MILANO CENTRAL STATION

L'EVOLUZIONE FERROVIARIA NEGLI ANNI '20 E I GRANDI TRENI INTERNAZIONALI

Le grandi vie ferrate del XIX secolo pre e post unitarie

 

IL RISORGIMENTO FERROVIARIO

http://www.trenidicarta.it/aperture.html  nascita delle ferrovie italiane

  Il treno, come tutti sanno, ha visto la luce in Inghilterra agli inizi del XIX secolo. Da li si è poi diffuso in tutta Europa superando anche le bellicose frontiere e relativi problemi strategici. L’Italia ante unità non faceva eccezioni e di suo ci metteva una ulteriore divisione interna paragonabile solo a quella tedesca. La diffusione, partita da Napoli, nel sud non aveva attecchito. Le prime ferrovie nascevano nell'ottica del signore che le usava dalla reggia alla residenza di campagna, poco più che giocattoli. Al nord la facevano da padroni, nella diffusione del mezzo, il Regno Sardo Piemontese da una parte e il Vicereame Lombardo Veneto  dall’altra. Gli Asburgo favorevoli alla espansione economica non si opposero mai alla costruzione di una rete ferroviaria nelle loro terre italiane (a volte si dice che l’attenzione di Vienna per i padani fosse maggiore di quella odierna di “Roma”).  Milano, vocata a diventare capitale economica d’Italia, non aveva nel 1871 (2° censimento nazionale) più di 200.000 abitanti, meno della metà di Napoli (449) ma che nel giro di 20 anni arriveranno a  490.000 (Napoli 547).  Le ferrovie della prima metà del secolo non erano però nate per collegare piccole città fra loro ma solo per raccordare queste a quella principale (a raggiera). Erano sorti tanti piccoli tratti, a volte non distinguibili da percorsi tranviari o tratte direttissime, che tagliavano fuori piccoli paesi che campanilisticamente volevano ed ottenevano comunque, prima o poi, il loro treno.  Per una Milano circondata da mura e da paesi la cosa più naturale era far arrivare la ferrovia alla Porta omonima. La stazione doveva però restare fuori da questa (dai bastioni spagnoli) per motivi strategici (gli stessi navigli, usati come strade navigabili, al sottopasso delle mura avevano una grata che chiudeva di notte, merito anche delle gabelle).
    Fuori dalle mura, per fare due esempi, equivaleva a Porta Nuova (ferrovia Monza poi Laghi e Torino con la nuova Porta Nuova ora Caserma Finanza ex dogana)  o a Porta Tosa. I grandi trafori alpini, indispensabili per l’Italia,  erano ancora lontani.  Dopo la Milano-Monza del 1840 (13 Km che coprivano anche la fermata a Villa Reale, residenza del governatore) la piccola città andava riempiendosi di linee convergenti dai punti cardinali con le rispettive strutture fisse viaggiatori e altrettante per quelle logistiche (mercati merci con loro raccordi e scali) che allora viaggiavano distinte dal flusso passeggeri. Una delle prime stazioni di testa fu, come detto, quella di Porta Tosa (1846) verso Treviglio (primo tronco della I.R. Strada Ferrata Ferdinandea per Venezia). Alla stazione di Porta Tosa, faranno anche capo, dal 1861, i treni di Piacenza e Pavia verso sud. Un’altra stazione che si era aggiunta nel 1868 era quella di Porta Ticinese che serviva Vigevano poi la direttrice per Genova. Tralascio diverse altre. In poche decine d’anni la velocità dei treni passò da 55 a 80 km/h grazie anche ai sistemi di sicurezza (freni, respingenti, segnalazioni etc). Uno dei motivi di maggior preoccupazione era il fuoco che si scatenava a bordo dalle lampade ad olio per illuminazione. Nel 1859 esistevano solo 1.800 km di ferrovie, di cui metà in Piemonte. Nel 1882 la rete ferroviaria italiana raggiungeva i 9.000 km.  Il primo collegamento della rete ferroviaria italiana a quella europea si ebbe con il traforo del Frejus, (1871), che collegò Francia ed Italia. Come detto la prima ferrovia fu la Napoli-Portici del 1839. Seguì la Milano-Monza, le Toscane (1844) Livorno-Pisa e Firenze-Prato poi le venete Venezia-Vicenza.  

Tettoia della vecchia centrale poi demolita

 
     

"Il 17 agosto del 1840, la locomotiva Lombardia pavesata di vessilli e festoni, traina un convoglio di tre carrozze sulle quali, hanno preso posto l'Arciduca, l'arcivescovo, tutte le autorità, una scorta militare d'onore e una banda militare. Il percorso, di km 12,8, viene coperto in soli 19 minuti, realizzando una media di 40,4 km/ora, di gran lunga superiore a quella delle più veloci carrozze a cavalli. A Milano, alla stazione di Porta Nuova al Ponte delle Gabelle, il treno è accolto con travolgente entusiasmo; a breve distanza, giunge un secondo convoglio (con le autorità minori, e con una seconda banda militare) trainato dalla locomotiva Milano". Da: "Binari e stazioni a Milano" di Gian Luca Lapini

  Il 25 aprile 1841 il Vicerè Raineri poneva la prima pietra del grande ponte lagunare, con la benedizione del Card. Jacopo Monico, Patriarca di Venezia. Il ponte, lungo 3.600 metri, è sostenuto da 222 archi intervallati da 5 grandi piazze, una maggiore centrale e 4 minori ai suoi lati. I piloni appoggiano su un sistema di pali di larice infissi nel terreno subacqueo e uniti fra loro da un "graticcio" di travi di larice. 150° ponte ferroviario laguna di VeneziaNel ponte furono praticate 40 camere di mina, il che permetteva di distruggere facilmente il ponte in caso di difesa in guerra. Il 4 gennaio 1846 alle ore 10 parte da Venezia il primo treno di prova sulla ferrovia fino a Vicenza, attraversando il ponte lagunare in mezzo a grande entusiasmo di popolo. L'11 gennaio 1846 è inaugurato ufficialmente dall'Arciduca Federico, seguito dalle autorità il ponte ferroviario di Venezia e contemporaneamente la strada ferrata fino a Vicenza: 15 minuti per il ponte, 54 dal ponte a Padova, 47 da Padova a Vicenza. Tre giorni dopo iniziano le corse regolari. Le ferrovie del mondo nelle medaglie celebrative http://www.crippanumismatica.it/collezione ferrovie/indice.htm 

Ponte di Mestre

  Sadowa-Königgrätz: Della importanza della ferrovia in campo militare l'Imperatore d'Austria se ne accorse nel 1866 quando in 20 giorni andò incontro a una sconfitta devastante da parte della Prussia che aveva mobilitato e trasportato attraverso il paese migliaia di soldati e cannoni. L'Italia, alleata della  Prussia non aveva ancora preso le misure. Sotto il controllo dello Stato e dei capi militari, i tedeschi si dotano di una formidabile rete ferroviaria integrata con quella degli altri stati amici. Le ferrovie le danno unità e spina dorsale. Dopo avere sconfitto la Danimarca nel 1864 la Prussia scioglie ora la Confederazione Germanica, alla cui testa è finora rimasto l'impero asburgico. In soli 30 anni, la Germania passò dai 4.822 km di ferrovie del 1850 ai 33.866 km del 1880 (il triplo dell'Italia, ma ben altra conformazione geografica). 

Es. Nel 1863, per andare da Susa (Piemonte) a Pescara, distanti non più di 740 km, si passava su linee appartenenti a ben 5 diverse Amministrazioni ferroviarie mentre, da Bologna a Roma la via più diretta, per Firenze e Siena, toccava le linee di 4 diverse Società.

la vecchia centrale

1865 - Vecchia stazione centrale (passante) di Milano sopra e sotto

   
 

Nel Sud d'Italia ben poco venne aggiunto nelle "Due Sicilie" e due tratte Roma-Frascati, Roma-Civitavecchia nel regno del Papa (ma si dovette aspettare Pio IX e diversi anni). Il Piemonte partito in ritardo recuperò il ritardo nel decennio 1849-59. Le prime traversine vennero poste verso Sud per raggiungere Genova. Quando nel 1861 una buona parte dell'Italia era unificata i Km "italiani" erano poco più di 1.500. Restavano fuori circa 500 km in territorio Veneto e 132 del papato. Se erano state superate le questioni di dogana e moneta non lo erano quelle societarie che vedevano una miriade di operatori gestire a tariffe diverse le tratte e senza alcun impegno d'orario e puntualità.

Per il riordinamento delle ferrovie vi provvide la legge del 14 maggio 1865 con la quale venne sancita la cessione delle linee piemontesi governative, e promossa la fusione delle varie reti, mediante la formazione di tre grandi Società "S.F dell'Alta Italia", "S.F.Delle Romane", "Delle Meridionali" e la Società delle Strade Ferrate Vittorio Emanuele che comprendeva anche la Rete Sicula e Calabra. La rete Alta Italia" comprendeva le linee piemontesi già dello Stato sabaudo, quelle private da prima esercitate dalla "Società Vittorio Emanuele" (Savoia), e quelle appartenenti alla "Società della Lombardia" (e Veneto l’anno dopo) e alla "Società dell'Italia Centrale". La "Societa F. delle Romane" fu costituita con la fusione delle Livornesi, della Centrale Toscana, delle Maremmane, e dell'antica "Società Generale delle Romane" e, oltre l'esercizio di tutte le citate linee, assunse l'obbligo di portare a termine la rete.

     

  Il giorno di Natale del 1870 venne perforato l’ultimo diaframma il giorno dopo venne fatta saltare l’ultima esigua barriera di roccia e gli operai dei due cantieri, ingegneri in testa, poterono fraternamente incontrarsi. La notizia fece clamore in Italia mentre passò quasi inosservata in Francia: si stava infatti combattendo la guerra franco-prussiana con risultati disastrosi per le armate francesi. Solo nell’agosto 1871 vennero eseguite le prime corse di prova con locomotive e vagoni. http://digilander.libero.it/avantisavoiait/Tre ingegneri traforo Frejus.htm 

LA VALIGIA DELLE INDIE

Frejus

Valigia Indie

  Più vecchio di tanti treni internazionali che vedremo dopo era il collegamento della (di una) “Valigia delle Indie” che attraversava l’Italia da Nord a Sud fino alla Grande Guerra. L’apertura del tunnel del Frejus (17 settembre 1871) fra Modane (in Francia) e Torino e la quasi contemporanea apertura del canale di Suez (1869) cambiò la geografia dei trasporti fra Europa e Oriente poiché in base ad un calcolo cronometrato si risparmiavano almeno 3 giorni (sui 100 previsti dalla circumnavigazione dell’Africa) evitando lo scalo di Marsiglia della prima “Valigia” e proseguendo in treno fino a Brindisi. Con l’unità d’Italia si era completato oltre che il trasporto mediano con Roma anche quello adriatico con Brindisi da sempre porto per il medioriente. La proposta di unire Londra, via Parigi, Lione a Torino poi a Brindisi con Bombay in India naturalmente non era del 1870 bensì di diversi anni prima, tanto da farla ascrivere a una idea del Cavour come sostiene Danilo De Masi nel suo libro. Il primo viaggio ufficiale della seconda (Italiana) “Valigia delle Indie”, così venne chiamato il collegamento perché trasportava anche documenti e diplomatici inglesi, avvenne addirittura il 25 ottobre del 1870 con in corso la guerra Franco-Prussiana. La guerra (1870/71), che non vedeva coinvolta l’Inghilterra, non distolse i progetti in corso e la compagnia istradò i suoi convogli via Olanda Germania, Austria e Italia. Il 5 gennaio 1872 la “Valigia delle Indie” transitava per la prima volta dal neo Traforo ferroviario del Frejus. Il treno internazionale nasceva alla stazione londinese di Victoria Station come "India Mail" e raggiungeva Brindisi in 42 h e 30 ' dove, alle ore 14 di ogni domenica, partiva il piroscafo postale inglese diretto a Porto Said, che attraverso il Canale di Suez giungeva nell'Oceano Indiano, quindi a Bombay impiegando in totale circa 17 giorni. il viaggio che prima durava quasi 100 giorni con tutti i rischi connessi a una traversata atlantica venne notevolmente ridotto tanto da permettere all’eroe di Giulio Verne, Phileas Fogg,  ne “Il Giro del mondo in 80 giorni” con gli stessi giorni di fare il Tour mondiale. I passeggeri, prevalentemente inglesi, erano per la maggior parte amministratori dello stato, alti ufficiali, diplomatici, commercianti, inviati speciali dei giornali o comunque persone (come i familiari) che avevano rapporti con le colonie, specialmente con l’India che era allora il più prestigioso possedimento dell' Impero Britannico. La "Valigia delle Indie" al ritorno trasportava anche merci preziose, spezie, posta diplomatica e valuta. Al convoglio inglese, su suolo italiano, veniva agganciato anche un ufficio postale viaggiante delle Regie Poste per il servizio interno e internazionale. Il materiale ferroviario era inglese così come gli arredi nel loro gusto con tendaggi e poltroncine, tappeti e lampioncini a petrolio per una clientela privilegiata. Era la Peninsular and Oriental Steam Navigation Company ("P and O") la società inglese che si occupava della navigazione. L' 8 marzo 1880 il piroscafo Travancore della Peninsular con 57 passeggeri e 126 uomini di equipaggio, proveniente da Suez, naufragò nella baia di Castro;nessuno perì nel naufragio che avvenne precisamente nei pressi della insenatura " Acquaviva " della marina di Marittima Grande fu l'impegno delle gente del luogo per aiutare i naufraghi. E' bene ricordare che alle cause naturali si aggiungevano l'insufficienza e l'inadeguatezza dei magazzini, delle banchine, dei bacini ed il torpore e l'incapacità degli amministratori locali, che non erano riusciti a portare a compimento i lavori di ristrutturazione del porto di Brindisi, aspettando interventi dall'alto. Si determinò un danno economico enorme con l'inizio dell'abbandono dello scalo marittimo di Brindisi da parte della " Valigia delle Indie " che nel giro di qualche anno (1888) divenne quindicinale. Nel 1891 il treno che trasportava la valigia delle Indie deragliò a Carovigno, con inevitabili proteste ufficiali inglesi. A questi inconvenienti poi si aggiungevano i furti facendo dell'Italia un paese tipicamente Balcanico. Nel 1897 il servizio divenne mensile e svolto con piccole navi,mentre i grossi piroscafi ripartivano da Marsiglia. Infine l'abbandono nel 1914 a chiudere un'epoca.

Caduta dell'ultimo diaframma al Frejus

sotto: Inaugurazione Ferrovia Gottardo. Nel 2016 sarà pronta la nuova linea in galleria lunga 57 km.

Gottardo primo treno inaugurale

  Il 24 settembre 1848 venne aperto all’esercizio il primo tratto di 8 chilometri da Torino a Moncalieri (sede del Castello Reale) e prima tratta per il collegamento con Genova; nel 1853 venne completata l’intera linea che misurava in tutto 171 chilometri. Con l’avvento del ministero D’Azeglio, cui nell’ottobre del 1850 partecipò anche il Cavour, che da tempo si interessava di ferrovie, il Governo abbandonò l’idea di proseguire in proprio nelle costruzioni ferroviarie, per dare spazio invece all’iniziativa privata (capitali italiani e stranieri). Il motivo per cui l’imprenditoria straniera era così interessata alle nuove infrastrutture era duplice: collegarsi ai centri minerari più ricchi di zolfo, dato che a quel tempo la Sicilia era il maggior produttore mondiale del preziosissimo minerale e per le opportunità economiche in un momento di complessiva stagnazione dei mercati (sovrapproduzione). Molti tracciati sparsi per l'Italia risentirono proprio di queste scelte. La scelta dei tronchi, anche tortuosi e più lunghi, da attivare fu condizionato sostanzialmente proprio dal presupposto dello sfruttamento minerario industriale con effetti oltremodo negativi a lungo termine (quando si esaurirono le riserve).
Si era ricorsi a forniture straniere sia per il materiale rotabile che per l'armamento poiché in Italia era assente la relativa industria. A Genova agiva una società, la Taylor e Prandi che si fece carico delle prime costruzioni ferroviarie. Il problema era però che i binari andavano da Torino verso Genova e/o non viceversa e tutto quindi doveva partire da Torino dove venne costruita l’Officina delle strade ferrate di Porta Nuova. La prudenza volle che si inviassero anche tecnici in Belgio ad apprendere le tecniche metallurgiche già colà molto sviluppate. Al momento a Torino era politicamente assai più vantaggioso legarsi a un piccolo paese che non alle maggiori potenze industriali. Una quindicina in tutto, a imparare la tecnica delle costruzioni ferroviarie, soprattutto delle locomotive. Nel gruppo tre ingegneri che sarebbero diventati famosi - Sommeiller, Grandis e Grattoni - e dodici sottufficiali quadri dell‘arsenale di Torino, esperti di fonderia e di meccanica. Al loro ritorno, due anni dopo, nel 1848, il programma degli impianti produttivi venne modificato. Bartolomeo Bona, responsabile dell‘Azienda statale delle strade ferrate ebbe modo di ricordare: «Quindi il primo dei suggerimenti dati dall‘ing. Fischer, e dai nostri ingegneri venuti dal Belgio fu quello di stabilire alla stazione di Torino delle officine pei lavori di ferreria, e per quelli di minuseria. In esse, e coll‘opera degli operai dell‘artiglieria che erano stati due anni nel Belgio, si poteva montare le cinque locomotive ora in corso, le vetture ed i vagoni di servizio; con esse si provvedono anche tutti i necessari utensili, anche per le piccole officine stabilite alle stazioni di Asti e di Alessandria, pel montaggio e per le riparazioni dei vagoni che si usano al trasporto del materiale per la posa dei raili [sic].». Ricordiamo che il paese era isolato ferroviariamente fino al 1871 e più che esperienza a casa non potevi portare. La Taylor fallì e al suo posto nacque poi l’Ansaldo.
     

Interno vecchia stazione di Milano

  George Westinghouse (Central Bridge 1846-New York 1914). Inventore e industriale statunitense, studiò a New York presso l'Union College e l'università di Schenectady. Deve la sua fama all'invenzione di un tipo di freni ad aria compressa per convogli ferroviari. Oltre a perfezionare il proprio sistema frenante, trasformandolo in dispositivo automatico, l'ingegno di Westinghouse produsse numerosissime altre invenzioni, come i dispositivi di segnalazione ferroviaria, i sistemi per il trasporto del gas naturale e un rivoluzionario metodo di locomozione elettrica che utilizzava per la prima volta corrente alternata monofase ad alta tensione.

 

La "Società delle Meridionali", in aggiunta alla prima concessione, ebbe la linea da Bologna ad Ancona, sicchè possedette l'intera ferrovia da Ancona ad Otranto, con le diramazioni da Bari a Taranto, da Foggia a Napoli e da Ceprano a Pescara e la rete calabro-sicula. L’impulso impresso dalla unità d’Italia  portò a quadruplicare i km avvantaggiati ora dai trafori alpini (Frejus e Gottardo) che permettevano migliori scambi economici con il Nord Europa. Il materiale rotabile divenne sempre più confortevole e si sviluppò una fiorente industria nazionale.  Nel 1854, infatti, fu presentata da parte dell'Ansaldo & C. di Genova la prima locomotiva interamente realizzata nei suoi stabilimenti. Si trattava della Sampierdarena, un prototipo della potenza di 417 HP e velocità di 65 km/h, che svolse servizio sulla Torino-Novara fino al 1900.  Se le prime macchine erano a vapore dalla fine del secolo fecero la comparsa i locomotori elettrici che al Nord si alimentavano con i grandi sbarramenti alpini.  

Era evidente che qualsiasi piano di previsione economica in questo settore diventava vecchio nel giro di pochi anni. La stessa progettazione di una grande stazione Centrale a Milano passò attraverso le fasi della II guerra di indipendenza. La sede scelta era sempre quella Est, oltre i bastioni e poco distante da Porta Nuova. Il fascio dei binari, di transito, doveva passare attraverso il Lazzaretto, luogo di manzoniana memoria, e i fossati della zona Loreto (poi tombati in C.so Buenos Ayres). Per il Lazzaretto non c’erano problemi se non quello che quest’area era ancora vista con paura e rispetto, nonostante da anni non vi fossero più malati. Il progetto scavalcò il lazzaretto e nel 1864 la stazione era pronta. C’erano ben 6 binari, di cui 4 “a marciapiede” per i viaggiatori.  Una tettoia (vedi dipinto a sinistra) lunga 233 metri, larga 40 li proteggeva. La tettoia era in parte trasparente ed in parte cieca e l’illuminazione era assicurata da 76 fiammelle di gas cittadino da Coke (http://www.storiadimilano.it/citta/milanotecnica/gas/gas.htm  il gas illuminante). Il Lazzaretto costituiva per Milano un brutto ricordo, tanto da vedersi negare ogni valore artistico e monumentale. Persino la chiesetta, sconsacrata, venne destinata a deposito di letame. Il passaggio di una ferrovia sopraelevata che lo divideva in due non costituiva quindi degrado storico o ambientale. Il Lazzaretto popolatosi di piccole attività economiche verrà venduto anni dopo. 

Fra i progetti della nuova centrale vinse quello di Ulisse Stacchini “In motu vita” forse per la maggior levatura di progettisti partecipanti (42)  allettati anche dal premio.  La fortuna non arrideva comunque al bando. La paura di fare una cosa già vecchia in fase di progettazione portava a continue discussioni in casa FS, nonostante le aree fossero impegnate e alcune opere logistiche già eseguite

Traforo Sempione

  Facciamo un lungo salto in avanti ed arriviamo al 1905 anno in cui le ferrovie, dopo l'ennesima crisi, diventano statali. Il traforo del Sempione è quasi ultimato dopo 15 anni di lavori e l’altro svizzero del Gottardo lo è da anni ( i binari italiani raggiunsero Como nel 1875 e la frontiera svizzera nel 1879 alla vigilia dell’apertura del Gottardo 15 km).  Milano cresceva oltre le aspettative e le ferrovie e gli scali si dimostrarono ben presto insufficienti. Tutto il tessuto urbano era soggetto a una nuova grande espansione e con questo bisognava adeguare i vecchi tracciati ferroviari ( rilevati ferroviari, anche 6/7 m,  giravano attorno alla città  impedendone spesso la viabilità e l’espansione edilizia) per renderli più consoni al nuovo secolo e in prospettiva per il futuro. La stazione che fin qui aveva assolto tale compito non era di più di una stazione di provincia al servizio di una città che si presentava come la capitale industriale, finanziaria ed economica d'Italia. Il progetto di questa ristrutturazione avrebbe richiesto anni, compreso un intervento sulla vecchia che stava letteralmente cadendo a pezzi (tettoia). Gli anni che occorrevano vennero poi allungati dalla guerra e dalla crisi finanziaria successiva. Nel dicembre 1906 fu bandito un concorso per il progetto architettonico di una stazione di testa sulla base di uno schema funzionale e strutturale già definito dai tecnici delle FF.SS. Al decreto fecero seguito i lavori ma solo dopo una modica del primo piano (1911). Nel frattempo la vecchia Centrale doveva assolvere ancora ai suoi compiti e si provvide perciò ad ampliarla negli edifici dei viaggiatori e delle merci, a costruire piani caricatori sul davanti e sul dietro e ad impiantare nuovi binari per la manovra ed il ricovero dei treni. Fino al 1925 di lavori se ne fecero pochi, e discussioni molte, se non demolire la tettoia della vecchia stazione sostituita da ordinarie pensiline in attesa che fosse finita la nuova centrale raccordo unico per tutte le destinazioni e provenienze. Stacchini fece costruire anche un modellino in gesso in scala 1:50.  I lavori poterono finalmente riprendere nel dicembre del 1924, con la perentoria volontà di concluderli nel giro di cinque anni, per dimostrare, dopo tanto tempo perduto, “…ciò che possono le virtù del nostro popolo e dei nostri governanti… uniti in uno sforzo tecnico-finanziario senza precedenti, degno della tradizione di Roma”. Inutile dirlo siamo in piena retorica romana. 

    IL PROGETTO DELLA CENTRALE

La vecchia Centrale

  Lo stesso giorno in cui il sovrano inaugura la Grande Esposizione Universale (29 aprile 1906) pone anche la prima pietra della Nuova Centrale. Varie sono le ragioni di questa scelta. L’ufficio tecnico comunale diretto dall’ingegner Giovanni Masera aveva individuato il futuro assetto urbanistico della città secondo le seguenti direttrici: sulla cintura si attesteranno a porta Vittoria il nuovo macello, il mercato ortofrutticolo e lo scalo bestiame; a porta Romana il grande scalo merci deve affacciarsi sul porto fluviale, secondo l’eterno sogno di un nuovo collegamento con la rete padana; lo smistamento di piazza d’armi (Sempione) lascerà ampio spazio per costruire eleganti ville presso il parco. Questa decisione fu “influenzata secondo De Finetti, che così scrive nel suo libro su Milano, dalla volontà di speculatori fondiari che possedevano da quelle parti vaste aree suscettibili di urbanizzazione e grandi stabilimenti industriali che sarebbe convenuto rimuovere e trasferire altrove.

Prima di attraversare il lazzaretto

  L’Amministrazione ferroviaria, costituitasi dopo la nazionalizzazione del 1905, assume queste indicazioni e le fa proprie ponendo mano al riordino generale delle linee. (da La stazione c. di Milano Mostra del 50.ario Di Baio ed.)  Il programma di riordino e razionalizzazione della rete, a suo tempo enunciato, prevedeva
- Spostamento del corpo stazione al Trotter (700 m circa), Costruzione di un deposito locomotive a Greco, Costruzione del nuovo grande scalo a piccola velocità (PV), di testa, sulle aree a nord del Cimitero Monumentale (Scalo Farini). Verrà invece conservato lo scalo di Porta Romana e verrà ampliato lo scalo merci di Rogoredo.
- Abbandono dell'attuale stazione di smistamento di Porta Sempione e costruzione di una grande stazione di smistamento a Lambrate con deposito locomotive, squadra rialzo e adatti impianti per il lavaggio dei carri e la manipolazione dei carri misti
- Costruzione di un nuovo grande scalo di testa a Porta Vittoria per le merci a G. V. consistenti prevalentemente in frutta, verdura, ecc. Il nuovo scalo già costruito è in esercizio dal 1910.
- Costruzione di un nuovo scalo bestiame a servizio del nuovo mercato e del nuovo macello ed abbandono dello scalo allacciato alla stazione di Porta Ticinese [Porta Genova].
- Fermate passeggeri aggiuntive a S. Cristoforo (1910) e Lambrate.

Progetto della nuova Centrale

  La nuova stazione che viene inaugurata il 1° luglio del 1931 ha una tettoia centrale di 72 m. di luce, le due laterali di 44,90 metri e due ulteriori laterali minori. La lunghezza della tettoia è di 341m.; l'area complessiva coperta di circa  66.500 mq. La vecchia centrale viene demolita come il rilevato del  lazzaretto e i binari (a Loreto si doveva gettare giù anche il ponte). Al suo posto l'odierna Piazza della Repubblica 6 metri più in basso. Tra le poche cose a salvarsi alcune parti della tettoia dell’ingresso che l’ing. Caproni (quello degli aeroplani) trasportò nella sua proprietà di Vizzola Ticino (vedi sotto a sinistra). Ma facciamo un passo indietro alla vecchia centrale quando il tracciato dell’Orient-express viene sdoppiato dopo la realizzazione del traforo del Sempione. La linea che passava da Vienna ora ha una variante sud via Sempione, Milano Venezia e Belgrado chiamata Simplon Orient Express.  Il percorso originale, usato per la prima volta il 4 ottobre 1883, era da Parigi a Giurgiu in Romania via Monaco di Baviera e Vienna. A Giurgiu, i passeggeri erano trasportati attraverso il Danubio via nave a Ruse in Bulgaria per prendere un altro treno per Varna, da dove completavano il viaggio per l'antica Costantinopoli via traghetto. Il 1889 vide il completamento della linea ferroviaria diretta per Istanbul.  Anni pionieristici per un treno definito di lusso che doveva avere tutte le comodità di un grande albergo. L’Idea era partita anni prima negli Stati Uniti quando la costa orientale venne collegata al pacifico.

 Sopra: A destra a mezza pagina il crocevia  di Loreto. La linea marcata parallela alla freccia Blu è Via Melchiorre Gioia. Nello spazio in Blu sorgerà via Vittor Pisani e, in Freccia, la nuova Centrale

 

Un progetto della stazione centrale prima delle varianti

posto ristoro militare della vecchia  centrale>>

 

Il passaggio dall'Italia dell'Orient Express risolveva un sacco di problemi che la Germania poneva e che saranno alla base del grande conflitto 8 anni dopo

  TRENI CELEBRI

 http://www.arsmilitaris.org/pubblicazioni/genioferrovieri.pdf  storia del genio

http://digilander.libero.it/airascasaluzzo/lastoria.htm  ferrovie piemontesi

http://www.miol.it/stagniweb/mi800.htm  Milano e le sue linee ferroviarie 

Orient Express

 

Trains célèbres http://mikes.railhistory.railfan.net/r100.html 

altri treni celebri oltre i citati
Le Lloyd-Express: De l'Allemagne à l'Italie
La Flèche D'or:(1926-1939)Le nouveau train entre Londres et Paris.
l'Etoile du Nord: train créé en 1927 circule entre Bruxelles et Paris.
Le Londres Vichy Pullman:(1927-1930) Le rapide de luxe du thermalisme.
Le Sud Express: Le rapide à destination de l'Espagne et du Portugal
Le Nord Express est un ensemble de deux trains se croisant à Berlin. L'un permet de relier Londres, Bruxelles, Berlin, Varsovie. L'autre relie Paris, Liège , Berlin, Riga
Le Pyrenées Côte d'Argent Express Le rapide vers la cote Basque

 

Orient Express; la sua storia fu scritta dal belga Georges Nagelmackers che nel 1867 esplorò l’immenso stato americano con le carrozze ferroviarie di George Mortimer Pullman (ecco perché si chiamano così gli autobus da crociera dotati di ogni confort). Le carrozze viaggiatori all’epoca non prevedevano gli scompartimenti come oggi e la carrozza letto di Pullman non era altro che un insieme di cuccette addossate alle pareti divise da promiscue  tende !!. Nagelmackers, conscio che l’utenza europea richiedeva ben altro standard, progettò una carrozza con corridoio laterale e cabine chiuse disposte in serie, in modo da realizzare scompartimenti riservati, aggiungendo carrozze di soggiorno e, successivamente, ristorante. Il nostro intraprendente ingegnere belga si occupò anche dei sistemi di sospensione delle carrozze, per migliorare il comfort, dei sistemi di frenaggio, in particolare del nuovo brevetto di George Westinghouse, e delle modalità di aggancio delle carrozze alle motrici. La sua sfida era lanciata.

Giunti sulla sponda europea di Istanbul (Sirkeci) con l'Orient Express si attraversava il Bosforo in battello e si passava alla stazione di HaidarPacha da dove partiva dal 1927 il Taurus Express naturale continuazione della linea ferrata verso l’India (Istanbul sta su 2 sponde e non c'erano ancora gli avveniristici ponti sul Bosforo). Il treno veniva così chiamato perché il tratto più difficoltoso era lo scavalcamento della catena Toros Sıradağları sulla sponda mediterranea meridionale affacciantesi sul golfo di Cipro (nella parte di terraferma che va da Antalya a Adana).  Le vicende di questa ferrovia (Eskisehir, Kütahya, Afyon, Konya, Karaman , Adana Gaziantep, Aleppo di Siria, Damasco) sono state raccontate nel capitolo http://digilander.libero.it/fiammecremisi/approfondimenti/lawrence.htm

sotto pensilina della vecchia centrale riutilizzata a Villa Caproni

 

 

L’epoca postbellica, che restava pionieristica fuori dagli stretti confini europei (Italia, Francia, Germania, Austria), aveva bisogno di continui aggiustamenti e il viaggio regolare del Taurus venne standardizzato solo nel 1927. Nell’agosto venne attivato un treno di lusso trisettimanale fra HaidarPacha e Ankara (13 ore) in coincidenza con l’arrivo e la partenza del Simplon Orient Express sulla sponda Europea a Sirkeci.  Sempre da Costantinopoli dalla linea per Aleppo del Taurus Express si dipartiva il collegamento con il Cairo via Haifa. Compresi i due pernottamenti a Costantinopoli e a Tripoli del Libano la durata totale del viaggio sarà di 7 giorni e 23 ore da Londra al Cairo; un giorno in meno da Milano al Cairo. Col lusso del martedì e venerdì  da Milano si raggiunge il Cairo rispettivamente il successivo martedì e venerdì. I viaggiatori provenienti dall’Egitto che giungono a Tripoli alle 17,30 per ripartire il giorno dopo possono pernottare nella stessa carrozza a letti che prosegue alle ore 6 del giorno successivo. Il percorso totale è di 5.250 km.; il viaggiatore trova a sua disposizione il posto in carrozza letto per 5000 chilometri e percorre su comode automobili il tratto fra Tripoli -Haifa (km. 230, durata del viaggio circa 8 ore), trovando rispettivamente a Haifa e a Tripoli, a seconda della direzione del viaggio, il posto assicurato in vettura letto per il percorso rimanente. La spesa complessiva, compresi anche il vitto e l’alloggio nei due pernottamenti, si aggira sulle 4.500 lire da Milano (per un impiegato equivaleva ad almeno 7 mesi di stipendio).

Comunicazione con le Indie: In coincidenza con il servizio ordinario bisettimanale di carrozze-letti fra HaìdarPacha e Aleppo, era stato creato dalla Compagnia Internazionale di Navigazione Aerea, un regolare servizio bisettimanale congiungente in sei ore, per via aerea, Aleppo con Bagdad. Da quest’ultima città si può proseguire per le Indie valendosi del servizio inglese di navigazione aerea per Karachy, stazione iniziale delle ferrovie indiane, oppure della ferrovia inglese Bagdad-Bassora. trovando poi a Bassora un regolare servizio di piroscafi da e per le Indie. I nuovi servizi istituiti, valendosi insieme della ferrovia, dell’automobile, del piroscafo e dell’aeroplano, costituiscono un ponte di circa 10.000 chilometri che congiunge l’Occidente europeo all'Asia.  Lo scienziato, il turista, l’uomo d’affari, il letterato troveranno abbondante materia d’interesse e di fascino (diceva una pubblicità, ma gli emuli di Verne arrivavano idealmente in ritardo).

     

Haidar Pascha oggi

 

taurus express nei Monti Tauri

Stazione Turchia Europea a Sirkeci

Stazione di Adana

Vecchie locomotive del Taurus diramazione Libano

http://www.seat61.com/Syria.htm Oggi da Londra ad Aleppo.

   

Un treno nato lontano: L'alta velocità è nata molto tempo fa e la prima serie degli Etr, nonni di quelli di oggi, ha visto la luce negli anni '30. Nel 1939 uno dei modelli della seconda serie toccò la velocità dei 200 km/h su una linea non A.V (modificata solo in alcuni particolari)

 

 

 

Nel francobollo qui a dx il primo Etr 200 e più a destra il "Settebello" o Etr 300 postbellico http://it.wikipedia.org/wiki/ETR_200  

Oggi le grandi e celebri linee lussuose per il medioriente sono tutte chiuse sostituite da un'altra, spuntata di recente, e di tutt'altra provenienza o destino: la Mosca-Nizza via Italia: la corsa al sole http://www.youtube.com/watch?v=lUOpwg1Wvvw&feature=related

     

    


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