Al rifugio "Brentari"dal rifugio Refavaie per la lunga cresta del Col del Vento, ore 6.30, segnavia SAT n. 338, n. 363 e n. 364.
Sebbene descritto per ultimo,
questo itinerario è di grande interesse e molto panoramico. Ha varie perdite di
quota e richiede molto tempo anche nella discesa. E’da programmare con tempo
stabile e nei mesi estivi, per la presenza nella parte alta di pendii innevati
che rendono difficoltoso il passaggio. Come nell’itinerario n. 8, si risale la strada
forestale che parte dalla chiesetta del Pront e con tredici tornanti arriva al
bivio delle strade a quota m. 1300 circa. Si imbocca quindi la strada di destra
che prosegue per il rifugio Pront, distante da questo punto, quasi 2 km.
Percorso qualche metro di questa, a sinistra si prende il poco evidente sentiero
che poco dopo si trasforma in mulattiera ed un po’ più in alto attraversa il
nuovo tratto della strada forestale. Si sale nel bosco e, con quaranta tornanti,
si raggiunge il piano in aperto lariceto. Con l’ultimo tornante, che fa un
ampio giro a semicerchio antiorario, la mulattiera si trasforma in traccia di
sentiero che si innalza in direzione sud sulla Mughera del Col del Vento. Man
mano che si alza la cresta, anche il sentiero la segue parallelamente a poca
distanza, sempre sul versante est, con qualche tornantello di tanto in tanto. Si
raggiunge a quota 2130 circa il punto dove si presenta un salto roccioso di due
metri e mezzo, che si supera con una corda metallica ed una staffa; subito dopo
si ha una perdita di quota, si continua in salita e, superata una prima serie di
tornantelli sovrapposti e successivamente un’altra serie di tornantelli, si
giunge nei pressi della quota 2384, dove la vista spazia in direzione sud sul
sottostante Lago Negro, sulla Forcella di Val Regana ed in alto sul Corno di Val
Regana, nonché in direzione nord sulla scenografica parte orientale del Lagorai.
Di qui si scende molto e, superando qualche punto sdrucciolevole, si tocca la
Forcella Lago Negro. Si prosegue per un po’in piano sempre sul versante di Val
Regana e sopra il Lago Negro, poi ci si alza su tornantelli scalinati e per un
tratto sul sentiero pietroso; si giunge alla base del Col del Vento – quota
approssimativa m. 2520. Questa è l’unica possibilità di salirvi in quaranta
minuti in direzione ovest. Per una descrizione più approfondita, vedi il n.
17. Da questo punto, in direzione nord, quasi alla stessa quota, a
cento metri di distanza si trova la Forcella Est, da dove sono visibili i Lastei
del Col del Vento, con il minuscolo laghetto omonimo e da dove, con attenzione,
si può scendere. Si
prosegue l’itinerario abbassandosi un po’ percorrendo anche con qualche
gradino, mentre il sentiero gira a destra intorno al costone. A questo punto
siamo in vista della Forcella del Col del Vento, m. 2495, che si raggiunge
mantenendosi in quota. Da questa si gode una bella vista sul Lago del Bus, che
si può raggiungere scendendo la vasta pietraia in trenta minuti. Si avanza
rimanendo sempre sul
versante est ed il sentiero si fa più impegnativo. Dopo due serie di
tornantelli, sul ripido versante con un brevissimo tratto servito da un cordino
metallico ed un breve tratto calante, si passa sulla soglia di un minuscolo
laghetto da dove esce sempre dell’acqua che bagna il Boal delle Laste. Di
questo laghetto si riparlerà in seguito. Il laghetto è posto in una piccola
conca circondata da ripide pietraie sottostanti la breve e frastagliata Cresta
dei Diavoli. Può accadere che nemmeno in piena estate lo si noti perché ancora
coperto di neve. L’acqua che esce in continuazione lo rende però comunque
individuabile. Si prosegue in salita e dopo due tornanti si lascia il sentiero
militare che sale fino nei pressi della Cima dei Diavoli. Si procede
orizzontalmente a sinistra, sopra un salto roccioso e su terreno marcato con
segnavia. Si attraversa una pietraia, si supera il basamento quadrato di
un’opera militare, si continua in piano attraversando la zona delle Laste Alte
dove, nascosti alla vista, si trovano in basso altri due minuscoli laghetti
sottostanti. Ci si affaccia a lato dell’ampia conca dei Lastè dei Fiori alla
testata del Vallone Orti della Regana, si cala di circa trenta metri di quota e
s’incontra il bivio SAT n. 364 a m. 2630 circa. Lo si segue a destra fino al rifugio, come descritto al n.
8. Con riferimento a questo bivio, ricollegandosi a quanto accennato
all’inizio di questa monografia, risulta che la cartografia riporta un
sentiero non esistente in una zona particolarmente pericolosa. Il suddetto
sentiero partirebbe dalla ex Malga Campo Regana di Sopra, risalendo il Boal
delle Laste e per le Laste Alte raggiungerebbe i Lastè dei Fiori. Questo
tracciato fu progettato dall’esercito italiano nell’autunno del 1917 e non
fu mai realizzato, per il precipitoso abbandono della zona. Erronee risultano
quindi le indicazioni contenute nella mappa 1:25000 dell’Istituto Geografico
Militare e nelle carte turistiche in commercio. Si sconsigliano quindi vivamente
gli escursionisti di avventurarsi nella zona citata, specialmente in discesa,
per non finire incrodati, dato che il Boal delle Laste non è percorribile. Solo
alcuni cacciatori conoscono un percorso che sbocca nella parte alta, provenendo
però dalla Forcella di Val Regana, di cui si tratterà al n. 32. Un altro sentiero
“trappola” riportato su tutte le carte è fra l’ex Malga Cima d’Asta e
la Campagnassa, nel Vallone delle Grattarole. Molti altri “sentieri
fantasma” figurano sulle cartine. Anche per evitare questo pericolo è opportuno non
avventurarsi mai in discesa se non si è già percorso il sentiero in salita.