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Quando era in costruzione la galleria, sorse vicino ad essa una "locanda" denominata di "Londra". Essa fu per un periodo lunghissimo di tempo punto preferito dalle allegre comitive e dai viaggiatori che con le diligenze compivano il viaggio da Genova alla Toscana e viceversa. Qui riposavano i cavalli nella notte e sostavano i viaggiatori. Ampia cucina patriarcale, ampie sale di ritrovo, il soggiorno delizioso, erano più che sufficienti ad attirare in frotta i genovesi e i forestieri. È questo il locale descritto con tanta vivacità e con sì acconce pennellate di color locale dal poeta vernacolo Martin Piaggio detto "Scio Reginn-a".
La "Scampagnata in Rua" che ebbe per meta "...O Pertùxo dexideou..." rimarrà un documento prezioso atto ad illustrare, grazie alla gaia musa del grande genovese, uno dei luoghi più belli e maggiormente preferiti della nostra Riviera, anche in tempi a noi lontani. "... O locale da pappata..." non era altro che la locanda circondata in parte dal giardino dove venne consumato il desinare "...pe rescioase o cheu e o polmon..." e dai giuochi da bocce.
Essi erano situati in terreno di proprietà della mensa parrocchiale e furono concessi alla locanda "cum clausolis" che venissero sospesi detti giuochi durante le sacre funzioni.
La locanda ospitò sia pur per brevi istanti il Re Galantuomo che volle dissetarsi alla polla di fresca acqua che scaturiva dalla sua fonte. Principi e graziose principesse di Casa Savoia, il Granduca di Toscana, personalità dell'alto clero, e i patrizi genovesi durante i loro viaggi verso Pisa, o di ritorno alla Dominante sostavano alla "Locanda di Londra".
Da "Giornale di Genova", Luigi Costa, 10 novembre 1936