Movimento Anticlericale Italiano


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crocefissi e concordati





In questi ultimi anni si sono moltiplicate le contrapposizioni relative al fatto se il principale simbolo del cattolicesimo, il crocefisso, debba campeggiare in bellavista nei pubblici uffici o, al contrario, debba essere rimosso.
Dopo un veloce excursus storico sulle leggi che hanno favorito il cattolicesimo e i suoi simboli, elencheremo le principali motivazioni per le quali riteniamo sia un abuso, oggi, imporre a tutti questo simbolo che, ricordiamo, per molti nei secoli ha avuto un significato positivo, per altri invece ha rappresentato terrore, violenza e morte.
Dopo il lungo buio medioevale che ha visto in Italia e non solo, l’ anarchica predominanza e imposizione spesso violenta della religione cattolica, lo Statuto Albertino[1], inserisce in una sorta di primitiva Costituzione, una regola scritta sull’inserimento della religione cattolica all’interno dello Stato.

All’art.1. Leggiamo: “La Religione Cattolica, Apostolica e Romana è la sola Religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti sono tollerati conformemente alle leggi.”

All’art. 28. Leggiamo: “La Stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi. Tuttavia le bibbie, i catechismi, i libri liturgici e di preghiere non potranno essere stampati senza il preventivo permesso del Vescovo.”

Più di settanta anni dopo, nel 1924, una sorta di regola giuridica sul crocefisso, fece capolino per la prima volta dall’unità d’Italia, e fu stabilito un ordinamento interno delle giunte e dei Regi istituti d’istruzione media, che all’Art.118, recitava: [2]
“Ogni istituto ha la bandiera nazionale; ogni aula, l’immagine del Crocifisso e il ritratto del Re.”

Quattro anni dopo, nel 1928, fu emanato un altro decreto che elencava gli arredi scolastici. [3]

Scopriamo così che il crocifisso, per decreto, si trovava tra le altre cose, in compagnia del ritratto del Re, della lavagna, del pallottoliere, dei gessi bianchi e colorati, delle spugnette per pulire la lavagna, degli attrezzi per giuochi e giardinaggio.
Nel 1929, Benito Mussolini, ribattezzato dalla Chiesa “L’Uomo Della Provvidenza”, stipulò il primo Concordato con il Vaticano[4], che confermava lo Statuto Albertino.

Art. 1. ”L'Italia riconosce e riafferma il principio consacrato nell'art. 1 dello Statuto del Regno 4 marzo 1848, pel quale la religione cattolica, apostolica e romana è la sola religione dello Stato.”

I vantaggi politici per entrambi i firmatari sono noti, Mussolini ne parlò anche con l’amico Adolf Hitler, il quale entusiasticamente accettò di sottoscrivere il concordato con la Chiesa, firmato nel 1933[5].
Tra gli articoli concordatari stipulati con Hitler ce ne sono due di particolarmente interessanti:

L'articolo 5, nel quale si garantisce agli ecclesiatici la medesima protezione che lo Stato germanico riserva agli impiegati dello Stato, e l'articolo 16 che formula il giuramento richiesto ai vescovi cattolici. Ecco la formula come appare nell'Enchiridion[6]: ''Davanti a Dio e ai Santi Vangeli, giuro e prometto, come si conviene ad un vescovo, fedeltà al Reich Germanico e allo Stato... Giuro e prometto di rispettare e di far rispettare dal mio clero il Governo stabilito secondo le leggi costituzionali dello Stato. Preoccupandomi, com'è mio dovere, del bene e dell'interesse dello Stato Germanico, cercherò, nell'esercizio del sacro ministero affidatomi, di impedire ogni danno che possa minacciarlo”[7].

1929 Concordato
1948 Costituzione
1948 ONU - svolta
1984 Nuovo concordato
Bibbia Esodo e Deuteronomio – regole divine

[1] Statuto del Regno di Sardegna, Torino 4 marzo 1848.

[2] Regio Decreto del 30 aprile 1924, n.965.

[3] Regio Decreto 26 aprile 1928, n.1297. Approvazione del regolamento generale sui servizi dell’istruzione elementare. “Allegato n°3. Allegato C (art. 119). Tabella degli arredi e del materiale occorrente delle varie classi (dalla prima alla quinta), e dotazione della scuola.”

[4] Legge 27 maggio 1929 n. 810
(pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 5 giugno 1929 n. 130 - S. O.). Esecuzione del trattato dei quattro allegati annessi C del Concordato, sottoscritto in Roma, fra la santa Sede e l’Italia, l’11 febbraio 1929

[5] Il 20 luglio 1933 in Vaticano veniva firmato dal cardinale Eugenio Pacelli plenipotenziario di Pio XI e da Franz Von Papen.

[6] E' uscito con una prefazione del cardinale Angelo Sodano un ''Enchiridion dei Concordati dove vengono raccolti ''due secoli di storia dei rapporti Chiesa-Stato. Le Edizioni Dehoniane di Bologna (EDB).

[7] ASCA Stampa italiana all'estero.



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