Gli stretti legami che Vittorio Amedeo II di Savoia ha ancora con Luigi XIV di Francia (Re Sole), padrone della fortezza di Pinerolo e padrone di fatto del Piemonte*, non lasciano al momento (1685) presagire nulla di buono. Vittorio Amedeo II, che era rimasto orfano molto presto, aveva avuto una infanzia segnata nel carattere. Chiuso ma curioso del mondo che lo circonda, "frequenta" a corte gente di basso rango a servizio o si isola in soffitte e cantine a covare il suo rancore, la sua rabbia. La madre Maria Giovanna Battista, nominata reggente (dal 1675 al 1684), a malapena lo saluta. Lo vede come un avversario al suo potere, alle sue relazioni scandalose. Nel 1682 la madre, in uno stimolo liberatorio, architetta un matrimonio con la figlia di Alfonso VI Re del Portogallo . Vittorio Amedeo, che ha 16 anni (da due è nobilmente maggiorenne), sarà così destinato a succedere al trono del Portogallo alla morte di Alfonso, lasciando mano libera alla madre, alle sue trame e al burattinaio che sta dietro, Luigi XIV. Ma Vittorio finge di essere ammalato e rinvia la partenza. I malumori della corte piemontese, antifrancese e antireggente, fanno svanire il progetto di matrimonio. Ma una moglie comunque gli serve e si trova su un piatto la francese Anna d'Orleans !!!. A 18 anni il "solitario, imperioso e violento" Vittorio ha conquistato il potere nonostante la madre e il Re Sole. (*Pinerolo sarà riconquistata da Vittorio Amedeo II di Savoia nel 1696. Il 30 giugno 1708 la Dieta di Ratisbona dichiarava poi il duca Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers traditore dell’Impero per aver accolto i francesi (ne morirà di crepacuore 7 giorni dopo) e l’imperatore d'Austria investirà delle ultime terre del Monferrato (Casale) Vittorio Amedeo II di Savoia considerato fedele) Quando Luigi XIV si lancia in una sfida contro la nobiltà protestante e dichiara di ergersi, "lui" a paladino della fede di Roma, ai Savoia non resta che accodarsi. Nel 1685 il Re Sole revoca infatti l'editto di Nantes che per quasi 90 anni aveva garantito libertà di culto ai protestanti Ugonotti. La revoca dell'editto di Nantes (con l'editto Fontainebleu) ha come primo risultato la persecuzione dei protestanti valdesi, di qua e di là dalle alpi. Vittorio deve suo malgrado uniformarsi e nel 1686 revoca tutte le misure di tolleranza in vigore "i riformati devono tralasciare ogni esercizio di detta religione (culti compresi), demolire tutti i templi o luoghi di adunanze, battezzare e allevare nella religione cattolica tutti i bambini, mandare in esilio tutti i pastori, predicatori e maestri. Si fa risalire a questo periodo una forte emigrazione italiana verso il nuovo mondo che alcune fonti collocano però già qualche anno prima The first relatively large immigration of Italians to the American colonies was in 1657 when an estimated 300 Protestants from Piedmont landed in New York and went on to Delaware, where they organized the first government of the colony of New Amstel, now New Castle. Bisogna precisare che editto o non editto di Nantes le contrapposizioni erano continuate saltuariamente, in modo anche violento. La "patente di grazia" del 1655 è ultimo episodio conciliativo conosciuto ). Le forze savoiarde e quelle francesi che stanziano in Piemonte sbaragliano le esigue bande valdesi mentre in Francia iniziano i massacri e la guerriglia. I morti e i trucidati in Italia saranno diverse centinaia e i superstiti che non riescono a fuggire verso nord (Germania o Svizzera) o a imbarcarsi dovranno convertirsi, mentre in Francia 200.000 ugonotti faranno le valigie per i paesi confinanti. A mente fredda Vittorio ha modo di riflettere: ha combattuto contro i propri sudditi per l'interesse d'uno straniero e del risultato non v'è certo da vantarsi. Ma la situazione si ripresenterà secoli dopo quando per far contento un germanico perseguiteranno gli ebrei italiani. Si vede che a certa gente la storia non insegna niente. Tre anni dopo i Valdesi rientrano "Glorioso rimpatrio" http://www.eresie.it/it/id546.htm in un Piemonte che ha ripreso le distanze dalla Francia allacciando contatti con l'Austria che arruola anche loro contro i francesi. Lo scontro è inevitabile. Dal 1690 al 1695 i Piemontesi (senza l'aiuto di alcun alleato) subiscono sconfitte, ma non la capitolazione dai pochi francesi presenti in Italia. Il fronte italiano per i francesi è dispersivo e l'offerta di una pace separata viene accettata in cambio della neutralità. I francesi lasciano il Piemonte e Casale (Monferrato) passa ai Gonzaga di Mantova. Gli spagnoli intanto restano padroni di Milano. Passano pochi anni e si apre la guerra di successione al decadente Trono di Spagna (la Spagna è padrona oltre che delle Americhe (buona parte) anche della regione del Belgio) che si svilupperà dal 1701 al 1714 tra Francesi e Bavaresi da una parte e Inglesi ed Austriaci dall'altra (vedi sotto). Il trono di Spagna era finito al duca Filippo d'Angiò, nipote del re di Francia Luigi XIV, il quale assumeva il nome di Filippo V. Lo contestava però Leopoldo I d'Asburgo la cui casata vantava per un complicato intreccio dinastico presunti titoli dal tempo di Carlo V d'Asburgo quello del «Sono padrone di un Impero su cui il sole non tramonta mai» Re di Spagna con il nome di Carlo I, re d'Italia, Arciduca d'Austria e Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico (titolo ormai puramente formale ed elettivo). http://it.wikipedia.org/wiki/Immagine:Europa02.jpg Nell'aprile del 1701 Vittorio Amedeo firma si un'alleanza con Parigi, ma la cosa, oltralpe, non viene presa tanto sul serio: ci penseranno le spie francesi a svelare le vere intenzioni del Duca. La firma di un Savoia su un trattato ormai è vista più come un puro esercizio di grafia che una reale azione di volontà. Due anni dopo è infatti la volta del trattato con la parte avversa !!. Il Piemonte traditore ed ex neutrale viene messo a ferro e fuoco dai francesi e Torino assediata (1706). Prima che il cerchio si stringa Vittorio Amedeo II lascia la città e va incontro al cugino Eugenio Francesco, Comandante delle soccorrenti armate Austriache. Il famoso episodio di Pietro Micca che si fa saltare con la polveriera per salvare la città è di quest'anno ... segue sotto Ma chi era Eugenio Francesco di Soissons figlio del principe Eugenio Maurizio* di Savoia-Carignano e di Olimpia Mancini figlia di Geronima Mazzarino, sorella del cardinale Mazzarino nota anche con le sorelle e cugine come le "Mazarinettes" battezzate con lo zolfo. *Eugenio Maurizio di Savoia-Carignano 1635-1673 (il fratello PRIMOGENITO Emanuele Filiberto Amedeo porterà avanti la linea Carignano che erediterà con Carlo Alberto il trono dei Savoia a partire dal 1831) era figlio di Tommaso Francesco di Savoia e di Maria di Borbone portatrice del titolo Soissons. Maurizio, che sposò a Parigi, il 21 febbraio 1657, Olimpia Mancini nipote di Mazzarino, si distinse come comandante militare nell'esercito francese raggiungendo il grado di Luogotenente Generale (1672) un anno prima della morte avvenuta in circostanze sospette. Il ramo collaterale dei Soissons-Carignano si estinse però nel giro di 3 generazioni con Eugenio Giovanni Francesco di Savoia-Soisson il 23 novembre 1734. http://english.bmf.gv.at/publications/winterpalais.pdf
LA GUERRA DI SUCCESSIONE AL TRONO DI SPAGNA Due pretendenti al trono di Spagna erano troppi. Se poi uno di questi era l'austriaco futuro imperatore arciduca Carlo d'Asburgo ancor di più. Dopo travagliate vicende un Orange era di nuovo statolder (massima carica militare) della Repubblica delle 7 Province, o attuale Olanda ( fino alla fine del XV secolo l'area dei Paesi Bassi comprendente anche il Belgio ed il Lussemburgo, consisteva di vari ducati, contee e vescovati indipendenti (17 province) che passarono per alterne fortune nelle mani dell'imperatore Carlo V, della famiglia degli Asburgo-Spagna.), e questi era Guglielmo (III) che aveva sposato la protestante Maria figlia di Giacomo Stuart II (Re di Inghilterra che riporta il cattolicesimo in patria !! si disse per essersi invaghito di Mary dei duchi d'Este di Modena figlia di una Mazarinettes, Laura). L'Inghilterra non aveva assolutamente digerito il matrimonio con quella che veniva definita la spia del Papa e men che meno il ritorno alla fede di Roma. L'intervento di Guglielmo d'Orange (III° il Bisnonno il I° era l'artefice 100 anni addietro della rivolta contro gli spagnoli che condusse con una flotta pirata detta dei "Pezzenti del mare"), che depose lo sfortunato Giacomo nel 1689, portò alla casata la corona di Inghilterra per poco poiché nel 1702 per una fatale caduta da cavallo lasciò il trono alla cognata Anna I. Tanto era però bastato per contrastare le mire del Re Sole che, scoraggiato dall'intervenire in Inghilterra a sostegno dei cattolici, s'era rivolto a quella parte dei Paesi Bassi (Belgio escluso Liegi) che stavano sotto la corona spagnola. La coalizione che si era formata oltre agli Inglesi e agli Olandesi comprendeva l'Austria che aveva mandato le sue truppe sotto il comando di Eugenio di Savoia in posizione però subordinata al più giovane John Churchill (26 maggio 1650 – 16 giugno 1722) - figlio di Winston 1° duca di Marlborough (Conte di Marlborough dal 1689 e duca con le prime vittorie del 1703, Winston Churchill il cancelliere della seconda guerra mondiale è suo discendente in linea retta, ma non ebbe il titolo che andò ad Ivor figlio del cugino più anziano) e fratello della concubina di Giacomo II, Arabella. Nel 1701 intanto Eugenio sbaragliava i Franco-spagnoli a Carpi, Chiari (Bs) e Cremona ma ne perdeva altrettante. Se dal 1702 al 1704 le forze si equilibrano, quando lo scontro viene portato in Baviera e può servirsi anche là dell'esperto Eugenio la situazione si capovolge. In una grande battaglia campale a Blenheim nell'agosto del 1704 la coalizione rovesciò le sorti dell'armata francese che impiegò diversi anni per riprendersi. La ripresa della guerra dopo 4 anni non portò significativi successi per il Re Sole e l'anno dopo in un altro terribile scontro pur uscendo sconfitti dall'asse Marlborough-Eugenio i francesi inflissero ai nemici notevoli perdite. Un armistizio separato nel 1712 fra Inglesi e Francesi, che rinunciavano alla unificazione dei Troni Francese e Spagnolo, non pose termine al conflitto che Eugenio portò avanti stancamente (e anche qui vi ebbe una sconfitta). La fine definitiva venne solo col primo accordo (che escludeva gli austriaci) o pace di Utrecht (1713): -
Filippo d'Angiò veniva riconosciuto legittimo re di Spagna con il nome di
Filippo V, ma la sua corona veniva separata da quella di Francia. Colla successiva pace di Rastadt del 1714 Francia e Austria convenivano sulla salita al trono spagnolo di un Borbone (tuttora) e la nascita a est del nuovo Regno di Prussia. I Savoia poi scambieranno il Regno di Sicilia con quello di Sardegna degli Asburgo nel 1720 che si vedranno di nuovo depredare il Regno meridionale dai Borboni di Spagna nel 1734. Le dinastie più potenti d'Europa: i Borbone http://it.wikipedia.org/wiki/Borbone e gli Asburgo http://it.wikipedia.org/wiki/Casa_d%27Asburgo ..segue Nel 1701 Eugenio è comandante supremo in Italia e nel 1706 dalla collina di Superga realizza una delle sue migliori battaglie sbaragliando i francesi superiori di numero e difese. Ma ritorniamo indietro di qualche anno. Il giovane Eugenio, pur affidato alla zia Luisa Cristina del Baden ed alla nonna paterna Maria di Borbone-Soissons era stato di fatto cresciuto dal personale di Palazzo. Per lui si prospettava una carriera ecclesiastica di cui si cominciava a sentire la mancanza !!! in famiglia. Ma l’Eugenio senza regole del palazzo si dice saltasse la “cavallina” e le finestre conducendo vita dissoluta già da adolescente. A vent’anni chiese un comando militare al Re Sole non sapendo o facendo finta di non sapere che la madre era in disgrazia alla corte in seguito allo scandalo della avvelenatrice Voisin. Deciso ad intraprendere la carriera militare, e a non ripercorrere gli sbagli materni, Eugenio fuggì da Parigi insieme al cugino, principe Luigi-Armando I di Borbone-Conti (che si pentirà e tornerà sui suoi passi). Il suo viaggio si fermò a Vienna dove aveva già militato il fratello maggiore Luigi Giulio, comandante di un reggimento di dragoni morto contro i turchi a Petronell nel 1683. L'imperatore lo accolse nel suo esercito ponendolo al servizio del suo comandante supremo Carlo di Lorena intento a liberare Vienna dall'assedio posto da Maometto IV. La sorte di Vienna sembra infatti ormai segnata. Attraverso l'ultima maglia dell'accerchiamento, il 7 luglio l'imperatore lascia la città. Eugenio si distinguerà, dopo la vittoria, in alcune battaglie minori d'inseguimento rivelando a 20 anni sul campo il suo valore. Gli eserciti sostenitori della causa antimussulmana stanno infatti arrivando dalla Germania (Sassonia, Franconia, Lorena) e dalla Polonia. Se in città si vive male (le lepri dei tetti o gatti diventano presto il pasto alternativo), fuori si scavano trincee e gallerie per far saltare le fortificazioni. La consulenza degli ingegneri francesi risultò molto preziosa agli ottomani che arrivarono fino alla conquista della porta degli scozzesi. Il 12 settembre, pur inferiori di numero, le truppe cristiane comandate dal Re di Polonia sbaragliano i Turchi troppo impegnati nell'assedio. Al termine di quell’anno (1683) Eugenio fu nominato colonnello e ricevette il comando dei dragoni imperiali. Diciannove anni prima un altro grande condottiero italiano aveva sconfitto i Turchi e salvato la cristianità sul fiume Raab, Raimondo Montecuccoli. Gli incarichi per Eugenio non mancheranno. La controffensiva dell'esercito austriaco in Italia (1701) era infatti al comando del duca Eugenio di Savoia che sconfisse i francesi a Carpi e conquistò tutto il milanese nella battaglia di Chiari. Anche la città di Cremona cadde nelle mani di Eugenio di Savoia (1702), mentre Modena fu conquistata dall'esercito franco-spagnolo. Le sue forze sono sempre inferiori a quelle nemiche, ma il suo stratagemma di dividere gli avversari e batterli ad uno ad uno funziona a meraviglia. A Hochstadt con gli Inglesi poi a Torino con Amedeo le sue vittorie lasciano il segno. La massima carica militare, Presidente dell'Imperial Consiglio Aulico, gli spetta di diritto. Il re Sole ha modo di esternare "Di nuovo l'abatino". Il potente Eugenio ora si fa costruire sulla collina da dove partì la liberazione di Vienna una sontuosa residenza che richiami alla memoria della gente quella che era la tenda del Gran Visir: "La tenda del Visir è grande come Varsavia, arredata e con stanze da bagno ovunque. Fontane e giardini zampillano acque profumate. Lampade, divani e tappeti ricamati d'oro completano gli interni" Tutto questo cadde bottino di guerra nelle mani del Re di Polonia. Il palazzo Belvedere viene costruito fra il 1713 e il 1723, mentre assume la carica di Governatore dei Paesi Bassi e sconfigge i Turchi a Belgrado nel 1717 e pone di fatto fine della espansione Mussulmana in Europa. Il potere di Vienna non è mai stato tanto forte e potente. Tutti riconoscono in lui un uomo di inflessibile audacia, di rapide decisioni e di abilità diplomatica. Napoleone lo considererà uno dei sette grandi dopo, Annibale, Alessandro Magno, Cesare, Gustavo di Svezia, Federico II e il Maresciallo francese Turenne. Dai cugini italiani le attestazioni di riconoscenza sono scarse ed in alcuni casi date e riprese. La sera del 23 aprile 1736 il principe parla poco, è giù di voce. Rifiuta il decotto e si accomiata dagli ospiti che non lo rivedranno più vivo. La sua salma riposa nel Duomo di Santo Stefano e il suo cuore a Superga. http://www.valenzapo.com/pascoli/eugenio/Eugenio_di_Savoia/Indice.html -http://www.sardimpex.com/sito in costruzione/Savoia/savoia-carignano.htm IL BELVEDERE ** SUPERIORE
Eugenio, misogino votato al
celibato (fu chiamato oltre che abatino anche Marte senza Venere benché la madre gli cercasse
moglie in Spagna, ma Vittorio come capo della Casata glielo vietava) morì senza eredi diretti. Tutto il suo
patrimonio andò alla nipote Vittoria 52enne, nubile figlia del defunto
fratello Luigi Tommaso di Savoia-Soissons, che diventata improvvisamente ricca,
trovò anche marito: il principe Joseph Friedrich von Sachsen-Hildburghausen, uno
spiantato di vent'anni più giovane che poi si separò e le mangiò metà del
patrimonio. Molte delle sue dimore vennero acquistate dalla corte viennese mentre
una parte dei quadri finì comprata da Carlo Emanuele III di Savoia e una parte è
tutt'oggi esposta nella Galleria Sabauda a Torino. Fra gli altri soprannomi
vantava un “Principe Sole”, con una vaga allusione al suo effettivo padre.
**Johann Lucas von Hildebrandt (Genova, 1668-1745) Figlio di un militare asburgico di stanza a Genova fu allievo dell'architetto Carlo Fontana a Roma (attorno al 1690). Ingegnere Militare passato al servizio di Eugenio di Savoia (ingegnere di corte dal 1701), ebbe modo di conoscere anche l'opera torinese di Guarino Guarini. La sua opera più famosa è il Belvedere di Vienna ma anche altre opere costruite per lo stesso committente Eugenio come la villa castello di Ráckeve*** sull'isola di Csepel in Ungheria. Vengono poi il palazzo Daun a Vienna, il castello Mirabell a Salisburgo, lo Schlosshof a 40 km a est di Vienna (Marchfeld), si occupò della ristrutturazione di una vecchia fortezza aggiungendo terrazze e giardini), la chiesa di San Lorenzo di Gabel (1706-1711), in Boemia, ispirata al Guarini e la sontuosa (d'interni) Peterskirche di Vienna (o chiesa di S. Pietro foto a fianco).
***La villa
Ráckeve sull’isola di Csepel (lunga 48 km e 257 km² di
superficie vedi foto più in alto), a sud di Budapest condivide l’insediamento con una piccola comunità
(ora) dopo che in passato fu sede di una grossa industria automobilistica
coinvolta nel '56 nella rivolta antisovietica. Sull’isola sorge anche una chiesa
bizantina ortodossa del XV secolo e da pochi anni l’Hotel
congressi nella rinnovata Villa Savoia
Ráckeve: dalla sala della cupola, grande 180 m2, situata nel
centro dell'edificio, si collegano le sale per congressi e manifestazioni, cui
oggi il castello è adibito.
In 1893 Manfréd and
Bertold Weiss established their ammunition factory there. By 1914 the plant was
the nation's biggest ammunition manufacturer with 30,000 employees while Csepel
at the time had a population of only 15,000. |
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