Sulle foglie: la pagina superiore delle foglie manifesta macchie circolari di colore bruno, giallastro o verdastro, di diametro che può andare da due millimetri ad un centimetro.
Poco a poco le macchie diventano nerastre a seguito dellacomparsa delle spore.
Dopo la dispersione delle spore le macchie diventano biancastre a seguito di una camera d'aria che si forma tra la cuticola della foglia ed i tessuti sottostanti.
Sulla pagina inferiore delle foglie si nota un annerimento della nervatura centrale. L'attacco sul picciolo si manifesta con un restringimento del diametro che determina l'ingiallimento delle foglia e la sua caduta.
Sui frutti, l'attacco sui frutti è raro e si manifesta principalmentealla maturazione.
Sul peduncolo, compaiono delle macchie scure, il blocco del passaggio di linfa causa la caduta dei frutti. L'attacco avviene all'inizio della formazione dei frutti o alle prime fasi della maturazione
Biologia
I conidi trasportati dal vento e dalla pioggia vanno a depositarsisugli organi sani della pianta assicurando la propagazione dellamalattia.
In condizioni favorevoli di umidità e temperatura i conidi liberano le zoospore, queste germinano e sviluppano un micelio nellospessore della cuticola senza colpire i tessuti.Questo micelio si nutre per osmosi a partire dalle sostanzecellulari del tessuto epidermico. Il micelio poi emette verso l'esterno delle conidiospore che contengono dei nuovi conidi che chiudono il ciclo.
Biologia
Per lo sviluppo del fungo sono necessarie condizioni ambientali in grado di favorire la germinazione delle zoospore, in particolare sono necessari temperature medie superiori ai 3-5°C (l'optimum è compreso tra 12 e 15 °C),accompagnate da un'elevata umidità ambientale per alcuni giorni. Queste condizioni di solito si verificano in primavera ed in autunno.
Esistono differenze a livello varietale nelle risposte al patogeno. Le cultivar maggiormente suscettibili risultano: Pendolino, Moraiolo, Frantoio; tra le più resistenti si annoverasolo la c.v. Leccino
La durata dell'incubazione della malattia , periodo compreso tra l'infezione determinata dal contatto delle zoospore con i tessuti vegetali e la comparsa delle macchie, può variare dai 3 ai 5 mesi. Per macchie che appaiono nel mese di luglio si puòfar risalire l'infezione al mese di aprile
soglia di intervento:
30-40% di foglie infette.
Danni
Il danno più grave è quello a carico delle foglie. La prematura filloptosi può verificarsi anche prima della completa manifestazione della sintomatologia tipica, le macchie fogliari ad “occhio di pavone” .
Fattori che influiscono sulla defogliazione sono: l'età della foglia (cadono prima le foglie più vecchie), l'intensità dell'infezione, la localizzazione delle lesioni, agenti meteorologici (vento, pioggia) e la stagione (filloptosi più intense si verificano in primavera).
La caduta delle foglie può compromettere non solo il raccolto dell'anno ma, in caso di gravi infestazioni, la vita stessa della pianta.
Strategia di protezione
Trattamenti preventivi con prodotti a base di rame da eseguire prima della germinazione delle zoospore in primavera e in autunno. I prodotti rameicisono impiegati da tempo con buon successo. La buona resistenza di questi prodotti è nota; tra i rameici, gli ossicloruri sono da preferirsi alla poltiglia bordolese per la possibilità di eseguire trattamenti in miscela con insetticidi.
Sono consigliabili due interventi, rispettivamente verso la fine dell'inverno -inizio primavera e dopo le prime piogge autunnali.
• Nel caso che il decorso stagionale sia arido in uno dei due periodi puòessere sufficiente un solo intervento anticrittogamico. E’ interessante ricordare che i prodotti rameici svolgano una duplice funzione di protezione delle foglie non ancora infette ed un'azione defogliante a carico della vegetazione infetta.
Quest'ultimo aspetto sembra legato a processi di fitotossicità del rame, che
riuscirebbe a penetrare nel mesofillo delle foglie attaccate dal patogeno.
L'importanza di questa azione è legata al fatto che dalle foglie cadute aterra il fungo difficilmente riesce ad infettare di nuovo la pianta.
Il trattamento all'inizio della primavera, anche se non protegge le foglie cheverranno formate nelle settimane seguenti, riduce notevolmente la possibilità che esse vengano infettate, in quanto elimina buona parte dell'inoculo presente.