I materiali emessi nel corso di un' eruzione possono essere: colate laviche, materiali piroclastici, gas e vapori.
Le lave ormai solidificate possono presentarsi con forme varie e curiose, che dipendono dal tipo di lava, dalle modalità di raffreddamento (lento o rapido) e dalle condizioni ambientali. Si distinguono due tipi principali:
Le lave basiche sono molto fluide, scorrono a temperature molto elevate e i gas contenuti in esse si liberano a poco a poco. Prima di solidificarsi le lavi basiche possono scorrere sul terreno per decine di chilometri, poi consolidandosi danno origine a piattaforme basaltiche a superficie piana e uniforme. Dopo l'emissione le lave si coprono rapidamente di una crosta di solidificazione che può essere trascinata dal movimento della massa interna ancora fluida e ondularsi a formare una superficie contorta chiamate pahoehoe ("che ci si può camminare a piedi nudi) nelle isole Hawaii.
Le lave acide sono più leggere e molto pastose: solidificando rapidamente danno origine a rocce riolitiche. L'emissione dei gas in essa contenuti avviene in modo turbolento: la superficie di solidificazione è rugosa, ricca di scorie, percorsa da fessure con i bordi taglienti cosparsa di bolle dovuta alla liberazione solo parziale di una parte degli aeriformi. Questo tipo di lava viene chiamato dagli Hawaiani aa (termine hawaiano "non ci può camminare a piedi nudi). Questa struttura si forma quando la lava basica, allontanandosi dal vulcano, ha ormai perso buona parte dei gas. In tal caso lo strato superficiale solido è molto spesso e non può deformarsi, perciò mentre il materiale ancora fuso sottostante si muove ancora, lo strato superficiale si spacca in blocchi frastagliati, spigolosi e taglienti.
Sono frammenti solidi o semisolidi, di composizione e dimensioni varie, gettati dal vulcano nell'atmosfera. Derivano da materiali strappati alle rocce dell'edificio vulcanico oppure da lave solide, che ostruiscono i condotti e vengono frantumate durante un'esplosione. Il magma che risale nel condotto vulcanico, infatti, contiene sempre una certa quantità di gas e di acqua, che non riescono ad allontanarsi a causa della pressione esercitata dalle rocce soprastanti. Quando il magma arriva vicino alla superficie la pressione delle rocce diminuisce e i gas si liberano, causando frequentemente violente esplosioni. Ciò avviene più facilmente nel caso di lave viscose, solide o semisolide, che spesso ostruiscono il condotto vulcanico, intrappolando i gas e l' acqua.
I frammenti gettati (piroclasti) sono
classificati in base alle dimensioni: in ordine di grandezza crescente, si parla
di polveri (molto fini), ceneri (simile alla sabbia),
lapilli (grandi come sassolini) e bombe (di maggiori
dimensioni, spesso formate da lava che viene gettata allo stato semisolido).
Quando i frammenti ricadono si formano depositi: i frammenti più pesanti si
depositano nei pressi della bocca, quelli più fini e leggeri in posizione sempre
più distante rispetto al cono vulcanico. I frammenti più fini, polveri, ceneri e
lapilli, mescolati a gas densi, possono restare in sospensione e originare
gigantesche nubi ardenti che, come colate mobilissime, scendono
lungo i fianchi del vulcano. Le nubi ardenti si spostano con velocità
incredibile, perché le particelle sono tenute in sospensione dai gas, e possono
avere effetti disastrosi.
Tristemente famoso è il caso del vulcano La Pelee nella
Martinica, che con una nube ardente distrusse nel 1902 la città di St. Pierre,
causando la morte di 28 000 persone. La nube ardente aveva una temperatura di
circa 800 °C e si muoveva con una velocità di ben 160 km/h.
La natura dei prodotti gassosi non è ancora completamente nota, per la difficoltà di campionare materiali che si liberano rapidamente dalla lava nel corso dell'eruzione e si mescolano immediatamente con i gas atmosferici.
Sappiamo, tuttavia, che i prodotti più abbondanti sono il
vapor d'acqua (che in alcune eruzioni arriva al 70%) e l'anidride carbonica,
seguiti dai composti dello zolfo, dell'azoto, del cloro e del fluoro.
L'importanza degli aeriformi nei processi vulcanici è duplice: da un lato essi
hanno contribuito a formare gran parte dell'atmosfera e continuano ad
alimentarla, dall'altro è la loro presenza a favorire la risalita e l'innesco
delle eruzioni del magma, entro cui si trovano disciolti.