Parte
terza
Ma torniamo
a noi: Simonetta ed io parlammo moltissimo, si fece sera; andammo
insieme al bar e proseguimmo il nostro "a tu per tu".
Se all'inizio mi sentivo un po' in imbarazzo davanti ad un argomento
così intimo, soltanto un'ora dopo avevo fatto enormi progressi
e le parlai senza arrossire di tutte quelle cose di cui provavo
vergogna. "E' molto importante per noi parlare dei nostri
problemi", disse, "certo, non con tutti è possibile
farlo, ma pian piano capirai da sola quali siano le persone giuste.
Anche io aveva tanta paura all'inizio. Non è facile per
giovani pieni di vitalità come noi, perché sia
chiaro: noi siamo in tutto e per tutto come gli altri e non ci
si legge in faccia cosa abbiamo dentro!, affrontare una specie
di rivoluzione che il nostro corpo opera alla nostra insaputa.
Aiuta molto parlarne, ci libera da buona parte del peso della
cosa e inoltre mette gli altri in condizione di venirci incontro".
Mi chiese se avessi un ragazzo ed io le parlai di Gianni. "lascia
che sia con te, sempre, è un ottimo alleato, l'amore,
contro il nostro intimo nemico". Poi le dissi scherzando
che stavo pensando di buttar giù una storia sul Crohn,
sul mio incontro con questo strano "pesce in vasca",
e lei fu entusiasta dell'idea: mi avrebbe aiutato purché
la nostra amicizia non finisse lì e la ricordassi nella
grande storia del Crohn. E' quello che sto facendo.
Simonetta Andai a trovarla spesso, ma prima le chiesi se avessi
disturbato, al che lei ribattè "Ma cosa dici mai?
Sarai sempre la benvenuta qua da me, nessun disturbo
sono
altre cose che disturbano noialtri eh?!" e ridemmo a crepapelle.
Andai a trovarla quando ebbi la seconda ricaduta e dovetti fare
di nuovo la colonscopia. Ricordo che quella volta andai sola
a farla e che una volta finito, trovai ad aspettarmi tutti i
miei cari. Simonetta era la prima persona col Crohn che avevo
conosciuto e non la potrò mai dimenticare. Fu per me come
una guida che mi portò insieme a lei attraverso gli oscuri
sentieri che avevo paura di attraversare da sola.
Camminando al suo fianco, mi sentii da subito meglio. Quando
stetti male per la seconda volta, facendo gli esami del sangue,
notai che i valori di ferro mi si erano abbassati in poco tempo
più del triplo e ciò mi spaventò un po';
una delle nostra complicazioni è infatti l'anemia, dovuta
al malassorbimento di molte sostanze, ecco perché spesso
si è un po' "sciupati".
Anche in quell'occasione la mia amica mi stette vicino e mi rassicurò,
perché anche lei c'era passata e con qualche iniezione
si poteva risolvere tutto.
Ricordo ancora che quando andai la prima volta nel negozio di
Simonetta, fantasticavo che avrei trovato davanti a me chissà
quale tipo di figura, immaginavo fosse riconoscibile in volto
la sua sofferenza, temevo che un giorno anch'io avrei portato
i segni di questo misterioso morbo. Invece trovai una donna sorridente
e normalissima, elegante e minuta come me. E' già una
consolazione sapere che, se tu non vuoi, non sei obbligato a
dare spiegazioni agli altri perché non c'è proprio
niente che esteriormente si possa dire sul nostro conto.
Ad esempio, ci sono alcuni di noi, come me molto magri, perché
tendono a non assimilare quasi nulla di quello che mangiano,
altre persone, invece, paradossalmente, prendono ad ingrassare
in maniera esagerata, probabilmente per squilibri di fegato.
Dico questo perché l'altra amica che conobbi pochi mesi
fa, fa parte di questo secondo gruppo di persone, anche se scoprii
che prima di ingrassare, era magra come me!
IL secondo incontro con il mondo sommerso del Crohn non lo ebbi
io in prima persona. fu un vero caso fortuito e toccò
a mia madre.
Tutto accadde un pomeriggio, quando mia madre andò a fare
la spesa nel supermercato vicino a casa, dove anch'io mi recavo
spesso; siccome aveva da tempo il desiderio di mangiare degli
affettati, andò al banco dei salumi, dove stava una commessa
gentile e loquace che stava intrattenendo dei clienti. Era una
signora rubiconda e dall'aria fiorente, il ritratto della salute
a prima vista e quando fu il turno di mia madre e si accostò
al banco per ordinare, mamma che è una persona molto cordiale
ed affabile, fece i complimenti alla commessa per il suo aspetto.
"Signora, lei è in splendida forma!!" e lei
ribattè "Se solo sapesse cosa ho, non ci indovinerebbe
mai e poi mai, di sicuro non avrà mai sentito nominare
il
morbo di Crohn". Mia madre rimase di ghiaccio.
"Cosa
si, certo, signora, conosco benissimo la sua
malattia, perché è la stessa che ha mia figlia
da poco più di un anno ..". Incredibile, vero, come
possano essere strani gli incontri tra la gente? Come i destini
si possano intrecciare da un momento all'altro nei modi più
svariati.
Ci si sveglia in una nuova dimensione e, tempo pochi mesi, si
scoprono intorno a noi tante realtà prima ignorate, è
come essere di nuovo bambini alla scoperta del mondo, muovere
i primi passi, aprire gli occhi su oggetti mai visti, cominciare
daccapo.
Così Rina, la commessa davanti alla quale ero passata
innumerevoli volte senza neanche osservarla, si dimostrò
legata a me dallo stesso curioso destino.
Avevamo in comune la conoscenza intima con il signor Crohn. Strano,
vero? Come questo signore combinaguai abbia la capacità
di stare con tanta gente nello stesso tempo: dev'essere un tipo
molto affascinante oppure un mostro senza pudori! Non è
divertente avere un ospite fisso ed indesiderato che passa il
tempo a giocare dentro di noi.
Rina parlò a mia madre di sé e mia madre le raccontò
di me, incuriosendola tanto che quando si lasciarono volle che
andassi al più presto a trovarla perchè mi doveva
assolutamente conoscere.
Non potete immaginare cosa provai quando ebbi la notizia di quell'incontro!
Mia madre entrò in casa come una furia, tutta eccitata,
tanto da farmi credere che avesse vinto qualcosa.
Mi parlò della signora Rina ed io non ci volevo credere
"Davvero, anche lei?", "Si, e vuole fare la tua
conoscenza, andrai non è vero?" - "Ma certo"
e tra me pensai che domani sarebbe stata una giornata molto interessante.
Decisi subito di andare da Rina, ero curiosa di avere un'altra
prova del fatto che si può vivere bene anche con il nostro
problema. Subissai mia madre di domande, credo di averla fatta
impazzire e infatti a un certo punto mi disse "Ti consumerai
la lingua, sempre a parlare, sei peggio di tua nonna, mai un
minuto zitta!". Cenai sovraeccitata e andai a letto con
la testa già proiettata a domani.
La mattina seguente, mi alzai presto e andai a fare un po' di
vasche in piscina, così avrei incontrato anche Gianni.
Dissi a mia madre che avrei fatto tardi, ma non le dissi il motivo,
anche se di sicuro sapeva dei miei progetti.
Il fatto che io sia un tipo molto riservato e faccia sempre le
cose in maniera autonoma, non limita certo la capacità
di mia madre di leggermi dentro e la sorprendente perspicacia.
Per una volta che riesco a fregarla, altre mille non mi è
possibile e mi tocca dargliela vinta, perché mangia sempre
la foglia!
Quel giorno presi il motorino e, col mio borsone sportivo arrivai
alla polisportiva. Non feci in tempo a spegnere il motore che
una mano mi prese la spalla. Mi girai e indovinate un po' chi
c'era? Gianni in persona, che tempismo arrivare insieme! Parcheggiò
e, mano nella mano, varcammo la soglia della piscina.
Fuori c'era un sole caldo che già bruciava la pelle ed
un tuffo in acqua era proprio l'ideale. Specialmente per calmare
le "cotte"...
Nuotammo e all'uscita Gianni mi vide che andavo un pò
di fretta. Gli spiegai che avrei fatto una scappata al supermercato
perché c'era una sorpresa ad aspettarmi, non c'erano segreti
fra noi, se voleva poteva venire con me.
Spiegai a Gianni che avei avuto un incontro particolare, non
gli nascosi il fatto dietro una stupida bugia, dicendogli magari
che avevo bisogno di comprare del pane. Lui mi disse "Sei
una forza!Grazie di avermi reso partecipe di questo incontro
così importante per te, ma credo che sia meglio che tu
vada sola, almeno questa prima volta. Sarò con te col
pensiero, ma ciascuno di noi ha bisogno di avere dei momenti
in cui preferisce stare da solo, su questo siamo sempre stati
d'accordo. L'importante è sapere che si può contare
sempre l'uno sull'altro ed essere sinceri. Se ti farà
piacere, la prossima volta verrò. Che ne dici?" Lo
guardai sbalordita. Era stato davvero straordinario. Avrei voluto
proprio che facesse un discorso del genere. Scegliendo la strada
della fiducia reciproca, mi dissi, non si sbaglia mai. Ci salutammo
e mi augurò un piacevole seguito della giornata. "A
presto, eh?, e fammi sapere, perché tutto mi interessa
" Di noi, pensai. Caricai il borsone e raggiunsi il
supermercato in meno di cinque minuti. Chissà cosa ci
saremmo dette?
Fuori
il sole era sempre più caldo e, nonostante mi fossi refrigerata
un po', già si sudava di nuovo.
Ecco perché d'estate starei sempre in acqua, forse ero
un delfino in una vita precedente!
Lasciai il borsone alla cassa centrale e mi precipitai al banco
dei salumi, ma gli ultimi passi li feci durare un'eternità
Trovavo curioso che una donna col Crohn lavorasse in mezzo
a tante buone prelibatezze, che per noi sono tabù. Non
le veniva mai voglia di evadere e di addentare qualcosa di quel
ben di Dio? Forse si consola con la vista, ma pareva proprio
come il supplizio di Tantalo.
Alla fine ci trovammo l'una di fronte all'altra.
In quel momento non c'era nessuno nei paraggi, così camminai
"Salve, lei ha conosciuto mia madre
" "Sei
tu, carissima" mi disse "Mi fa tanto, tanto piacere
conoscerti. Come va? ed attaccò a parlare senza sosta,
non lasciandomi terminare una risposta che subito aveva altre
cose da dirmi. Mi stupì così tanta parlantina (non
che io sia da meno) nei confronti di una sconosciuta come ero
io. "Ti ho visto varie volte, ma non sapevo che eravamo
"sorelle di pancia". Vedi, tutti noi abbiamo un filo
che ci lega, un invisibile filo che ci rende in un certo qual
modo parenti. Immagino il Crohn come un inquilino che abbiamo
in comune
tu come lo vedi?"
Anche a me era già successo di figurarmi il Crohn in qualche
modo, di dargli una forma, oltre che un nome; ciò lo faceva
apparire meno spaventoso. Le dissi "io adoro l'acqua, il
nuoto. Nuoterò per sempre, con lui e contro di lui. per
me il Crohn è come un essere marino, potrebbe essere il
delfino che nuota al mio fianco, che a volte mi insegue ed allora
io corro ancora più veloce, per fargli rabbia, sperando
di seminarlo. E' un delfino dispettoso, spesso morde e non vuole
mai essere trascurato.
Ma non sarà lui a fermarmi. Se vuole seguirmi dovrà
adeguarsi ai miei ritmi. Altrimenti
nuoterò contro
di lui e lo vincerò!"
Rina, cos' si chiamava la commessa, rimase a bocca aperta "E'
una bellissima scena" disse "quella che hai creato.
E' molto positiva la tua visione. Tu che nuoti con lui e contro
di lui, rende l'idea della nostra battaglia quotidiana. la sfida
che ogni giorno lanciamo al nostro comune avversario. Mi sono
ammalata a ventitrè anni, ora ne ho il doppio ed un'operazione
alle spalle
Ho un compagno e tre splendidi figli , ormai
grandi che sono per me una grande soddisfazione. Il più
piccolo, purtroppo, è dei nostri, ma è un ragazzo
forte e se la cava molto bene, meglio di me".
Fui colpita dal fatto che avesse scelto di avere dei figli e
Rina si accorse del mio stupore. "Non sono affatto così
coraggiosa come credi", disse, "ho realizzato un mio
sogno, forse egoisticamente. Sognavo di essere madre come tu
sogni si continuare a nuotare come prima, non è un peccato
per noi avere dei sogni, anzi! Se non li avessimo, lasceremmo
al Crohn troppo di noi, si approfitterebbe e ci spiazzerebbe,
lasciandoci nella più nera depressione e decurtazione.
E' essenziale sentirsi vivi e bene dentro, almeno. Non possiamo
permettere al buio di oscurare la nostra forza vitale. Siamo
forti, cara, non dimenticarlo mai!". Le parlai di me, del
mio Gianni, di mio nonno. "Gianni ti dà tanto, ma
anche tu, credo, sei in grado di restituire altrettanto, perché,
da quel che dici, hai molte risorse nascoste. Tua madre mi ha
parlato di te, ha detto che sei una sognatrice, ma anche una
persona con i piedi per terra, caparbia, che non si perde mai
d'animo. Non credere noi tutti abbiamo i nostri giorni neri,
è una cosa assolutamente normale. D'altra parte li avevi
anche prima di ammalarti
Se hai perso tuo nonno, non devi
credere che, per forza, anche tu od io moriremo così.
Ci sono solo poche probabilità che quello che tu immagini
un delfino un po' dispettoso, decida di trasformarsi col tempo
in un temibile squalo. Intendo dirti che, anche se non è
impossibile, è sempre più improbabile che il Crohn
degeneri in cancro. Lo sai, non è vero?", "Certo,
me lo hanno detto, tuttavia la paura ogni tanto c'è",
"Si, lo so, ma è solo di poco superiore a quella
delle altre persone. L'importante è non preoccuparsi più
del normale. Vedi, ti dicevo che non sono per niente coraggiosa,
nonostante abbia realizzato il sogno di farmi una famiglia. Infatti
ho passato dei momenti difficili con il mio compagno, i primi
tempi, perché non voleva capire quanto fosse necessario
per me dormire in letti separati. Ti sembrerà strano,
una mia fissazione, ma ascoltami e capirai cosa intendo dire:
ho conosciuto quest'uomo meraviglioso, dopo una precedente storia
andata male. Avevo già il Crohn, quando lo conobbi e lui
lo sapeva, ma temevo sempre che mi avrebbe lasciata, che si sarebbe
stancato di me. Non fu così, però gli dissi subito
che avrei voluto stare da sola la notte, per non disturbarlo
con i miei andirivieni al bagno, che a volte capitano. Lui non
capiva, non voleva saperne, credeva avessi le paranoie. Col tempo
però si rese conto che la mia esigenza era molto per me,
così dimostrò di amarmi, accondiscendendo al mio
desiderio. Ormai stiamo insieme da molti anni, non ci si fa più
caso a questa piccola stravaganza, so che stai pensando, che
sono una strana persona, ma è più forte di me,
mi vergogno nel silenzio della notte, mentre il mio inquilino
si sveglia ed inizia a far casino".
"Sei una donna eccezionale, non ha importanza questo particolare
che sapete solo voi due e chi vuoi tu
". "No,
vedi, per questo io sono una che parla chiaro e che non ha paura
del giudizio degli altri. Ho imparato anzi a parlarne con tanta
di quella gente, che nemmeno immagini! Chissà cosa penseranno
di me
sicuramente che sono una chiacchierona".
Rina mi restò subito simpatica. In pochi minuti, sapevo
già di lei più di quanto sapessi di certe mie amiche
conosciute anni addietro. Nel tempo che parlavamo, si avvicinarono
al banco diverse persone e Rina, per ciascuno di loro, aveva
una parola gentile, attaccava a parlare con tutti con straordinaria
semplicità. Parlava del nostro problema con noncuranza,
come se avesse raccontato di un raffreddore o di una barzelletta.
La ammirai per questo, perché io invece, mentre parlavamo,
m'interrompevo ogni volta che arrivava gente e lei continuava
imperterrita nel discorso. Arrivò anche la sua cognata
e Rina ci presentò subito "Vedi, questa ragazza ha
il Crohn, come me ed è una nuotatrice bravissima! Ha anche
perso un nonno per questa cosa, ma ancora erano i tempi in ci
non era conosciuto e non si curava" Rimasi a parlare fino
alle due, da mezzogiorno! Dovevo correre a casa, perché
mia madre mi aspettava per il pranzo, ma non riuscivo a staccarmi
da lì. Altri dieci minuti e vado, decisi.
Mi raccontò anche che un certo maresciallo, piuttosto
anziano, era solito andarla a trovare quasi ogni mattina, prima
del lavoro per scambiare due parole sulla loro giornata, perché
anche lui aveva il Crohn!. "Viene qua e mi dice - come vanno
le cose? . e ci facciamo la cronaca di quel che tu sai".
Prima di andarmene, mi disse anche che ero fortunata ad avere
Gianni e la mia famiglia così vicini e che parlando con
mia madre aveva letto nel suo sguardo partecipazione ed aveva
quasi avuto l'impressione che fosse lei quella con il Crohn.
Sapevo che mia madre era più angosciata di me, per questo
dovevo essere forte, con lei.
Sarei tornata a trovarla; ogni volta che andavo a fare la spesa,
trovavo modo di parlarci, perché sapevo quanto piacere
ne ricavasse. Aveva sempre gente intorno. Le dissi anche di questa
storia che stavo scrivendo e lei fu subito contenta di farne
parte "perché è importante non sentirsi soli.
Essenziale conoscere questo problema di cui si parla poco.
Ho conosciuto gente come noi che è arrivata a scoprirlo
molto tardi, questo perché non c'è abbastanza informazione.
Siamo una "novità" per la medicina, né
comuni come il diabete, né "orfani" come altre
malattie rare. Perciò ci si deve aiutare a vicenda".
Ci stringemmo le mani.
"A volte rido, a volte piango quando qua al lavoro la mattina,
lascio i clienti all'improvviso, perché devo scappare
sono una fissata della pulizia". "Come me -
le dissi - anche io perdo tanto tempo in queste cose, anch'io
mi alzo presto per sbrigarmi e poter andare in piscina, senza
problemi. A volte però mi capita di perdere i vestiti
per strada, negli spogliatoi, perché devo ancora sbrigare
alcune faccende. Diciamo pure che la nostra è una vita
ben "movimentata"!". A dirlo, sembra di vivere
in un film comico. |