Epagneul Breton, piccolo grande ausiliare.

STANDARD DELLA RAZZA.

   UN COMMENTO SULLA RAZZA   

Il primo standard morfologico dell’Epagneul Breton venne elaborato a Nantes nel 1907 e rettificato dall’assemblea generale del C.E.B. (Club Epagneul Breton francese) nel 1908. Successive modifiche furono apportate nel 1908, ’10, ’23, ’33, ’56, per arrivare nel 1963 ad una stesura definitiva, rimasta invariata fino ai giorni nostri, o meglio fino al 1995. Tra le modifiche apportate, non poche furono sostanziali: dalla variazione della taglia da 45 a 56 cm, alla riammissione alla riproduzione dei soggetti bianconero o tricolore, avvenuta solo nel 1956. Inoltre, mentre in origine era possibile iscrivere alla razza solo soggetti naturalmente anuri, successivamente è stata consentita la caudectomia. Lo standard del ’63 era essenzialmente descrittivo. Si limita a dare poche, ma chiare linee guida, su come doveva essere costruita la razza: un cane di ridotte dimensioni (il più piccolo cane da ferma), ma comunque robusto (COB, cioè dalle linee arrotondate tipiche di cavalli mesomorfi da tiro leggero o da sella), che sta nel quadrato, dolicocefalo, ma con rapporto cranio muso 3 a 2. Mancavano essenzialmente misure fisse, che potevano essere oggettive, ma tutto ciò ha consentito che, sempre nel rispetto dello standard, il breton si evolse verso un cane decisamente più elegante. Tale evoluzione è dovuta, in parte, alla necessità di avere soggetti più veloci e potenti, ed in parte alle mode ed al gusto degli allevatori del momento. Di questa evoluzione si ha una chiara dimostrazione nelle rare foto in bianco e nero dei campioni del passato, soggetti che io rispetto molto ma che attualmente nessuno vorrebbe nel proprio allevamento. Agli albori della razza uno standard deve essere in grado di accomunare un gruppo eterogeneo di cani, ma poi, una volta fissati certi caratteri, c’è bisogno di fermezza per conservarli, evitando personalizzazioni e libere interpretazioni delle linee guida del C.E.B. Proprio per sopperire a queste lacune, gia nel 1995 apparve un nuovo standard e soli sei anni dopo, nel 2001, la F.C.I: ha rettificato ancora un altro standard (n.95 del 2/4/2001), nel quale nulla o poco viene lasciato all’interpretazione del lettore: sono fissati i rapporti fra i vari segmenti ossei e soprattutto agli angoli formati dalle articolazioni, di fondamentale importanza, in quanto caratterizzano l’andatura.

STANDARD DELL'EPAGNEUL BRETON

   ASPETTO GENERALE  

Nella rapida descrizione dei caratteri del breton lo standard lo definisce: braccoide a coda corta o senza coda, di ossatura solida, compatto ed elegante, vigoroso ed intelligente. Queste caratteristiche vengono riassunte nella definizione del piccolo COB brevilineo pieno d’energia, decisamente un’immagine suggestiva di come dovrebbe essere il breton, un cane di ridotte dimensioni, robusto e brioso.

TAGLIA

Maschio: 48-51 cm, con un centimetro di tolleranza più o meno. Taglia consigliata: 49-50 cm. Femmina: 47-50 con un centimetro di tolleranza in più o meno. Tagli consigliata: 48-49 cm.

PROPORZIONI IMPORTANTI

In questa sezione sono racchiuse le misure più importanti sulle quali si costruisce un cane, un po’ come le fondamenta di una casa: cane iscrivibile nel quadrato (vale a dire che altezza al garrese uguale alla lunghezza misurata dalla punta del petto alla tuberosità ischiatica), rapporto cranio muso 3 a 2, testa proporzionata al corpo (lo standard si limita a dire questo, senza stabilire un range di riferimento). Per la prima volta, inoltre, si fissano le dimensioni del torace in profondità (misura calcolata dal garrese allo sterno in senso verticale)pari a poco meno della metà dell’altezza del garrese.

TESTA

Cranio leggermente arrotondato, di larghezza inferiore alla lunghezza, anche se di poco, visto che deve comunque essere smussato. Questo è un dato importante; fino ad ora si era discusso su quali dovevano essere tali misure: si diceva all’incirca uguali tra loro, ma riducendo i diametri trasversali si evita la comparsa di teste troppo spinte, che attenterebbero alle caratteristiche della razza, fin dagli albori legata all’espressione. Stesso discorso vale per le arcate sopraccigliari: non troppo marcate, come gli zigomi e l’occipite; anche lo stop deve essere dolce. I difetti relativi a queste parti sono considerati gravi. Per la prima volta nello standard vengono date indicazioni circa gli assi cranio facciali, rigorosamente paralleli.Difetto, ma non grave, è la modica divergenza, mentre la divergenza è un difetto da squalifica. In questa linea guida è chiaro il tentativo di proteggere la razza da quelle teste tipo pointer5, che spesso si vedono nei concorsi. Il tartufo deve essere ben pigmentato, pena squalifica, come tutte le giunzioni mucocutanee degli orifizi naturali (palpebre e labbra). Le linee laterali della canna nasale devono essere parallele e le labbra ben aderenti, con le superiori che coprono le inferiori senza debordare. La dentatura deve essere obbligatoriamente a forbice. La dentatura a tenaglia è un difetto, ma non grave, mentre il prognatismo comporta la squalifica, come anche l’assenza di due premolari o di due se contigui (ad esempio secondo e terzo) o l’assenza di qualsiasi altro dente ad eccezione del terzo molare. Gli occhi che sono il fulcro dell’espressione, devono essere leggermente obliqui (cioè in posizione semi-laterale), leggermente ovali con iride scura. L’espressione degli occhi, associata al movimento alla base delle orecchie verso l’alto, concorre alla vera espressione del breton. L’orecchio, attaccato alto, triangolare, più largo che lungo, tirato in avanti deve arrivare allo stop. Il collo, robusto, sagomato, non deve essere rotondo; la giogaia è considerata un difetto grave.

TRONCO

Le linee superiori devono essere rettilinee fino alla groppa, il garrese deve essere prominente e il torace ben cerchiato, ma non cilindrico, il rene corto. La groppa deve essere poco inclinata; lo standard non fornisce un angolazione esatta, ma questa può essere ricavata dall’angolazione del femore e dall’angolo dell’articolazione coxo-femorale. Da tale calcolo risulta essere un angolo compreso tra i 25° e 35° maggiore di quello che eravamo abituati a considerare in Italia. L’inclinazione della groppa e, in parte, la sua lunghezza influiscono in modo sostanziale sulle caratteristiche dell’andatura di un soggetto. L’inclinazione della groppa è misurata sull’angolo formato tra una linea immaginaria che congiunge punta dell’anca e punta della natica e l’orizzontale. Normalmente i galoppatori hanno groppe rettilinee, mentre i trottatori groppe avvallate; questo discorso non vale per i galoppatori veloci tipo levrieri, che hanno groppe avvallate. Il rischio nel selezionare cani con groppe troppo sfuggenti è quello di ridurre non tanto la velocità, ma la resistenza, in quanto per compiere lo stesso movimento occorre maggiore energia, e il cane da caccia è un fondista, no uno sprinter.

ARTI ANTERIORI

Nella descrizione degli arti il nuovo standard è estremamente preciso, non limitandosi a fornire le angolazioni ideali, ma anche i rapporti di lunghezza tra i vari segmenti ossei. Gli arti non sono altro che delle leve, con fulcri costituiti dalle articolazioni e punti di forza rappresentati dalle inserzioni muscolari. Per consentire un corretto funzionamento del nostro cane (e per corretto funzionamento intendo una buona andatura, conforme allo standard) si devono rispettare alcune proporzioni tra i segmenti ossei, e le corrette angolazioni. La spalla (la cui base scheletrica è costituita dalla scapola) deve essere un terzo dell’altezza del garrese, con un angolazione di 55°-60°, quella tipica di un galoppatore. Scapole troppo dritte portano ad un eccessiva inclinazione dell’omero: il soggetto si getta sul davanti, ciò può consentire anche velocità elevate, per cui può essere mantenuta solo per poco tempo, a causa dello spazio esagerato. Le sommità delle scapole devono distare tra loro circa cinque centimetri, quindi essere sufficientemente vicine, i9n modo da rendere convergenti le scapole verso l’alto, consentendo l’azione dei muscoli romboide e trapezio, capaci di rendere l’andatura più veloce. Il bracco (la cui base scheletrica è costituita dall’omero) deve essere poco più lungo della scapola e l’angolo scapolo-omerale compreso tra i 115 e 120 gradi:ciò significa che l’omero deve avere un’inclinazione di circa 60°. Una maggiore lunghezza facilita un galoppo veloce ed agile, ma solo se si rispetta una corretta angolazione: se l’omero è più dritto (angolo più aperto) il passo sarà più breve e la velocità verrà penalizzata. Se l’omero è troppo inclinato, il soggetto risulterà spostato in avanti e fuori del proprio baricentro. L’ideale si ottiene quando il margine posteriore della spalla è perpendicolare al gomito. L’avambraccio deve essere perpendicolare al terreno, mentre il carpo forma un angolo di circa 10° con la verticale al terreno. Il piede deve essere piuttosto rotondo, con dita serrate, cuscinetti chiusi e unghie corte. Ovviamente sono da considerarsi difetti cagnolismo e mancinismo e tutti i difetti di appiombo.

ARTI POSTERIORI

Gli arti posteriori, visti da dietro devono essere paralleli. Non viene fatta alcuna menzione circa l’appiombo visto di profilo; si deve comunque considerare corretto l’appiombo riportato in bibliografia:con il metatarso in posizione perpendicolare al suolo, la verticale della punta della natica deve toccare la punta delle dita. La coscia (la cui base scheletrica è costituita dal femore) deve essere larga, con muscoli sporgenti, inclinata sull’orizzontale di 70-75 gradi, come si addice ad un galoppatore. La gamba (la cui base scheletrica è costituita dalla tibia) deve essere di lunghezza di poco superiore alla coscia. Una tibia più lunga del femore, in un cane con appiombi corretti, comporta uno spostamento in avanti dell’articolazione della grassella, chiudendo questo angolo, che nel breton è compreso tra i 125 e i 135 gradi e chiudendo anche l’angolo tibio tarsico (circa 145°). La chiusura di questi angoli significa scatto potente e galoppo radente e minore affaticabilità. Ciò nonostante l’inclinazione media della tibia è di circa 55°, angolazione che si discosta molto da quella degli altri galoppatori, che hanno inclinazioni inferiori, e che ricorda gli angoli dei trottatori. Forse è proprio qusta particolarità a rendere caratteristica l’ andatura del breton. Il piede posteriore deve come quello anteriore, ma leggermente più allungato.

MANTELLO

Bianco-arancio, bianco-marrone, bianco-nero, a macchie sparse o roano, nel tricolore contrasti di focature sulla canna nasale, sulle labbra, sotto agli occhi, negli arti e al petto; non sono ammessi mantelli unicolore. Lo standard riporta tra i difetti da squalifica le tracce di bianco sulle orecchie o mantello bianco attorno agli occhi.