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preview (on line il 2° gen 2003, con 2 messaggi aggiunti l'11° maggio 2003 e con altri 17 messaggi aggiunti il 13° maggio 2003):
Il movimento a scatti

clicca qui per leggere daccapo l'inesistente continuo smascherato dal FLASH animazione con Macromedia FLASH:
l' inesistente continuo smascherato 
dal FLASH

inizio

20)
giofra giofra@freemail.it
Wednesday, May 01, 2002 10:42 AM
su it.scienza nel thread con oggetto:
'x FRANCO: Leonardo (ho rivisto i conti).'
ha scritto fra l'altro:

E il continuo, come tu sai, io penso che debba appunto essere ridimensionato al ruolo di semplice modello della realtà.

Modello peraltro che facilmente può indurre in errore se lo si utilizza per interpretare la realtà, visto che tale modello, essendo più reale della realtà stessa, finisce per conferire a quest'ultima proprietà che non esistono, e fra queste il tempo.

Non si tratta di semplici opinioni e basta, perchè come tu sai le ho accompagnate con argomentazioni nelle quali, come si evince dalle Appendici e dall'Area dibattiti del sito con ULTIMUS, non mostrano incoerenze, nonostante il fuoco incrociato che hanno subito nei dibattiti che si sono svolti fra it.scienza e it.scienza.matematica.

Introducendo la teoria delle pseudo-unità, infatti, ho fatto vedere che la realtà può essere descritta numericamente senza far ricorso ai numeri con sviluppo decimale illimitato, e quindi senza far ricorso ai numeri reali.

E nel discreto il tempo, la grandezza fisica continua per eccellenza, naturalmente e purtroppo, è perso per sempre, o almeno va ridimensionato al ruolo di variabile di comodo nell'ambito del modello matematico del continuo.

E concepire una realtà senza il tempo non ha niente di assurdo.

Rimane è vero la grande incognita del movimento.

E' possibile cioè interpretare il movimento senza ricorre al tempo ?

Senz'altro, ed è un'interpretazione non solo moderna, ma anche concepibile.

E' moderna perchè richiama la tecnologia dei robot, ma è anche concepibile, visto che alcuni esperimenti nell'ambito delle particelle sub-atomiche, sembrano appunto confermare tale interpretazione.

Il movimento, in una realtà tutta e solo discreta, reputo che sia senz'altro concepibile, ed avviene per scatti infinitesimi tutti uguali fra loro, non ulteriormente frazionabili e purtroppo non quantificabili (per sempre ?!).

Questi ultimi infatti sono infimi e totalmente fuori dalla nostra portata, al punto che i nostri sensi ci fanno percepire il movimento fluente e continuo.

I nostri sensi (e i nostri strumenti, almeno fino ad ora) dunque sulla natura del movimento ci ingannano.

E tale inganno, probabilmente, è proprio alla base di come da sempre l'umanità ha percepito la realtà, fatta cioè di discreto (le mele, i compassi e così via), e di continuo (lo spazio, il tempo, e così via).

Concependo appunto anche quest'ultimo, il continuo, perchè ingannati dai nostri sensi che ci fanno apparire fluenti i movimenti che, in realtà, sono a scatti.

D'altronde concepire il movimento a scatti all'epoca degli antichi Greci era andare oltre ogni immaginazione, ma oggi, nell'era dei computers, della computer-graphic e dei robot, non fa più scalpore di tanto.

Quando qualche mese fa ho pensato al movimento a scatti, io stesso pensai anche che sarebbe stato accolto malissimo nel mondo reale e dei newsgroup, ed invece ho verificato con sorpresa che viene ritenuto concepibilissimo, specie dalla nuove generazioni.

Anzi qualcuno mi ha risposto:
'Perchè non è così ?'

E definire matematicamente un movimento a scatti, significa, come tu ben sai, metterlo in forma iterativa (e qualcosa l'ho anche fatta vedere), e che è poi quella che implementano i computers.

E nelle forme matematiche iterative è ben evidente che il tempo non compare per niente, anzi si capisce bene che è uno spazio, quello che separa un campione dal successo.

Spazio scandito dal clock del computer, e che a sua volta fa riferimento all'orologio di Greenwich, e che a sua volta fa riferimento all'unico vero orologio, i movimenti a scatti del pianeta Terra nel suo moto intorno al suo asse polare.

Giovanni.
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19)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Thursday, May 16, 2002 8:03 PM
Subject: Re: Giofra ed il Continuo

> > io stesso giofra ho scritto:
> > La vera natura della matematica corrente,
> > sebbene camuffata, riflette anch'essa
> > la realtà, solo ed esclusivamente discreta.

> papero.papero@virgilio.it ha risposto
> Dicendo questo mi fai capire che tu consideri
> la Matematica semplicemente come uno
> strumento per la Fisica.

Voglio dire che nelle astrazioni della matematica corrente, costruite a partire dal 'nocciolo fondante' di quest'ultima, va incluso anche il CONTINUO, dato che la natura del 'nocciolo fondante' è discreta, come peraltro è discreta la realtà stessa.

> > Il continuo nella matematica corrente è
> > stato aggiunto dando luogo ad un modello.

> Ovvio che è un modello !

Per cui convieni, essendo la realtà solo discreta e non anche continua (visto che ho fatto vedere che la realtà può essere descritta numericamente anche solo usando i numeri interi), che il modello del continuo va senz'altro bene per fare i conti, ma non va bene per costruirci teorie interpretative della realtà.

E visto che la realtà è solo discreta e che il continuo in fondo 'include' anche il discreto, la cosa notevole che si può dire è che il modello del continuo essendo più reale della realtà stessa, finisce per conferire a quest'ultima delle proprietà inesistenti, fra le quali il tempo.

> > E questo ai fisici occorre dirglielo visto
> > che parlano di continuo spazio-tempo e di
> > tempo, che PER DEFINIZIONE può solo
> > essere continuo

> Che ti devo dire: io penso, per mia convinzione,
> che lo spazio e il tempo siano 'discreti'.

Il tempo nel discreto, e quindi nel mondo reale, non può esistere.

Il tempo per definizione, infatti, può solo essere continuo, per cui esiste solo nell'ambito del modello del continuo e non nel mondo reale.

Nel discreto infatti le grandezze fisiche presentano dei VUOTI di grandezze fisiche, e ammettere che il tempo presenti dei VUOTI di TEMPO ha il significato che a tratti il nostro universo letteralmente si ferma, la qual cosa, anche se fosse vera, non lo potremmo mai accertare, visto che noi stessi saremmo coinvolti in questo 'blocco universale generalizzato', con il tempo che continua a scorrere in una dimensione che non è la nostra.

Per cui il tempo nel discreto o non esiste, o se esiste, lo è in una dimensione fuori dalla nostra portata, dove peraltro potrebbe anche lì essere a sua volta discreto.

Giovanni.
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18)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Saturday, May 18, 2002 11:05 AM
Subject: Re: ROTFLISSIMISSIMISSIMO!

Nell'Universo, tranne forse l'Universo stesso nel suo complesso, niente è fermo, nel senso che tutto, letteralmente tutto ciò che fa parte di questo Universo, è in movimento.

Tutto è movimento, dunque, e se effettivamente tutti i possibili mutamenti che avvengono nell'Universo sono per scatti piccolissimi non ulteriormente frazionabili, il tempo non ha ragione di esistere.

E' l'Universo stesso che è un'immenso grosso orologio che muta, solo nello spazio e non anche nel tempo, come fanno i nostri computers al ritmo scandito dai microprocessori.

Se il tempo esiste, esso NON appartiene alla nostra dimensione, ma ad una dimensione che INCLUDE la nostra.

Una dimensione, dunque, SUPERIORE alla nostra e dove forse esistono quelli che determinano, non solo il ritmo del nostro Universo, ma anche SE E PER QUANTO debba esistere siffatto ritmo.

E che poi ciò che noi stessi facciamo con i nostri stessi computers e robot industriali, determinando, cioè, non solo il ritmo di questi ultimi, ma anche SE E PER QUANTO debba esistere siffatto ritmo.

Ma è probabile, ammesso che questa dimensione SUPERIORE esista, che anche lì il tempo, essendo discreto, a sua volta NON ESISTA, e che viceversa esista una dimensione a SUA VOLTA SUPERIORE.

Giovanni.
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17)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: free.it.scienza.fisica
Sent: Wednesday, May 08, 2002 5:13 PM
Subject: Re: il tempo è solo una comoda invenzione.

> > io stesso giofra ho scritto:
> > Sul sito con ULTIMUS in sintesi dico
> > che gli Antichi avevano senz'altro il
> > concetto del NULLA, e che per fare i
> > conti non avevano bisogno di abbinarvi
> > un simbolo, il nostro attuale zero.
> > Ed ho aggiunto che avevano ragione,
> > visto che faccio vedere che si può dare
> > corpo ad una matematica senza zero del
> > tutto coerente.
> > Con quest'ultima che essendo tutta
> > discreta, mi ha consentito di capire
> > che nella matematica corrente il
> > continuo è solo una comoda invenzione.
> > E quindi che il tempo, la grandezza
> > fisica continua per eccellenza, è
> > anch'essa una comoda invenzione.

> Fragio ha risposto:
> Perchè quello che dici sul tempo non si
> può dire anche in relazione allo spazio ?

Lo spazio nel discreto esiste eccome e, fra tutte le grandezze fisiche, la più reale fra tutte, è proprio lo spazio.

> Se come ti affermi il tempo è una comoda
> invenzione funzionale al modello del continuo,
> sai dimostrare cos'è il movimento all'interno
> di un sistema in cui il tempo non esiste ?

Nel discreto, l'unico concepibilissimo modo in cui ha senso il movimento, è a scatti.

Scatti piccolissimi, non ulteriormente frazionabili, e fuori dalla nostra portata, ed al punto che i nostri sensi ce li fanno percepire come dar corpo ad un movimento fluente e continuo.

Giovanni.
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16)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: free.it.scienza.fisica
Sent: Wednesday, May 08, 2002 9:12 PM
Subject: Re: il tempo è solo una comoda invenzione.

> > Fragio ha risposto:
> > E invece lo spazio nel discreto non esiste.
> > Non esiste perchè in matematica anche lo
> > spazio fa parte di un modello continuo:
> > la linea è una serie di punti senza vuoti,
> > il piano è una serie di linee senza vuoti.

Nell' Appendice n.4 del sito con ULTIMUS faccio vedere come sia possibile calcolare l'area di un cerchio e il volume di una sfera nell'ambito del discreto.

Per cui anche del continuo geometrico (lineare, superficiale e volumetrico) se ne può fare a meno, con lo spazio che è dunque discreto.

> > Nel movimento a scatti siamo di fronte a degli
> > scatti di tempo o a degli scatti di spazio ?

Scatti nello spazio dei costituenti base della materia.

Il tempo esiste solo nell'ambito del modello del continuo, e corrisponde nel mondo reale agli scatti non ulteriormenti frazionabili di un movimento ciclico di riferimento, movimento ciclico di riferimento che nella sostanza è la rotazione della Terra intorno al suo asse polare (e quindi ancora l'arcinoto spazio: vedi l' Appendice n.5 del sito con ULTIMUS).

Giovanni.
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15)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.fisica
Sent: Wednesday, May 22, 2002 2:10 PM
Subject: Re: su Zeta è TEMPO=INVECCHIAMENTO .

> valentino ha scritto:
> Non riesco a capire come definisci
> lo scatto dello spazio che causerebbe
> il movimento della materia.

Lo scatto non ulteriormente frazionabile non è dello spazio, ma dei costituenti base della materia (e quindi della materia nel suo complesso).

Ed è talmente piccolo da non essere percepibile nè dai nostri sensi e nè dai nostri strumenti.

Io parlo, infatti, di 'movimento a scatti', movimento che, per descriverlo matematicamente, non ha bisogno del tempo.

> Se camminassimo a scatti infinitesimi
> non pensi che sarebbe come scivolare
> su un monopattino ?

I robot che camminano, e che già oggi esistono, camminano a scatti, e non è come scivolare su un monopattino.

> Come spieghi la velocità senza il tempo ?

La velocità esiste solo nell'ambito del modello matematico del continuo, e corrisponde, nel mondo reale, semplicemente ad incrementi di spazio.

Giovanni.
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14)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Wednesday, May 22, 2002 7:14 PM
Subject: Re: il Tempo e' come il silenzio......(!?)

> gocu ha scritto
> Se fossimo esseri bidimensionali dovremmo
> cadere nel primo vuoto di spazio

Lo SPAZIO DISCRETO a me piace chiamarlo 'spazio disponibile', ed è uno spazio che NON è tutto fatto di 'spazio occupabile' dalla materia.

La natura cioè dello 'spazio disponibile' è discreta, proprio nel senso che nello 'spazio disponibile' sono presenti dei VUOTI che non possono essere occupati dalla materia.

E che in sostanza è anche quello che dicono i fisici.

Giovanni.
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13)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Wednesday, May 22, 2002 10:46 PM
Subject: Re: Russell che sconvolge

> Kosby ha scritto:
> Lo spazio reale è di natura euclidea.

La natura dello spazio reale è discreta, mentre lo spazio euclideo (senza vuoti) è solo un modello.

Spazio euclideo che è il frutto dell' estensione ai numeri non interi degli algoritmi aritmetici propri dei numeri interi.

Estensione che ha nei fatti creato il modello dello 'spazio disponibile' che è anche tutto 'spazio occupabile' dalla materia.

E nei fatti snaturando la vera natura dello 'spazio disponibile' che è discreta, nel senso che nello 'spazio disponibile' sono presenti dei VUOTI che non possono essere occupati dalla materia.

Giovanni.
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12)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Thursday, May 23, 2002 12:36 AM
Subject: Re: ultimo teorema di Fermat anche con 3 cubi ?

Chi ha reso euclideo lo spazio stesso, rendendo tutto lo 'spazio disponibile', 'spazio occupabile' dalla materia, e quindi privando di VUOTI lo 'spazio disponibile', è stata l'estensione ai numeri non interi degli algoritmi aritmetici propri dei numeri interi.

Giovanni.
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11)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Wednesday, May 22, 2002 11:17 PM
Subject: Re: il Tempo e' come il silenzio......(!?)

La materia occupa solo lo 'spazio occupabile' e non tutto lo 'spazio disponibile', visto che quest'ultimo si compone anche di VUOTI che non possono essere occupati dalla materia.

Dalla pagina web con url:
http://www.lescienze.it/specialarchivio.php3?id=4628
si legge:

19.01.2002
SALTI QUANTISTICI GRAVITAZIONALI

L'effetto è stato evidenziato grazie al movimento molto lento di neutroni ultrafreddi.

Nella nostra esperienza quotidiana i corpi cadono seguendo una traiettoria continua, ma un esperimento svolto in Francia mostra invece che a livello delle particelle elementari la situazione è molto più complicata.

Di fatto, la scoperta, annunciata sulla rivista 'Nature', conferma per la prima volta che anche la gravità, come le altre tre forze fondamentali dell'universo, può avere effetti quantistici.

Le particelle, come gli elettroni confinati nelle loro orbite attorno a un atomo, sono vincolate dalle regole della meccanica quantistica.

Per muoversi da una posizione a un'altra esse devono letteralmente saltare allo stato quantico successivo.

Teoricamente questa regola è vera per tutta la materia, ma osservarne gli effetti a grande scala è estremamente difficile.

Questo è ancor più vero per la gravità, che a scala atomica è una forza molto più debole delle altre.

Valery Nesvizhevsky e i suoi colleghi del Laue-Langevin Institute di Grenoble hanno studiato in particolare i neutroni ultrafreddi, particelle neutre che si muovono molto lentamente.

All'interno di uno speciale rivelatore i neutroni sono stati isolati dagli effetti delle altre tre forze fondamentali, per osservare i soli effetti gravitazionali.

Studiando la caduta di centinaia di neutroni all'interno del rivelatore è stato possibile scoprire che le particelle 'esistono' solo a determinate altezze.

Esse - ha concluso Nesvizhevsky - non si muovono continuamente, ma piuttosto saltano da un'altezza a un'altra come prevede la teoria quantistica.

Giovanni.
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10)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Thursday, May 23, 2002 3:38 PM
Subject: Re: Russell che sconvolge

> Giovanni stlambda@tin.it ha risposto:
> Io ho trovato scritto sulla
> pagina con url:
> http://guide.supereva.it/astronomia/interventi/2002/01/89830.shtml
> ^^^^^^^^^^
> Sembra che i ricercatori, capeggiati
> da Valery Nesvizhevsky (Univ. di Tolosa),
> osservando la caduta di neutroni, li
> abbiano visti 'saltare', esattamente
> come un elettrone 'salta' da una distanza
> ad un'altra avvicinandosi al nucleo di
> un atomo.
> Questo risultato rivelerebbe per la prima
> volta un comportamento quantistico della
> gravità (da molti predetto ma mai osservato).'
> ^^^^^^^^^^
> Per cui guarda che la quantizzazione di
> cui si parla è riferita all'ENERGIA e
> non allo SPAZIO !

Quindi i neutroni che hanno studiato e visti cadere in un campo gravitazionale facevano dei salti di energia ? ....ma per favore !

Dalla pagina web con url:
http://www.lescienze.it/specialarchivio.php3?id=4628
a un certo punto si legge chiaramente:

All'interno di uno speciale rivelatore i neutroni sono stati isolati dagli effetti delle altre tre forze fondamentali, per osservare i soli effetti gravitazionali.

Studiando la caduta di centinaia di neutroni all'interno del rivelatore è stato possibile scoprire che le particelle 'esistono' solo a determinate altezze.

Esse - ha concluso Nesvizhevsky - non si muovono continuamente, ma piuttosto saltano da un'altezza a un'altra come prevede la teoria quantistica.

> Il campo gravitazionale della Terra è un
> campo di forza con i suoi livelli di energia
> che sono in funzione della distanza dal
> centro della Terra (secondo la ben nota
> legge di Newton): la quantizzazione di
> questi livelli impone che un oggetto in un
> campo gravitazionale può occupare
> stabilmente solo le distanze dal centro
> (sorgente) del campo che corrispondono
> a certi valori discreti di energia.

E che con altre parole sono le cose che dico io, e cioè che:

la materia occupa solo lo 'spazio occupabile' e non tutto lo 'spazio disponibile', visto che quest'ultimo si compone anche di VUOTI che non possono essere occupati dalla materia.

VUOTI che sono all'origine del movimento a scatti della materia stessa.

> Ma tutto ciò vale comunque solo IN UN
> CAMPO GRAVITAZIONALE, e non nello
> spazio libero !

Se consideri altri campi di forze, bene o male, i fisici dicono, con altre parole, quello che è scritto nei due periodi che precedono il seguente, qui in questo stesso messaggio.

Giovanni.
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9)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Thursday, May 23, 2002 4:10 PM
Subject: Re: il Tempo e' come il silenzio......(!?)

> Roberto Rosoni ha chiesto:
> Se il vuoto è 'disponibile', perché
> la materia non può occuparlo ?

Una quota parte dello 'spazio disponibile' è riservato alla MATERIA, mentre la rimanente quota parte è destinata ad accogliere il VUOTO di MATERIA.

VUOTI di MATERIA che sono all'origine del movimento a scatti della materia stessa.

Il perchè di tutto ciò sono i fisici stessi a spiegarlo con le varie teorie dei livelli energetici coinnvolti nelle diverse tipologie di campi di forza.

> Perchè la realtà fisica quantistica
> (su scala submicroscopica)
> dovrebbe invalidare la nozione
> di tempo ?

Perchè il movimento a scatti sono incrementi di spazio nei quali il tempo non gioca alcun ruolo.

Se infatti conoscessimo lo scatto non ulteriormente frazionabile del movimento, potremmo semplicemente dire che A si muove più in fretta di B, perchè A fa 5 scatti mentre B ne fa solo 2.

> Ancora più assurda la correlazione
> tra una fisica discreta (su scala
> submicroscopica) e la necessità di
> ridefinire in termini discreti
> le basi della matematica.

Non ho mai parlato di 'necessità' di ridefinire in termini discreti le basi della matematica, ma solo di 'opportunità'.

Ritengo infatti assurdo che le nostre macchine digitali debbano 'percepire' la realtà meglio di noi essere umani, con la cosa ancor più incomprensibile che a loro insegnamo la realtà del discreto, mentre ai nostri ragazzi insegnamo la favola del continuo.

Giovanni.
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8)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Thursday, May 23, 2002 9:29 PM
Subject: Re: il Tempo e' come il silenzio......(!?)

Come fai a non capire ?

Vediamo se capisci in questo modo.

Se gli scatti di movimento non ulteriormente frazionabili fossero anche AMPI, ci basterebbe addirittura anche solo guardali A e B in moto per stabilire che A si muove più in fretta di B, e ciò proprio perchè A fa 5 AMPI scatti, mentre B fa solo 2 AMPI scatti.

Diversamente potremmo affidarci ad un MISURATORE di scatti di movimento non ulteriormente frazionabili, e dove, come ti ho già più volte detto, il cosiddetto TEMPO non gioca alcun ruolo.

Purtroppo lo scatto non ulteriormente frazionabile del movimento non lo conosciamo, per cui ricorriamo ad una variabile di comodo (un mutamento regolare, ciclico e familiare) che chiamiamo TEMPO.

Giovanni.
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7)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Thursday, May 23, 2002 10:17 PM
Subject: Re: il Tempo e' come il silenzio......(!?)

> gocu ha risposto:
> 5 scatti io li traduco come '5 passi',
> così 2 scatti io li traduco come '2 passi'.

Non cambia niente.

> Dato che si considerano i passi di
> A e B uguali e precisi è ovvio che
> A andrà più lontano perché ne fa
> 3 in più.

Oh, finalmente ci siamo !

> Ma se entrambi fanno 5 passi
> (ugualmente ampi)

Si

> e A arriva ancora prima di B

Mi ero illuso, continui a non capire.

Se A fa 5 passi, mentre B fa anche lui 5 passi, siccome i passi sono non ulteriormente frazionabili, A e B arrivano, dove devono arrivare, contemporaneamente, e percorrendo esattamente la stessa quantità di spazio.

Se ancora hai difficoltà a capire la cosa immagina che A e B siano due veri e propri robot antropomorfi, e che dunque camminano a scatti, eseguendo, uno per uno, gli stessi medesimi passi non ulteriormente frazionabili.

Ma come è possibile che tu non capisca questi semplici concetti ?

Giovanni.
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6)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Friday, May 24, 2002 2:32 AM
Subject: Re: il Tempo e' come il silenzio......(!?)

> Roberto Rosoni ha risposto:
> Fermo lì e rileggiti !
> L'hai detto tu: 'MENTRE'.
> Mentre vuol dire 'nello stesso tempo'.
> L'hai capita adesso che non puoi fare
> a meno del tempo ?

Togli allora 'MENTRE' e metti 'E', per cui la frase diventa:

Se gli scatti di movimento non ulteriormente frazionabili fossero anche AMPI, ci basterebbe addirittura anche solo guardali A e B in moto per stabilire che A si muove più in fretta di B, e ciò proprio perchè A fa 5 AMPI scatti E B fa solo 2 AMPI scatti.

Se ancora hai difficoltà a capire la cosa immagina che A e B siano due veri e propri robot antropomorfi, e che dunque camminano a scatti, eseguendo, uno per uno, gli stessi medesimi passi non ulteriormente frazionabili.

Ma come è possibile che tu e goku non capite questi semplici concetti ?

Debbo dire che, nonostante che oggi il movimento a scatti sia quasi quotidianamente visibile sotto i nostri occhi (vedi: Tv, cinema, videogiochi, robot industriali), il fatto che voi due non vi rendete conto che in relazione al movimento a scatti il tempo non gioca nessun ruolo, anzi è letteralmente inesistente, consente di capire come fosse del tutto impossibile che gli antichi Greci potessero elaborare il movimento in modo diverso, e cioè fluente e continuo.

Giovanni.
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5)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Friday, May 24, 2002 2:54 PM
Subject: Re: il Tempo e' come il silenzio......(!?)

> Giovanni stlambda@tin.it ha scritto:
> Guarda che, nella realtà, diversamente che
> nel tuo modello robotico, perchè A arrivi
> avanti a B non basta che A sia più veloce,
> ma è necessario precisare inoltre 'da dove'
> partono (dato spaziale), a che velocità
> vanno, e anche QUANDO partono !

La stessa cosa avviene nel movimento a scatti, e cioè perchè A arrivi avanti a B

- non basta che A sia dotato di incrementi di spazio non elementari più repentini

- ma è necessario precisare inoltre la differenza di scatti non ulteriormente frazionabili che separa A da B

- e quanti scatti non ulteriormente frazionabili fa A in corrispondeza di 1 scatto non ulteriormente frazionabile compiuto da B

- e se per esempio A parte quando B è già in movimento, occorre anche precisare in corrispondenza di quale scatto elementare di B, A comincia a muoversi.

> E' chiaro che A può avere tutta la
> velocità che vuoi, ma se parte un
> anno DOPO (nozione temporale) di B,
> anche se B è lento, B arriverà prima.
> Ora, come traduci questo dato necessario
> (il 'quando') nella tua teoria ?

Nel modo che hai visto.

Giovanni.
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4)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Friday, October 11, 2002 4:51 PM
Subject: Re: Se mi dicono...

> > io stesso giofra ho scritto:
> > Il movimento a scatti non
> > ha bisogno del tempo.

> NinjaCross ha risposto:
> Beh, infatti non ho detto che
> il movimento 'ha bisogno' del
> tempo, ma che il tempo è
> 'intrinseco' al movimento stesso.

Nel movimento a scatti il tempo 'NON è intrinseco' al movimento stesso.

> Il tempo può semplicemente essere
> una grandezza di misura che
> quantifica le transizioni stesse
> nel 'movimento a scatti'.
> Nel senso che contare il tempo è
> come contare gli step di transizione
> tra uno stato e l'altro.
> Questo quindi non esclude la
> sua esistenza.

In una Realtà

(che io reputo essere molto probabilmente propria la nostra, e sicuramente di gran lunga meno assurda di quella eisteniana, e per la quale il tempo non solo esiste ma addirittura si dilata per velocità e gravità)

dove tutti i movimenti avvengono a scatti, il TEMPO non gioca alcun ruolo, visto che esistono UNO o POCHI scatti ELEMENTARI di spazio

(ELEMENTARI nel senso che al disotto di questi ultimi non si può scendere).

Scatti ELEMENTARI di cui si compongono tutti gli altri movimenti.

Se per esempio appurassimo che lo scatto più ELEMENTARE possibile è Y e vale 'X metri', basta imporre

'X metri' = '1 scatto'

e dire, per esempio, che A è più veloce di B, semplicemente perchè mentre B fa '1 scatto' viceversa A fa '4 scatti'.

Con il tempo, come ti ho già detto, che dunque 'NON è intrinseco' al movimento stesso.

Giovanni.
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3)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Wednesday, October 16, 2002 10:32 PM
Subject: Re: il nostro Universo è DISCRETO !!!

> Jurgen Schwietering ha chiesto:
> Che cosa determina di passare da
> un tassello al altro, e come vengono
> sincronizzati se non da una istanza
> esterna da definire ?

I movimenti per SCATTI elementari, in una Realtà solo ed esclusivamente DISCRETA, non hanno bisogno di essere SINCRONIZZATI.

E ciò proprio perchè gli SCATTI essendo elementari sono non ulteriormente divisibili.

Quello che con i nostri calcolatori (e la nostra matematica) in sostanza facciamo è riprodurre esattamente la Realtà in cui noi stessi siamo immersi.

Solo che non potendo maneggiare i tasselli NON ULTERIORMENTE DIVISIBILI della nostra Realtà, siamo costretti ad INVENTARCELI.

Non solo, ma imponiamo ai nostri calcolatori di riconoscerli COME ELEMENTARI proprio grazie agli impulsi di sincronizzazione (il clock).

In conclusione, la NATURA non ha bisogno del clock, proprio perchè è fatta di tasselli non ulteriormente divisibili.

Giovanni.
*************

2)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza,it.scienza.matematica
Sent: Wednesday, May 07, 2003 9:21 PM
Subject: Re: l'inesistente CONTINUO smascherato dal FLASH.

> Roberto Rosoni ha scritto:
> Sulla tua pagina con url:
> http://digilander.libero.it/fraterno/scatti.htm
> hai dimostrato che il continuo può essere
> simulato, con precisione arbitraria ma finita,
> da un sistema discreto.

No, ho fatto vedere:

- che lo scatto elementare S dello spazio (al di sotto del quale non si può scendere), se esiste, non rende impossibile il moto

- che se S è repentino e/o piccolo può ingannare i nostri sensi SCENEGGIANDO il moto fluente e continuo

- che velocità (numero di scatti) e spazio sono direttamente legati insieme, con il tempo che non gioca alcun ruolo

- che la velocità limite (quella della pallina grigia) dipende dal numero di spazi elementari (dieci) di cui si compone l'Universo Y descritto nella pagina web in esame

- che se si considera metà Universo Y, la velocità della pallina grigia è sempre quella limite, con Michelson e Morley che dunque non dimostrarono un bel niente.

Insomma, ho fatto risorgere l'Etere:
http://digilander.libero.it/fraterno/daotto.htm

Giovanni.
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1)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza,it.scienza.matematica
Sent: Thursday, May 08, 2003 1:25 AM
Subject: Re: l'inesistente CONTINUO smascherato dal FLASH.

> Roberto Rosoni ha risposto:
> Il tuo modello allestito con i
> file swf può essere letto in
> due modi, tra loro antitetici.

Il moto nel DISCRETO però:

- non ha bisogno nè del tempo e nè dell'assurda dilatazione del tempo

- da conto del perchè le velocità non si possono sommare oltre un certo limite

- e addirittura spiega perchè esiste la stessa velocità limite.

Certamente è sconvolgente il fatto che il tempo, il continuo e i riferimenti inerziali vengono in tal modo a risultare del tutto estranei alla Realtà Fisica e ridimensionati al rango di semplici strumenti ingegneristici, ma io sostengo che occorre comunque e senz'altro esaminare questa eventualità.

E cioè appunto esaminare e proporre esperimenti per verificare se effettivamente la Realtà Fisica sia fatta solo ed esclusivamente di DISCRETO.

Giovanni.


fine


20)
giofra giofra@freemail.it
Wednesday, May 01, 2002 10:42 AM
su it.scienza nel thread con oggetto:
'x FRANCO: Leonardo (ho rivisto i conti).'
ha scritto fra l'altro:

E il continuo, come tu sai, io penso che debba appunto essere ridimensionato al ruolo di semplice modello della realtà.

Modello peraltro che facilmente può indurre in errore se lo si utilizza per interpretare la realtà, visto che tale modello, essendo più reale della realtà stessa, finisce per conferire a quest'ultima proprietà che non esistono, e fra queste il tempo.

Non si tratta di semplici opinioni e basta, perchè come tu sai le ho accompagnate con argomentazioni nelle quali, come si evince dalle Appendici e dall'Area dibattiti del sito con ULTIMUS, non mostrano incoerenze, nonostante il fuoco incrociato che hanno subito nei dibattiti che si sono svolti fra it.scienza e it.scienza.matematica.

Introducendo la teoria delle pseudo-unità, infatti, ho fatto vedere che la realtà può essere descritta numericamente senza far ricorso ai numeri con sviluppo decimale illimitato, e quindi senza far ricorso ai numeri reali.

E nel discreto il tempo, la grandezza fisica continua per eccellenza, naturalmente e purtroppo, è perso per sempre, o almeno va ridimensionato al ruolo di variabile di comodo nell'ambito del modello matematico del continuo.

E concepire una realtà senza il tempo non ha niente di assurdo.

Rimane è vero la grande incognita del movimento.

E' possibile cioè interpretare il movimento senza ricorre al tempo ?

Senz'altro, ed è un'interpretazione non solo moderna, ma anche concepibile.

E' moderna perchè richiama la tecnologia dei robot, ma è anche concepibile, visto che alcuni esperimenti nell'ambito delle particelle sub-atomiche, sembrano appunto confermare tale interpretazione.

Il movimento, in una realtà tutta e solo discreta, reputo che sia senz'altro concepibile, ed avviene per scatti infinitesimi tutti uguali fra loro, non ulteriormente frazionabili e purtroppo non quantificabili (per sempre ?!).

Questi ultimi infatti sono infimi e totalmente fuori dalla nostra portata, al punto che i nostri sensi ci fanno percepire il movimento fluente e continuo.

I nostri sensi (e i nostri strumenti, almeno fino ad ora) dunque sulla natura del movimento ci ingannano.

E tale inganno, probabilmente, è proprio alla base di come da sempre l'umanità ha percepito la realtà, fatta cioè di discreto (le mele, i compassi e così via), e di continuo (lo spazio, il tempo, e così via).

Concependo appunto anche quest'ultimo, il continuo, perchè ingannati dai nostri sensi che ci fanno apparire fluenti i movimenti che, in realtà, sono a scatti.

D'altronde concepire il movimento a scatti all'epoca degli antichi Greci era andare oltre ogni immaginazione, ma oggi, nell'era dei computers, della computer-graphic e dei robot, non fa più scalpore di tanto.

Quando qualche mese fa ho pensato al movimento a scatti, io stesso pensai anche che sarebbe stato accolto malissimo nel mondo reale e dei newsgroup, ed invece ho verificato con sorpresa che viene ritenuto concepibilissimo, specie dalla nuove generazioni.

Anzi qualcuno mi ha risposto:
'Perchè non è così ?'

E definire matematicamente un movimento a scatti, significa, come tu ben sai, metterlo in forma iterativa (e qualcosa l'ho anche fatta vedere), e che è poi quella che implementano i computers.

E nelle forme matematiche iterative è ben evidente che il tempo non compare per niente, anzi si capisce bene che è uno spazio, quello che separa un campione dal successo.

Spazio scandito dal clock del computer, e che a sua volta fa riferimento all'orologio di Greenwich, e che a sua volta fa riferimento all'unico vero orologio, i movimenti a scatti del pianeta Terra nel suo moto intorno al suo asse polare.

Giovanni.
*************

19)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Thursday, May 16, 2002 8:03 PM
Subject: Re: Giofra ed il Continuo

> > io stesso giofra ho scritto:
> > La vera natura della matematica corrente,
> > sebbene camuffata, riflette anch'essa
> > la realtà, solo ed esclusivamente discreta.

> papero.papero@virgilio.it ha risposto
> Dicendo questo mi fai capire che tu consideri
> la Matematica semplicemente come uno
> strumento per la Fisica.

Voglio dire che nelle astrazioni della matematica corrente, costruite a partire dal 'nocciolo fondante' di quest'ultima, va incluso anche il CONTINUO, dato che la natura del 'nocciolo fondante' è discreta, come peraltro è discreta la realtà stessa.

> > Il continuo nella matematica corrente è
> > stato aggiunto dando luogo ad un modello.

> Ovvio che è un modello !

Per cui convieni, essendo la realtà solo discreta e non anche continua (visto che ho fatto vedere che la realtà può essere descritta numericamente anche solo usando i numeri interi), che il modello del continuo va senz'altro bene per fare i conti, ma non va bene per costruirci teorie interpretative della realtà.

E visto che la realtà è solo discreta e che il continuo in fondo 'include' anche il discreto, la cosa notevole che si può dire è che il modello del continuo essendo più reale della realtà stessa, finisce per conferire a quest'ultima delle proprietà inesistenti, fra le quali il tempo.

> > E questo ai fisici occorre dirglielo visto
> > che parlano di continuo spazio-tempo e di
> > tempo, che PER DEFINIZIONE può solo
> > essere continuo

> Che ti devo dire: io penso, per mia convinzione,
> che lo spazio e il tempo siano 'discreti'.

Il tempo nel discreto, e quindi nel mondo reale, non può esistere.

Il tempo per definizione, infatti, può solo essere continuo, per cui esiste solo nell'ambito del modello del continuo e non nel mondo reale.

Nel discreto infatti le grandezze fisiche presentano dei VUOTI di grandezze fisiche, e ammettere che il tempo presenti dei VUOTI di TEMPO ha il significato che a tratti il nostro universo letteralmente si ferma, la qual cosa, anche se fosse vera, non lo potremmo mai accertare, visto che noi stessi saremmo coinvolti in questo 'blocco universale generalizzato', con il tempo che continua a scorrere in una dimensione che non è la nostra.

Per cui il tempo nel discreto o non esiste, o se esiste, lo è in una dimensione fuori dalla nostra portata, dove peraltro potrebbe anche lì essere a sua volta discreto.

Giovanni.
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18)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Saturday, May 18, 2002 11:05 AM
Subject: Re: ROTFLISSIMISSIMISSIMO!

Nell'Universo, tranne forse l'Universo stesso nel suo complesso, niente è fermo, nel senso che tutto, letteralmente tutto ciò che fa parte di questo Universo, è in movimento.

Tutto è movimento, dunque, e se effettivamente tutti i possibili mutamenti che avvengono nell'Universo sono per scatti piccolissimi non ulteriormente frazionabili, il tempo non ha ragione di esistere.

E' l'Universo stesso che è un'immenso grosso orologio che muta, solo nello spazio e non anche nel tempo, come fanno i nostri computers al ritmo scandito dai microprocessori.

Se il tempo esiste, esso NON appartiene alla nostra dimensione, ma ad una dimensione che INCLUDE la nostra.

Una dimensione, dunque, SUPERIORE alla nostra e dove forse esistono quelli che determinano, non solo il ritmo del nostro Universo, ma anche SE E PER QUANTO debba esistere siffatto ritmo.

E che poi ciò che noi stessi facciamo con i nostri stessi computers e robot industriali, determinando, cioè, non solo il ritmo di questi ultimi, ma anche SE E PER QUANTO debba esistere siffatto ritmo.

Ma è probabile, ammesso che questa dimensione SUPERIORE esista, che anche lì il tempo, essendo discreto, a sua volta NON ESISTA, e che viceversa esista una dimensione a SUA VOLTA SUPERIORE.

Giovanni.
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17)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: free.it.scienza.fisica
Sent: Wednesday, May 08, 2002 5:13 PM
Subject: Re: il tempo è solo una comoda invenzione.

> > io stesso giofra ho scritto:
> > Sul sito con ULTIMUS in sintesi dico
> > che gli Antichi avevano senz'altro il
> > concetto del NULLA, e che per fare i
> > conti non avevano bisogno di abbinarvi
> > un simbolo, il nostro attuale zero.
> > Ed ho aggiunto che avevano ragione,
> > visto che faccio vedere che si può dare
> > corpo ad una matematica senza zero del
> > tutto coerente.
> > Con quest'ultima che essendo tutta
> > discreta, mi ha consentito di capire
> > che nella matematica corrente il
> > continuo è solo una comoda invenzione.
> > E quindi che il tempo, la grandezza
> > fisica continua per eccellenza, è
> > anch'essa una comoda invenzione.

> Fragio ha risposto:
> Perchè quello che dici sul tempo non si
> può dire anche in relazione allo spazio ?

Lo spazio nel discreto esiste eccome e, fra tutte le grandezze fisiche, la più reale fra tutte, è proprio lo spazio.

> Se come ti affermi il tempo è una comoda
> invenzione funzionale al modello del continuo,
> sai dimostrare cos'è il movimento all'interno
> di un sistema in cui il tempo non esiste ?

Nel discreto, l'unico concepibilissimo modo in cui ha senso il movimento, è a scatti.

Scatti piccolissimi, non ulteriormente frazionabili, e fuori dalla nostra portata, ed al punto che i nostri sensi ce li fanno percepire come dar corpo ad un movimento fluente e continuo.

Giovanni.
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16)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: free.it.scienza.fisica
Sent: Wednesday, May 08, 2002 9:12 PM
Subject: Re: il tempo è solo una comoda invenzione.

> > Fragio ha risposto:
> > E invece lo spazio nel discreto non esiste.
> > Non esiste perchè in matematica anche lo
> > spazio fa parte di un modello continuo:
> > la linea è una serie di punti senza vuoti,
> > il piano è una serie di linee senza vuoti.

Nell' Appendice n.4 del sito con ULTIMUS faccio vedere come sia possibile calcolare l'area di un cerchio e il volume di una sfera nell'ambito del discreto.

Per cui anche del continuo geometrico (lineare, superficiale e volumetrico) se ne può fare a meno, con lo spazio che è dunque discreto.

> > Nel movimento a scatti siamo di fronte a degli
> > scatti di tempo o a degli scatti di spazio ?

Scatti nello spazio dei costituenti base della materia.

Il tempo esiste solo nell'ambito del modello del continuo, e corrisponde nel mondo reale agli scatti non ulteriormenti frazionabili di un movimento ciclico di riferimento, movimento ciclico di riferimento che nella sostanza è la rotazione della Terra intorno al suo asse polare (e quindi ancora l'arcinoto spazio: vedi l' Appendice n.5 del sito con ULTIMUS).

Giovanni.
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15)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.fisica
Sent: Wednesday, May 22, 2002 2:10 PM
Subject: Re: su Zeta è TEMPO=INVECCHIAMENTO .

> valentino ha scritto:
> Non riesco a capire come definisci
> lo scatto dello spazio che causerebbe
> il movimento della materia.

Lo scatto non ulteriormente frazionabile non è dello spazio, ma dei costituenti base della materia (e quindi della materia nel suo complesso).

Ed è talmente piccolo da non essere percepibile nè dai nostri sensi e nè dai nostri strumenti.

Io parlo, infatti, di 'movimento a scatti', movimento che, per descriverlo matematicamente, non ha bisogno del tempo.

> Se camminassimo a scatti infinitesimi
> non pensi che sarebbe come scivolare
> su un monopattino ?

I robot che camminano, e che già oggi esistono, camminano a scatti, e non è come scivolare su un monopattino.

> Come spieghi la velocità senza il tempo ?

La velocità esiste solo nell'ambito del modello matematico del continuo, e corrisponde, nel mondo reale, semplicemente ad incrementi di spazio.

Giovanni.
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14)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Wednesday, May 22, 2002 7:14 PM
Subject: Re: il Tempo e' come il silenzio......(!?)

> gocu ha scritto
> Se fossimo esseri bidimensionali dovremmo
> cadere nel primo vuoto di spazio

Lo SPAZIO DISCRETO a me piace chiamarlo 'spazio disponibile', ed è uno spazio che NON è tutto fatto di 'spazio occupabile' dalla materia.

La natura cioè dello 'spazio disponibile' è discreta, proprio nel senso che nello 'spazio disponibile' sono presenti dei VUOTI che non possono essere occupati dalla materia.

E che in sostanza è anche quello che dicono i fisici.

Giovanni.
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13)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Wednesday, May 22, 2002 10:46 PM
Subject: Re: Russell che sconvolge

> Kosby ha scritto:
> Lo spazio reale è di natura euclidea.

La natura dello spazio reale è discreta, mentre lo spazio euclideo (senza vuoti) è solo un modello.

Spazio euclideo che è il frutto dell' estensione ai numeri non interi degli algoritmi aritmetici propri dei numeri interi.

Estensione che ha nei fatti creato il modello dello 'spazio disponibile' che è anche tutto 'spazio occupabile' dalla materia.

E nei fatti snaturando la vera natura dello 'spazio disponibile' che è discreta, nel senso che nello 'spazio disponibile' sono presenti dei VUOTI che non possono essere occupati dalla materia.

Giovanni.
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12)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Thursday, May 23, 2002 12:36 AM
Subject: Re: ultimo teorema di Fermat anche con 3 cubi ?

Chi ha reso euclideo lo spazio stesso, rendendo tutto lo 'spazio disponibile', 'spazio occupabile' dalla materia, e quindi privando di VUOTI lo 'spazio disponibile', è stata l'estensione ai numeri non interi degli algoritmi aritmetici propri dei numeri interi.

Giovanni.
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11)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Wednesday, May 22, 2002 11:17 PM
Subject: Re: il Tempo e' come il silenzio......(!?)

La materia occupa solo lo 'spazio occupabile' e non tutto lo 'spazio disponibile', visto che quest'ultimo si compone anche di VUOTI che non possono essere occupati dalla materia.

Dalla pagina web con url:
http://www.lescienze.it/specialarchivio.php3?id=4628
si legge:

19.01.2002
SALTI QUANTISTICI GRAVITAZIONALI

L'effetto è stato evidenziato grazie al movimento molto lento di neutroni ultrafreddi.

Nella nostra esperienza quotidiana i corpi cadono seguendo una traiettoria continua, ma un esperimento svolto in Francia mostra invece che a livello delle particelle elementari la situazione è molto più complicata.

Di fatto, la scoperta, annunciata sulla rivista 'Nature', conferma per la prima volta che anche la gravità, come le altre tre forze fondamentali dell'universo, può avere effetti quantistici.

Le particelle, come gli elettroni confinati nelle loro orbite attorno a un atomo, sono vincolate dalle regole della meccanica quantistica.

Per muoversi da una posizione a un'altra esse devono letteralmente saltare allo stato quantico successivo.

Teoricamente questa regola è vera per tutta la materia, ma osservarne gli effetti a grande scala è estremamente difficile.

Questo è ancor più vero per la gravità, che a scala atomica è una forza molto più debole delle altre.

Valery Nesvizhevsky e i suoi colleghi del Laue-Langevin Institute di Grenoble hanno studiato in particolare i neutroni ultrafreddi, particelle neutre che si muovono molto lentamente.

All'interno di uno speciale rivelatore i neutroni sono stati isolati dagli effetti delle altre tre forze fondamentali, per osservare i soli effetti gravitazionali.

Studiando la caduta di centinaia di neutroni all'interno del rivelatore è stato possibile scoprire che le particelle 'esistono' solo a determinate altezze.

Esse - ha concluso Nesvizhevsky - non si muovono continuamente, ma piuttosto saltano da un'altezza a un'altra come prevede la teoria quantistica.

Giovanni.
*************

10)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Thursday, May 23, 2002 3:38 PM
Subject: Re: Russell che sconvolge

> Giovanni stlambda@tin.it ha risposto:
> Io ho trovato scritto sulla
> pagina con url:
> http://guide.supereva.it/astronomia/interventi/2002/01/89830.shtml
> ^^^^^^^^^^
> Sembra che i ricercatori, capeggiati
> da Valery Nesvizhevsky (Univ. di Tolosa),
> osservando la caduta di neutroni, li
> abbiano visti 'saltare', esattamente
> come un elettrone 'salta' da una distanza
> ad un'altra avvicinandosi al nucleo di
> un atomo.
> Questo risultato rivelerebbe per la prima
> volta un comportamento quantistico della
> gravità (da molti predetto ma mai osservato).'
> ^^^^^^^^^^
> Per cui guarda che la quantizzazione di
> cui si parla è riferita all'ENERGIA e
> non allo SPAZIO !

Quindi i neutroni che hanno studiato e visti cadere in un campo gravitazionale facevano dei salti di energia ? ....ma per favore !

Dalla pagina web con url:
http://www.lescienze.it/specialarchivio.php3?id=4628
a un certo punto si legge chiaramente:

All'interno di uno speciale rivelatore i neutroni sono stati isolati dagli effetti delle altre tre forze fondamentali, per osservare i soli effetti gravitazionali.

Studiando la caduta di centinaia di neutroni all'interno del rivelatore è stato possibile scoprire che le particelle 'esistono' solo a determinate altezze.

Esse - ha concluso Nesvizhevsky - non si muovono continuamente, ma piuttosto saltano da un'altezza a un'altra come prevede la teoria quantistica.

> Il campo gravitazionale della Terra è un
> campo di forza con i suoi livelli di energia
> che sono in funzione della distanza dal
> centro della Terra (secondo la ben nota
> legge di Newton): la quantizzazione di
> questi livelli impone che un oggetto in un
> campo gravitazionale può occupare
> stabilmente solo le distanze dal centro
> (sorgente) del campo che corrispondono
> a certi valori discreti di energia.

E che con altre parole sono le cose che dico io, e cioè che:

la materia occupa solo lo 'spazio occupabile' e non tutto lo 'spazio disponibile', visto che quest'ultimo si compone anche di VUOTI che non possono essere occupati dalla materia.

VUOTI che sono all'origine del movimento a scatti della materia stessa.

> Ma tutto ciò vale comunque solo IN UN
> CAMPO GRAVITAZIONALE, e non nello
> spazio libero !

Se consideri altri campi di forze, bene o male, i fisici dicono, con altre parole, quello che è scritto nei due periodi che precedono il seguente, qui in questo stesso messaggio.

Giovanni.
*************

9)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Thursday, May 23, 2002 4:10 PM
Subject: Re: il Tempo e' come il silenzio......(!?)

> Roberto Rosoni ha chiesto:
> Se il vuoto è 'disponibile', perché
> la materia non può occuparlo ?

Una quota parte dello 'spazio disponibile' è riservato alla MATERIA, mentre la rimanente quota parte è destinata ad accogliere il VUOTO di MATERIA.

VUOTI di MATERIA che sono all'origine del movimento a scatti della materia stessa.

Il perchè di tutto ciò sono i fisici stessi a spiegarlo con le varie teorie dei livelli energetici coinnvolti nelle diverse tipologie di campi di forza.

> Perchè la realtà fisica quantistica
> (su scala submicroscopica)
> dovrebbe invalidare la nozione
> di tempo ?

Perchè il movimento a scatti sono incrementi di spazio nei quali il tempo non gioca alcun ruolo.

Se infatti conoscessimo lo scatto non ulteriormente frazionabile del movimento, potremmo semplicemente dire che A si muove più in fretta di B, perchè A fa 5 scatti mentre B ne fa solo 2.

> Ancora più assurda la correlazione
> tra una fisica discreta (su scala
> submicroscopica) e la necessità di
> ridefinire in termini discreti
> le basi della matematica.

Non ho mai parlato di 'necessità' di ridefinire in termini discreti le basi della matematica, ma solo di 'opportunità'.

Ritengo infatti assurdo che le nostre macchine digitali debbano 'percepire' la realtà meglio di noi essere umani, con la cosa ancor più incomprensibile che a loro insegnamo la realtà del discreto, mentre ai nostri ragazzi insegnamo la favola del continuo.

Giovanni.
*************

8)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Thursday, May 23, 2002 9:29 PM
Subject: Re: il Tempo e' come il silenzio......(!?)

Come fai a non capire ?

Vediamo se capisci in questo modo.

Se gli scatti di movimento non ulteriormente frazionabili fossero anche AMPI, ci basterebbe addirittura anche solo guardali A e B in moto per stabilire che A si muove più in fretta di B, e ciò proprio perchè A fa 5 AMPI scatti, mentre B fa solo 2 AMPI scatti.

Diversamente potremmo affidarci ad un MISURATORE di scatti di movimento non ulteriormente frazionabili, e dove, come ti ho già più volte detto, il cosiddetto TEMPO non gioca alcun ruolo.

Purtroppo lo scatto non ulteriormente frazionabile del movimento non lo conosciamo, per cui ricorriamo ad una variabile di comodo (un mutamento regolare, ciclico e familiare) che chiamiamo TEMPO.

Giovanni.
*************

7)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Thursday, May 23, 2002 10:17 PM
Subject: Re: il Tempo e' come il silenzio......(!?)

> gocu ha risposto:
> 5 scatti io li traduco come '5 passi',
> così 2 scatti io li traduco come '2 passi'.

Non cambia niente.

> Dato che si considerano i passi di
> A e B uguali e precisi è ovvio che
> A andrà più lontano perché ne fa
> 3 in più.

Oh, finalmente ci siamo !

> Ma se entrambi fanno 5 passi
> (ugualmente ampi)

Si

> e A arriva ancora prima di B

Mi ero illuso, continui a non capire.

Se A fa 5 passi, mentre B fa anche lui 5 passi, siccome i passi sono non ulteriormente frazionabili, A e B arrivano, dove devono arrivare, contemporaneamente, e percorrendo esattamente la stessa quantità di spazio.

Se ancora hai difficoltà a capire la cosa immagina che A e B siano due veri e propri robot antropomorfi, e che dunque camminano a scatti, eseguendo, uno per uno, gli stessi medesimi passi non ulteriormente frazionabili.

Ma come è possibile che tu non capisca questi semplici concetti ?

Giovanni.
*************

6)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Friday, May 24, 2002 2:32 AM
Subject: Re: il Tempo e' come il silenzio......(!?)

> Roberto Rosoni ha risposto:
> Fermo lì e rileggiti !
> L'hai detto tu: 'MENTRE'.
> Mentre vuol dire 'nello stesso tempo'.
> L'hai capita adesso che non puoi fare
> a meno del tempo ?

Togli allora 'MENTRE' e metti 'E', per cui la frase diventa:

Se gli scatti di movimento non ulteriormente frazionabili fossero anche AMPI, ci basterebbe addirittura anche solo guardali A e B in moto per stabilire che A si muove più in fretta di B, e ciò proprio perchè A fa 5 AMPI scatti E B fa solo 2 AMPI scatti.

Se ancora hai difficoltà a capire la cosa immagina che A e B siano due veri e propri robot antropomorfi, e che dunque camminano a scatti, eseguendo, uno per uno, gli stessi medesimi passi non ulteriormente frazionabili.

Ma come è possibile che tu e goku non capite questi semplici concetti ?

Debbo dire che, nonostante che oggi il movimento a scatti sia quasi quotidianamente visibile sotto i nostri occhi (vedi: Tv, cinema, videogiochi, robot industriali), il fatto che voi due non vi rendete conto che in relazione al movimento a scatti il tempo non gioca nessun ruolo, anzi è letteralmente inesistente, consente di capire come fosse del tutto impossibile che gli antichi Greci potessero elaborare il movimento in modo diverso, e cioè fluente e continuo.

Giovanni.
*************

5)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Friday, May 24, 2002 2:54 PM
Subject: Re: il Tempo e' come il silenzio......(!?)

> Giovanni stlambda@tin.it ha scritto:
> Guarda che, nella realtà, diversamente che
> nel tuo modello robotico, perchè A arrivi
> avanti a B non basta che A sia più veloce,
> ma è necessario precisare inoltre 'da dove'
> partono (dato spaziale), a che velocità
> vanno, e anche QUANDO partono !

La stessa cosa avviene nel movimento a scatti, e cioè perchè A arrivi avanti a B

- non basta che A sia dotato di incrementi di spazio non elementari più repentini

- ma è necessario precisare inoltre la differenza di scatti non ulteriormente frazionabili che separa A da B

- e quanti scatti non ulteriormente frazionabili fa A in corrispondeza di 1 scatto non ulteriormente frazionabile compiuto da B

- e se per esempio A parte quando B è già in movimento, occorre anche precisare in corrispondenza di quale scatto elementare di B, A comincia a muoversi.

> E' chiaro che A può avere tutta la
> velocità che vuoi, ma se parte un
> anno DOPO (nozione temporale) di B,
> anche se B è lento, B arriverà prima.
> Ora, come traduci questo dato necessario
> (il 'quando') nella tua teoria ?

Nel modo che hai visto.

Giovanni.
*************

4)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Friday, October 11, 2002 4:51 PM
Subject: Re: Se mi dicono...

> > io stesso giofra ho scritto:
> > Il movimento a scatti non
> > ha bisogno del tempo.

> NinjaCross ha risposto:
> Beh, infatti non ho detto che
> il movimento 'ha bisogno' del
> tempo, ma che il tempo è
> 'intrinseco' al movimento stesso.

Nel movimento a scatti il tempo 'NON è intrinseco' al movimento stesso.

> Il tempo può semplicemente essere
> una grandezza di misura che
> quantifica le transizioni stesse
> nel 'movimento a scatti'.
> Nel senso che contare il tempo è
> come contare gli step di transizione
> tra uno stato e l'altro.
> Questo quindi non esclude la
> sua esistenza.

In una Realtà

(che io reputo essere molto probabilmente propria la nostra, e sicuramente di gran lunga meno assurda di quella eisteniana, e per la quale il tempo non solo esiste ma addirittura si dilata per velocità e gravità)

dove tutti i movimenti avvengono a scatti, il TEMPO non gioca alcun ruolo, visto che esistono UNO o POCHI scatti ELEMENTARI di spazio

(ELEMENTARI nel senso che al disotto di questi ultimi non si può scendere).

Scatti ELEMENTARI di cui si compongono tutti gli altri movimenti.

Se per esempio appurassimo che lo scatto più ELEMENTARE possibile è Y e vale 'X metri', basta imporre

'X metri' = '1 scatto'

e dire, per esempio, che A è più veloce di B, semplicemente perchè mentre B fa '1 scatto' viceversa A fa '4 scatti'.

Con il tempo, come ti ho già detto, che dunque 'NON è intrinseco' al movimento stesso.

Giovanni.
*************

3)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza
Sent: Wednesday, October 16, 2002 10:32 PM
Subject: Re: il nostro Universo è DISCRETO !!!

> Jurgen Schwietering ha chiesto:
> Che cosa determina di passare da
> un tassello al altro, e come vengono
> sincronizzati se non da una istanza
> esterna da definire ?

I movimenti per SCATTI elementari, in una Realtà solo ed esclusivamente DISCRETA, non hanno bisogno di essere SINCRONIZZATI.

E ciò proprio perchè gli SCATTI essendo elementari sono non ulteriormente divisibili.

Quello che con i nostri calcolatori (e la nostra matematica) in sostanza facciamo è riprodurre esattamente la Realtà in cui noi stessi siamo immersi.

Solo che non potendo maneggiare i tasselli NON ULTERIORMENTE DIVISIBILI della nostra Realtà, siamo costretti ad INVENTARCELI.

Non solo, ma imponiamo ai nostri calcolatori di riconoscerli COME ELEMENTARI proprio grazie agli impulsi di sincronizzazione (il clock).

In conclusione, la NATURA non ha bisogno del clock, proprio perchè è fatta di tasselli non ulteriormente divisibili.

Giovanni.
*************

2)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza,it.scienza.matematica
Sent: Wednesday, May 07, 2003 9:21 PM
Subject: Re: l'inesistente CONTINUO smascherato dal FLASH.

> Roberto Rosoni ha scritto:
> Sulla tua pagina con url:
> http://digilander.libero.it/fraterno/scatti.htm
> hai dimostrato che il continuo può essere
> simulato, con precisione arbitraria ma finita,
> da un sistema discreto.

No, ho fatto vedere:

- che lo scatto elementare S dello spazio (al di sotto del quale non si può scendere), se esiste, non rende impossibile il moto

- che se S è repentino e/o piccolo può ingannare i nostri sensi SCENEGGIANDO il moto fluente e continuo

- che velocità (numero di scatti) e spazio sono direttamente legati insieme, con il tempo che non gioca alcun ruolo

- che la velocità limite (quella della pallina grigia) dipende dal numero di spazi elementari (dieci) di cui si compone l'Universo Y descritto nella pagina web in esame

- che se si considera metà Universo Y, la velocità della pallina grigia è sempre quella limite, con Michelson e Morley che dunque non dimostrarono un bel niente.

Insomma, ho fatto risorgere l'Etere:
http://digilander.libero.it/fraterno/daotto.htm

Giovanni.
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1)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza,it.scienza.matematica
Sent: Thursday, May 08, 2003 1:25 AM
Subject: Re: l'inesistente CONTINUO smascherato dal FLASH.

> Roberto Rosoni ha risposto:
> Il tuo modello allestito con i
> file swf può essere letto in
> due modi, tra loro antitetici.

Il moto nel DISCRETO però:

- non ha bisogno nè del tempo e nè dell'assurda dilatazione del tempo

- da conto del perchè le velocità non si possono sommare oltre un certo limite

- e addirittura spiega perchè esiste la stessa velocità limite.

Certamente è sconvolgente il fatto che il tempo, il continuo e i riferimenti inerziali vengono in tal modo a risultare del tutto estranei alla Realtà Fisica e ridimensionati al rango di semplici strumenti ingegneristici, ma io sostengo che occorre comunque e senz'altro esaminare questa eventualità.

E cioè appunto esaminare e proporre esperimenti per verificare se effettivamente la Realtà Fisica sia fatta solo ed esclusivamente di DISCRETO.

Giovanni.


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