Geologia
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Magnitudo
Misura la "forza " rilevata dai sismografi e indica l'energia liberata dall'ipocentro.
La larghezza massima delle onde registrate da sismogramma (indicata con A) può essere usata come misura della grandezza di un terremoto se viene messa a confronto con l'ampiezza massima (A0) delle onde fatte registrare da un terremoto scelto come riferimento (o terremoto standad). Fu il sismologo Charles F. Richter che nel 1935 propose di misurare la magnitudo. Come riferimento scelse un terremoto che produce su un sismografo standard il Wood-Anderson), posto a 100 Km dall'epicentro, un sismogramma con oscillazione massima uguale a 0,001 mm.
Pochè le onde sismiche attraversano con diverse velocità i vari tipi di terreno, per ogni stazione sismologia si costruiscono apposite tabelle in cui è calcolato il valore A0 in funzione della distanza dall'epicentro del terremoto. Queste tabelle sono valide per aree più o meno vaste e tengono conto della complessità geologica del territorio.
L'ampiezza massima di un forte sisma registrata sul sismogramma può essere milioni di volte superiore rispetto a quella di un debole terremoto; Richter, per evitare numeri troppo grandi, propose l'uso dei logaritmi. Perciò la magnitudo di un terremoto è il logaritmo in base 10 del rapporto fra l'ampiezza massima del terremoto (misurata sul sismogramma in micrometri) e l'ampiezza che verrebbe prodotta dal terremoto standard alla stessa distanza epicentrale.
La scala della magnitudo è logaritmica, quindi un aumento di una unità nella magnitudo corrisponde a un aumento di fattore 10 nell'ampiezza del movimento del terreno, e a una liberazione di energia 30 volte maggiore.
La magnitudo non è una misura diretta dell'energia totale liberata da un terremoto, ma è correlabile ad essa attraverso relazioni empiriche. Per l'Italia la relazione è:
log E = 9,15 + 2,15 M
dove E è l'energia totale e M la magnitudo delle onde di superficie.
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