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VARIE
TIGNOLA DELL’ULIVO (DOTT AGR FABIO DI PALMA)
È un piccolo lepidottero, diffuso in tutto l'areale olivicolo, che generalmente non crea danni gravi anche se talvolta può provocare cascole consistenti delle drupe.
• Si evolve con 3 generazioni all'anno.
Campionamento: esaminare 100 infiorescenze, su 5-10 piante a caso. La percentuale di infestazione ottenuta, divisa per 3, consente di ottenere la stima del danno che verrà poi arrecato alle drupe dalla generazione carpofaga.
Chimico:
Soglia di intervento: oltre il 30-35% di fiori infestati. Tale soglia corrisponde approssimativamente al 10- 15% di frutti infestati dalla generazione carpofaga. Per le olive da tavola la soglia d’intervento va ridotta alla metà
Per le olive da tavola può essere giustificata la lotta contro la generazione antofaga quando la fioritura è scarsa e se l'infestazione interessa oltre il 10-15% delle mignole.
Oltre a ciò, sempre in seconda generazione e al picco massimo di sfarfallamento, si possono usare dei ceppi a base di Bacillus thuringiensis per l'impiego in olivicoltura biologica.
È una malattia molto comune, presente in tutte le regioni di coltivazione dell'olivo e segnalata già in epoche remote. Responsabile di questa alterazione è il batterio Pseudomonas savastanoi (Smith).
È un batterio mobile di forma bastoncellare in grado di penetrare nei tessuti della pianta solo se sono lesionati o feriti per cause dovute a vari agenti come grandine, gelo, insetti, potature e altro. È però indispensabile la presenza dell'acqua (piogge o forti umidità) così da consentire al batterio lo spostamento nel mezzo liquido. Una volta all'interno della pianta si può diffondere seguendo la via dei vasi linfatici potendo quindi originare nuovi tumori in punti lontani dal luogo di penetrazione. Ha un periodo di incubazione variabile da uno a più mesi a seconda delle condizioni ambientali. Ottimali sono i periodi umidi con temperature attorno ai 25- 30°C.
Possono essere colpite tutte le parti della pianta (foglie, gemme, radici), sviluppandosi però più frequentemente sui rametti giovani. Si manifesta sotto forma di tuberosità tu morale irregolare che inizialmente è piccola liscia e di colore verde, ma successivamente aumenta screpolandosi sempre più assumendo colore bruno. I rami che vengono colpiti in modo massiccio si indeboliscono
o disseccano, ma con forti infestazioni è la pianta intera a risentirne manifestando un deperimento generale con scarse fioriture e incomplete maturazioni delle olive.
Durante la potatura è bene eliminare i rametti con i tubercoli della rogna. Ciò consentirà di ridurre l’inoculo presente sulla pianta. In casi particolari si potrebbe procedere all’eliminazione del singolo tubercolo (su grosse branche o sul tronco di piante giovani) se presenti in numero ridotto sulla pianta. In tal caso è necessario procedere successivamente alla disinfezione della ferita e degli attrezzi utilizzati, con derivati rameici. Negli oliveti infetti sarebbe preferibile non effettuare al potatura in giornate piovose o con elevata umidità; in tali condizioni climatiche le ferite di potatura rappresenterebbero ottime vie d’infezione.