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La Vitis vinifera è nota anche come vite europea, ma in realtà è di origine Asiatica. La viticoltura inizia dopo l'ultima glaciazione nel rifugio Pontico e si irradia nella mezzaluna fertile. Nell'Europa mediterranea veniva coltivata per produrre uve da vino, mentre nell'Europa caucasica per la produzione di uva da tavola. Scritture sumeriche risalenti alla prima metà del III millennio a.C. testimoniano che la vite veniva già allora coltivata per produrre vino. In Italia la Vitis Vinifera europea è comparsa nel Pliocene dell'era terziaria. Durante il periodo romano la qualità ed il prestigio dei vini Italici si affermarono in misura sempre maggiore assicurando al nostro Paese un vero e proprio monopolio. Fu grazie ai romani che la viticoltura potè diffondersi a livello europeo. Nel medioevo, con l'acuirsi di guerre civili e l'abbandono delle campagne si pervenne ad una progressiva decadenza della viticoltura che però non divenne irreparabile grazie alla grande considerazione in cui la vite ed il vino erano tenuti dalla religione cristiana. Furono proprio i monasteri a garantirre la coltivazione della vite.
Il vitigno Cabernet Sauvignon affonda le sue radici nella leggenda.
C’è chi ne attribuisce le origini al vino e vitigno greco Kapnios. La denominazione greca Kapnios, "affumicato", dal quale in latino vinum fumo inveteratum (Plinio, N.H. XXIII, 40), si applicava peraltro ad altri vini quale un vitigno molto rustico, la carbunica, chiamata così perché l’uva in pianta veniva ricoperta con polvere di carbone per farla maturare meglio (il carbuncolo di Columella), rimasto nella tradizione francese fino al Medioevo come vins enfumé.
Da qui deriverebbe poi la ‘vitis caburnica’, da cui il "Cabernet".
Studi scientifici, basati su analisi genetiche, la farebbero inoltre ritenere frutto dell’incrocio spontaneo, avvenuto ormai quattro secoli fa, tra il Sauvignon blanc (a bacca bianca) e il Cabernet Franc (a bacca rossa).
L’unica certezza è che il vitigno Cabernet Sauvignon assieme a molti altri di derivazione francese giunse nella zona di Atina, Gallinaro e Sant’Elia Fiumerapido attorno al 1860 e qui vi attecchì felicemente grazie soprattutto alle capacità e caparbietà di Pasquale Visocchi.
Nonostante gli sconvolgimenti dovuti alla fillossera e al secondo conflitto mondiale il vitigno in questione conosce una nuova recente stagione e continua oggigiorno a stupire a tavola per i suoi sentori ed il tipo di terroir inconfondibile.
E’ in questo contesto che opera l’azienda agricola Russo, orgogliosa di produrre un vino di cui va giustamente fiera.
La vendemmia è manuale, la vinificazione si avvale di professionalità ma soprattutto di passione per il proprio lavoro. E’ questo, ne siamo certi, è il miglior viatico per ottenere un prodotto di alta qualità.
Superficie vitata: 1.5 ettari. Produzione stimata: 7.500 bottiglie/anno