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Il
ministro dei Trasporti afghano è stato linciato
all'aeroporto di Kabul da centinaia di pellegrini che erano
in attesa di un volo per andare in pellegrinaggio alla
Mecca. Si tratta del primo componente del governo ad interim
afghano ad essere ucciso. A dare la notizia è stata la tv
in lingua araba Al Jazira, secondo cui il ministro Abdul
Rahman era giunto allo scalo aereo per imbarcarsi alla volta
dell'India assieme alla sua famiglia. La compagnia aerea
afghana «Ariana» aveva assegnato al ministro l'unico aereo
disponibile e i pellegrini, già da tempo in attesa di
partire per l'Arabia Saudita, si sono infuriati, lanciandosi
contro di lui ed uccidendolo.
La notizia non è stata confermata da fonti indipendenti a
Kabul, ma negli ultimi giorni la tensione interna in
Afghanistan è salita di molto a seguito di scontri tra
fazioni armate. La città di Gardez in particolare è sotto
assedio da parte delle milizie del comandante Padsha Khan,
deciso a cacciare il governatore Mohammad Wardak, nominato
dal premier ad interim Hamid Karzai. A Kandahar continuano
invece gli attacchi contro la base militare americana, dove
alloggia ora un contingente della 101a divisione
aerotrasportata. L'assalto da parte di un
ben organizzato gruppo di taleban alla base ha
provocato mercoledì due feriti fra gli americani e ieri un
grande incendio si è sviluppato per cause ancora non
accertate lungo il perimetro esterno. I militari Usa hanno
lottato per ore contro le fiamme ma, a notte fonda, non
erano ancora riusciti a domarle.
In questo clima d'incertezza l'intelligence Usa continua la
caccia ai leader di Al Qaeda. L'agenzia americana Upi
afferma che Osama bin Laden si troverebbe, protetto da
milizie locali, nell'area al confine pakistano dove la
scorsa settimana un drone «Predator» della Cia lanciò un
missile uccidendo tre persone. Fino
a questo momento il Pentagono ha esitato a diffondere
l'identità delle vittime che, secondo fonti afghane,
sarebbero però solo dei contadini di un villaggio.
Nel tentativo di smussare la crisi con Washington, il
governo dell'Iran ha annunciato di aver arrestato lungo i
confini con l'Afghanistan circa 150 persone collegate ad Al
Qaeda o ai taleban. Si tratterebbe di uomini ma anche di
donne e bambini, in maggioranza arabi, alcuni dei quali in
possesso di passaporti olandesi, spagnoli, francesi e
britannici. Nelle scorse settimane Washington aveva a più
riprese accusato la Repubblica islamica dell'Iran di aver
consentito la fuga di terroristi di taleban
dall'Afghanistan.
Fra i colonnelli di Osama bin Laden che continuano a
spostarsi liberamente attraverso i confini iraniani -
secondo un rapporto dell'Fbi rivelato dal «New York Times»
- vi sarebbe anche il palestinese Abu Zubaydah, 30 anni,
divenuto il nuovo comandante militare di Al Qaeda dopo la
morte sotto le bombe dell'egiziano Mohammed Atef. L'Fbi
ritiene che Abu Zubaydah, muovendosi fra Iran e Pakistan,
stia organizzando una serie di «attentati multipli» contro
obiettivi Usa.
La minaccia terrorista è tale che Sud Corea e Stati Uniti
hanno concordato un piano di sicurezza senza precedenti per
proteggere lo svolgimento dei Mondiali di calcio che si
svolgeranno dal 31 maggio al 30 giugno in Corea e in
Giappone. Il quotidiano di Seul «JoongAng Ilbo» ha scritto
che portaerei americane saranno posizionate al largo della
penisola mentre aerei-radar Awacs e caccia F-16
pattuglieranno i cieli sopra gli stadi, che saranno comunque
chiusi ai voli commerciali durante le gare.
In Pakistan resta avvolta nel mistero la sorte del
giornalista americano Daniel Pearl. Il regista del suo
sequestro, sceicco Saeed Omar, ha detto ieri alla polizia
che il reporter del «Wall Street Journal» sarebbe «morto»,
ma il presidente pakistano, Pervez Musharraf, continua a
sostenere il contrario: «E' vivo e lo stiamo cercando».
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