IN LOTTA PER UN PAESE NORMALE
Vittime di violenza. Segregate .Le donne afghane non hanno diritto all'educazione, né alla salute e neppure al lavoro.Non possono viaggiare, guidare, fumare o andare al ristorante sole. Inoltre secondo i fondamentalisti le ragazzine non potrebbero neanche studiare, pena: LA MORTEPer loro valgono le regole dell'hejab, l'esclusione dalla società. Amine Safi Afsali, 42 anni, una esponente dell'opposizione afghana in esilio. E' nata a Hirat, città simbolo della cultura islamica. Oggi vive in Iran, a Mashad, dove dirige una organizzazione non governativa di aiuto per le donne afghane. <Vivevo a Kabul ma sono fuggita venti giorni dopo l'invasione dei Talebani. Ai loro occhi ero troppo compromessa perché coinvolta in progetti di educazione e formazione rivolti alle donne. Che ormai sono ridotte a mere ombre. Moltissime sono state frustrate a sangue perché non indossavano il burka in casa, davanti ai loro mariti. Dopo qualche tempo dalla presa di Hirat da parte dei Talebani quattro anni fa, molte donne sono andate dai loro capi per chiedere uno spazio per l'insegnamento alle bambine. Sono state scacciate. "Tornate nelle vostre case" hanno detto " e ringraziate Allah che vi ha creato esseri umani". Ma le donne non hanno desistito. Hanno organizzato una dimostrazione, ma tantissime sono state arrestate, frustate e torturate. Nella nostra società, andare in prigione vuol dire annullamento della dignità. E molte di loro hanno immolato la dignità per dare un avvenire migliore alle giovani generazioni>.
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