sei sul sito di Giovanni Fraterno
In generale, le
orbite in cui vengono collocati i satelliti sono di
due tipi:
- la cosiddetta orbita bassa relativamente vicina alla Terra
- e quella geostazionaria situata a circa 36.000 chilometri.
Se i progettisti militari avessero deciso
di collocare i satelliti GPS sull’orbita bassa,
dovendo i segnali coprire una distanza
piuttosto breve, ciò avrebbe
vantaggiosamente comportato:
- un costo per i singoli lanci relativamente basso
- trasmettitori sui satelliti di modesta potenza
ma avrebbe però anche svantaggiosamente comportato, per garantire una copertura
globale, la necessità di impiegare centinaia di satelliti.
Se i progettisti militari avessero invece deciso
di collocare i satelliti GPS sull’orbita
geostazionaria, ciò avrebbe vantaggiosamente comportato:
- un numero di satelliti di gran lunga inferiore
ma avrebbe però anche svantaggiosamente comportato:
- trasmettitori sui satelliti molto
più potenti
- una copertura difficoltosa delle regioni polari.
Quello che i
progettisti militari in realtà fecero fu di optare per
una soluzione di compromesso, ed infatti collocarono i satelliti su orbite intermedie, vale a dire ad un’altidudine di circa 20.000 chilometri.
Alla suddetta
quota bastano 17 satelliti per assicurare che almeno quattro di essi siano sempre ricevibili da qualunque parte del mondo.
La
configurazione finale che alla fine è comunque stata
adottata per il GPS comprende 21
satelliti principali e 3 di riserva.