Abbiamo preso in esame i vari tipi di attività vulcanica e i diversi prodotti che ne derivano e tutti possono essere ricondotti ai due tipi di vulcanismo precedentemente accennati: quello effusivo e quello esplosivo.
Quando un magma fluido risale verso la superficie gli aeriformi in esso disciolti si liberano gradualmente e con relativa facilità e ben presto inizia a traboccare la lava che fluisce rapidamente e si espande, anche su grandi distanze (vulcani a scudo).
La manifestazione più imponente di vulcanismo effusivo sul nostro pianeta avviene sott'acqua ed è associata ad una serie di profonde fessure che tagliano l'intera crosta e che segnano l'asse delle dorsali oceaniche cioè di quel sistema di fasce rilevate di fondali marini che percorre tutti gli oceani.
Se i materiali eruttati (basalti) si trovano a notevole profondità, in modo che la pressione dell'acqua sovrastante impedisca la fuga tumultuosa di gas, la lava fluisce tranquillamente dalle fessure e si consolida con le tipiche strutture «a cuscini». Se, però, l'eruzione sottomarina avviene a profondità moderata, quindi sotto modeste pressioni, l'emissione della lava è accompagnata da esplosioni che liberano alla superficie del mare nubi bianche di vapore acqueo. La lava si accumula e l'edificio, inizialmente sottomarino, può arrivare ad emergere dal mare, accrescendosi con accumuli di scorie che si saldano fino a formare robusti bastioni, rafforzati da colate di lava. Così è nata dal mare, nel 1963, l'Isola di Surtsey, al largo delle coste dell'Islanda.
Uno degli esempi meglio studiati di vulcanismo effusivo è, però, quello delle Isole Hawaii, giganteschi vulcani a scudo. L'origine di tali edifici non è, però, collegata ad una dorsale oceanica, visto che si trovano al centro della vastissima piana abissale del Pacifico, ma è associata all'attività di un "punto caldo".
La maggior parte dell'attività vulcanica avviene lungo i
margini delle zolle, dove la litosfera è più debole. Tuttavia il vulcanismo
riguarda anche zone lontane da questi punti, come l'area della Rift Valley,
nell'Africa orientale, dove sorge un vulcano come il Kilimangiaro. La presenza
di 10.000 o più vulcani sottomarini, attualmente quasi tutti estinti, sul fondo
dell'oceano Pacifico, per lungo tempo non ha trovato una spiegazione. Sembrano
in gran parte distribuiti in modo del tutto casuale sul fondo dell'oceano, ma
alcuni formano chiare catene lineari, come alle Hawaii. La loro presenza in
regioni lontane dai margini delle zolle è stata spiegata solo recentemente.
Entro il mantello terrestre s'innalzano sottili colonne verticali (dette
pennacchi) di magma particolarmente caldo, proveniente dal nucleo, che rimangono
in posizione fissa mentre le zolle si spostano al di sopra. Questi pennacchi
generano "punti caldi" nella litosfera che li sormonta e, in corrispondenza di
questi punti caldi, si verifica l'attività vulcanica. Il sito di tale tipo di
vulcanismo si sposta allo spostarsi della zolla.
Non tutti i punti caldi vulcanici del mantello si trovano negli oceani. Un esempio di punto caldo continentale è il parco nazionale di Yellowstone, negli Stati Uniti. Attualmente non si verificano eruzioni vulcaniche a Yellowstone, ma la zona è caratterizzata da un intenso flusso di calore crostale, che produce sorgenti termali e i getti di vapore dei geyser.
Quando il magma che risale è molto viscoso e ricco in gas, il meccanismo dell'eruzione prende un aspetto ben diverso. A causa dell'alta viscosità del magma i gas non riescono ad espandersi liberamente: la pressione da essi esercitata deve salire enormemente prima di vincere la resistenza sia della massa fusa, sia della spessa crosta già consolidata, che ostruisce la parte finale del condotto. Quando questo avviene, si verifica una fortissima esplosione e i gas roventi fuggono dal condotto con estrema violenza, trascinando frammenti di rocce sbriciolate e lava polverizzata. Si forma così una nube ardente, una densa sospensione ad alta temperatura (oltre 300 °C) di gas, vapori e frammenti solidi, che sale verticalmente e a gran velocità (da 100 a 400 km/h) per migliaia di metri.
Quando la nube perde energia e i gas si disperdono, la colonna di materiale solido (polveri, ceneri e lapilli) ricade sul vulcano (nube ardente ricadente) e scorre velocemente lungo le sue pendici, formando estese colate piroclastiche. Se l'esplosione avviene lateralmente, a causa di una parziale ostruzione del cratere, la nuvola rotola lungo il pendio con grande velocità (nube ardente discendente).