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Alimenti e gruppi sanguingni

In una pubblicazione del 1997 il Dr.Peter D'Adamo con la collaborazione di Catherine Whitney diede alla luce uno studio decennale sulla compatibilità degli alimenti con riferimento ai gruppi sanguigni del sistema AB0. Nella traduzione italiana presso la Sperling e Kupfer ed. si diede conto dei risultati e delle ipotesi comunque interessanti. Se le conclusioni pratiche lasciano luogo alla discussione, le ricerche meritano attenzione per il costante appoggio su basi scientifiche.

A quale gruppo appartieni? Clicca sull'immagine appartenente al tuo gruppo e osserva la tua dieta alimentare ideale

gruppo 0
gruppo A
gruppo B
gruppo AB

Gli antigeni e il sistema immunitario

La natura ha dotato il sistema immunitario di un meccanismo molto sofisticato che gli consente di riconoscere ed eventualmente combattere un agente estraneo. Esso si basa su sostanze chimiche chiamate antigeni, specie di antenne che sporgono sulla superficie delle cellule, formati a loro volta da uno stelo di supporto composto da molecole di zucchero il fucosio e da un’estremità che funge da ricevente-trasmittente. Tutte le forme di vita ne sono in possesso e rappresentano anche delle vere impronte biologiche, risalenti al genotipo cioè ai ceppi di origine. La loro sensibilità è tale da garantire un efficiente e vigile sistema d’allarme. Quando le nostre difese immunitarie entrano in contatto con un antigene estraneo per esempio un germe batterico, prima di scatenare la difesa (attraverso la produzione di anticorpi o il richiamo dei linfociti T) si consultano con l’antigene presente sui globuli rossi. Nella storia della medicina si evidenziarono due principali antigeni sulle membrane dei globuli rossi del sangue: l’antigene A e l’antigene B.

Il gruppo A possiede l’antigene A; il gruppo B possiede l’antigene B; il gruppo AB possiede ambedue gli antigeni; il gruppo 0 (assenza di antigene) possiede soltanto lo stelo o catena di fucosio.

L'evoluzione della specie umana e i gruppi sanguigni

Analizzando, inoltre, l’evoluzione dell’uomo si è andato chiarendo in questi ultimi anni che i nostri antenati avevano programmi biologici identici ma che nel tempo si sono gradatamente adattati alle diverse condizioni ambientali in cui i grandi gruppi umani trovavano la loro sistemazione..

Il tipo 0 è il gruppo più antico, il basilare, quello dei nostri antenati cacciatori. Le proteine della carne gli fornivano tutta l’energia di cui aveva bisogno. Possiede un sistema immunitario forte e reattivo.

Il tipo A appartiene al momento in cui si verificarono gli stanziamenti nell’agricoltura e nell’addomesticamento degli animali. Nasce l’agricoltore. L’alimentazione con i cereali e lo stile di vita in strutture abitative associate (uomini molto a contatto fra loro) provocò modificazioni a carico del sistema immunitario, con un suo potenziamento nei confronti di nuovi agenti estranei. Comparve l’antigene A.

Il tipo B si ebbe nei primi stanziamenti sulle zone fredde e montagnose del Pakistan e dell’India, per sfuggire al clima torrido delle savane. Nasce il nomade, il bellicoso, il pastore con l’alimentazione che privilegia gli ovini e i prodotti del latte. Compare l’antigene B, caratteristicamente più raro nell’occidente europeo.

Il tipo AB è il più recente e il più raro ma anche il più equilibrato. Eredita la tolleranza di entrambi i tipi A e B e si è quindi specializzato nella produzione di anticorpi (ad esempio il tipo AB può ricevere sangue da tutti ma può donarlo solo al tipo AB, altrimenti distruggerebbe tutti i globuli rossi dell’estraneo). Se gli anticorpi prodotti in grande numero gli consentono una difesa migliore contro le infezioni, generano anche una certa difficoltà a riconoscere sostanze estranee in possesso di antigeni A o B.

Il fondamento verosimile del rapporto fra alimenti e gruppo sanguigno

Tra sangue e cibo si verifica una reazione chimica che fa parte del nostro patrimonio genetico. Si è scoperto che il sistema digestivo e quello immunitario (ad esso strettamente connesso) conservano una predilezione per i cibi consumati dagli antenati di gruppo sanguigno simile al nostro. E non solo a livello del tubo digerente per l’assorbimento e il trasporto attraverso l’apparato vascolare ma anche al semplice contatto della mucosa orale e gastro-esofagea, ricche di enzimi e di antigeni di superficie.

Secondo studi recenti, particolari proteine denominate lectine, sono presenti negli alimenti, sulla mucosa del digerente (compresi i dotti epatici e pancreatici), sui microrganismi saprofiti che presiedono al processo digestivo e sui microrganismi patogeni. Ad esempio, le lectine di cui sono ricchi i microrganismi hanno la struttura di ventose che consentono loro di ancorarsi sulle mucose. Le lectine che tappezzano i dotti epatici, attraverso i quali la bile si riversa nel duodeno, possiedono una specie di tentacoli atti ad afferrare e bloccare batteri e parassiti.

Le lectine dell’apparato digerente, tuttavia, non sono per tutti della medesima composizione chimica. Esse seguiranno le caratteristiche che le apparentano agli antigeni A o B, presenti sulla membrana degli elementi figurati del sangue, in particolare dei globuli rossi. (Nel gruppo 0 sono quindi assenti sia gli antigeni che le lectine ad essi simili). Ognuno di noi, quindi, sulla mucosa del tubo digerente sarà in possesso di lectine secondo il gruppo sanguigno a cui appartiene.

Quando ingeriamo un alimento contenente lectine incompatibili col nostro gruppo sanguigno (e quindi con quelle dell’apparato digerente) esse si sistemano in un organo (rene, fegato, stomaco, sistema nervoso centrale etc) e iniziano ad agglutinare globuli rossi in quell’area. Il latte, ad esempio, possiede lectine simili all’antigene B: se una persona di tipo A ne ingerisce, il suo sistema immunitario metterà subito in moto i meccanismi di difesa nel tentativo di eliminare l’intruso. Per fortuna la maggior parte delle lectine presenti nei cibi non è così pericolosa, sebbene possa causare una lunga sequela di problemi. Il 95% delle lectine alimentari viene allontanato senza problemi dall’organismo; il restante 5% però riesce a raggiungere il sangue innescando una serie di reazioni, fino alla distruzione dei globuli rossi. Ma le lectine possono danneggiare le pareti dell’apparato digerente, scatenando una violenta infiammazione delle mucose che provoca disturbi simili a quelli di un’allergia alimentare, senza raggiungerne l’intensità. Si verifica quindi meteorismo, diarrea, stipsi, nausea, cefalea, vomito, ritenzione della quota liquida fino a una lenta eziologia neoplastica o cancerogena.

 
 
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