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Le malattie dell'olivo: occhio di pavone

VARIE

LE PRINCIPALI AVVERSITA

OCCHIO DI PAVONE

Descrizione e sintomi

  • Sulle foglie: la pagina superiore delle foglie manifesta macchie circolari di colore bruno, giallastro o verdastro, di diametro che può andare da due millimetri ad un centimetro.
  • Poco a poco le macchie diventano nerastre a seguito dellacomparsa delle spore.
  • Dopo la dispersione delle spore le macchie diventano biancastre a seguito di una camera d'aria che si forma tra la cuticola della foglia ed i tessuti sottostanti.
  • Sulla pagina inferiore delle foglie si nota un annerimento della nervatura centrale. L'attacco sul picciolo si manifesta con un restringimento del diametro che determina l'ingiallimento delle foglia e la sua caduta.
  • Sui frutti, l'attacco sui frutti è raro e si manifesta principalmentealla maturazione.
  • Sul peduncolo, compaiono delle macchie scure, il blocco del passaggio di linfa causa la caduta dei frutti. L'attacco avviene all'inizio della formazione dei frutti o alle prime fasi della maturazione

Biologia

  • I conidi trasportati dal vento e dalla pioggia vanno a depositarsisugli organi sani della pianta assicurando la propagazione dellamalattia.
  • In condizioni favorevoli di umidità e temperatura i conidi liberano le zoospore, queste germinano e sviluppano un micelio nellospessore della cuticola senza colpire i tessuti. Questo micelio si nutre per osmosi a partire dalle sostanzecellulari del tessuto epidermico. Il micelio poi emette verso l'esterno delle conidiospore che contengono dei nuovi conidi che chiudono il ciclo.

Biologia

  • Per lo sviluppo del fungo sono necessarie condizioni ambientali in grado di favorire la germinazione delle zoospore, in particolare sono necessari temperature medie superiori ai 3-5°C (l'optimum è compreso tra 12 e 15 °C),accompagnate da un'elevata umidità ambientale per alcuni giorni. Queste condizioni di solito si verificano in primavera ed in autunno.
  • Esistono differenze a livello varietale nelle risposte al patogeno. Le cultivar maggiormente suscettibili risultano: Pendolino, Moraiolo, Frantoio; tra le più resistenti si annoverasolo la c.v. Leccino
  • La durata dell'incubazione della malattia , periodo compreso tra l'infezione determinata dal contatto delle zoospore con i tessuti vegetali e la comparsa delle macchie, può variare dai 3 ai 5 mesi. Per macchie che appaiono nel mese di luglio si puòfar risalire l'infezione al mese di aprile

soglia di intervento:

30-40% di foglie infette.

Danni

  • Il danno più grave è quello a carico delle foglie. La prematura filloptosi può verificarsi anche prima della completa manifestazione della sintomatologia tipica, le macchie fogliari ad “occhio di pavone” .
  • Fattori che influiscono sulla defogliazione sono: l'età della foglia (cadono prima le foglie più vecchie), l'intensità dell'infezione, la localizzazione delle lesioni, agenti meteorologici (vento, pioggia) e la stagione (filloptosi più intense si verificano in primavera).
  • La caduta delle foglie può compromettere non solo il raccolto dell'anno ma, in caso di gravi infestazioni, la vita stessa della pianta.

Strategia di protezione

  • Trattamenti preventivi con prodotti a base di rame da eseguire prima della germinazione delle zoospore in primavera e in autunno. I prodotti rameicisono impiegati da tempo con buon successo. La buona resistenza di questi prodotti è nota; tra i rameici, gli ossicloruri sono da preferirsi alla poltiglia bordolese per la possibilità di eseguire trattamenti in miscela con insetticidi.
    • Sono consigliabili due interventi, rispettivamente verso la fine dell'inverno -inizio primavera e dopo le prime piogge autunnali.
    • Nel caso che il decorso stagionale sia arido in uno dei due periodi puòessere sufficiente un solo intervento anticrittogamico. E’ interessante ricordare che i prodotti rameici svolgano una duplice funzione di protezione delle foglie non ancora infette ed un'azione defogliante a carico della vegetazione infetta.
  • Quest'ultimo aspetto sembra legato a processi di fitotossicità del rame, che riuscirebbe a penetrare nel mesofillo delle foglie attaccate dal patogeno.
  • L'importanza di questa azione è legata al fatto che dalle foglie cadute aterra il fungo difficilmente riesce ad infettare di nuovo la pianta.
  • Il trattamento all'inizio della primavera, anche se non protegge le foglie cheverranno formate nelle settimane seguenti, riduce notevolmente la possibilità che esse vengano infettate, in quanto elimina buona parte dell'inoculo presente.

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