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Polizia

La Polizia di Stato è la forza di polizia italiana direttamente dipendente dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che rappresenta l'apparato amministrativo centrale per mezzo del quale il Ministero dell'Interno (Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza) gestisce l'ordine pubblico e la pubblica sicurezza in Italia.

Le origini dell'amministrazione della pubblica sicurezza, in senso moderno, vengono fatte risalire al re Carlo Alberto, che la costituì nel 1848 come amministrazione civile.

I primi corpi che diedero vita alla polizia dell'epoca furono la Milizia Comunale e la Guardia Nazionale. Successivamente, con la legge 11 luglio 1852, n.1404, venne creato il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, che aveva due compagnie a Torino ed a Genova (oltre a qualche stazione). La legge 13 novembre 1859, n. 3720, ne estese la competenza territoriale a tutti gli stati (meno la Toscana) che via via andavano annettendosi al Regno di Sardegna; la stessa norma attribuiva il comando delle funzioni di pubblica sicurezza ai questori delle città capoluogo di provincia con più di 60.000 abitanti, e per la prima volta fu istituito il ruolo degli ispettori.

Il regio decreto 9 ottobre 1861, n. 255, creò la Direzione Generale della Pubblica Sicurezza, potenziando quindi temporaneamente la struttura, allora cresciuta sino al rango di Divisione, ma l'anno successivo, con l'istituzione del Segretariato Generale del ministero dell'Interno, l'amministrazione fu ricondotta al rango di Divisione e posta sotto la responsabilità del Segretario Generale. Le attività del Corpo furono poi distinte, nel 1880, in polizia amministrativa, polizia giudiziaria e divisione affari riservati

Con il regio decreto 3 luglio 1887, n.4707, il governo De Pretis ripristinò la Direzione Generale. Nel dicembre del 1890 (Ministro dell'Interno Francesco Crispi) dall'unione delle Milizie Comunali e del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, nacque il Corpo delle Guardie di Città.

Nel 1917 fu istituito l'UCI, ufficio centrale investigazioni, che raccoglieva in parte l'eredità della divisione affari riservati politici e che si sarebbe dedicata ad attività di controspionaggio; il comando fu assegnato al Gasti.

Nell'agosto del 1919, durante il Governo Nitti II, furono sciolte le Guardie di Città e furono costituiti il Corpo della Regia Guardia per la Pubblica Sicurezza (12 divisioni, 40.000 uomini), Corpo ad ordinamento militare deputato al mantenimento dell'ordine pubblico ed alquanto svincolato da eventuali influenze della politica, ed il Corpo degli Agenti Investigativi (8.000 uomini), specializzato in compiti di polizia giudiziaria.

31 dicembre 1922 Benito Mussolini, capo del neonato governo, sciolse i due corpi (provocando reazioni violente di una certa gravità da parte delle truppe interessate), che furono poi assorbiti all'interno dell'Arma dei Reali Carabinieri. Nell'ambito della stessa manovra, veniva creata la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.

Nell'aprile del 1925 fu (ri)costituito il Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza,

l'organizzazione dell'amministrazione veniva rivista e talune specialità venivano distinte in separati servizi direttamente dipendenti dalla direzione generale. Erano fra questi la polizia postale, la polizia stradale, la polizia ferroviaria e la polizia di frontiera.

Nel dicembre 1959 nacque il Corpo di Polizia Femminile, composto evidentemente di personale femminile e dedicato a tematiche delicate e di grande rilievo morale, come la protezione della donna e la tutela dei minori; il corpo, parallelo alla polizia "tradizionale", aveva anche la funzione pratica di supportare questa per alcuni compiti che non era possibile affidare agli uomini, come ad esempio la perquisizione corporale delle donne. La quasi contemporanea introduzione della discussa legge Merlin, entrata in vigore nel settembre dell'anno prima e regolatrice della materia della prostituzione, contribuì ad un incremento delle competenze e delle esigenze di organico, rendendo il Corpo femminile di ancor più immediata utilità.

        

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