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Monofore con arco monolitico Decorazioni elementari
Il motivo dell'archetto cieco
nel romanico genovese

San Martino di Noceto presso il passo di Ruta:
A differenza del tamburo absidale, nel fianco rimane una parte di archetti, restaurata nell'ultimo ripristino della chiesa romanica, ricavato scavando la muratura e disponendo piccole pietre a sottolineare l'intradosso.

San Siro di Nervi, chiesa Plebana:
Archetti ricavati da concio unico, che può avere anche più di un archetto. In questo caso la loro curva a tutto sesto li riporta al primo XII secolo. Affini a questa tipologia sono gli archetti della chiesa plebana di Uscio.

Sant'Apollinare presso Sori:
archetti del tamburo absidale ricavati da un concio unico poggiante ai bordi su piedritti che entrando in profondità nella muratura legano trasversalmente la struttura di questa. In questo caso la curva dell'archetto è già ogivale, seguendo il mutamento "pregotico" che prende piede a Genova nella seconda metà del XII secolo. Questa è la tipologia più diffusa della seconda metà del XII secolo e nel Levante la si trova ad esempio nel tamburo absidale di San Martino di Noceto, e in San Nicolò di Capodimonte.

Sant'Apollinare presso Sori:
il concio oblungo che collegava il tamburo absidale alla chiesa, di maggiori dimensioni degli altri, ospitava tre archetti, ora abrasi e dei quali resta un labile profilo soprattutto all'estremità.

San Bartolomeo di Bussolengo presso Sori:
nonostante le dimensioni più che esigue di questo superstite tamburo absidale romanico, i conci degli archetti non sono a blocco unico ma trattati elemento per elemento, elaborando un particolare gioco di incastri che a seconda del caso scolpisce un concio da arco od un blocco che comprende concio e porzione muraria superiore; da notare anche l'abbozzo di capitello della lesena.
Il motivo tipico del romanico genovese, gli archetti ciechi di coronamento sovrastati dal fregio a dente di sega, definisce una linea di conclusione, per le chiese il piano di posa del tetto, nei palazzi più che questo defisce la demarcazione tra parte commerciale aperta all'esterno - botteghe o fondaci con arcate - e la parte abitativa privata.
Nella prossima riviera di Levante si riscontra tutta la casistica di questo elemento:nei casi più antichi viene ricavato scavando una superficie muraria come nella fiancata di San Martino di Noceto, per essere realizzato poi sempre più in conci autonomi. Il tipo definitivo è quello ricavato scolpendolo in un unico concio, ed in questo caso il motivo ha assunto una funzione solo decorativa, scolpito inuna pietra, spesso di dimensioni più grandi per meglio bloccare col suo peso la muratura sottostante, e poggia su piedritti che penetrando nella muratura fino ad una certa profondità. la legano trasversalmente. Dal punto di vista della funzione statica l'archetto potrebbe anche non essere scolpito su questa pietra, mentre dal punto di vista della funzione ottica aumenta progressivamente la sua definizione ornata, cominciando dalla linea che traccia il disegno di un finto estradosso. A segno del mutato gusto attorno alla metà del XII secolo gli archetti tendono ad essere a sesto leggermetne acuto, e il fianco meridionale della chiesa genovese di San Donato mostra questo scarto di passaggio dal tipo a tutto sesto.
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Giorgio Croce
mailto:giorgio.croce@libero.it
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