III.
ALCUNE VISIONI PRIVATE
Nel poco tempo passato sulla terra dopo le apparizioni,
e nello stesso periodo da esse abbracciato, Francesco e Giacinta, ma soprattutto
quest'ultima, ebbero separatamente diverse visioni. Riferiremo ora le principali,
che sono quelle di Giacinta.
«VIDI
IL SANTO PADRE...»
Una volta, circa a mezzogiorno, presso il pozzo della
casa dei genitori di Lucia, Giacinta chiese a Lucia:
«-"Non hai visto il Santo Padre?"
«-"No".
«-"Non so come è andata, ma ho visto il Santo
Padre in una casa molto grande, in ginocchio davanti a un tavolo, piangente
con le mani sul viso; fuori dalla casa vi era molta gente e alcuni gli
tiravano pietre, altri gli lanciavano imprecazioni e gli dicevano molte
brutte parole. Povero Santo Padre, dobbiamo pregare molto per lui!"»
(1).
Una sera d'agosto del 1917, mentre i veggenti erano seduti sulle rocce
del colle del Cabeço, Giacinta si mise improvvisamente a recitare
la preghiera loro insegnata dall'Angelo, e dopo un profondo silenzio disse
alla cugina:
«-"Non vedi tante strade, tanti sentieri e campi pieni di
gente che piange perché ha fame e non ha niente da mangiare? E il
Santo Padre in una chiesa che prega davanti al Cuore Immacolato di Maria?
E tanta gente che prega con lui?"» (2).
Un giorno, in casa di Giacinta, Lucia la trovò molto pensierosa
e le chiese:
«-"Giacinta, a che cosa stai pensando?"
«-"Alla guerra che deve venire. Deve morire tanta gente!
E va quasi tutta all'inferno! Devono essere distrutte molte case e devono
morire molti sacerdoti. Vedi io vado in cielo, e tu, quando vedrai di notte
la luce che quella Signora ha detto che viene prima, vienci anche tu"»
(3).
ULTIME
VISIONI DI GIACINTA
Alla fine di ottobre del 1918, Francesco e Giacinta
si ammalarono quasi nello stesso tempo. Andando a fare loro visita, Lúcia
trovò Giacinta al sommo della gioia. Ella gliene spiegò la
ragione:
«La Madonna ci è venuta a trovare, e ha detto che molto
presto viene a prendere Francesco per portarlo in cielo. E a me ha chiesto
se volevo convertire ancora altri peccatori. Le ho detto di sì.
Mi ha detto che sarei andata in un ospedale, e che là avrei sofferto
molto. Di soffrire per la conversione dei peccatori, in riparazione dei
peccati contro il Cuore Immacolato di Maria e per amore di Gesù.
Ho chiesto se tu saresti venuta con me. Mi ha detto di no. Questo è
quello che mi spiace di più. Mi ha detto che mi ci porterà
mia madre e che poi resterò là da sola!» (4).
Durante la malattia dei due veggenti, Lucia faceva loro visita di frequente.
Allora conversavano a lungo sugli avvenimenti di cui erano stati protagonisti.
Trascriviamo alcune osservazioni di Giacinta:
«Ormai mi manca poco per andare in cielo. Tu resterai qui per
dire che Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato
di Maria. Quando sarà il momento di dirlo, non nasconderti, dì
a tutti che Dio ci concede le grazie attraverso il Cuore Immacolato di
Maria, di chiederle a Lei, che il Cuore di Gesù vuole che, al suo
fianco si veneri il Cuore Immacolato di Maria. Si chieda la pace al Cuore
Immacolato di Maria, ché Dio l'ha affidata a Lei. Se potessi mettere
nel cuore di tutti la luce che ho qui dentro nel petto a bruciarmi e a
farmi amare tanto il Cuore di Gesù e il Cuore di Maria!»
(5).
«Vedi, sai? Nostro Signore è triste perché la
Madonna ci ha detto di non offenderLo più, che era già molto
offeso e che nessuno ci fa caso; continuano a fare gli stessi peccati»
(6)
Alla fine di dicembre del 1919, la Madonna comparve nuovamente a Giacinta,
che riferì il fatto alla cugina in questi termini:
«Mi ha detto che andrò a Lisbona in un altro ospedale (7);
che non rivedrò né te né i miei genitori; che dopo
aver sofferto molto, morirò sola- ma che non devo avere paura,
che mi viene a prendere Lei là per portarmi in cielo»
(8)
«CHI
TI HA INSEGNATO TANTE COSE?»
Trasportata a Lisbona, Giacinta rimase prima in un
orfanotrofio vicino alla chiesa di Nossa Senhora dos Milagres, poi fu portata
all'ospedale Dona Estefánia. Nel primo di questi istituti fu
assistita dalla madre Maria da Purificação Godinho, che
prese nota -anche se non sempre letteralmente- delle sue ultime parole.
Ne riproduciamo di seguito alcune, impregnate di tono profetico e piene
di unzione e di insegnamenti. De Marchi le pubblica raccolte per argomento.
* Riguardo alla guerra:
«La Madonna disse che nel mondo ci sono
molte guerre e discordie.
«Le guerre non sono altro che il castigo per i peccati del
mondo.
«La Madonna non può più trattenere il braccio
del suo amato Figliolo sul mondo.
«Bisogna fare penitenza. Se non si emendano, verrà
il castigo.
«Gesù è profondamente indignato per i peccati
e delitti che si commettono in Portogallo. Per questo un terribile cataclisma
di ordine sociale minaccia il nostro paese e specialmente la città
di Lisbona. Si scatenerà, come pare, una guerra civile di carattere
anarchico e comunista, accompagnata da saccheggi, uccisioni, incendi e
distruzioni d'ogni specie. La capitale si convertirà in una vera
immagine dell'inferno. Nell'occasione in cui la Giustizia divina, offesa,
infliggerà tanto spaventoso castigo tutti quelli che potranno fuggano
da questa città. Questo castigo, ora predetto, conviene che sia
annunziato a poco a poco, con la debita discrezione» (9).
«Se gli uomini non si emenderanno, la Madonna invierà
al mondo un castigo quale non si vide mai e, prima che alle altre nazioni,
alla Spagna» (10).
Giacinta parlava anche di «altri avvenimenti che si sarebbero
realizzati intorno al 1940» (11).
* Sui sacerdoti e sui
governanti:
«Mia Madrina, preghi molto per i peccatori!
«Preghi molto per i sacerdoti!
«Preghi molto per i religiosi!
«I sacerdoti devono occuparsi solo delle cose di Chiesa!
«I sacerdoti devono essere puri, molto puri!
«La disobbedienza dei sacerdoti e dei religiosi ai loro superiori
ed al S. Padre offende molto Gesù.
«Mia Madrina, preghi molto per i governanti!
«Guai a quelli che perseguitano la Religione di Gesù.
«Se il Governo lasciasse in pace la Chiesa e lasciasse libertà
alla santa religione, sarebbe benedetto da Dio» (12).
* Sopra il peccato:
«I peccati che portano più anime all'inferno sono i
peccati della carne.
«Verranno mode che offenderanno molto Gesù.
«Le persone che servono Dio non devono seguire la moda. La
Chiesa non ha moda. Gesù è sempre lo stesso.
«I peccati del mondo sono molto grandi.
«Se gli uomini sapessero ciò che è l'Eternità,
farebbero di tutto per cambiare vita.
«Gli uomini si perdono, perché non pensano alla morte
di Gesù e non fanno penitenza.
«Molti matrimoni non sono buoni, non piacciono a Gesù,
non sono di Dio» (13).
* Sulle virtù cristiane:
«Mia Madrina, non vada in mezzo al lusso:
fugga le ricchezze!
«Sia molto amica della santa povertà e del silenzio.
«Abbia molta carità anche con chi è cattivo.
«Non parli male di nessuno e fugga chi dice male.
«Abbia molta pazienza, perché la pazienza ci porta
in Cielo.
«La mortificazione e i sacrifici sono molto graditi a Gesù.
«La confessione è un sacramento di misericordia. Per
questo bisogna avvicinarsi al confessionale con compiacenza e gioia. Senza
confessione non c'è salvezza.
«La Madre di Dio desidera molte anime vergini, che si leghino
a lei con il voto di castità.
«Per essere religiosa bisogna essere molto pura nell'anima
e nel corpo».
«E sai che vuol dire essere pura?», chiede
madre Godinho.
«Lo so, lo so. Essere pura nel corpo vuol dire custodire la castità.
Ed essere pura nell'anima vuol dire non fare peccati: non guardare ciò
che non si deve vedere; non rubare; non mentire; dire sempre la verità,
anche quando ci costa...».
«Chi non adempie le promesse che fa alla Madonna, non avrà
mai pace.
«I medici non hanno luce e scienza per curare bene gli ammalati,
perché non hanno amor di Dio».
«Chi t'insegnò tante cose?», chiede
madre Godinho.
«Fu la Madonna, ma alcune cose le penso io. Mi piace tanto pensare!»
(14).
Notando che molti visitatori conversavano e ridevano nella cappella dell'orfanotrofio,
Giacinta chiese a madre Godinho di fare loro presente che questo comportamento
costituiva mancanza di rispetto verso la Presenza reale. Poiché
questa misura non diede risultati soddisfacenti, chiese che si facesse
questa comunicazione al cardinale: «La Madonna non vuole che la
gente parli in chiesa» (15)
ULTIMI
GIORNI DI GIACINTA
Durante la sua breve permanenza all'ospedale, Giacinta
fu favorita da nuove visite della Madonna, che le annunciò il giorno
e l'ora in cui sarebbe morta. Quattro giorni prima di portarla in cielo,
la santissima Vergine le tolse tutti i dolori.
La vigilia della sua morte, qualcuno le chiese se voleva vedere la madre.
Giacinta rispose:
«La mia famiglia durerà poco tempo. Presto ci incontreremo
in Cielo. La Madonna apparirà un'altra volta, non a me, perché
di certo morrò, come mi disse Lei» (16).
La Madonna venne a prendere Giacinta il 20 febbraio 1920. Francesco aveva
reso la sua anima a Dio il 4 aprile dell'anno precedente.
Giacinta fu sepolta nel cimitero di Vila Nova de Ourém. Francesco
era stato precedentemente sepolto in quello di Fátima. Il 12 settembre
1935, i resti mortali di Giacinta furono traslati al cimitero di Fátima,
dove furono deposti in un sepolcro nuovo appositamente costruito per lei
e per suo fratello. Sulla lapide, una semplice iscrizione diceva: «Qui
riposano i resti mortali di Francesco e Giacinta, a cui è apparsa
la Madonna».
Più tardi, rispettivamente nel 1951 e nel 1952, le preziose
spoglie furono portate nella cripta della basilica di Fátima, ove
si trovano ancora.
I processi canonici preparatori per la beatificazione dei due veggenti
di Fátima sono stati iniziati ufficialmente nel 1949. La comunicazione
delle grazie ottenute per intercessione dei servi di Dio Francesco e Giacinta
deve essere fatta al vice-postulatore della causa, presso il palazzo episcopale
di Leiria, in Portogallo.
(l) Cfr. Memórias e
Cartas da Irmã Lúcia, cit., III, p. 228; G. DE MARCHI,
op. cit., p. 117; W. T. WALSH, op. cit., p. 143; L.
G. DA FONSECA, op. cit., p. 152.
(2) Cfr. Memórias
e Cartas da Irmã Lúcia, cit., III p. 228; G. DE MARCHI,
op. cit., p. 117; W. T. WALSH, op. cit., p. 142; L.
G. DA FONSECA, op. cit., p. 152.
(3) Cfr. Memórias e Cartas
da Irmã Lúcia, cit., III, p. 228; G. DE MARCHI, op.
cit., p. 280; W. T. WALSH, op. cit., p. 114 L. G. FONSECA,
op. cit., p. 179.
(4) Cfr. Memórias e Cartas
da Irmã Lúcia, cit., I., p. 70; G. DE MARCHI, op.
cit., p. 268; W. T. WALSH, op. cit., p. 243; L. G. DA
FONSECA, op. cit., p. 169.
(5) Cfr. Memórias e Cartas
da Irmã Lúcia, cit., III, p. 234; G. DE MARCHI op.
cit., p. 287; W. T. WALSH op. cit., p. 261.
(6) Cfr. Memórias
e Cartas da Irmã Lúcia, cit., III p. 236; G. DE MARCHI,
Op. cit., p. 285: W. T. WALSH, Op. Cit., p.
261.
(7) Nel luglio del 1919 Giacinta
era stata portata all'ospedale Vila Nova de Ourém, e vi era rimasta
due mesi.
(8) Cfr. Memórias
e Cartas da Irmã Lúcia, cit., pp. 74 e 76; G. DE MARCHI,
op. cit., p. 289; W. T. WALSH, op. cit., p. 262; L.
G. DA FONSECA, op. cit., p. 179.
(9) Cfr. G. DE MARCHI, op. cit.,
p. 302; W. T. WALSH, op. cit., pp. 267-268.
(10) G. DE MARCHI, op. cit.,
p. 109, nota 5.
(11) Ibidem.
(12) Cfr. G. DE MARCHI, op. cit.,
p. 303; W. T. WALSH, op. cit., p. 303.
(13) Cfr. G. DE MARCHI, op. cit.,
pp. 301-302; W. T. WALSH, op. cit., pp. 268-269.
(14) Cfr. G. DE MARCHI, op. cit.,
pp. 303-304; W. T. WALSH, op. cit., p. 267.
(15) G. DE MARCHI, op. cit.,
p. 298.
(16) Ibidem, p. 310.
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