trattenere il braccio del suo amato Figliolo sul mondo.
«Bisogna fare penitenza. Se non si emendano, verrà il castigo.
«Gesù è profondamente indignato per i peccati e delitti che si commettono in Portogallo. Per questo un terribile cataclisma di ordine sociale minaccia il nostro paese e specialmente la città di Lisbona. Si scatenerà, come pare, una guerra civile di carattere anarchico e comunista, accompagnata da saccheggi, uccisioni, incendi e distruzioni d'ogni specie. La capitale si convertirà in una vera immagine dell'inferno. Nell'occasione in cui la Giustizia divina, offesa, infliggerà tanto spaventoso castigo tutti quelli che potranno fuggano da questa città. Questo castigo, ora predetto, conviene che sia annunziato a poco a poco, con la debita discrezione» (9).
«Se gli uomini non si emenderanno, la Madonna invierà al mondo un castigo quale non si vide mai e, prima che alle altre nazioni, alla Spagna» (10).
Giacinta parlava anche di «altri avvenimenti che si sarebbero realizzati intorno al 1940» (11).

* Sui sacerdoti e sui governanti:

«Mia Madrina, preghi molto per i peccatori!
«Preghi molto per i sacerdoti!
«Preghi molto per i religiosi!
«I sacerdoti devono occuparsi solo delle cose di Chiesa!
«I sacerdoti devono essere puri, molto puri!
«La disobbedienza dei sacerdoti e dei religiosi ai loro superiori ed al S. Padre offende molto Gesù.
«Mia Madrina, preghi molto per i governanti!
«Guai a quelli che perseguitano la Religione di Gesù.
«Se il Governo lasciasse in pace la Chiesa e lasciasse libertà alla santa religione, sarebbe benedetto da Dio» (12).

* Sopra il peccato:

«I peccati che portano più anime all'inferno sono i peccati della carne.
«Verranno mode che offenderanno molto Gesù.
«Le persone che servono Dio non devono seguire la moda. La Chiesa non ha moda. Gesù è sempre lo stesso.
«I peccati del mondo sono molto grandi.
«Se gli uomini sapessero ciò che è l'Eternità, farebbero di tutto per cambiare vita.
«Gli uomini si perdono, perché non pensano alla morte di Gesù e non fanno penitenza.
«Molti matrimoni non sono buoni, non piacciono a Gesù, non sono di Dio» (13).

* Sulle virtù cristiane:


«Mia Madrina, non vada in mezzo al lusso: fugga le ricchezze!
«Sia molto amica della santa povertà e del silenzio.
«Abbia molta carità anche con chi è cattivo.
«Non parli male di nessuno e fugga chi dice male.
«Abbia molta pazienza, perché la pazienza ci porta in Cielo.
«La mortificazione e i sacrifici sono molto graditi a Gesù.
«La confessione è un sacramento di misericordia. Per questo bisogna avvicinarsi al confessionale con compiacenza e gioia. Senza confessione non c'è salvezza.
«La Madre di Dio desidera molte anime vergini, che si leghino a lei con il voto di castità.
«Per essere religiosa bisogna essere molto pura nell'anima e nel corpo».
«E sai che vuol dire essere pura?», chiede madre Godinho.
«Lo so, lo so. Essere pura nel corpo vuol dire custodire la castità. Ed essere pura nell'anima vuol dire non fare peccati: non guardare ciò che non si deve vedere; non rubare; non mentire; dire sempre la verità, anche quando ci costa...».
«Chi non adempie le promesse che fa alla Madonna, non avrà mai pace.
«I medici non hanno luce e scienza per curare bene gli ammalati, perché non hanno amor di Dio».
«Chi t'insegnò tante cose?», chiede madre Godinho.
«Fu la Madonna, ma alcune cose le penso io. Mi piace tanto pensare!» (14).

Notando che molti visitatori conversavano e ridevano nella cappella dell'orfanotrofio, Giacinta chiese a madre Godinho di fare loro presente che questo comportamento costituiva mancanza di rispetto verso la Presenza reale. Poiché questa misura non diede risultati soddisfacenti, chiese che si facesse questa comunicazione al cardinale: «La Madonna non vuole che la gente parli in chiesa» (15)



ULTIMI GIORNI DI GIACINTA



Durante la sua breve permanenza all'ospedale, Giacinta fu favorita da nuove visite della Madonna, che le annunciò il giorno e l'ora in cui sarebbe morta. Quattro giorni prima di portarla in cielo, la santissima Vergine le tolse tutti i dolori.
La vigilia della sua morte, qualcuno le chiese se voleva vedere la madre. Giacinta rispose:
«La mia famiglia durerà poco tempo. Presto ci incontreremo in Cielo. La Madonna apparirà un'altra volta, non a me, perché di certo morrò, come mi disse Lei» (16).
La Madonna venne a prendere Giacinta il 20 febbraio 1920. Francesco aveva reso la sua anima a Dio il 4 aprile dell'anno precedente.
Giacinta fu sepolta nel cimitero di Vila Nova de Ourém. Francesco era stato precedentemente sepolto in quello di Fátima. Il 12 settembre 1935, i resti mortali di Giacinta furono traslati al cimitero di Fátima, dove furono deposti in un sepolcro nuovo appositamente costruito per lei e per suo fratello. Sulla lapide, una semplice iscrizione diceva: «Qui riposano i resti mortali di Francesco e Giacinta, a cui è apparsa la Madonna».
Più tardi, rispettivamente nel 1951 e nel 1952, le preziose spoglie furono portate nella cripta della basilica di Fátima, ove si trovano ancora.
I processi canonici preparatori per la beatificazione dei due veggenti di Fátima sono stati iniziati ufficialmente nel 1949. La comunicazione delle grazie ottenute per intercessione dei servi di Dio Francesco e Giacinta deve essere fatta al vice-postulatore della causa, presso il palazzo episcopale di Leiria, in Portogallo.




(l) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, cit., III, p. 228; G. DE MARCHI, op. cit., p. 117; W. T. WALSH, op. cit., p. 143; L. G. DA FONSECA, op. cit., p. 152.


(2) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, cit., III p. 228; G. DE MARCHI, op. cit., p. 117; W. T. WALSH, op. cit., p. 142; L. G. DA FONSECA, op. cit., p. 152.


(3) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, cit., III, p. 228; G. DE MARCHI, op. cit., p. 280; W. T. WALSH, op. cit., p. 114 L. G. FONSECA, op. cit., p. 179.


(4) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, cit., I., p. 70; G. DE MARCHI, op. cit., p. 268; W. T. WALSH, op. cit., p. 243; L. G. DA FONSECA, op. cit., p. 169.


(5) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, cit., III, p. 234; G. DE MARCHI op. cit., p. 287; W. T. WALSH op. cit., p. 261.


(6) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, cit., III p. 236; G. DE MARCHI, Op. cit., p. 285: W. T. WALSH, Op. Cit., p. 261.


(7) Nel luglio del 1919 Giacinta era stata portata all'ospedale Vila Nova de Ourém, e vi era rimasta due mesi.


(8) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia, cit., pp. 74 e 76; G. DE MARCHI, op. cit., p. 289; W. T. WALSH, op. cit., p. 262; L. G. DA FONSECA, op. cit., p. 179.


(9) Cfr. G. DE MARCHI, op. cit., p. 302; W. T. WALSH, op. cit., pp. 267-268.


(10) G. DE MARCHI, op. cit., p. 109, nota 5.


(11) Ibidem.


(12) Cfr. G. DE MARCHI, op. cit., p. 303; W. T. WALSH, op. cit., p. 303.


(13) Cfr. G. DE MARCHI, op. cit., pp. 301-302; W. T. WALSH, op. cit., pp. 268-269.


(14) Cfr. G. DE MARCHI, op. cit., pp. 303-304; W. T. WALSH, op. cit., p. 267.


(15) G. DE MARCHI, op. cit., p. 298.


(16) Ibidem, p. 310.


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